(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: October 2011

Android

Il nome di Andy Rubin assomiglia molto alla parola Android. Rubin è a tutti gli effetti il papà del sistema operativo installato sulla maggior parte dei cellulari in questo momento: Android, appunto.

Andrew, detto Andy, ha un record personale: ha lavorato per Apple, Microsoft e ora Google. Niente male, eh? Lui dice che Apple e Google si assomigliano un po’: entrambe hanno una mentalità quasi da startup, hanno sempre voglia di innovare. Microsoft invece punta su prodotti in cui la sua posizione di mercato è già consolidata e offre raramente grandi innovazioni.

Io penso che Apple sia sempre un passo avanti (e questo non è detto sempre che sia un bene), cerchi prodotti che funzionino in futuro, li realizzi nel migliore dei modi (per loro, ovviamente), li crei in modo da tenere sempre legati i consumatori all’azienda (ad esempio:le app di iPhone le puoi scaricare solo dal loro market, dove sono presenti solo app controllate e certificate da Apple). Poi riesce a dare a questi prodotti un appeal che altri non hanno….e se lo fa pagare profumatamente.  E questo fa si che anche con fette di mercato ridotte Apple fatturi tantissimo. Molto spesso non inventa nulla, anzi. Tutte cose già inventate da altri. Ma le sanno vendere benissimo, ed è questo che conta. Microsoft è un’azienda tradizionale: fa prodotti vendutissimi e punta su quelli. Ogni tanto li rinnova un po’, in modo da migliorarsi e stare sempre al passo del mercato. E i fatti gli danno ragione: vende tanto e fattura tanto. Google ormai sforna quasi settimanalmente un nuovo prodotto: mappe, libri, email, ricerca immagini, ecc ecc. In questi giorni è uscito pubblicamente Google+, il social network della grande G (una specie di Facebook, per intenderci). Ogni tanto scopro qualche servizio di Google che non conoscevo: ieri ho conosciuto il metodo per cercare un’immagine simile a quella che gli passi tu. Quindi Google innova tantissimo, "butta via" un sacco di soldi in servizi che magari non escono mai dalla fase beta (e magari neanche alfa), ma quelli che fa sono veramente avantissimo. Cito ancora una volta quanto mi è stato utile Google Libri per la mia tesi di laurea.

Una di queste tante innovazioni è proprio il sistema operativo Android.


Andy Rubin

Nel 2003 (preistoria) Rubin fonda Android Inc. con l’idea di sviluppare un sistema operativo per cellulari, che secondo lui sarebbero diventati sempre più sofisticati fino a diventare quasi dei computer. Ci aveva visto lungo! Lui stesso qualche anno prima aveva realizzato una specie di smartphone, ma i tempi non erano ancora maturi. Due anni dopo si presenta da Larry Page e Sergey Brin e gli offre il uso prodotto. I due credono nel progetto (beh se c’è una ditta che vede avanti e cerca sempre dei buoni business nuovi, quella è proprio Google), acquistano Android, danno pieni poteri a Rubin… e anche un sacco di soldi per portare avanti il progetto.

Soltanto tre anni fa il mercato era dominato da Symbian, fresco acquisto di Nokia. Il 65% dei cellulari venduti nel 2008 aveva quel sistema operativo. Android era al 3%. Sono passati tre anni e nel 2011 Android la fa da padrone col 35%.

La sua forza? E’ un sistema open source, a differenza di quasi tutti gli altri. Non ha controlli sulle applicazioni, a differenza di Apple iOS, che può scaricarle solo dal controllatissimo (e molto redditizio) Apple Store. Tant’è che esistono attualmente oltre 300 dispositivi sul mercato che montano Android. Io per esempio sono un felice possessore di un Samsung Galaxy Next e devo dire che mi trovo benissimo. Dicono che la qualità delle applicazioni Apple è ancora lontana, ma io trovo comunque tantissime applicazioni. Un piccolo esempio delle app che ho istallato: Televideo, Pagine Gialle, eBay, Facebook, Gmail, Twitter, RssDemon, ilMeteo, YouTube, Google+, Angry Birds, Barcode Scanner, Bubble Blast 2, YouTube, PCMReconrder, gReader, PhotoLab, RockPlayer, RssDemon, SoundHound… Insomma, c’è di tutto. Provare per credere.

Vorrei

Aneddoti 18

Primo giorno di apertura a settembre, entra un tizio.

"Posso provare quella giacca da un euro?"
"Certo, eccola"

Il tizio si specchia un attimo, poi con una nonchalance incredibile, prende la porta e se ne va lungo Via Cavour. Rimango basito un attimo… penso che magari sta guardano la giacca alla luce del sole. Poi vedo che se ne sta proprio andando. Non ci credo: mi sta portando via una giacca da… UN euro ??? Esco per vedere se realmente se ne sta andando e in quel mentre il tizio fa retromarcia (dopo aver fatto circa una decina di metri) e torna dentro.

"No, ho cambiato idea, non mi sta bene, è piccola, non la prendo"

e se la toglie

"Ok, va bene"

e il tizio stava li ad aspettare…

"Ha bisogno qualcosa?"
"Si, non la prendo più la giacca"
"Ho capito… e quindi ?"
"Mi devi restituire un euro"
"Guardi che non l’aveva pagata"
"Ah, non l’avevo pagata?"
"No"
"Va bene"

Prende la porta e se ne va.

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Un venerdì a mezzogiorno entra una ragazza.

"Ciao, ho un buono di 30 euro, avevo riportato delle cose"
"Va bene"
"Ok, allora ti ricordi, no?"
"Sinceramente no, ma sai com’è, capita spesso che qualcuno abbia dei resi e noi gli facciamo il buono, guarda pure se c’è qualcosa che ti interessa"

Quando stiamo per chiudere per pranzo le chiedo se ha trovato qualcosa. Mi dice che vuol prendere qualcosa per il moroso. Una felpa, una paio di jeans. Benissimo, vieni pure alla cassa. Eh no, adesso vuol guardare qualcosa per lei. Noooo, ho già capito, questa qui mi fa stare qui fino all’una solo per fare un cambio. Eh va beh il cliente ha (quasi) sempre ragione. Allora prende tre magliettine per lei. Ok, si va? No, deve vedere le scarpe, sempre per lei. Finalmente andiamo alla cassa. Abbiamo abbondantemente superato il valore del buono, quindi c’è da pagare la differenza.
Tragedia: è senza soldi, devo aspettarla mentre va a ritirare al bancomat in Piazza Duomo. Ok, la aspetto, abbiamo fatto 30 e facciamo pure 31. Allora si mette a rovistare nella borsetta. Non disponendo di portafogli ha tutto buttato li a caso: documenti, fogliettini, fazzoletti, ecc. Ma del bancomat non c’è traccia. Cerca cerca e cerca, ma non c’è. Nooo, e per fortuna che se n’è accorta qui, altrimenti l’avrei dovuta aspettare per niente.

"Facciamo così, passo oggi pomeriggio"
"D’accordo"
"Inizio a prendere la merce in cambio del buono da 30 euro, il resto passo oggi a pagarlo"
"Si ma me lo devi dare il buono"
"Ah si? Non ce l’ho, ce l’avrò a casa"
"Senza buono non ti posso dare la merce. Facciamo una bella cosa, intanto che cerchi il bancomat cerchi anche il buono e ci vediamo oggi pomeriggio"
"Certo, alle tre e mezza sono subito qui"

Ovviamente arriva alle sei e mezza, coi soldi in contanti, ma… senza il buono!

"Eccomi, ti pago la merce in più e prendo tutto"
"Si, ma mi devi dare il buono"
"Ah, non ti fidi?"
"Non è questione di fiducia, altrimenti a cosa serve il buono?"
"Mamma mia, non ti fidi, e va beh… vengo domani col buono"

Ma secondo voi quanta pazienza devo avere con questi personaggi ?? Per la cronaca è tornata il giorno dopo con ‘sto benedetto buono…

Il negozio

Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita

Trentunesima puntata

Se si spengono le luci dei negozi qualcosa scompare per sempre, finisce la vita urbana così come l’abbiamo conosciuta per secoli. La bottega è il luogo in cui un mondo minimo di adulti e di bambini, di anziani e di giovani, di più e meno agiati si incontrano, si conoscono, si scambiano non solo beni ma anche notizie e cultura e sono il luogo piccolo e solido in cui si forma la vita sociale delle città” .
(Da un articolo di Furio Colombo, giornalista, scrittore e politico  su “la Repubblica”, 1996)

Tra le tante categorie di distribuzione al dettaglio, prendiamo in considerazione quella del negozio, inteso sia come negozio tradizionale, sia come attività commerciale avviata con una delle formule innovative di cui sono già stati citati esempi.
Questo canale di vendita ha delle caratteristiche peculiari di lunga tradizione, specialmente in Italia, è caratterizzato da una propria immagine e utilizza opportuni strumenti di comunicazione per la vendita.
Alcuni degli aspetti considerati possono essere comuni anche ad altri canali distributivi, ma in questo capitolo vogliamo comunque focalizzare l’attenzione sul piccolo dettaglio.


Esterno del negozio Sportler di Brunico BZ

Sebbene negli ultimi anni la media e grande distribuzione abbia in parte offuscato il dettaglio tradizionale, quest’ultimo torna a essere percepito come elemento integrante e essenziale di un moderno sistema distributivo, in grado di soddisfare esigenze di specifiche nicchie di mercato. Inoltre il commercio di prossimità è un punto di riferimento per le fasce di popolazione più avanti nell’età, per le popolazioni dei comuni più isolati, ravviva il territorio, svolge dunque una funzione sociale e di socializzazione importante. Un po’ ovunque, inoltre, molti dettaglianti tradizionali hanno intrapreso un processo di rinnovamento e di riconversione, puntando su prodotti di elevata qualità o che si collocano in particolari settori del mercato, e su un elevato livello di professionalità e di servizio al cliente.
 

Benny Benassi

In questo periodo nella musica dance vanno alla grande i DJ / produttori francesi: David Guetta, Martin Solveig, Bob Sinclar, ma a me piace fare un omaggio a un producer di casa nostra: Benny Benassi di Reggio Emilia. In realtà Benny Benassi non è una persona, è un "prodotto", un mix di due persone: i cugini Marco e Alle Benassi, che per un periodo di tempo si sono firmati anche come "Benassi Bros".

Marco è il volto, il personaggio, è quello che fa il DJ nelle discoteche, i Dj set, quello che ci mette la faccia. Insomma, per il pubblico è "Benny Benassi". Alle invece sta chiuso in studio e crea le canzoni che diventeranno delle hit, perlomeno negli ambienti della musica elettronica. Eh si perché Benassi (mi piace pensarlo come una persona sola) fa una musica che spesso non ha un appeal commerciale come i deejay sopracitati, è un po’ cattivello e quindi sfugge spesso alle classifiche, rimanendo confinato nell’ambito delle discoteche, difficilmente questa musica raggiunge la classifica.

Ricorderete tutti (beh forse non proprio tutti) il suo primo e più grande successo: "Satisfaction" del 2002. Quello si che è andato in classifica. Eccolo:

Dopodichè ci sono state tante altre hit, e soprattutto tante altre collaborazioni. Pensate che Benassi ha vinto un Grammy in America per il miglior Remix (ha remixato il mitico Bring The Noise dei mitici Public Enemy). Tanto per farvi capire il personaggio, nella classifica dei migliori DJ del mondo è attualmente settimo (fonte: thedjlist.com/djs/) (per la cronaca Guetta è quinto, Sinclair è 31esimo). Ha collaborato con Madonna, i Black Eyed Peas, Kelis, Planet Funk… mica baubau miciomicio, ha fatto un remix ufficiale di una canzone di Britney Spears che è stato pubblicato nel suo album (di Britney intendo). Insomma lavora ad alti livelli, e infatti frequenta i templi della musica elettronica, uno tra tutti il Ministry of Sound di London, zona Elephant & Castle dove io, modestamente… stetti!

Negli anni la sua produzione ha alternato brani cattivelli a cose più tranquille e più orecchiabili. Dall’ultimo album quindi vi segnalo la cattivella "Good Girl" e la tranquilla "Cinema"

 

Cartoline da fronte

Stavo guardando delle vecchie cartoline… e volevo sottoporvi queste tre:

Questa mi ha colpito per la poetica.

Questa mi ha colpito per l’indirizzo!! O meglio per il nome.

Questa mi era arrivata in UK !! Che figata!!!

Vetrine spaccate

Era il luglio 2001. Io da qualche tempo ero un frequentatore di un forum creato da due amici, dove l’argomento principale avrebbe dovuto essere l’Oltrepo, ma in realtà si parlava un po’ di tutto. Era, per capirci, una bacheca, un antenato delle discussioni su Facebook (si lo so che molti di voi lo sanno cos’è un forum… ma molti non lo sanno!). In quel periodo si parlava del G8 che si stava svolgendo a Genova, delle proteste dei No-Global e della morte del ragazzo, Carlo Giuliani.

Mi rimarrà sempre in mente una discussione con Red Star, a cui ho pensato anche in questi giorni, quando Roma è stata messa ferro e fuoco dai famigerati Black Bloc.
Io sostenevo che la protesta, qualunque essa sia, è più che legittima, è uno dei diritti fondamentali che ogni democrazia deve sostenere. Diverso è il discorso di chi sfasciava vetrine e bruciava auto e cassonetti. Quando usi la violenza, soprattutto a danno di chi non c’entra nulla, passi inevitabilmente dalla parte del torto, anche se le tue posizioni sono le più giuste del mondo. Eh si, perché che senso ha demolire l’auto di uno sventurato, magari con problemi ben più grossi dei tuoi? L’unico risultato è aggiungergli problemi, e fare in modo che anche se lui prima la pensava come te, adesso non vede l’ora che venga un celerino a picchiarti col manganello.

Red Star sosteneva invece che, in questo mondo dove i media parlano di te solo se fai qualcosa di "eccezionale", fuori dalle righe, l’unico metodo per farsi realmente sentire, per farsi notare, è quello di compiere quegli atti. Non credevo alle mie orecchie… pardon.. ai miei occhi. In pratica mi diceva che spaccare le vetrine era giustificabile, anzi giusto, visto che era l’unico modo di farsi sentire. E quindi anche tirare estintori, pietre, molotov… Pazzesco. Io allora gli rispondo di immaginarsi uno che ha un negozio, e magari parteggia anche per la protesta, quando si ritrova la propria attività distrutta da quelli che lui pensava fossero suoi amici. Il tizio mi risponde che in realtà i black bloc distruggono solo i negozi delle catene multinazionali, che sono assicurati e non patiscono più di tanto. Ma che discorso del ca..volo è? Allora io dico che è giusto ammazzare gli anziani, tanto hanno poco tempo da vivere, oppure che è lecito violentare quelle che vano in giro in minigonna, visto che se la sono cercata, o magari che va bene rubare alle banche, tanto hanno tanti soldi!!! Ma questo qui è matto. Vuoi la guerra? E allora gli propongo la seguente scena: io mi metto nella mia vetrina del mio negozio con un bel fucile in mano, in attesa. Il primo pirla che arriva e mi spacca la vetrina io prendo la mira e…pum! Lo faccio secco. Perché ricordiamoci che anche il diritto alla proprietà è un diritto sacrosanto. Visto che qui giustifichiamo tutti, giustificheranno anche me, no?? Eh no! Io difendo un mio falso diritto padronale, non posso uccidere il teppista… pardon… il bravo ragazzo che non ha fatto mai male a nessuno… ha solo rotto una vetrina, poverino. Anzi, facciamolo santo.

Visto che su di me la tattica non funziona, provo a girarla su di lui: tu hai un’auto? Saresti contento che i tuoi amichetti la incendiassero? Diresti: va beh ragazzi, fa lo stesso, va bene così, viva la revolucion! ?? Sapete cosa mi rispose?
"Ma comunque non stiamo li a fare ipotesi senza senso, tanto tu il negozio ce l’hai a Voghera, e a Voghera di sicuro non faranno mai una manifestazione i Black Bloc, quindi stai tranquillo"

Finchè ci saranno queste teste in giro ci saranno sempre questi disastri. E infatti anche l’altro giorno abbiamo visto… bravi, complimenti. E poi gridate al complotto, ma fatemi il piacere… Prima poi succede il fattaccio e poi si va a piagnucolare "era un bravo ragazzo". Si come no: col berretto in testa, la sciarpa in faccia e la mazza in mano. Ma vaaaaaaaaaa……………..


Quel Bravo Ragazzo de Er Pellicca lancia un estintore sapendo benissimo che difficilmente la polizia glia avrebbe sparato addosso, per non creare nuovi martiri.

Made Expo

La scorsa settimana sono stato a Milano al Made Expo, la fiera dell’edilizia, design e architettura. Da profano, anzi da profanissimo, vi dirò le mie impressioni. La prima cosa che salta agli occhi è che la parola d’ordine è: isolamento. Ci sono i sistemi per isolare il tetto, le pareti, gli infissi, i pavimenti, i cassonetti, i cortili, ecc.

Gli infissi ormai hanno tutti almeno 3 vetri, di diverso spessore e con intercapedini d’aria. Sono inoltre costruiti in modo che non passa uno spiffero neanche accompagnato dalla guida alpina più esperta. I muri esterni sono straisolatissimi: 10, 15, 20 e più centimetri di materiale isolante, con sopra l’intonaco. Ho visto sistemi costruttivi che permettono facilità e rapidità di posa, accompagnati da perfetto isolamento. Questo è fatto coi materiali più disparati: la vecchia lana di vetro è scomparsa, ora ci sono dei polistiroli di vario tipo, oppure sughero oppure truciolato di legno compresso.

Una cosa particolare l’ho scoperta per la realizzazione dei cortili: grazie a degli speciali strumenti si fa molto prima, si risparmia materiale e il cortile rimane isolato dall’umidità e fa defluire l’acqua. Ottimo. Chissà se tutte queste cose poi nella realtà funzionano come promettono. Poi ho visto i coppi fotovoltaici: sono tegole con già inserito un piccolo pannello per la produzione di energia elettrica. In un altro settore ho visto dei laterizi molto strani, erano mattoni di forme particolari che permettevano un circolo dell’aria con funzione, indovinate un po’, di isolante. Un espositore mostrava addirittura un metodo molto strano per le pareti esterne: venivano ricoperte di vegetazione! C’era addirittura il basilico! Altrove ho scoperto che i coppi non vengono più adagiati direttamente sul tetto, ma rialzati in modo da far circolare l’aria. E poi ho visto tanti sistemi di riscaldamento: a parete, a pavimento… addirittura a soffitto!

E poi e poi e poi… e poi tante altre cose, tra cui le ditte che costruiscono le case prefabbricate in legno "chiavi in mano", con addirittura l’impianto elettrico già bell’e pronto. Comodo se uno vuol costruirsi un bungalow in poco tempo. Oppure la presa d’aria che non fa passare i rumori. Oppure… insomma ho visto tante cose, che magari per un esperto del settore sono normalissime, ma per me erano tutte cose nuove, quindi ho imparato qualcosa in più. 

 

Paperoga

Paperoga è un personaggio dei fumetti di Walt Disney. E’ il cugino di Paperino, e lo coinvolge sempre in qualche impresa assurda. Eh si, perché Paperoga è un po’ svampito come Pippo, confusionario più di Paperino, ma talvolta un pelino meno sfortunato. Adora buttarsi sempre in un qualche corso per corrispondenza dei più improbabili, per poi credere di essere un genio nella materia. A questo punto va dal cugino e con qualche artifizio riesce sempre a farsi aiutare, per finire inesorabilmente a creare qualche casino (di cui sarà inevitabilmente Paperino a prendersi le colpe maggiori). Tra l’altro è suo collega alla redazione del Papersera, il quotidiano di zio Paperone.

Paperoga è talmente stravagante e ingenuo che non riesce a diventare mai antipatico, anche quando combina i disastri più impensabili, riuscendo (quasi) sempre ad uscirne indenne. Ha i capelli lunghi (ma i pepari hanno i capelli?) coperti sempre dall’inseparabile cuffione rosso che fa pendant con la maglia dello stesso colore. E’ molto simile al personaggio di Sgrizzo, che però è ancor più esasperato nei tratti di disastro vivente.

Altri personaggi che ruotano intorno alle avventure di paeroga sono Paper-Bat, il supereroe mascherato e sgangherato (è sempre lui, travestito); il suo gatto Malachia e il suo nipotino Pennino, coetaneo di Qui, Quo e Qua.

Recentemente sono state pubblicate nuove avventure del papero marinaio Moby Duck. Quando ero piccolino il suo aiutante mozzo era Paperotto, ora è stato sostituito da un certo Paper Hoog, che nel nome e nel carattere assomiglia molto a Paperoga.

Google Street View a Voghera?

Ieri ho visto questa automobile girare per Voghera. Probabilmente stava facendo le riprese per Google Street View

Siro del Brallo – 2

Seconda puntata dei racconti di Siro del Brallo: il suo vero nome, il suo paese di origine, la sua famiglia, le scuole, il suo arrivo a Brallo, i primissimi passi nel commercio, l’incontro con la futura moglie.

Scorciatoie da tastiera

Utilizzando il computer, ci sono tanti comandi che per essere avviati devono ricevere un click del mouse… ma alcuni si possono attivare anche tramite la pressione di una serie di tasti. Queste sono le cosiddette "scorciatoie da tastiera". Quando sono utili? Specialmente quando stai scrivendo, o comunque stai usando la tastiera: in questo modo se conosci i tasti giusti risparmi tempo nel compiere queste operazioni.

Esistono per tutti i sistemi operativi e per tutti i programmi. Eccone alcuni (non sono validi sempre e comunque, diciamo che sono applicabili alla maggioranza delle applicazioni nella maggioranza dei sistemi operativi. Ogni software fa storia a sé)

ESC è il più famoso, serve a chiudere la finestra attiva, a uscire dai programmi, ecc.

F1 apre la guida

F2 rinomina il file o la cartella selezionata in quel momento

e per i tasti del mouse? Il tasto sinistro è sostituito da INVIO, mentre il tasto destro da MAIUSC + F10.

per chiudere la finestra attiva si usa il celeberrimo ALT + F4, ma ancora più famoso è il trio CONTROL + ALT + CANC, che apre la finestra di controllo per la gestione delle applicazioni, oppure, in casi  estremi, il riavvio dell’intero sistema operativo

Ma il mouse viene usato anche per aprire i menu. Con la tastiera come si fa? Facilissimo, con ALT + SPAZIO

E quel maledetto tasto "Windows" a che cosa serve?  In combinazione con altri tasti a qualcosina serve, vediamo come (ovviamente sui sistemi Windows):

WINDOWS + R apre la finestra ESEGUI
WINDOWS + E apre ESPLORA RISORSE (attualmente chiamata COMPUTER)
WINDOWS + F apre la finestra di ricerca
WINDOWS + M minimizza tutto
WINDOWS + D mostra desktop
WINDOWS + B passa alla barra delle applicazioni

Poi ci sono quelle cose che non potete non sapere: le combinazioni più comuni con il tasto CONTROL (che è quello con scritto Ctrl, per intenderci!!! Una volta ad un amico spiegavo di premere CONTROL + ALT + CANC  e lui non riusciva perchè sulla tastiera aveva scritto CTRL + ALT + DEL… santa pazienza…)

CTRL + X taglia
CTRL + C copia
CTRL + V incolla
CTRL + Z annulla
CTRL + Y ripristina oppure "fai ancora una volta l’ultima operazione fatta"

E per cancellare? Sapete che si usa CANC, ma fose non sapere che con CANC + CTRL cancellerete un’intera parola. Allo stesso moda funziona il tasto BACKSPACE che cancella un carattere, mentre CTRL + BACKSPACE cancella un’intera parola.

A volte succede che, mentre stiamo scrivendo, dobbiamo muovere su e giù il mouse per selezionare il formato di ciò che stiamo scrivendo. Anche qui ci viene in aiuto la tastiera.

CTRL + G grassetto
CTRL + I corsivo (i sta per italico)
 

…ma poi ce ne sono tantissime: in pratica ogni programma usato ha le sue "scorciatoie", quindi io vi invito ad imapare ad utilizzare quelle dei programmi che usate di più. Per esempio io per navigare uso Firefox e per esempio uso CTRL + T per aprire una nuova scheda, CTRL + N per aprire una nuova finestra, CTRL + R per ricaricare la pagina

ecc.

Come fare ad impararle? Semplice, nel menu, a fianco del comando c’è anche indicato l’eventuale combinazione di tasti equivalente.  Per esempio per aggiungere questa pagina ai preferiti premete CTRL + D !!


Se non avete abilità nelle dita potete usare questo strumento…

Dei delitti e delle pene

Ieri hanno liberato Amanda e Raffaele. Assolti in appello per non aver commesso il reato. E tutti gli altri? In questi ultimi anni ci sono stati (ahimè) tanti delitti che hanno dato adito alle chiacchiere da bar: colpevoli o innocenti? Adesso farò anche io i miei ragionamenti ignoranti da bar.

Iniziamo proprio da Perugia: il 1 novembre 2007 la studentessa inglese Meredith Kercher viene uccisa. Chi è stato? Mentre i due ex fidanzatini sono stati assolti, il loro presunto complice (anzi secondo alcune ricostruzioni il principale autore del delitto) Rudy Hermann Guede è stato già condannato in via definitiva a 16 anni. Secondo me è andata così: erano tutti fatti come dei bianconigli, volevano combinare qualcosa di  un po’ più spinto, Meredith non ci stava e alla fine è successo il fattaccio. E’ anche possibile che Amanda fosse talmente stonata che magari non si ricorda neanche bene cosa è successo, e che quindi dentro di se pensi di essere innocente… fatto sta che qui siamo di fronte ad un’ingiustizia: se sono colpevoli non li dovevano liberare e se sono innocenti non dovevano tenerli 4 anni in carcere!

Poi c’è il caso di Avetrana: il 26 agosto 2010 Sarah Scazzi viene uccisa. Secondo me è stata la cugina Sabrina con la complicità della madre (e quindi zia di Sarah) Cosima. Lo zio Michele è stato poi costretto ad aiutare le due arpie a nascondere il cadavere. Per la carità, le sue belle colpe ce le ha anche lui, ma io dico che l’omicida è donna.

E Salvatore Parolisi? E’ stato lui ad uccidere la moglie Melania Rea il 20 aprile 2011? A mio parere è stato lui: aveva paura che qualcuno sgamasse le sue tresche con le reclute. O magari lei lo aveva già messo alle strette e lui ha dato fuori di matto.

Delitto di Cogne: la mia versione è la seguente. La Franzoni, a causa di una delle tante misteriose zone oscure del nostro cervello (chiamatela depressione, raptus, malattia mentale… boh?) ha ucciso suo figlio. Poi lo ha letteralmente cancellato dal suo cervello. Lei è pienamente convinta di non essere stata. E’ in totale buona fede, dentro di sè sa di non essere stata. E invece è stata lei. Che bizzarrie succedono nella materia grigia…

E poi c’è lui: Stasi, imputato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi il 13 agosto 2007. E’ lui? Non è lui? Io mi sono fatto mille idee, ma non ne ho ancora una definitiva. Qui manca il movente, che negli altri delitti si può trovare, per quanto strano possa essere. Qui no, non è mai stato trovato. Voci, pettegolezzi, ma mai una cosa concreta.

"Meglio l’erba del vicino che… il vicino di Erba". In questo caso nessun dubbio, credo: Olindo Romano e la moglie Rosa Bazzi sono i colpevoli della strage di Erba, l’undici dicembre 2006. E Azouz Marzouk, il vicino di casa così odiato dai coniugi assassini l’ha scampata bella.

Invece non ci sono ancora indagati ufficiali per l’orrendo delitto di Yara Gambirasio, scomparsa quasi un’anno fa e poi trovata morta, uccisa.

Cavoli quante brutte storie, a scriverle tutte mi è venuta la nausea…

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