(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: April 2014

Portobello Road pieno di italians

Sabato 15 marzo 2014 – Ore 15:21

Sono alquanto distrutto. Ho raggiunto l’hotel, facendo a piedi la "mia zona". La "mia" casa è in ristrutturazione e sembra disabitata. L’hotel è nella piazza a fianco. A parte la modernità della tesserina per entrare, la stanza non è un granchè: dignitosa, pulita, ma ne ho viste di meglio (Lugano!) e poi piccolina. Ma tanto… Altra brutta notizia è che non c’è il wi-fi! Ma che palleeeee. Mi sbrago un attimo e mi rilasso mezz’ora sul letto pensando. Non è bellissima la stanza, ma tutto sommato… Guardo un po’ la partita Italia-Inghilterra di rugby ed esco, non contento della levataccia e dei chilometri. Vado a piedi a Notting Hill Gate, anche perchè in metro ci metterei di più, è qui dietro. Mi sparo tuuuuuuuuutta Portobello Road, oggi è sabato è c’è il mercatino.

Certo che qui a Londra vedi veramente gente di tutto il mondo, ma anche posti che non ti verrebbero mai in mente (come la Jamaica). Siccome la passeggiata mi mette un po’ di fame prendo i Ritz e una Coca alla ciliegia: un po’ strana. Nel frattempo mi ha scritto Cinzia via sms e altri messaggi dall’Italia. Tornando mi fermo davanti a un Caffè Nero, trovo la wi-fi, mi registro e navigo. Mi arriva un messaggio, due segnalazioni da Ebay, uno da Twitter e uno dal negozio. Provo a fare una chiamata via Viber ma senza successo, non risponde nessuno.

Il clima è strano: se stai al sole c’è caldo, molto caldo, ma all’ombra appena appena bene per come sono vestito: camicia, maglione di lana e giacca mezza stagione. Adesso mi sono buttato esausto contro una pianta in Kensington Garden e senza giacca, al sole, ho quasi freddo. C’è strapieno di gente. Adesso farò così: mi sposto attraverso il parco e supero Hyde Park fino a St Jamesa Park, dove alle 5 ho appointment con Maurizio che stacca a quell’ora. Piano piano, con frequenti soste, leggendo un po’.


Uno strano allestimento in un negozio in Portobello Road

Piccadilly Circus

Sabato 15 marzo 2014 – Ore 11:29

Siccome probabilmente al mattino la camera non è pronta, ho deciso di farmi direttamente un giro in centro, giusto per capire che aria si respira. Ovviamente botta di ricordi, soprattutto sensazioni. Sono sceso a Hyde Park Corner, ho attraversato Green Park. La temperatura è praticamente come dai noi, ho fatto bene a non portarmi il piumino. Per gli inglesi, al solito, è piena primavera un clima così e quindi tutti in felpa senza giacca. C’è sempre un sacco di gente che corre nei parchi, un sacco proprio.  E così fanno spuntare quelle gambette color latte. Poi ci sono quelli in pattini, in bici, quelli coi cani. E le coppie, che belle le coppie. Le avevo sempre guardate con sufficienza in passato e adesso invece le noto con piacere.

Bella questa gita, bella la vita. Anche quando ci sono periodi brutti. A me piace non darmi per vinto quando c’è qualcosa che non va. Lo devo al mondo, lo devo a quelli che sono felici nel vedermi felice, lo devo a quelli che remano contro (magari solo col pensiero: per invidia, per gelosia, per pettegolezzo, per noia, per stronzaggine, perchè credono di saperla lunga, perchè vogliono intromettersi…per uno o più di questi motivi) e poi lo devo a me stesso. Si, questa vacanza magari mi aiuta a rimettere in ordine i pensieri, che proprio quando erano pensieri strabelli si sono incasinati. Chi lo sa… Il passato è passato, sia bello che brutto, il futuro è un’incognita, il problema è il presente. Del passato non si butta via niente, perlomeno niente di grande. E ho la maledetta presunzione di sapere che il futuro sarà bello. Io ho fiducia in me, devo solo convincermene, o farmi convincere che il futuro non è ineluttabile, si può cambiare.

Sono andato a Piccadilly Circus, poi fino a Charing Cross in cerca di un maledetto bancomat (che fatica!) Ho ritirato 100 pounds, adesso sono al Mc, ma non c’è il wi-fi. Inaudito!

Atterraggio a Heatrow

Sabato 15 marzo 2014 – Ore 9:23 (ora di Londra)

Sono sulla underground. Il viaggio è andato bene, ho bevuto un succo. Abbiamo dovuto cazzeggiare dieci minuti sui cieli di Londra perchè c’era traffico in aereoporto. Un tizio ha approfittato dei posti in fondo tutti vuoti per stravaccarsi, la hostess gli ha detto di levarsi almeno le scarpe e lui, purtroppo, l’ha fatto.
Ho sfogliato i giornaletti dell’aereo, il solito dei "regali" e quello con tutte le destinazioni. Ho tirato giù un paio di indirizzi di Londra, e poi di New York. Che figata che deve essere…pazzesco! Ricordo che almeno in un paio di occasioni in vita mia ho "rischiato" di andarci, ma alla fine non ci sono mai stato. Ci andrò mai? Forse. C’è sempre qualche motivo: adesso no, dopo no, motivi di qui, motivi di la. Quanti "motivi" che ci sono nella vita. Ma prima o poi tutto si risolverà, sono ottimista. E sono uno abbastanza determinato, so che alla fine se in una cosa ci credi può accadere. E con questi pensieri mi viene il sorriso e mi sento meno solo.
L’aereo non ha giargianesi evidenti (a parte il senza-scarpe) e quindi per fortuna niente applauso all’atterraggio. Ottimo. Dopo brevissime formalità scendo nella Tube. Prendo la Oyster, pare sia la soluzione migliore. Spero.


Piccadilly Circus è casa mia…

In volo sopra alle alpi

Sabato 15 marzo 2014 – Ore 7:54

Stiamo volando. Il momento più bello è sempre quello della partenza: dopo che l’aeromobile si è portato sulla pista di decollo accende i reattori e il pilota “schiaccia il pedale”. È come andare in Formula 1, con la differenza che qui siamo su un coso da svariate tonnellate. E quando arriva al top della velocità, quando pensi “Hey, se fossi su un’auto a questa velocità, avrei paurissima”, si stacca dal suolo. Figata. Non mi fa minimamente paura, anzi è molto bello. Ho prenotato l’ultimo posto in fondo, che evidentemente non piace a nessuno: ho due intere file di posti a mia disposizione. X assurdo sarebbe “bello” pilotare un aereo. L’unico problema è che poi mi si tappano le orecchie.
La prima vista è stata di Milano, ovviamente. E non mi è piaciuta, troppi brutti palazzi di periferia. L’unica cosa bella è la tangenziale. X i non amanti di Milano sto dicendo cose assurde. Poi passiamo sopra alla centrale: noto subito che dall’alto sembra un capannone, perde la maestosità della sua facciata. E poi il Pirellone, spicca! Più a nord noto un piccolo aeroporto, stile Rivanazzano (scoprirò dopo che è l’aeroporto di Bresso). Poi di colpo lo sguardo va più lontano e appaiono le Alpi innevate e illuminate. Che spettacolo! Si vedono proprio tutte! Sembra di essere nel film “L’era Glaciale”. Poi passiamo sopra ai laghi. Mia mamma era un’accanita “guardatricefuoridaifinestrini” in treno e quando abbiamo volato la lasciavo sedere vicino al finestrino. E infatti non si staccava un secondo per tutto il viaggio. Anche a me piace, ma ci sono cose più importanti (come lasciare il posto al finestrino a qualcun altro)
Ho scambiato quattro parole con uno della cabin crew, un romano, about il libro che mi sono portato: “Solar” di Ian McEwan. Mi rendo solo ora conto che non avevo mai volato con Alitalia, deve essere almeno la mia decima compagnia diversa, anche se il carrier non deve essere proprio Alitalia, ma è una questione burocratica: Alitalia ha altre “ragioni sociali” (come “Volare”) per mantenere i diritti di certi slot negli aeroporti. Questo è “CAI Second”.
Nuvole. Torno al mio libro.


Hyde Park

Un weekend a Londra

Sabato 15 marzo 2014 – Ore 6:51
Eccomi in attesa dell’imbarco. Mi sono svegliato alle 5. Svegliato non è la parola giusta, visto che è un periodo, qualche settimana, che dormo poco e agitato. Infatti mi sono svegliato a mezzanotte, all’una, alle 3. E poi definitivamente alle 4. Stasera sarò stravolto. Scrivo un messaggio, prendo su i miei 4 stracci e parto. Ho solo il bagaglio a mano, un piccolo trolley. Parto in auto e sprofondo nei miei pensieri. Il viaggio è sonnoloso e continuo a sbadigliare. E poi mi sento un po’ solo. Non mi era mai capitato in passato, ma adesso è un po’ diverso: starò invecchiando? E poi mi capita come quando sono andato a sciare quest’anno: prenoto, poco convinto, poi nei giorni prima perdo l’entusiasmo e quando parto…ho già voglia di tornare. Poi alla sera sono contento di essermi distratto un po’. Qui è uguale: in questo momento vorrei essere…altrove.
Arrivo al parcheggio “low cost” che avevo individuato su internet. Amara sorpresa: non c’è posto e il tizio mi sgrida x non aver prenotato. Che faccio? Qui ci sono un sacco di parcheggi, ma a questo punto chi se ne frega, vado all’aeroporto e la metto nel parcheggio entrando col telepass: imbruttito fino in fondo! Prendo un cappuccio e brioche e vado all’imbarco: grazie alla mia carta d’imbarco sul cell e al passaporto in tasca sbrigo subito le formalità. Ho con me il giubbino mezza stagione, non dovrebbe fare freddo. Sono sull’autobus che mi porterà sull’aereo. Ciao Italia, ciao Voghera. Si parte.


Lo so che sto per scrivere una cazzata.. ma a me il Wellington Arch, vicino a Hyde Park Corner ricorda la Porta di Brandeburgo di Berlino…

Buon compleanno a me :-)

 Grazie a tutti quelli che hanno voluto festeggiare con me il mio compleanno !


Semplifichiamoci la vita (2)

 
Usare il martello senza schiacciarsi le dita? Un gioco da ragazzi, basta usare una molletta per stendere i panni.


Quando la vite è spanata oppure quando non hai il cacciavite della dimensione giusta prendi un elastico e poggialo sopra la testa da avvitare.


 Prendi un foglietto adesivo, piegalo a metà e attaccalo sotto al punto in cui vuoi trapanare. Così raccoglierai la polvere e non dovrai più subire le lamentele di tua moglie!


I tubi non servono a un tubo, se hai una paletta con il manico scavato.


Per ritardare la maturazione delle banane basta avvolgere un po’ di pellicola trasparente intorno al picciolo. In questo modo si impedirà all’etilene, il gas prodotto naturalmente nel processo di maturazione, di raggiungere le altre parti del frutto e di portarle prematuramente alla maturazione.

20 anni

Oggi compio 20 anni.

Vi saluto col video del mio alter ego Max. Chissà come starei anche io con quei parrucconi :-)
E diamo inizio al mio secondo tempo?

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Volevo ringraziare tutti quelli che ho conosciuto in questi 20 anni, tutti ma proprio tutti nessuno escluso. Quelli che mi hanno voluto bene e quelli che mi hanno voluto male.

Quelli per cui sono stato un amico, un fratello, un figlio…. quelli per cui sono stato "io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista, io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista! Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino, io solo qui alle quattro del mattino, l’angoscia e un po’ di vino, voglia di bestemmiare!"

Ci rivediamo su questo blog, se avrò ancora cose da scrivere, perchè "se son d’ umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie: di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo…"

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