(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: July 2013

Lubiana

Lubiana è una di quelle città di cui non si sente mai parlare. E’ la capitale della Slovenia, dall’indipendenza del 1991. La Slovenia è diventata indipendente senza guerre, senza farsi notare, è entata nell’Unione Europea e ha adottato l’Euro come moneta. Tutto questo senza che quasi nessuno se ne sia accorto. E Lubiana è così: nessuno ne parla, ma ciò nonostante vale la pena visitarla.

Il centro storico è sviluppato a ridosso del fiume Ljubljanica, che ha due vie pedonali ai fianchi e tanti ponti che portano di qua e di la. Molto romantica, molto carina. Pulita, bei negozi, bar e ristoranti. A poca distanza c’è un castello medioevale, dal quale si gode una meravigliosa vista della città. Noi non l’abbiamo visitato, un po’ per mancanza di tempo (la visita di Lubiana non era prevista), un po’ per il caldo, la fame, la stanchezza e lo sbatti.

E’ nel centro geografico della Slovenia, e da Trieste in 50 minuti la si raggiunge in autostrada, passando dalle parti di Postumia.

 

Trieste

Che dire di Trieste…la sua storia la potete trovare sui siti di turismo, io posso dirvi che mi è piaciuta molto. Ci ero già stato, oltre 20 anni fa, ma non la ricordavo molto. E’ una città di mare, coi monti alle spalle (e sono monti molto ripidi), anche se il centro è tutto in piano. E’ stata ed è un porto molto importante, lo sfogo del Centro Europa sul Mediterraneo,  l’ingresso verso il vecchio continente delle merci in arrivo dal sud. E’ una città piena di storia, con radici romane e bizantine (e quindi sempre romane), per poi essere stata bloccata nella sua crescita da quella ingombrante vicina di casa, Venezia. Il periodo d’oro sotto Maria Teresa d’Austria che ne ha intuito la posizione strategica e l’ha trasformata, da paese in disarmo di quattromila anime alla fine del ‘600, a terza città dell’Impero Asburgico con oltre duecentomila. E’ una città del caffè, di cui rappresenta uno dei principali importatori, di cui i triestini sono i maggiori consumatori nazionali (e quindi, presumo, del mondo). Qui ci sono importanti venditori della nera bevanda e molte caffetterie storiche frequentate da artisti. E’ una città d’arte, che ha accolto scrittori, poeti e pittori.
Per scoprirla, dovete visitarla. Potete inerpicarvi fino al colle di San Giusto per vedere i resti del foro romano e la cattedrale omonima, girare nelle viette, vedere i negozi storici, passeggiare sul lungomare. Sicuramente andrete in Piazza Unità d’Italia. Se ci arrivate di sera, quando è tutta illuminata,vi consiglio di passare dal mare, per vedere i palazzi illuminati. Se ci arrivate di giorno invece passate dall’entroterra: quando davanti a voi vi si aprirà la piazza sul mare sarà un colpo d’occhio incredibile.


 

Capodistria

Siamo stati a Capodistria per una brevissima visita. E’ una città, neanche a dire, di matrice veneziana, che, altrettanto ovviamente è in Istria, anzi ne è il porto e la città principale.  Molti (me compreso) se la ricorderanno per il famoso canale televisivo “Koper Capodistria” in lingua italiana che si riceveva anche dalle nostre parti fino ai primi anni ’90, quando le sue frequenze sono state acquistate da Fininvest per mettere in piedi Telepiù.
Koper è il nome sloveno di Capodistria. Anche qui vige il bilinguismo. Dopo un piccolo giretto sul  lungomare (zona di balneazione molto affollata e porto dove c’era una nave container – non so se si chiamano così – veramente grande!) abbiamo visto la piazza principale, Piazza Tito, dove c’è il Palazzo Pretorio, la cattedrale di San Nazario e il campanile.

 

Pirano

Pirano è un paesino molto caratteristico della costa Slovena. Non ci si arriva in auto perché è tutta ZTL, ma c’è un grosso parcheggio appena prima di entrare in paese. E’ un paesotto in stile veneziano. C’è una bella e spaziosa piazza lastricata, da cui si può raggiungere con una salitella, la chiesa e il campanile, che è la riproduzione (in piccolo) di quello di San Marco a Venezia. Pirano è stata infatti una città veneziana per 5 secoli (dopo essere stata romana, bizantina, austriaca), per poi tornare austriaca e poi italiana. Dopo la seconda guerra mondiale ha seguito il destino di tutta l’Istria finendo in Jugoslavia.
Come i paesi circostanti anche qui vige il bilinguismo sloveno e italiano. Il paese è sviluppato su un promontorio, in modo che è quasi interamente circondato dal mare. Al centro c’è il porto, mentre avvicinandosi alla punta del promontorio ci sono tutti i ristorantini romantici.
Diciamo che non è un posto per le famigliole in cerca di mare, e neanche per i ragazzi che cercano i locali. Per tutto questo è meglio Portorose, ma per una cenetta e una passeggiata andate a Pirano.

Portorose

Portorose è una località di mare della costa della Slovenia (una delle poche, visto che la costa slovena non è grandissima , saranno una quarantina di chilometri).
La costa è come quella a cui siamo abituati in Liguria, vale a dire con le colline / montagne a ridosso del mare. Dal nostro appartamento c’era una splendida vista del mare e del paese.
La particolarità interessante, per noi italiani italofoni che abbiamo sempre difficoltà ad esprimerci in altri idiomi è che qui vige perfettamente il bilinguismo e l’italiano è correntemente parlato da tutti. Ovviamente, essendo la Slovenia nell’area Euro, non c’è neanche il problema del denaro.
Per viaggiare in Slovenia ci vuole il bollino autostradale, la cosiddetta vignetta, che va usata anche sulle superstrade e quindi è pressoché obbligatoria. La settimanale costa 15 euro.
Portorose (in sloveno Portorož, ma come dico qui anche i cartelli sono sia in italiano che in sloveno) non ha spiagge nel senso comune del termine. Quindi niente sabbia, ma neanche niente sassi o scogli: solo terrazzoni di cemento sul mare. Ci sono quelli “liberi” dove mettere i salviettoni, ci sono quelli “a prato” con l’erba e quelli attrezzati (sono quelli degli alberghi, ma accessibili a chiunque) a pagamento con lettini ed ombrelloni. Il costo, per chi è abituati ai prezzissimi della Liguria, è irrilevante (due lettini e ombrellone costano un terzo che a Rapallo).
Il mare non è cristallino, nel senso che non è certo un posto dove vedere le barriere coralline, anzi. Però  nelle spiagge private perlomeno è pulito, visto che ci sono le barriere anti-rudo. Portorose è un posto molto mondano, pieno di locali giusti per la sera.

Redipuglia

Fogliano Redipuglia è un comune della provincia di Gorizia, vicino all’aeroporto friulano di Ronchi dei Legionari. Ospita il più grande monumento ai caduti italiano (e uno dei più grandi d’Europa), fatto costruire in epoca fascista, per ricordare i caduti della Grande Guerra.

E’ un’enorme scalinata che occupa un’intera collina. Ogni “scalone” (alto più di una persona) contiene le spoglie di una parte dei soldati morti durante il conflitto, ricordandoli con una lapide. In totale pare siano circa 100.000 (si avete letto bene, centomila ragazzi morti), anche se il monumento ricorda idealmente tutti i caduti della guerra, che furono più di seicentomila. E’ stato inaugurato da Mussolini e ogni anno, il 4 novembre, presenzia il presidente del Senato in vece del Presidente della Repubblica che è all’Altare della Patria a Roma. Alla base della scalinata c’è anche la tomba del Duca d’Aosta Emanuele Filiberto, che aveva combattuto in guerra e aveva chiesto di aver l’onore di essere seppellito, alla sua morte, insieme ai commilitoni.
Le scalinate contengono le salme di circa 40.000 caduti identificati, la maggior parte con nome, cognome e reggimento di appartenenza, alcuni con solo il nome o solo il cognome (es. “Soldato Pietro … “). Alla sommità la fossa comune di sessantamila militi ignoti. Sessantamila!!!! Numeri impressionanti.
Sopra a tutti i gradoni campeggiano le scritte “PRESENTE”.
Nei dintorni del sacrario ci sono altri musei dedicata alla memoria della guerra, e nel parco sono conservate mitragliatrici, cannoni, munizioni inesplose e quant’altro.

Lugano

Lugano è una piacevole cittadina. Poco distante da Milano, facilmente raggiungibile, se non fosse per la frontiera italo-svizzera che può far perdere tempo.

E’ situata sul lago omonimo ed è la città di lingua italiana più grande fuori dall’Italia. In effetti è come essere in Italia: si parla italiano, si vive italiano, si legge (oltre al giornale locale) il Corriere della Sera. Solo che si paga in franchi e non si è in Italia, bensì in Svizzera, fatto che può risultare molto affascinante.
Lugano ha tanti sportelli bancari, visto la tradizionale cultura del segreto bancario e vista l’adiacenza alla Lombardia. Il costo della vita è maggiore rispetto alle nostre parti, ma presumo che anche gli stipendi siano adeguati a ciò. Per il resto è una cittadina carina, di stile tipicamente lombardo. E’ abbarbicata sulla collina adiacente a lago (molte costruzioni hanno una vista stupenda), presenta numerosi luoghi interessanti da visitare e molti negozi dove fare acquisti: sia centri commerciali, che oggetti tipicamente svizzeri, che atelier di grandi firme. C’è anche il casinò. Se non ci siete mai stati vi consiglio un giretto.

 

Venite al Brallo

Se volete un po’ di frescura estiva il Passo del Brallo è il posto che fa per voi. Ecco gli appuntamenti nei paesi della zona da qui a fine estate:

  • Festa della chiesa e Alpini Brallo Domenica 14 Luglio 2013
  • STAR PARTY ASTRO BRALLO 13-14.7     Domenica 14 Luglio 2013
  • GREST ESTIVO RAGAZZI DAL 15 LUGLIO 16 AGOSTO     Lunedì 15 Luglio 2013
  • FESTA DEL VILLEGGIANTE 20.7     Sabato 20 Luglio 2013
  • GARA ENDURO 20.7     Sabato 20 Luglio 2013
  • Artigiani dal vivo 20-21 Luglio     Domenica 21 Luglio 2013
  • Festa dei Nonni a Pregola 26 Luglio     Venerdì 26 Luglio 2013
  • Spettacolo Teatrale 27 Luglio     Sabato 27 Luglio 2013
  • Pregola festa anni 80 27.7     Sabato 27 Luglio 2013
  • Cena sull’aia a Bralello 28.7     Domenica 28 Luglio 2013
  • Mostra di Pittura e Fotografica AGOSTO     Giovedì 01 Agosto 2013
  • Concerto Musicale Letterario     Venerdì 02 Agosto 2013
  • festa della Birra a Pregola 3 AGOSTO     Sabato 03 Agosto 2013
  • Raduno degli Alpini Pian del Lesima 4 agosto     Domenica 04 Agosto 2013
  • Dolci in Gara 8 AGOSTO     Giovedì 08 Agosto 2013
  • Festa di San Fermo 9 AGOSTO     Venerdì 09 Agosto 2013
  • Concerto del Trio Torciani a Pregola 10.8     Sabato 10 Agosto 2013
  • Festa di San Lorenzo a Valformosa 10 AGOSTO     Sabato 10 Agosto 2013
  • A tutta birra – Corbesassi 10 agosto     Sabato 10 Agosto 2013
  • Torneo di Bocce     Lunedì 12 Agosto 2013
  • Polenta – Cortevezzo 13 agosto     Martedì 13 Agosto 2013
  • Valformosa carnevale estivo 14.8     Mercoledì 14 Agosto 2013
  • Polenta e Torte in festa – Corbesassi 14.8     Mercoledì 14 Agosto 2013
  • Valformosa in Festa 14.8     Mercoledì 14 Agosto 2013
  • Olimpiadi dei ragazzi a Pregola 15 AGOSTO     Giovedì 15 Agosto 2013
  • Mercatino di Ferragosto     Giovedì 15 Agosto 2013
  • Feligara festa di S.Rocco     Venerdì 16 Agosto 2013
  • Cencerate Festa 16.8     Venerdì 16 Agosto 2013
  • Concerto a Pregola 16.8 ore 21     Venerdì 16 Agosto 2013
  • Spaghettata a Pratolungo 17 AGOSTO     Sabato 17 Agosto 2013
  • B(r)allo in maschera 17 Agosto     Sabato 17 Agosto 2013
  • Grigliata con Polenta – Bocco 17 agosto     Sabato 17 Agosto 2013
  • S.Ruchein CASONE 17 agosto     Sabato 17 Agosto 2013
  • Festa a Cencerate 18 agosto     Domenica 18 Agosto 2013
  • Serata Danzante del Villeggiante 22.8     Giovedì 22 Agosto 2013
  • PONTI FESTA DEL PAESE 24.8     Sabato 24 Agosto 2013
  • PREMIAZIONE AL BRALLO MOSTRA CONCORSO FOTOGRAFICO DI PONTI     Domenica 25 Agosto 2013
  • Madonna della Guardia a Pratolungo 29.8     Giovedì 29 Agosto 2013
  • STAR PARTY 31 – 1. SETTEMBRE     Domenica 01 Settembre 2013
  • PREMIAZIONE CONCORSO LETTERARIO     Sabato 07 Settembre 2013
  • Sagra della Patata del Brallo     Domenica 08 Settembre 2013

Per altre info visitate il sito della Pro Loco

Agriturismo La Fuga

Siamo stati in questo agriturismo a Varzi, sulla rive gauche dello Staffora, per una serata d’evasione sulle colline.

Iniziamo subito con gli antipasti misti, accompagnati da gnocco fritto con salumi. Quasi inutile dire che i salumi erano deliziosi. Non c’è niente da dire, dalle nostre parti siamo forti sui salumi. Queri locali che servono salumi scadenti sono proprio dei… salami hehehe.

Ci hanno servito una torta salata, una specie di frittata con verdure e un panzerotto con sugo e cipolla. Mi spiace se non elenco le pietanze coi loro nomi corretti, ma sono abbastanza carente nel lessico culinario e dico ciò che mi sembrano.

Di primo andiamo coi ravioli di magro con fagioli e patate e poi dei sublimi raviosi al brasato: buonissimi e teneri.

Di secondo assaggiamo roast beef, morbido. Di dolce una torta sbrisolona e un particolare tiramisù alle fragole.

Da citare il liquore alle noci, una crema molto buona.

Consigliabile :-)

 

5 anni

Un altro anno insieme. TI AMO!

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Una mamma è dentro al cuore

Come si fa non voler bene alla Rita? Era uno scricciolo di energia. Una donna piccolina che aveva dentro una forza incredibile. Io l’ho conosciuta per meno della metà della sua vita, quindi molte cose le so solo per come me le hanno riportate. E’ nata in una famiglia poverissima, ha patito la fame, una famiglia con 5 fratelli maschi di cui era l’unica femmina e quindi ha fatto da sorella e talvolta anche un po’ da mamma.
Sua mamma le ha voluto dare un futuro diverso e l’ha fatta studiare: è diventata maestra.
La sua è stata una vita di sacrifici: dopo l’infanzia e lo studio ha intrapreso la carriera da insegnante, ma non è stato facile. Non ha mai avuto una cattedra fissa e quindi ha fatto numerosissime supplenze. Non pensate ai giorni nostri, quando con l’auto o coi mezzi si raggiungono facilmente tutte le scuole. A quei tempi andare in paesi distanti chilometri, in valli lontane, era quasi un’avventura. E durante i giorni di supplenza era impensabile tornare a casa: si rimaneva al paese, magari ospitati in qualche locanda. E il marito e il figlio che ti aspettano a casa. Ha girato veramente tanti paesi, ha cresciuto tanti bambini, è stata la maestra di tutti. Quando è andata in pensione ricordo che un articolo sul giornale l’ha definita "globetrotter".
Ha sempre avuto uno spirito incredibile, non si fermava mai davanti a nulla, trovava sempre una soluzione. E’ stata la prima donna della valle a prendere la patente.
E una volta raggiunta l’età della pensione? Facile, ha iniziato a lavorare, ancora di più. Il suo orto a Pregola, i suoi tetti da sistemare, il catrame contro le infiltrazioni, le fragole da piantare, tutti i suoi traffici. Zappa, badile, carriola, falcetto, roncola, cazzuola, saldatore, martello. Questi erano i suoi strumenti, altro che ferri da maglia!
Aveva mille passioni. E la prima era la famiglia. Il marito, col quale ha creato una cosa incredibile. "Dietro un grande uomo c’è una grande donna" si dice e mai fu più vero come nel caso della Rita, così piccola di statura e così grande come donna. Siro creava e lei gestiva.
Io spero nella vita di essere felice, fortunato, umile e capace anche solo una piccola parte di quanto sono stati loro.
Ha avuto 3 figli: un modo per essere sempre giovane. Perchè lei è sempre stata giovane. Dentro e fuori. Sempre vogliosa di sperimentare cose nuove. Magari non sapeva utilizzare bene le nuove tecnologie ma le capiva e se ne interessava, mantenendo nel contempo il gusto per le cose antiche. Una donna straordinaria.
E così come ha vissuto, sempre giovane, ha voluto morire giovane. Con la sua giacca rossa, con la sua motosega elettrica, con la fiamma ossidrica, con tutti i suoi attrezzi e la sua inventiva che le permetteva di riuscire in qualsiasi situazione. C’era un problema? Ci pensa la Rita. Ha viaggiato fino a Londra da sola a 77 anni. La potete osservare su YouTube in sella a un quad. Sono forse cose da vecchietta?

E così, quando ha dovuto arrendersi, quando la vita l’ha costretta a riempirsi di medicine e stare su una sedia a rotelle, non ha voluto starci. Ed è volata via da giovane, per fare che possiamo ricordarla così…giovane. Più ci penso e più ne sono convinto: non ha voluto diventare vecchia.

E non era solo una donna capace nelle cose pratiche. Era una grande moglie e una grande mamma. Aveva un senso della famiglia enorme. A me ha insegnato tanto. Anzi di più. Voi che magari la conoscevate potete sospettarlo, ma non potete capire fino in fondo che donna eccezionale fosse. Ognuno di noi è la storia che ha fatto, a partire dalle proprie radici. Io sono io per quello che sono, per la mia testa, per dove ho vissuto, per quello che ho fatto, ma anche per quello che mi hanno insegnato mia mamma e mio papà, nel piccolo, nella vita quotidiana giorno per giorno. Un insegnamento fatto di tante piccole cose che messe insieme è come un oceano.

Quindi lei vive in me, così come nei miei fratelli. Ecco perchè ho detto che se ho bisogno di lei la trovo nel mio cuore, perchè lei vive in me. E ho anche detto di non essere tristi. Io triste non sono: malinconico tanto, ma felice per averla avuta.

E quando proprio non ce la faccio le parlo. E quando devo pregare per lei, per fare in modo che anche lassù possa stare bene, fin da subito non riuscivo a recitare l’Eterno riposo. Riposo? mmm, non le si addice. Si annoierebbe… a morte (scusate il gioco di parole). E qundi: eterno lavoro donale o Signore, splenda a lei la luce perpetua, tribuli e riposi in pace, amen.

Era giusto salutarla anche da queste pagine che avevano ospitato tante volte i suoi scritti. Mi diceva: questo l’ho scritto per Internet.
Ciao grande donna. Ciao Rita. Ciao Mamma :-) !!!

La chiesa di Someglio

L’oratorio dei Santi Gervasio e Protasio è ubicato a Someglio (detta anche "Somegli" o detta anche "Smegi" in dialetto locale, ndFabio), piccola frazione di Brallo di Pregola.
L’edificazione della chiesa risale al XII secolo d.C. e in epoca altomedievale fu sede di una pieve che comprendeva le parrocchie di Colleri, Cencerate e Pregola.
Di grande pregio storico-artistico è il campanile romanico in pietra locale, rimasto praticamente intatto fin dalle origini, con quattro fornici ad arco a tutto sesto.
Fu eretto dai Malaspina che lo utilizzarono anche come torre di avvistamento. Nel complesso l’edificio ha conservato il suo aspetto originario in quanto è stato ricostruito della stessa pietra del campanile.
Si entra nel sagrato superando un muretto in pietra con portale in arenaria.
L’interno è a navata unica, con volta a botte e tre nicchie ad arco a tutto sesto poggianti su pilastri a base rettangolare.
I muri interni sono intonacati, il pavimento è in sasso e l’altare maggiore in pietra.
Nella parete sinistra vi sono un fonte battesimale e un quadro che raffigura i Santi Gervasio e Protasio.
La chiesa è stata restaurata nel 1985.

Testo tratto da "In giro per l’Oltrepo Pavese" a cura di Alessandro Poggi.
Visto che non sono l’unico a scrivere Oltrepo senza l’accento?
Foto di Claudia Trentani (clicca x ingrandire)

 

     

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