(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: August 2013

Agosto 2013 a Brallo

Agosto quasi finito, e quindi l’estate. È stato l’agosto delle feste, forse non ero andato a tante feste di paese come quest’anno. L’agosto coi classici giri, senza quello a Bobbio e quello al Pian del Poggio. L’agosto del Trebbia, della Fragolina, del Colletta. L’agosto della 500. Il primo agosto senza la mia mamma (e ogni giorno, ogni momento c’era un motivo per accorgersene, se anche non ce l’avessi scolpito nel cuore). L’agosto della madonnina sulla rocca di Pregola, le grappe, il fantastico giro sotto a Colleri. L’agosto dove finalmente c’è stata l’inversione di tendenza sulle vendite. L’agosto del pacco celere e dei neon bruciati. L’agosto con poca pioggia e tanto bel tempo. I vecchi ricordi e il ritorno di vecchi volti, come Omar o il Tranch. I caffè da Albera, la sambuca a Prodongo, la carambola al Boccio. La pioggia a Ponti, la televisione che si è fusa, la pizza da Sergio. Queste e mille altre cose in questo Agosto sempre pieno di cose.

Posta surreale

Ad agosto ho deciso di spedire tramite Paccocelere3 di Poste Italiane. Anni fa l’avevo già utilizzato e sapevo che esistono dei carnet prepagati di bollettini da compilare. Io spedisco quasi esclusivamente scarpe, e quindi ricado nella fascia 0-3 kg che costa 10 euro (9,90 per la precisione).

Il 2 di agosto chiedo all’ufficio postale di Brallo il costo di uno o più carnet. Il ragazzo non lo sa e non trova l’informazione sul computer. Dice di ripassare. Dopo 3 giorni passo e mi dice che ancora non lo sa, ma che se gli lascio il mio numero di cellulare mi avrebbero richiamato. Va bene. Il giorno dopo vado ancora in posta a spedire (e quindi in questi giorni, se li avessi avuti, avrei potuto utilizzare i carnet) e alla fine chiama una collega al telefono che mi dice che si sarebbe informata. La gentile impiegata mi richiama nel pomeriggio e poi mi manda i costi via email: un carnet da dieci spedizioni costa 90 euro, due carnet 170 euro. Beh, ne ordino due, risparmio 30 euro in totale. Benissimo, ci vogliono un po’ di giorni per farli arrivare. Pazienza. Nel frattempo continuo a spedire compilando ogni volta il bollettino da 10 euro. Il giorno che sarebbero dovuti arrivare ne arriva uno solo. Pazienza, dico io. Ma loro insistono e dicono di passare il giorno dopo. Anche quel giorno non c’è. Pazienza, ripeto io, tanto ormai siamo quasi a metà mese e non so quanti ne utilizzo ancora. Insistono anche loro, ripassa il giorno dopo. Quel giorno mando mio cugino a ritirare e… oltre al fatto che ne avevano sempre solo uno, gli han fatto pagare 109 euro !!! Ma come? Mi fiondo all’ufficio postale e chiedo lumi. La gentile impiegata si informa: eh già sono 90 euro + IVA = 109 euro ! Ma scusate care le mie poste: ma se una spedizione la pago 10 euro perchè 10 spedizioni le dovrei pagare 109 euro? Visto che ne compro tante e vi pago subito vorrei lo sconto, non l’aumento! Mi dicono che col carnet posso spedire fino a 30 kg. E chi se ne frega, io devo spedire pacchetti piccoli ! Va beh, con un po’ di insistenza riesco a farmi rimborsare.

L’altro giorno devo spedire tre pacchetti, ecco il dialogo surreale:

"Salve, avrei bisogno 3 bollettini per il Paccocelere, se me li da intanto li compilo, grazie"
"Eccone due"
"Grazie, ma ne avevo chiesti 3"
"Io ne ho solo 2"
"Ho capito, allora uno lo posso fare senza bollettino?"
"No, ne può fare solo 2"
"Scusi, e per spedire il terzo pacco come faccio?"
"Vada a Varzi"

Ogni commento ulteriore è superfluo. Risultato: ho spedito tutti e tre i pacchetti con DHL.
Devo dire che tutti gli impiegati delle poste sono stati gentilissimi (a parte quella di "Vada a Varzi"), se alle Poste non gliene frega niente delle spedizioni ma solo dei conti correnti non è certo colpa loro.

DHL

E’ da qualche mese che utilizzo DHL come vettore per le spedizioni. Come mi trovo? Per alcune cose benissimo, per altre male.

Il costo per le spedizioni nazionali è leggermente superiore di un 10-15% rispetto agli altri corrieri che utilizzavo di solito, ma il servizio è migliore: più puntuali, più veloci, più competenti, più efficienti. Le spedizioni arrivano mediamente il giorno dopo, ma questo succede a onor del vero anche con gli altri corrieri. Mediamente, ho detto. Per le spedizioni internazionali è abbastanza conveniente, soprattutto in Unione Europea (basta non sbagliarsi: alcuni Paesi, seppure in UE, hanno dei costi molto più alti degli altri). La rapidità, invece, è stupefacente. Mantiene la media del giorno di consegna. In parole povere: vengono a ritirare nel primo pomeriggio e il mattino dopo consegnano a Berlino (Madrid, Londra, Parigi, ecc.). Non male, veramente!

Ogni volta che ho avuto un problema ho sempre trovato persone disponibili e soprattutto gentilissime dall’altra parte del telefono. Anche questo è un fattore che mi ha stupito parecchio, ormai siamo abituati a operatori sgrabati.

La nota negativa è data dal reparto contabile: finora mi hanno mandato 4 fatture e in ognuna di queste fatture c’era almeno un errore (sempre a loro favore, ovviamente). Ecco. se il reparto amministrativo fosse come quello logistico sarebbe una società di spedizioni perfetta ! Invece ogni volta devi chiamare il numero a pagamento…. Però devo dire che hanno sempre risolto senza fare storie, anche questo è positivo…

I caduti brallesi nella Grande Guerra

Ho appena letto il libro "Merito di Guerra" di Roberto Rossi, che ha come sottotitolo "gli uomini del comune di Brallo di Pregola nel primo conflitto mondiale – volume 1 chi non ritornò".

Racconta per sommi capi gli avvenimenti della prima guerra mondiale e le batteglie che videro coinvolti i ragazzi brallesi (che allora erano pregolesi) al fronte. Come sempre i racconti di guerra sono agghiaccianti, perchè ci si rende conto che non stiamo parlando di finzione, ma di dura realtà. E tutti quei ragazzi di Pregola, Colleri, Brallo, Rovaiolo, Corbesassi, Barostro, Cortevezzo, Selva, Cencerate, Valformosa, Bralello, Pratolungo, Casone, Valle Superiore, Ponti, Collistano, non sono più tornati alle loro case. Tutti ragazzi dell’800, tutti giovani che hanno lasciato madri, padri, mogli e figli in difficoltà: affranti per la perdita del congiunto militare e senza un valido aiuto in campagna. Perchè, come dice l’autore, il contributo di sangue più grande l’hanno dato proprio i contadini, come i ragazzi della nostra zona. Uccisi da colpi di fucile, granate, malattie…

Vecchia Voghera

 

Un caso specifico: il negozio “Piazza Affari”

Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita

Quarantesima puntata

Motivazioni dell’apertura del negozio
Il negoziante del terzo millennio deve essere un professionista del commercio. La crescita della concorrenza, la moltiplicazione delle formule distributive, la maggiore razionalità dei consumatori richiedono una preparazione superiore da parte di chi gestisce un punto vendita. Entusiasmo e determinazione da soli non bastano più.
Quando, a metà degli anni ’90, ho iniziato a pensare seriamente all’attività che avrei voluto svolgere in futuro, una volta terminati gli studi universitari, ho riflettuto a lungo sull’ipotesi di avviare e gestire un negozio di abbigliamento e articoli sportivi. Come punti di forza avevo la volontà e la risolutezza (dovute anche alla giovane età) e la conoscenza del settore nel quale avrei operato, in quanto molti componenti della mia famiglia operavano da anni in quel campo. Avevo maturato un’esperienza ormai decennale come saltuario addetto alle vendite nel negozio dei miei familiari e contavo sul sicuro supporto che in particolar modo mi avrebbero dato i miei genitori, sia economico, sia gestionale.

Quando si decide di avviare un’attività le motivazioni possono essere delle spinte positive, ma anche nascondere fattori di rischio. Ecco alcuni esempi:

  • Motivazioni esclusivamente economiche: avviare un’attività solo con la speranza di guadagnare tanti soldi. Non era il mio caso in quanto non ritengo di essere una persona avida. Inoltre nella mia vita non mi è mai mancato nulla di essenziale.
  • Motivazioni legate all’indipendenza personale. Questo è stato sicuramente una delle molle che mi ha spinto ad intraprendere questa avventura. È stato anche uno dei motivi che mi ha convinto a non abbracciare la carriera di ingegnere informatico per la quale mi stavo laureando.
  • Motivazioni familiari. Anche questo è un elemento preponderante che ha inciso moltissimo nelle mie scelte. Mio padre ha una lunghissima esperienza nel commercio, fatto che ha invogliato anche mio fratello e mia sorella ad intraprendere la stessa strada, sebbene in totale autonomia gli uni dagli altri.
  • Motivazioni legate all’assenza di alternative. Io avevo il problema contrario, quello di avere parecchie alternative e doverne sceglierne una.

Ovviamente avrei dovuto valutare anche aspetti legati alla personalità e alla poca esperienza. Sono fondamentalmente timido, che è una grave pecca per un venditore, ma col tempo ho imparato a relazionarmi con la clientela e inoltre ho adottato una serie di procedure e tecniche (come ad esempio quelle raggruppate sotto il nome di Visual Merchandising) che mi permettono di vendere i prodotti senza puntare tutto sull’interazione diretta col cliente.
Dopo aver valutato queste e altre caratteristiche (capacità di organizzare il lavoro, capacità di negoziazione, capacità gestionale e burocratica, stato di salute, diplomazia, pazienza, ecc.) ho deciso di aprire il negozio a Voghera, in provincia di Pavia, città nella quale vivevo. Nell’ottobre del 1997 apriva così i battenti il negozio “Piazza Affari”.

A questo punto occorreva scegliere l’impostazione da dare alla mia attività: il tipo di prodotti venduti, il pubblico a cui rivolgersi, la valutazione della concorrenza.

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