(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Category: musica Page 1 of 8

Attitudine

Oggi le parole mi sembrano così stupide Messe a tempo in fretta pesano come un’incudine Mi hanno detto aspetta non bastano frasi ruvide Per spiegare un’attitudine

Canto narrativo al Brallo

Sono entrato in possesso di questo stupendo documento: un disco in vinile, a cura di Luisa Del Giudice, che raccoglie alcuni brani popolari della canzone delle nostre terre. E' stato registrato a Colleri di Brallo nel 1987.
A puntate cercherò di pubblicare alcuni brani e alcune informazioni riguardo l'opera.

Iniziamo col dire che fa parte della collana "Ricerche etnomusicologiche – archivio sonoro", collana discografica realizzata dal Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Università di Bologna e dal Comitato Nazionale Italiano dell'International Council for Traditional Music (UNESCO). Raccoglie materiali sonori delle culture tradizionali con l'intento di presentare ricerche organiche su specifiche situazioni e problemi. Ogni disco è accompagnato da un libretto informativo il più ampio possibile, con trascrizioni musicali. 
"Canto narrativo al Brallo" – La tradizione musicale nell'Appennino Pavese e i suoi protagonisti: il repertorio di canti narrativi della famiglia Tagliani, opera realizzata con il contributo dell'Amministrazione Provinciale di Pavia Assessorato all'Istruzione, Cultura e Formazione Professionale. Registrazioni, edizione e note di Luisa Del Giudice. Trascrizioni musicali: Linda Levin, Los Angeles. Mastering: George Charouas, GTM Producionts, Los Angeles. Febbraio 1990

Caino e Abele

Abele l’era bònn, Caino mea taant, a l’era in sö la Bibbia, ma l’era mea un Saant. I eren düü fredèj, ma i eren l’uppòst, diversi del tütt, cumè i pastigli e i süppòst. Abele l’era bell, cumè un atuur francees, Caino l’era brött, che s’cepàva i cineprees. Abele l’era voolt e anca ben piazzàa, Caino l’era göbb e sempru incazzàa.

Sèmm al muund in düü e vöen me sta söi bàll, dumà a vardàll in fàcia me vee vöeja de cupàll. L’è grand e gròss, ma appèna l’è de spàll ghe foo vedé me cume l’è bèla la mia vàll!

Abele cantava le lodi al Signuur cun la vuus meludiusa che el parèva un tenuur, Caino, stunàa el ghe pruvàva per uur, el pàreva un purcèll scüsciàa de un tratùur. Perfino il buon Dio un dè l’ha ciamàa, l’ha stupàa i urècc e pö dopu el g’ha parlaa: Caro Caino, se te voret pregà, sun pròpi cuntèent ma desmètela de cantà, altrimenti i me angeli me perden i piöemm e tücc i pèss i me nèghen in del fiöemm.

Abele l’era in furma e vegetariàn, mangiàva un zìcch de üga e un tuchetènn de pàn e dopu una giurnàda passàda a lavurà el gh’era ammò la forza de cantà e de balà. Caino el cùpava tütt quèll che se muvèva, el majàva cumè un lùff e vacca se’l bevèva e dopu una girnàda passàda ciùcch desfàa, se tràva in söel praa e pö el tacàva a runfà. Per passà un zicch el teemp, i giügàven al balòn, Abele l’era bràvu e quell’oltru un scarpòn, Abele palleggiava che ‘l pareva el Ronaldo, Caino el parèva el fredèll del Braccobaldo. El praa dell’Abele l’era graand cumè el Meazza, nel praa del Caino ghe stava gnaa una tàzza. Nel praa dell’Abele gh’eren tücc i piaant in rìga, nel praa del Caino gh’era là dumà un’urtiga. Nel praa dell’Abele pasculàva el bestiàmm, nel praa del Caino pascullàven i pantegànn.

Una sira el Caino el veed che rüva l’Abele, incazzàa cume el soo mea cussè che ghe s’è ruta la tele. Caino che el g’ha mea la televisiòn el diis che al limite ghe ròla sö un canòn. Abele a bùca vèrta e scandalizzàa el ghe diis: Che vergogna, te seet anca un drugàa! Vergogna de chii, che sèmm che dumà in düü. Quell’oltru ridendo el g’ha respundüü: La Bibbia la diis, che g’ho de fàtt la pèll, però me g’ho un sistèma che l’è ammò püsse bèll: Tiri sö i me stràsc e voo via me, te làssi che a giügà a tennis de par te, te làssi che a giügà a tennis de par te !

Leggerezza

E' primavera
e mi prende un bisogno di leggerezza e di pesanti passioni e un sentimento indefinibile al tramonto. Dalla finestra guardo il mondo e mi viene voglia di tuffarmi lì dentro… e mi viene voglia di non lasciarlo mai.
E' primavera
e torna come allora una voce
che dice: "Lascia ad altri i progetti troppo lunghi,arricchisci il tuo tempo e non cercare più del pane quotidiano. Lasciati andare alla vita e non disperarti mai"

Il matto

Mi dicevano il matto
perchè prendevo la vita 
da giullare, da pazzo,
con un' allegria infinita.
D' altra parte è assai meglio,
dentro questa tragedia, 
ridersi addosso, non piangere
e voltarla in commedia.

Firestarter

#dilloconunacanzone
Pazzi, fuori di testa, potenti, senza fine, ribelli, cattivi, onnipotenti. Questi erano gli anni '90. E questi erano i The Prodigy

Money for nothing

#dilloconunacanzone
Parte Sting cantando "I want my MTV", un attimo di attesa e poi viaaaaaa col riff di Mark Knopfler e… fare soldi senza far nulla.

Loser

Bob Loser è andato🛫 fino a 🗽 New York 🏢🏢 per girare 🎬questo attesissimo video🎥 con J.T.Katanga.

Mi chiamo Bob LOSER ve l’ho già detto
ecco il mio difetto, sono imperfetto
LOSER, come i perdenti
LOSER, quanto fanno male i pugni sui denti
vengo da lontano vengo dal profondo
sono quel pensiero che ti viene in un secondo
e che ti dice fermati, è già il momento
fermati fermati qui sul cemento
fermati e accenditi una sigaretta
aspetta non avere fretta
la pioggia lava via il sangue dalla tua maglietta
quello che non lava è la ferita dentro al cuore
poche parole
non hai mai saputo dire che cos’è l’amore
C’è chi dice Loser, chi melodrammatico
all’atto pratico, io che sono il primo
a non capir me stesso
io che sono il primo e vomito nel cesso
sento le tue accuse tu mi chiami loser 
io che sono zero su ciò non si discute
forze brute forze della natura 
io che sono l’ultimo a non aver paura
tu dici che non valgo, che sono un perdente
che sono uno anonimo in mezzo a tanta gente
ma chiaramente non me ne fotte niente

PUOI CHIAMARMI ZERO MA IO RIMANGO VERO
PUOI CHIAMARMI ULTIMO LO SONO PER DAVVERO
PUOI CHIAMARMI INETTO PUOI METTERMI NEL GHETTO
PUOI CERCARE SCEMO DI INCUTERMI RISPETTO
PUOI CHIAMARMI INUTILE MA IL TUO INSULTO è STERILE
PUOI SFORZARTI ANCHE DI DARMI DEL COGLIONE
IO CHE SONO LOSER CE L’HO SCRITTO GIA’ NEL NOME

Guarda mi hai convinto, ma almeno non son finto
nonostante tutto io mai mi do per vinto
e sono sempre qui, percorro i miei sentieri
vivo il mio oggi come il giorno dopo ieri
vivo di pensieri sento la mia anima
cerco sempre un asso dentro in fondo la mia manica
sono sempre uguale ma sempre un po’ diverso
per svoltare il giorno io non cerco il tuo permesso
ma passo dopo passo nel profondo del mio io
provo dolore sai cercando dio
e ogni mia caduta e ogni mia sconfitta
ed ogni cicatrice mi lascia in petto una fitta
e mi ha reso finalmente ciò che sono
ed ogni passo avanti io lo vivo come un dono
e ti perdono se non mi accetti
permetti, mi chiamo Bob Loser, pieno di difetti
sono ridicolo, ma ho adrenalina in circolo
che mi tiene vivo nonostante questo vincolo
di essere sempre stato nel lato sbagliato 
sempre criticato sempre gli occhi addosso
e il tuo indice puntato, ma me ne sbatto
testa bassa io non mi abbatto
quando tocco il fondo non provo più paura
e dal tappeto mi rialzo, ogni volta, giura

PUOI CHIAMARMI ULTIMO LO SONO PER DAVVERO
PUOI CHIAMARMI INETTO PUOI METTERMI NEL GHETTO
PUOI CERCARE SCEMO DI INCUTERMI RISPETTO
PUOI CHIAMARMI INUTILE MA IL TUO INSULTO è STERILE
PUOI SFORZARTI ANCHE DI DARMI DEL COGLIONE
IO CHE SONO LOSER CE L’HO SCRITTO GIA’ NEL NOME

Io sono quello sempre in fondo alla lista
ma io in coda in posta, e non dall’analista
quello un po’ sfigato che balla solo in pista
quello interista, quello senza la moto
quello che non c’è, che nelle foto è fuori fuoco
quello che non va MAI a dormire presto
che fa colazione anche con un toast, del resto
invisibile, incomprensibile, ma dai cosa dici?
sei dolce e intelligente ma restiamo solo amici
io sono nessuno a Polifemo disse Ulisse
navigo sul piano TRA ordinate e ascisse
SENZA rotte fisse?meglio l’apocalisse
SONO SOLO uno nessuno e anche centomila
ma fan la fila per entrare nel mio clan
sarò anche loser, ma TRANQUI c’ho i miei fan

PUOI CHIAMARMI ZERO MA IO RIMANGO VERO
PUOI CHIAMARMI ULTIMO LO SONO, DAVVERO
PUOI CHIAMARMI INETTO MA GUARDA TE L’HO DETTO
PUOI CERCARE ANCHE DI INCUTERMI RISPETTO
PUOI CHIAMARMI futile MA ti rendi solo inutile
PUOI SFORZARTI ANCHE DI DARMI DEL COGLIONE
scemo sono un LOSER te l’ho detto già il mio nome

Living on my own

Sometimes I feel I’m gonna break down and cry (so lonely)

Nowhere to go, nothing to do with my time. I get lonely so lonely living on my own. Sometimes I feel I’m always walking too fast. And everything is coming down on me down on me. I go crazy oh so crazy living on my own

Davvero – Bob Loser

"Davvero" la nuova microclip di Bob Loser

Sweet Child O’ Mine

#dilloconunacanzone

Uno dei riff più famosi della storia del Rock esce dalle dita e dalla chitarra di Slash per una canzone forse dedicata da Axl alla sua fidanzata di allora. Ragazzi questo è il 1988, questo è il rock che ho conosciuto io e questi sono i Guns !

Da Sempre

Un breve pezzettino di Bob Loser

We need freedom

#dilloconunacanzone

Siamo all’inizio degli anni ’90. Gianfranco Bortolotti, produttore discografico, intuisce la potenzialità della nuova musica elettronica che sta per avere un grande successo in discoteca. Una delle sue prime produzione porta il nome di "Antico", di cui "We Need Freedom" è il primo successo. Io avevo 17 anni. Al Kursaal non vedevo l’ora che la mettessero. Non era ancora la cosiddetta "techno" che avrebbe spopolato da lì a pochi mesi, ma era sulla giusta strada. Ero affascinato da come un computer (cioè un sintetizzatore) potesse emettere suoni così diversi dagli strumenti tradizionali e così accattivanti (e riascoltandole adesso così ingenue): queste armoniche che salivano al cielo, perché ti sentivi bisognoso di libertà, freedom. 

 

Tattattira

Il rosso VENDE, il verde VENDE, se sei famoso quello che hai addosso VENDE. Indipendentemente che sia rosso o verde, meglio copiare qualcun’altro al posto di niente. La carne VENDE, il vegan VENDE, provare a smettere con qualche cosa VENDE. "Il rap è nato controllato dal governo Reagan", generalmente questo genere di storie VENDE. Le dietrologie di una manovra VENDONO, i nati dopo il 68 hanno i figli che VENDONO. Le labbra che ogni donna porta sopra VENDONO, le labbra che ogni donna porta sotto VENDONO.

Bob Loser – Il Cane

Aski insieme a Bob Loser vi presentano: "IL CANE"

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