(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: June 2009 Page 1 of 2

27 marzo 1994

Che bei ricordi… Era il 1993 quando la politica italiana veniva stravolta: erano spariti o ridimensionati i vecchi partiti, spazzati via dal terremoto delle inchieste di Tangentopoli. Si repirava un profumo nuovo nell’aria. Avevo vent’anni, nel 1992, diciottenne, avevo scelto la Democrazia Cristiana perchè mi pareva la meno peggio. Nell’autunno 1993 ero confuso: non sapevo chi avrei votato nelle successive determinanti elezioni politiche della primavera del’anno successivo, dovute al fallimento della XI legislatura della Repubblica Italiana dove, dopo Amato, avevano dovuto ricorrere come traghettatore al "tecnico" Ciampi, governatore della Banca d’Italia.
Uno dei personaggi del momento era Mariotto Segni, promotore di referendum per abolire il sistema proporzionale. Chi votare? I vecchi partiti avevano deluso. A sinistra c’era il vecchio PCI che si era cambiato nome in PDS. Ma si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Facevo il primo anno di università e, tra giovani si che volevano teneri informati, era una scelta sentita, visto che tutti i media parlavano di passaggio verso una "seconda repubblica".

Ero quasi convinto di votare Lega. Con tutti i suoi difetti e le sue contraddizioni alla fine rimaneva il partito che più si avvicinava alle mie idee. Era un movimento salito alla ribalta nei primi anni ’90, che stava prendendo una propria maturità politica. Poi, la svolta. Verso fine anno Sivio Berlusconi sgancia la bomba: fonda un partito. Incredibile. Non ho perso un minuto: appena a Voghera ha aperto un "Club di Forza Italia" in via Emilia mi sono immediatamente iscritto.

Non mi perdevo una diretta, un articolo di giornale. Alcuni li conservavo. Avrei voluto andare al forum di Assago per una mega convention a febbraio, ma proprio in quel periodo mia mamma si ruppe una gamba in malo modo e quella domenica dovetti stare con lei, visto che si muoveva su sedia a rotelle. Arrivammo alle fatidiche elezioni del 27 marzo 1994. A dire la verità si votava sia il 27 che il 28.

Ero rappresentaante di lista, in tutte e 5 le sezioni del comune di Brallo. Ovviamente non avrei potuto assistere a tutti e 5 gli spogli. Alla fine ho scelto di andare a Corbesassi, in quanto mi avevano chiaramente fatto capire che sarebbero stati celeri, e poi Brallo. Non avevo auto, in quanto la mia scalcagnata Talbot Samba era in panne definitivamente e non avevo ancora preso la mia mitica Fiat Tipo. Quindi utilizzavo la 500 di mia mamma, scomodissima, tenuta insieme col ramino, senza un sedile, coi fari bassi, con pochi freni e ogni gomma diversa dall’altra. Alla sera, poco prima della chiusura dei seggi, ero a Corbesassi. Presidente di seggio era Gimpi. Ricordo che c’erano Ciccio e Ciano come scrutatori. Non posso scrivere qui le cose che succedevano… diciamo che sono cose che succedono nei seggi (anche se l’opinione pubblica non lo sa e le forze dell’ordine fanno finta di niente), ma in quel seggio succedevano "di più". Che ridere. Cavoli peccato che non le posso scrivere. Poi sono corso a Brallo. Per due giorni avevo avuto da ridire col presidente di seggio che sosteneva che io non potessi entrare nel seggio col mio pataccone di Forza Italia appuntato orgogliosamente sul petto. Io ovviamente non me lo sono tolto neanche per un minuto e alla fine avevo ragione io (hehehehe).

Forza Italia e Lega (ovvero il Polo delle Libertà) avevano vinto le elezioni (ricordo che al nord FI era alleta con la Lega, mentre al centro sud con Alleanza Nazionale nella coalizione di Polo del Buongoverno. Ah mi stavo dimenticando che c’era anche il partito di Costa, non ricordo il nome, e quello di Casini e Mastella, il CCD).

Dopo che ho ottenuto i dati definitivi di tutte e 5 le sezioni sono corso in piazza, e dalla cabina (non c’erano i cellulari !!!) ho chiamato Tony per comunicargli i risultati. Che notte quella notte. E il giorno dopo son tornato a Voghera per brindare in sede.

E poi ci sono state le europee, ma lì ero scrutatore, e il successo è stato ancora migliore. Poi c’è stato il tradimento della Lega e la caduta del governo. Per colpa di Bossi&C. ci siamo dovuti pappare il governicchio di Dini e soprattutto poila vittoria del professor Prodi nel 1996.

Ma la storia poi ha dato torto a Prodi e quelli come lui, e per fortuna la Lega si è ravveduta.

Cosa c’entra l’immagine? Il 27 marzo 1994 è uscito il numero 2000 di "Topolino"

Qualche centrimetro in più

Questo post mi attierà delle antipatie, ma devo farlo:

sono stufo di tutte quelle donne che passano e dicono: "Pensate solo alle donne magre, avete tutte le taglie piccole, guardate che al mondo ci sono anche quelle come noi, con qualche centimetro in più, voi invece pensate solo che esistano quelle magre".

Ora vi rispondo una volta per tutte: care amiche, se veramente fossero tutte magre, finirei subito le taglire piccole, no? E invece come mai le prime a finire sono sempre le taglie grandi… come mai???

La Casta

Anche io sono uno di quelli che hanno letto "La Casta", il celeberrimo libro di Rizzo e Stella. A dire la verità ho letto la versione aggiornata, quella con il sottotitolo "e continuano a esserlo".

Beh per prima cosa c’è da dire che è un libro che ti fa... diciamo… incazzare come una biscia incazzosa. Per fortuna siamo italiani, e siamo più o meno abituati, altrimenti dopo un libro così ci sarebbe stata la rivoluzione, stile Ceausescu in Romania. Ogni singola riga di quel libro parla di sprechi, di furti legalizzati e cose simili. Come li definireste gli stipendi dei politici, ad esempio quello del presidente della provincia di Bolzano che è più alto di quello del governatore del Texas? E tutte le furberie, le mangerie. Legali, per la carità, ma che problema c’è: le leggi le fanno loro! Mica rubano, che bisogno c’è, basta fare una leggina che concede, che so, una pensione, un aumento di stipendio, un’agevolazione, ecc. E il gioco è fatto.

Non leggete assolutamente questo libro, fate come gli struzzi e tenete la testa sotto la sabbia, altrimenti ci sarà la revolución!

Concept store

Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita

Nona puntata

Quando mi è stato chiesto come avrei progettato i nuovi negozi per Mandarina Duck il mio primo pensiero è stato quello di non disegnare nulla, ma di interpretare. Non ho disegnato, ho usato sette volumi per dare forma all’ambiente .
(Angelo Micheli, architetto e designer, da M. Vercelloni, “Concept Store”, Interni n. 45, 29 febbraio 2008)

Oltre a quelli classici ed a quelli di più recente sviluppo, si stanno sperimentando nuovissimi modelli di distribuzione al dettaglio, i cosiddetti concept store. Sembra che il mondo della moda sia quello più avvezzo alla creazione di punti di vendita che vadano oltre il semplice "luogo di acquisto" per il consumatore. E questo, probabilmente, è dovuto alla maggiore capacità nel declinare nuovi "concetti" di consumo o di acquisto dei propri prodotti (che, a loro volta, sicuramente si prestano con una certa facilità ad un utilizzo "atipico" di modalità espositive). Ecco alcuni esempi (A. Fossati, seminario “Prevedere ed interpretare i trend di consumo”, Università di Pavia, 2007-2008 e “Il negozio è futuribile”, Nexfuture n.4 supplemento a GDOWeek ) : alcuni sono innovativi nei prodotti venduti, altri nella formula della vendita, altri ancora nella presentazione, nella location, e via dicendo.

  • Temporary Shop. Si tratta di un "negozio temporaneo". Ossimoro delle tendenze del marketing moderno, è un negozio che occupa per un periodo di tempo predeterminato e limitato (si va da pochi giorni a qualche mese) uno spazio in zone altamente rappresentative. L’obiettivo dichiarato è quello di creare l’ "evento" e di giocare sulla curiosità indotta dalla limitatezza. A Treviso nel novembre 2005 ha aperto “Loft”, un negozio temporaneo per la vendita di stock delle collezioni autunno inverno.
     
    Negozio temporaneo a Milano. Il quadrante sulla vetrina riporta il tempo che rimane prima della chiusura
     
  • Change Shop. Negozio trasformista che cambia faccia più volte al giorno: alimentari alla mattina, abbigliamento al pomeriggio e wine bar alla sera. Il negozio è sempre lo stesso, ma cambiano prodotti, servizi, arredi e ambientazioni come quinte teatrali.
  • Fusion Shop. Negozio confuso, che fonde e confonde insieme stili, ambienti, prodotti e servizi, articoli di lusso e articoli a prezzi stracciati.
  • Insperience Shop. Negozio interiore che esalta il soft individualismo del futuro. La definizione corretta è “life coaching”, un luogo dove ci siano gli strumenti per sviluppare il potenziale e le competenze del cliente.
  • Credit Shop. Negozio che vende esclusivamente a rate.
  • Support Shop. In questi tempi in cui la complessità della vita aumenta e il tempo diventa un bene sempre più prezioso, questo negozio offre prodotti e servizi che semplificano la vita. Un esempio di outsourcing personale.
  • Secret Shop. Negozio o ristorante difficilmente localizzabile o raggiungibile. Sfrutta il fascino del segreto e dell’esclusività.
  • Consumer Shop. Il negozio consumerista fatto dai consumatori per i consumatori. In Italia c’è Bem Vivir . Un luogo per fare gli acquisti collettivi con la formula dell’abbonamento e ritiro spesa. Un luogo autogestito che accorcia la filiera e crea un’alleanza fra consumatori e piccoli produttori di alta qualità. Ogni prodotto è accompagnato dall’etichetta del prezzo sorgente dov’è indicato il prezzo di acquisto al produttore e quello di vendita al consumatore.
  • Casinò Shop. Negozio in cui il cliente fortunato può ricevere la merce in regalo o sottocosto. Nell’ultimo periodo è avvenuta una proliferazione, anche in Italia, di siti internet (ad esempio YouBid o Bidplaza ) che “vendono” prodotti a prezzi irrisori tramite questa formula: ogni utente offre una cifra, solitamente molto bassa per il prodotto selezionato. Al termine delle offerte si aggiudica l’oggetto chi ha fatto l’offerta unica più bassa ovvero chi risulterà l’unico offerente per la cifra proposta, la quale dovrà essere allo stesso tempo la più bassa offerta. Come guadagnano i venditori? Ponendo un prezzo da pagare per fare le offerte. In questo modo raccolgono cifre che vanno a coprire i costi dell’oggetto e lasciano un certo guadagno, che dipenderà dal successo dell’iniziativa.

      I siti di aste al ribasso puntano sulla voglia di azzardo del cliente
  • Luxury Centers. In alcune località del mondo stanno aprendo questi luoghi dove poter acquistare articoli di moda di stilisti internazionali: dall’abbigliamento ai gioielli, fino agli oggetti d’arredamento. In questi centri del lusso i facoltosi clienti possono trovare il meglio della grande moda con tutta comodità. I primi esemplari di questi supermercati del lusso stanno sorgendo nelle località emergenti, come la zona delle Tigri Asiatiche, la Cina, l’India e la Russia. A Mosca per esempio ha aperto i battenti nel 2007 il Lotte Plaza, di proprietà di una compagnia sudcoreana che ha investito oltre 400 milioni di dollari in questo paradiso per i shopaholics (Neologismo della lingua inglese, che indica le persone che hanno sintomi di acquisti compulsavi spinti da un istinto irrefrenabile. In Italia è definita “febbre da acquisto” e, nelle forme più gravi, è una patologia studiata e curata al pari di altre patologie compulsive) di otto piani dove sono presenti i punti vendita di stilisti come (tra gli altri) Prada, YSL, Gucci, D&G, Jimmy Choo, Miu Miu, Mulberry, Balenciaga, Chloe, Baccarat, Emanuel Ungaro, Nina Ricci, Sergio Rossi, Plein Sud, Paul Ka, Les Copains, J Lo, Zara e molti altri.

    Il Lotte Plaza di Mosca

Volendo si potrebbe proseguire, cercando di classificare molti altri nuovi formati di vendita. In realtà ci si può limitare a dire che stiamo vivendo un’epoca in cui le politiche di marketing delle imprese sono sempre più raffinate e per certi versi aggressive, vale a dire più astute nello sfruttare le situazioni e le ambientazioni, e nel creare nuovi stimoli attraverso strumenti più sofisticati per suggestionare il cliente e indurlo all’acquisto. I nuovi artisti-scienziati del marketing spingono la comunicazione attraverso canali sempre nuovi, sia che si tratta di inventare un nuovo format, sia di attualizzarne un altro, in modo da creare sempre nuovi trend. Ecco quindi la nascita di concept store sempre nuovi, ognuno adatto a soddisfare un’esigenza diversa: lavanderie a gettone con bar annesso per permettere ai clienti di poter scambiare quattro chiacchiere nell’attesa; centri commerciali che contengono anche sale giochi e cinema, caffetterie dove poter sfogliare riviste e leggere libri, ecc. Ad esempio negli Stati Uniti una banca, Umpqua Bank, ha trasformato le proprie filiali in aree simili a internet cafè, con la possibilità di navigare, ascoltare musica, e acquistare tanti prodotti locali di cui viene rinnovato spesso l’assortimento (F. Valente, “Umpqua Bank – USA”, www.mymarketing.net, 24/2/2008)
Il concept store può essere definito come lo spazio commerciale, costruito intorno ad un tema specifico, in cui i prodotti sono messi in scena in un contesto spettacolare ed espressivo, e dove prima dei prodotti ciò che si vuole proporre è la gratificante esperienza che il consumatore può provare nel negozio stesso. Il punto vendita da luogo d’acquisto a luogo di permanenza e di entertainment.


Showroom in via Condotti a Roma realizzato per il marchio di scarpe americano Stuart Weitzman

Blocco dello scrittore

Come avrete notato, è da diversi giorni che non scrivo più articoli… come mai? La risposta è semplice: boh? Di solito mi capita che ogni tanto mi vengono delle idee e penso: questa la scrivo sul blog. Ultimamente non mi vengono.

Sarà questa la risposta? O no? Beh in alternativa posso darvene altre, che, come sempre possono essere tutte vere, tutte false o parzialmente vere…

  • Mi sono stufato di scrivere
  • Avere un blog non è più trendy
  • Gli amici mi scherzano e mi chiamano "quattrocchi" perchè porto gli occhiali
  • Mio papà mi sgrida se faccio le ore piccole x scrivere gli articoli
  • Non c’è più niente di interessante al mondo da scrivere
  • Mi hanno lobotomizzato
  • Ho perso la memoria e non so più chi sono
  • L’ho fatto per far parlare la gente
  • L’ho fatto per vedere chi se ne accorge
  • Ho di meglio da fare
  • Passo le serate a cantare la serenata sotto il verone della mia morosa (vedi punto precedente)
  • Ho rotto il PC
  • La Polizia Postale mi ha intimato di smettere di scrivere stronzate
  • ecc. ecc. ecc.

Rubik Mirror Block

Mi sono comprato il nuovo Cubo di Rubik. Dai non sto qui a spiegarvi cos’è un cubo di Rubik, su lo sanno tutti, no?

Dicevo… questo nuovo cubo è fatto, ovviamente, diverso da quello tradizionale. In quello tradizionale i cubetti sono tutti uguali, cambia solo il colore. E quindi il gioco sta, una volta mischiato, nel ricomporre tutte le facce col colore giusto. Di questi ne ho almeno 3 normali, più alcune versione speciali (coi simboli al posto dei colori, il "cilindro" e la "sfera").

Quello nuovo invece dei cubetti ha… come dire… aspetta che non riesco a spiegarmi bene. Insomma non sono cubi, sono dei parallelepipedi rettangoli. Cavolo ma come faccio a spiegarvi se uso ‘sti paroloni… Insomma lo scopo del gioco non è quello di mettere a posto i colori (anche perchè non ci sono colori, ogni faccetta è ricoperta da un adesivo a specchio, da cui il nome…), ma quello di mettere a posto il cubo, per fare in modo che torni ad essere un cubo. Ok, ho capito, non ci avete capito un acca. Meglio se metto delle immagini.

 

Viva Fastweb

Perchè lamentarsi sempre? Finalmente posso parlare bene di una compagnia telefonica, e allora lo faccio!!

Nei mesi scorsi ho ottenuto da Fastweb una riduzione del costo dell’abbonamento. Ovviamente mi aspettavo che la cosa partisse con la bolletta successiva, invece… mi è arrivata la bolletta dove c’è il solito importo, dal quale viene tuttavia detratto lo "sconto" che mi era stato promesso. Grandi. Grazie. Sinceramente non me lo sarei aspettato…

Sotto il municipio

Che luna che c’è.
Luna piena.
Grande.
Luna da guardare.
Luna da sognare.
Luna da cantare.
Cantare con gli occhi.
Perchè nessuno senta.
Sotto il municipio.
Mentre il vento freddo.
Spazza via anche i pensieri.
Mentre le parole.
Rotolano via.
Le ombre scivolano.
Sono solo stanotte.
Senza nulla in mano.
Senza nulla in tasca.
Ma con la musica in testa.
Sotto il municipio.
Aspettando domani.

Operatore virtuale

Ho appena visto la pubblicità di ERG Mobile, il nuovo operatore di telefonia mobile lanciato dalle pompe di benzina. Ma in Italia quanti ce ne sono?

Beh ci sono quelli tradizionali: Telecom Italia Mobile (detto TIM), Vodafone (ex Omnitel), 3 (orinariamente fondata da Tiscali, questa non la sapevate eh? E ora in mano ai cinesi) e Wind (originariamente creata da Enel e ora in mano agli egiziani).

E poi? e poi ci sono i cosiddetto "Operatori virtuali", cioè quelli che non hanno una propria rete, ma si appoggiano a una delle 4 reti già citate. In pratica prendono in "affitto" la rete (a prezzi decisi dalla legge). Eccole (tra parentesi la rete di appoggio):

  • Erg Mobile. Appena citata. (Vodafone)
  • Coop Voce. Creata dalla Coop, quella dei supermercati. (TIM)
  • MTV Mobile. Creata dal canale di musica MTV. (TIM)
  • Postemobile. Creato dalle Poste Italiane (Vodafone)
  • A-mobile. Creato dai supermercati Auchan (Wind)
  • BT Mobile. Creato dall’inglese British Telecom, si rivolge solo alle aziende. (Vodafone)
  • Conad INSIM. Direttamente dai supermcati Conad. (Vodafone)
  • Daily Telecom Mobile. Pensato che gli immigrati che parlano all’estero. (Vodafone)
  • Digitel Italia. (3 e TIM)
  • Fastweb. La famosa compagnia telefonica che per prima ha offerto cavi in fibra ottica si lancia anche nel mondo mobile (3 e TIM)
  • Noverca (TIM)
  • Smart Pinoy. Si rivolge ai cittadini filippini (3)
  • Telepass Mobile. Società del gruppo Autostrade. (Wind)
  • Tiscali Mobile. Costola della compagnia telefonica Tiscali. (TIM)
  • Uno Mobile. Creato dai supermecati Carrefour. Ma a questi supermercati piace l’idea della telefonia eh?

E poi ce ne sono altri di cui ho trovato poche info:

  • 50&Più Net
  • Enelmia (è una specie di carta fedeltà dell’ENEL a cui è associato un piano tariffario Wind)
  • ItaliaMobile

Popcore

A Voghera dal 2 al 10 maggio c’è stata la mostra "Popcore – Il lato estremo del pop". Carina, molto fumettosa e interessante. Anche perchè alcuni di questi ragazzi sono proprio di Voghera. Per saperne di più visitate il sito

http://www.popcore.org


"Chainsaw massacre right" di Pietro "Morak" Principato

 

Alla mia età

Sono stato al forum di Milano a vedere il concerto di Tiziano Ferro. Non sono un gran frequentatore di concerti. In vita mia ne ho visti qualcuno di genere rap (il migliore in assoluto il 31 maggio 1997, leggete l’articolo del corriere del 1 giugno 1997), 4 o 5 di Vasco e altrettanti di Guccini. L’input di vedere Tiziano Ferro è venuto da mia sorella, e così abbiamo organizzato. Non sono un cultore della musica italiana, però questo cantante mi è abbastanza piaciuto fin dalle prime canzoni, e poi l’ultimo album è proprio carino.

Così, detto fatto, ci siamo andati. Devo dire che è proprio bravo sul palco, è un "animale" da palcoscenico. Ovviemante anche la scenografia, bellissima, ha fatto la sua parte, ma lui si muove bene, coinvolge, insomma dal vivo è decisamente bravo. Consigliato.

Tendenze della distribuzione

Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita

Ottava puntata – Tendenze

La caratteristica comune che può essere riscontrata in questi ultimi anni di sviluppo del moderno sistema distributivo al dettaglio è senza alcun dubbio una sempre crescente pressione competitiva tra le imprese del settore. Concorrenza sia di tipo trasversale, tra formati di imprese appartenenti un tempo a settori ben distinti e non interagenti sotto il profilo competitivo, sia di tipo verticale, coinvolgendo la filiera a monte della distribuzione. Accrescimento del livello concorrenziale che può essere imputato principalmente alla spinta di quattro diverse tipologie di forze riconducibili (S. Castaldo, “L’innovazione di marketing dell’impresa commerciale: una ricerca esplorativa” in Micro & Macro Marketing, Il Mulino, Dicembre 2001):

  • Ad un’innovazione della regolamentazione legislativa (eliminazione della licenza e delle tabelle merceologiche e introduzione della disciplina europea)
  • Ad una interdipendenza competitiva (tendenza alla globalizzazione e introduzione in Italia di grandi catene straniere che non hanno trovato molti vincoli all’ingresso nel mercato, accrescimento della concorrenza verticale – negozi gestiti dai produttori – e orizzontale – marche private)
  • Allo sviluppo tecnologico (diffusione dell’ITC, commercio elettronico)
  • All’evoluzione della domanda (maggiore consapevolezza del cliente, sensibilità alla dimensione esperienziale dello shopping)

I dati attuali e le previsioni indicano, per i prossimi anni, una considerevole crescita dei punti vendita del grande commercio a scapito del commercio tradizionale.
Nella sostanza dei fatti, ciascuna forma distributiva soddisfa esigenze differenti, tali per cui agli occhi della grande maggioranza delle persone la media e grande distribuzione e il piccolo commercio tradizionale sono parti inscindibili e complementari di un medesimo sistema.

 

La grande e media distribuzione è particolarmente apprezzata per la vasta gamma di prodotti che essa propone, per la possibilità, che essa dà, di scegliere in totale autonomia e con calma, per prezzi percepiti generalmente come più contenuti rispetto alle altre forme di distribuzione. Del dettaglio tradizionale, viceversa si apprezza particolarmente il rapporto di fiducia che si instaura tra venditore e cliente, l’assistenza diretta del venditore, l’elevata qualità dei prodotti. Una più efficace convivenza e una complementarietà tra le differenti forme distributive pertanto è possibile.
A fronte del calo del numero dei piccoli punti vendita si denota una crescita delle forme associative tra dettaglianti al fine di ottenere la necessaria forza per stare sul mercato ed economie di scala a livello d’acquisto, di gestione, di vendita, di comunicazione. Lo scenario evidenzia la continua tendenza verso la concentrazione del commercio al dettaglio a seguito delle possibili economie di scala raggiungibili (approvvigionamenti più consistenti e quindi a migliori condizioni, gestione finanziaria unitaria, gestione sistemi informativi, economie di scala di vendita, ecc.). Con il dettaglio più concentrato e rinforzato aumenterà la pressione nei confronti dei fornitori, per avere prezzi più competitivi, maggiore qualità, più servizi, ma anche all’interno del dettaglio stesso.
Questa crescita si concretizzerà simultaneamente in alcune direzioni ben definite: ampliamento delle superfici di vendita, introduzione del libero servizio per quel tipo di prodotti che lo consentono, perdita di considerevoli quote di mercato da parte dei negozi indipendenti in favore della grande distribuzione, soprattutto di grandi magazzini, ipermercati, supermercati, ricorrendo a negozi interni e corner con un’ampia gamma offerta sia a livello di fasce di prezzo che di stile, continua crescita di catene di negozi, sia quelli gestiti dalle imprese produttrici (negozi monomarca), di negozi in franchising, di catene varie, infine nuove tipologie di vendita (vendita per corrispondenza, vendite per telefono, vendita on-line).
Ci troviamo così davanti due ambiti ben precisi e differenziati del commercio al dettaglio, quello tradizionale indipendente e quello organizzato ed associato (grande distribuzione e distribuzione organizzata).
Il dettaglio presenta oggi notevoli punti di debolezza sul fronte organizzativo, ma nel suo insieme registra a livello quantitativo una considerevole cifra di affari. Il commercio indipendente risulta molto vario (negozi tradizionali multimarca, negozi di proprietà delle imprese produttrici, negozi monomarca esclusivisti, shop in shop o corner, ecc.) ma si caratterizza per l’approvvigionamento che viene fatto regolarmente e prevalentemente presso le imprese produttrici o presso grossisti, per la conduzione per lo più familiare con minimo personale impiegato, per prezzi spesso superiori a quelli del commercio associato, per l’elevata specializzazione di vendita in talune categorie di prodotti.
Anche se il commercio indipendente registra oggi un continuo calo dei punti vendita mantiene le quote di mercato. Ciò significa che il consumatore continua a prediligere per i suoi acquisti boutiques e negozi di abbigliamento, dove riesce ad avere ancora un valido supporto da parte del personale di vendita. Il punto vendita diventa una delle motivazioni che invoglia l’acquisto del consumatore, e difatti il negozio specialistico tradizionale è l’unico che mantiene e talvolta rafforza le sue posizioni. La sua validità sta nella profondità e varietà dell’assortimento che può offrire al consumatore sempre più esigente e sofisticato, alle competenze che può mettere a disposizione del cliente e alla cura e attenzione verso quest’ultimo.

La maggiore difficoltà per la grande distribuzione sarà infatti quella di dare un servizio adeguato al cliente. Questi punti vendita proprio per la loro forza dovuta a qualità, prezzo e vasto assortimento porteranno la battaglia concorrenziale ad un livello tale che difficilmente i piccoli negozi, in particolare in alcuni settori, riusciranno a competere con loro, come quello dell’abbigliamento di massa.

Estate degli anni '90

Poi le cose presero un’altra piega
Rigoni comprò a credito del materiale rubato
Non pagò
e non credo avesse intenzione di farlo
Piombarono di notte a casa i creditori
ubriachi fradici
Sfondarono la porta d’ingresso a calci
e lo massacrarono di botte
Perse del sangue
l’uso della mandibola per qualche giorno
e per un paio di settimane
la voglia di vivere
Ma quell’estate era stata formidabile
Eravamo al massimo della forma
Io e Leo avevamo portato a casa una cassa di champagne
trovata in qualche angolo durante lo sgombero di una cantina
Bottiglie già scadute
che andavano alla testa appena dopo due sorsi
Passavamo i pomeriggi in cucina
Il sudore ci colava addosso
Rigoni teneva banco
le guance infuocate
Eravamo la cornice di un romanzo medievale
Noi
gli eletti

riuniti in una casa che cadeva a pezzi
immersi nel silenzio dei pomeriggi d’agosto
e fuori
fuori la peste

(erano i Massimo Volume – Stagioni. Ma potremmo essere stati noi…)

Doppio invadilo

Ieri sera sono andato a fare la spesa all’Esselunga. Proprio vicino all’entrata ci sono due parcheggi per invalidi. E’ arrivata un’auto e ha parcheggiato esattamente in mezzo, occupandoli entrambi. L’auto aveva l’apposito cartoncino con il simbolo della carrozzina, ma sono scese due donne, presumibilmente madre e figlia, che non sembrava avessero problema alcuno. Hanno chiuso la loro bella macchinetta e sono entrate a fare la spesa. Che tristezza. E notate bene che l’Esselunga ha tantissimissimi posteggi, ha anche il piano interrato. La solita storia sul malcostume italiano?

Chi l'ha vista?

Questa foto è stata scattata a Voghera. Chi sa dirmi dove si trova?

Page 1 of 2

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén