(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: May 2014

Il comune di Pregola nel 1859

Tratto da
"Monografia di Bobbio ovvero Cenni Storici statistici, topografici ed economici"
di Daniele Bertacchi. Pinerolo, 1859

Egli era un medico veterinario militare, nato a Bobbio, che scrisse questa monografia quando aveva all’incirca 40 anni (8 lustri, dice lui) dopo che si era allontanato dal paese natio da più di 15 anni e dopo esser diventato bibliotecario presso la Scuola Militare di Cavalleria.

Bobbio era allora la provincia all’estremo confine orientale dello Stato di Sardegna. Confinava con Piacenza (Ducato di Parma), con la provincia di Voghera (a Bagnaria, chiamata "Bagnara"), con la provincia di Chiavari, con quella di Genova, quella di Novi Ligure e quella di Tortona. 
E’ un lavoro molto interessante, quello del Bertacchi, che oltre a una sequenza di numeri e statistiche, inserisce anche annotazioni interessanti. Come la critica che fa alla strada che collega il capoluogo a Varzi, fatta passare a suo parere sulla parte sbagliata del monte Penice, spendendo inutilmente denaro e rendendola così piena di curve e con molte salite che affaticano i cavalli. In questo modo dice che Varzi ha molte più relazioni con Voghera che con Bobbio e "passeranno forse dei secoli prima di poterla soppiantare". In realtà l’alta Valle Staffora non ha mai avuto forti legami col bobbiese (per non dire scarsissimi), tant’è che successivamente ha seguito le sorti di Voghera finendo nella provincia dell‘ex-austriaca città di Pavia.
Altro particolare curioso, citato dall’autore, è che proprio nel 1859, mentre si doveva stampare quel libro, gli austriaci occuparono Bobbio, ma furono prontamente scacciati. Pochi mesi dopo la provincia di Bobbio venne sciolta e fatta confluire per l’appunto nella provincia di Pavia. In seguito, nel 1923, i cuoi comuni furono ripartiti tra le province di Pavia, Piacenza e Genova.

Ecco quali erano i comuni della provincia, con indicato tra parentesi la provincia attuale: Bobbio (PV), Pregola (attualmente il comune è denominato Brallo di Pregola, PV), Romagnese (PV), Corte Brugnatella (PC), Ottone (PC), Cerignale (PC), Zerba (PC), Gorreto (GE), Rovegno (GE), Fontanigorda (GE), Rondanina (GE), Fascia (GE), Varzi (PV), Bagnara (Bagnaria, PV), Sagliano (attualmente frazione di Varzi, PV), Pietra Gavina (Pietragavina, PV), Val di Nizza (PV), Cella di Bobbio (attualmente Cella frazione di Varzi, PV), Santa Margherita di Bobbio (Santa Margherita Staffora, PV), Menconico (PV), Zavattarello (PV), Valverde (PV), Trebecco (frazione di Nibbiano, PC), Ruino (PV), Caminata (PC), Fortunago (PV), Sant’Albano (frazione di Val di Nizza, PV),.

Eccone la descrizione del Comune di Pregola:

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PREGOLA (Pregula)

Giace in una vallata tra i monti Penice, Lesima ed Ebro, nelle valli della Staffora e della Trebbia, all’ovest sud-ovest di Bobbio, da cui dista chil 10,80.

Gli sono annessi l’intiera parrocchia dedicata a S. Innocenzo, una sua succursale dedicata a S. Lorenzo, la parrocchia di Cencerrato sotto l’invocazione di S. Gioanni Battista, una cappellania consacrata a M. V. Assunta, ed un’altra del villaggio di Pratolungo, frazione della parrocchia della Pieve; e finalmente quella di Montarzolo dedita a S. Giacomo apostolo.

In tutte queste chiese nulla havvi di particolare ad osservarsi, e tutta la popolazione del Comune è distribuita nelle tre seguenti parrocchie: S. Agata in Pregola, S. Gioanni Battista in Cencerrato, e S. Innocenzo in Colleri. La chiesa di Pregola è di moderna costruzione e di bel disegno – Diocesi di Bobbio.

Il suolo, quantunque in generale poco fecondo, tuttavia produce frumento, segala, grano turco e legumi. Il monte Lesima è di qualche fertilità pei suoi pascoli.

Le vie comunali sono quelle che mettono a Bobbio, Ottone e Varzi, e si trovano tutte in mediocre stato. Quella che guida alla Cima della Colletta presso il Barostro è chiamata strada di Annibale.

Oltre il fiume Trebbia, che bagna il confine sud-est di questo Comune, scorrono quivi i torrenti Avignone, Montagnola e Staffora. L’Avignone ha origine da una sorgente detta la Fontana dei Tovi sul monte Lago, e, ingrossato da molti rivi di destra e di sinistra, sbocca nella Trebbia vicino a Ponte Organasco, in direzione di maestro a scirocco.

Il Montagnola nasce dalle falde occidentali dell’ora detto monte e della Colletta, e dirigendosi nella Staffora di rimpetto a Cegno.

I pesci di queste acque sono di qualità inferiore, tranne quelli della Trebbia, di cui si è già altrove parlato.

I pregolesi sono di robusta costituzione e di buona indole. Essi fanno commercio dello scarso prodotto del loro bestiame col borgo di Varzi.

Pregola appartenne un tempo come feudo ai Malaspina, e vi esiste tuttora un’antica casa fortilizia tenuta da una superstite famiglia diramata da quei feudatarii.

Pregola e Corte Brugnatella rimasero gli ultimi Comuni di tutta la Provincia a provvedersi di scuola pubblica elementare.

Dipendono da questo Comune le frazioni Barostro, Bocco, Bralello, Brallo, Casone, Cencerrato, Colleri, Corbesasso, Cortevezzo, Feligara, Lama, La Tomba, Lisera, Lomeglii, Pietra natale, Ponti, Pratolungo, Rosaiolo, Selve, Sotto il groppo, Valle di sotto, e Valformosa, le quali frazioni sono sparse tra le valli della Trebbia e della Staffora. 

La popolazione è di 1756 anime divise in 367 famiglie e 413 case. 

Stralci di conversazione whatsapp

Jim Morrison diceva "solo quando te ne fregherai di quello che dicono gli altri potrai dire di essere veramente grande". Io, come tutti, sono circondato da gente che ti da consigli, quasi sempre in buonafede.

Sii cauto nell’accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.

Questo invece è parte di un discorso nato per caso su whatsapp:

Io ho capito che c’è solo una cura, purtroppo, anti consigli e giudizi degli altri: invecchiare! Più invecchi e più te ne freghi di cosa dicono gli altri e più fai quello che fa star bene te.

Io per esempio ho fatto delle mega litigate per tutto coi miei e le faccio ancora…però lotto per la mia indipendenza e la mia infelicità, ma non è facile. Io vivo con pochi soldi, in una casa brutta e piccola…se avessi assecondato i miei ora vivrei una vita agiata in un appartamento nuovo con tutti i comfort possibili… sono scelte e non sono facili.

Il loro sogno, in fondo, era che stessi in casa con loro fino a 40 anni e poi andassi a vivere nel pianerottolo di fianco con qualche laureato che usciva tutti i giorni in giacca e cravatta.

Io però non mi sono mai pentita delle mie scelte perchè ho capito che sono felice così.

E quando vedo e sento parlare degli altri, di quelli che hanno fatto le scelte giuste, tipo chi è andata nella metropoli, lavora, sposata, comprato casa, figli, e marito con una bella posizione sociale, praticamente la perfezione. Beh non è facile: ti mettono su di un piatto d’argento la perfezione e poi sottolineano che tu sei una merda, vivi male, non hai soldi neanche per una vacanza come si deve, non sei stabile e via dicendo.

Per quelli come noi ci vuole pazienza e tempo… facciamo più fatica degli altri a prendere decisioni, ma poi forse quando le prendiamo siamo sicure che siano quelle giuste…

Il problema è che deve scattare qualcosa, devi fare il salto, devi crescere e diventare adulta.. Però tutti gli altri cercano di far si che questo accada il più tardi possibile perchè sanno che così ti perdono, sia la famiglia sia gli amici…o meglio ti ritrovano diversa

C’è la paura di crescere…di buttarsi in qualcosa che non conosci, difficile, più facile stare nell’ovile. Ma sicuramente bisogna pensarci.

E poi c’è l’invidia degli altri…che brutta cosa però l’invidia.

Alla perssona che mi ha scritto queste cose dedico un ricordo. Ricordo un aneddoto che mi raccontava sempre mia mamma. Un giorno è arrivata a Brallo una parente con degli amici e presentadoglieli ha detto loro: "Questa è Rita, lei è rimasta a Brallo, poverina". POVERINA?? Mia mamma, come diceva lei, nella vita gliel’ha "fatta in barba" a quelli più alti, col marito più bello, col lavoro migliore, con la macchina più grande, ecc. ecc.


Piet Mondrian – Broadway Boogie-Woogie – 1942/1943 – Olio su tela – MoMa New York

Interismi

Com’è la vita? La vita per un interista è…speciale. Non sei di quelli sempre vincenti, di quelli che se la menano, che pensano che l’importante è apparire ed essere sempre al top. Ma non è neanche come quella di chi si accontenta. Noi non ci accontentiamo. Mai. Noi non molliamo. Mai.

Non molliamo mai. Siamo li. Qualche volta alle stelle, ma mai nella polvere, sempre a lottare. La vita da interista è una vita da mediano: sempre a a recuperare palloni. Uno che non è nato con i piedi buoni, ma che lavora sui polmoni.

L’interista sa che se vuole ottenere successi deve faticare, deve lottare, deve darsi compiti precisi, coprire certe zone, giocare generoso. E non mollare mai, stare lì, sempre lì, lì nel mezzo, finchè ce n’hai stai lì. 

Una vita da interista: magari segni poco, il pallone ti arriva ma devi poi darlo a chi finalizza il gioco. Purtroppo la natura non ti ha dato nè lo spunto della punta, nè del 10: che peccato (un ragazzo inadeguato). Eppure stiamo lì, sempre lì, lì nel mezzo. Finchè ce n’è. Perchè chi s’accontenta gode…così così.

Certe giorni la strada non conta e quello che conta è sentire che vai, certi giorni somigliano a un vizio che tu non vuoi smettere, smettere mai.  Finchè ce n’hai. La vita da interista è di uno che non si arrende, anche se tutti ti dicono rischi di bruciare presto, perché quando hai dato troppo, devi andare e fare posto. E invece noi siamo lì, come faceva Lele Oriali: anni di fatica e botte e poi? Beh casomai vinci i mondiali. Oppure scudetti, coppe, sali sul tetto d’Europa e del Mondo.

Ma sai anche che domani dovrai essere ancora lì, perchè si vince solo giocando, o almeno noi siamo abituati così. E magari perdiamo. Ma non molliamo. Mai.

ASAP

Lunedi 17 marzo 2014 – Ore 19:38

Nel frattempo siamo decollati.

Dicevo: non si accorgono dell’imbarco, non rispettano le file, salgono sull’aereo solo dalla scaletta davanti (io ho prenotato in fondo apposta).

Caspita che bello partire da Londra. Partendo da altri aeroporti non ero mai passato sopra alla città, stupenda! Quasi come se il pilota ci volesse far vedere il centro dall’alto, tutto illuminato, per poi virare verso sud. Accidenti come è alto il palazzo "Scheggia", altissimo! E poi in un solo colpo vedi la City, il Tower Bridge, il London Eye, sembra una cartolina. Poi l’aereo vira e ti rendo conto ancora una volta dell’immensità di questa città: luci luci luci luci a perdita d’occhio, senza riuscire a vederne la fine, luci luci luci luci che all’orizzonte si perdono nella foschia. Ciao Londra, ciao arrivederci!

E’ stata proprio una bella gita, non credevo, visti i presupposti. Sono anni che non facevo ‘sti viaggi da solo, è tanto che non venivo a Londra e l’ultima volta ho avuto troppa nostalgia. Stavolta invece, nonostante tutto (e Dio solo sa cosa intendo) non ho patito nostalgia, solo bei ricordi e piacevole compagnia. Si, Londra è ancora la mia seconda Milano. Anzi in questo momento la sento ancora più mia. Ne so forse più di Milano, l’ho girata sicuramente di più a Piedi, negli anfratti, nei vicoli, e poi riesce sempre a stupirmi. Londra è nel mio cuore. Mi verrebbe voglia di tornare e raccontare tutto a mia mamma (ma sa già tutto) e dirle: hai visto? hanno chiuso la mia casa!

Chissà quando sarà la prossima volta che torno qui. Crfedo non passerà più così tanto tempo. Ho annusato il profumo dei posti. Potrebbe essere un nuovo capitolo del libro. O del libro della vita. A proposito di libro, anche Anna diceva a sua figlia (la seconda, che non conoscevo): "questo qui è quello del blog, quello del libro". Anche questo diario potrebbe essere un capitolo nuovo, magari sistemandolo un po’, togliendo i pensieri troppo personali, ecc.

(e infatti così ho fatto)

Ciao Londra, C U next time, ASAP!

Lunedi 17 marzo 2014 – Ore 21:00 (22 per l’Italia)

This is the end


Un selfie a Trafalgar con Nelson riflesso negli occhiali :-)

Canary Wharf

Lunedi 17 marzo 2014 – Ore 19:00

L’aereo è più piccolo di quello dell’andata, si sono due posti per fila anziché tre. Il London City Airport è una figata. Sono sceso a Canary Wharf, il posto che mi aveva ricordato Blade Runner. Ora mi ricorda quei film dove tutti escono dall’ufficio e in giro c’è solo gente incravattata, di fretta, con la ventiquattrore. Con la differenza che qui a Londra vanno tutti di fretta, e l’altra differenza è che se passi davanti a un pub, uomini e donne, anche incravattati, hanno una birra in mano.

Ho preso la Docklands Light Railway. Caspita quanto è grande Londra, quanto è “connessa”. Hanno proprio fatto un lavorone con tutti questi mezzi di trasporto. Per fare questa railway, quasi tutta sopraelevata, nella zona dei docks, chissà che sbatti. Ma così facendo hanno contribuito a riqualificare la zona: i palazzoni di uffici li fai se ci sono i mezzi di trasporto. A proposito: a Londra, a parte il centro-centro non ci sono palazzi, tutte case abbastanza basse. Per esempio ieri a Clapham Junction tutte con il solo “primo piano”, stile vittoriano. Sembrava una città fatta di Lego. Poi ci sono i supergrattacieli. Ne hanno fatto uno sul southbank altissimo, a forma di punta, si chiama Shard (scheggia). Poi nella zona della City ne hanno fatti due nuovi belli grossi, di cui uno oscura la visuale del caratteristico “cetriolone” che ormai faceva parte della skyline, come l’House of Parliament e l’Eye.

L’aeroporto è piccolino, quindi molto fruibile. Mi son dimenticato di informarmi se la Oyster è rimborsabile, avevo su anche 3 pounds. La userò next time.

Pieno di giargianesi italiani, non si… [continua]


Ma se poi alzi gli occhi verso l’alto… Io consiglierei di vedere Canary Wharf (posto che tra l’altro probabilmente anche gente che vive a Londra da anni non ha mai visto, ma a me affascina) prima in una giornata di lavoro magari all’ora di punto e poi alla domenica al tramonto, arrivando magari da Bank con la DLR. Come dissi 6 anni fa: sembra di veder passare Deckard di Blade Runner
 

Quante persone si trovano nella vita?

Lunedi 17 marzo 2014 – Ore 17:24

La mia avventura è quasi finita. Sono sulla Jubilee. Prima sono stato a Covent Garden e poi a Trafalgar Square. Ho preso la underground a Westminster, non ricordandomi di quanto lenta fosse la Circle: non arrivava mai e quando è arrivata era sempre ferma. Infatti, dopo aver recuperato la valigia e aver detto arrivederci a Queensway ho preso la Central / Jubilee e mi sono avvicinato al pub di Mau.

Lo avevo avvertito via Whatsapp e sms, ma senza risposta. Ho aspettato un po’, ma senza risultato. Peccato andare senza salutarlo. Per fortuna alle 4 e mezza mi scrive, è appena uscito. Gli offro un sidro, gli racconto di Anna, un saluto e poi via, eccomi qui.

Si, adesso ho proprio voglia di tornare, dopo aver respirato un po’ di aria del mondo. Quante storie senti qui. Il pizzaiolo di Portici che è dovuto "scappare" in Italia perché il padre stava male e ora è tornato. Il cuoco che si è fatto un mese in Thailandia. Quanti ragazzi italiani nel mondo. Storie, personaggi, ma soprattutto persone. Ognuna col proprio background, i propri sogni, la propria vita. Le esperienze, i viaggi, i lavori. Quante persone ho incontrato nella mia vita? E ognuna mi ha lasciato qualcosa,ognuna mi ha insegnato qualcosa.


Cyberdog a Camden Town ha cambiato sede. Rimane sempre un posto assurdo.

L’amica Anna

Lunedi 17 marzo 2014 – Ore 13:51

Ho visto la Londra tranquilla, ho visto la Londra incasinata, quella che ti fa superare la gente ordinatamente a destra sulle scale mobili anche se non devi andare da nessuna parte. Un tizio si stava lavando i denti per strada, giacca e cravatta,e ha sputazzato mentre camminava di fretta, nel tombino! Ma si può?

Ho fatto un giro a Oxford Street e poi ho preso la Northern a Tottenham Court Road. Hey, al Dominion Theatre danno ancora il musical sui Queen. Ancora!
Arrivo a Camden Town e trovo l’ufficio di Anna, al piano terra con vetrina.

Nel frattempo ho mangiato qualcosa, ho comprato una penna, ho ricaricato la Oyster e ho preso la underground per tornare giù. Dicevo di Anna: volevo fare un saluto e via, ma poi sono rimasto. Sempre uguale quel posto (anche se non è lo stesso ufficio) e sempre uguale lei. Ha a che fare perlopiù con ventenni italiani un po’ strafottenti che pensano che il lavoro gli sia dovuto e non capiscono che capelli lunghi, piercing, tatuaggi, puntualità ed educazione c’entrino qualcosa col trovare lavoro. E lei, un po’ chioccia e un po’ maestra, li cazzia, li coccola e li ricazzia. Anche in questo caso è come se il tempo non fosse passato. Siamo stati entrambi felici di rivederci. Si ricordava di me, del mio negozio, ecc. Anche in questo caso sembrava fosse passato un mese. E invece erano 8 anni, dico 8 anni. Gran cosa. Sono stato lì un paio d’ore a chiacchierare e a "vivere" l’ambiente. Figurati che mi ha detto che se le avessi telefonato mi avrebbe invitato a casa sua il giorno prima ad una grigliata tra amici. Sono un tizio davvero fortunato, dovunque vada ho amici. Ma non nel senso che ho amici dappertutto, nel senso che in qualsiasi situazione sono in grado di coltivare amicizie. Non male, veramente, sono fortunato in questo settore (e beh, dai almeno in un settore!!!!)

Nel frattempo una telefonata in Italia (finalmente ho "preso la linea"). Bello. Poi mi sono fatto un giro al mercato. A Londra vedi gente di tutti i tipi, il bello è quello. A Portobello ho visto una coppia, lui e lei, sui 40 anni, normalissimi, se non fosse che entrambi indossavano dei fuseaux gialli costellati da loghi di Batman! Ma le cose più strane le vedi solo a Camden Town. Non esiste un altro posto così. Trovi le cose più assurde, i negozi più assurdi e la gente più assurda. Imperdibile per chi non c’è mai stato. Adesso sono le 2 e 20 e sto per arrivare a Covent Garden.


Se mi bendassero in Italia e mi sbendassero qui, in una via a caso del centro, non avrei dubbi: è Londra!

Ultimo giorno

Lunedi 17 marzo 2014 – Ore 08:09

Terzo e ultimo giorno. Ho fatto una bella dormita rigenerante, mentre me la sciallo ancora nel letto butto giù qualche pensiero.

La giornata sembrerebbe più freddina. Dopo la doccia dovrò fare un piano d’attacco per la giornata. I punti sicuri sono: Anna, Camden Town e l’aereo. I possibili sono: Trafalgar Square, ancora un giro a SOHO, Covent Garden, Canary Wharf, ritrovare Maurizio per un saluto, British Museum e altro. Ovviamente ci sarebbero mille posti da vedere, turistici e non (come il Regent’s Park)

E’ forte, ripeto, che oltre al mio gironzolare solitario abbia potuto contare su Maurizio e Celia, che mi hanno parlato di Londra, della sua vita, mi hanno portato a vedere un angolo non turistico come Clapham (altra stranezza linguistica: chissà perchè si pronuncia Clapam e non Clafam…un po’ come il Tamigi, Thames, che si pronuncia Thems e non Theims). Si è stato proprio piacevole aver avuto due guide così, grazie.

Agli amici non interessa se sei brutto o bello, povero o ricco, che lavoro fai, dove abiti o quanto guadagni. E’ quasi commovente sapere che al mondo c’è un legame così bello come l’amicizia.

Ieri sera poi arrivo finalmente a Waterloo Station. Il treno per il ritorno "ovviamente" andava più piano di quello che ho preso per sbaglio. Gli ultimi minuti li ho fatti in compagnia di un giovane tifoso del Manchester United, che pensando fossi spagnolo mi ha citato Barcellona e Real Madrid. Lui tornava da una partita col Liverpool. Quando gli ho detto che sono italiano mi ha citato "Inter Milàn" e "EI SI Milàn", da noi prosaicamente dette Inter e Mìlan. Mi precipito subito in underground e trovo l’ultimo treno disponibile della Jubilee. Dovrei cambiare a Bond Street per la Central, ma non faccio in tempo, è passata mezzanotte ed è chiusa. Mi faccio Oxford Street fino a dopo Marble Arch. E pensare che la primissima volta a Londra sono arrivato proprio a Marble Arch. C’è un sacco di gente ancora in giro. Poi prendo la 390: mi passa davanti, la riconosco, corro fino alla fermata e salgo. Non ricordavo più le corse 24h, mi ha risparmiato altri 30 minuti buoni di cammino. In questo momento mi sta squillando il cell: è la prima chiamata che ricevo in questi giorni e naturalmente è un numero che non ho, quindi non rispondo. Le telefonate che ho fatto io sempre senza successo.

Qualcosa mi manca dell’Italia. Talvolta è un pensiero generico, un astratto. A volte come in un flash mi affiorano mille ricordi in un istante. Basta veder un qualcosa, pensare a una situazione, un oggetto. Penso al sole, alle vibrazioni, alle risate, alle scosse, alle sensazioni. C’è qualcosa nell’aria. Chissà… C’è chi dice che è meglio avere sprazzi di allegria e parvenza di felicità, ma io non mi accontento, e quindi meglio la malinconia vera che l’allegria forzata. La felicità non si misura in aperitivi.

Ora affrontiamo quest’ultima giornata londinese.


Bayswater / Queensway è casa mia :-)

Woking

Domenica 16 marzo 2014 – Ore 22:50

Sono a Woking! Non so a che distanza sia da Londra e dal mio letto, ma parecchio! Come sono qui Fabio? Non ti ricordi? Cominciamo dall’inizio.

Dopo essere stato al Tower Bridge, prendo la Circle Line per andare a Liverpool Street Station, dove ho pranzato. Ho visto Ponti’s, dove lavoravo: che tristezza…vuoto! Forse perchè è domenica. Nel frattempo mi scrive Mau, sono sul bank, near Waterloo. Ok, li raggiungo. Quasi alle 4PM sono li. Conosco la sua tipa, Celia, spagnola, carina e molto simpatica. Sono proprio una bella coppia. Ci facciamo un giro e ci beviamo un sidro in un locale col cortiletto. Celia mi racconta che è di Cadice, sud della Spagna. Ha studiato tipo biologia marina, ha fatto l’Erasmus a Lecce (!!!) e poi esperienza a Londra (esprienza di lavoro, non di ciò che ha studiato). Risultato: ha consociuto Maurizio e si è fermata. Adesso lavora in un asilo e saltuariamente fa la baby sitter, ma il suo sogno è quello di fare ciò per cui ha studiato, magari alle Canarie.

Facciamo ancora un mezzo giro e poi a Waterloo prendiamo il treno fino a Clapham Junction. E’ un po’ fuori, ma non è una brutta periferia, tutt’altro. E’ vicino a dove abitano loro. Mi chiedono come va e come mi butta la vita in Italia: beh la prossima volta che torno gli racconto. Dicono che vivere a Londra è anche bello, ovvio in periferia per i prezzi e per la qualità della vita. Però anche difficile, soprattutto per i tempi (a causa della vastità delle distanze) e per i costi. Vorrebbero una vita più semplice.

A Clapham ci fermiamo a bere una birra come aperitivo (è quasi ora di cena) e poi andiamo in una pizzeria italiana, Donna Margherita.  Pizza buona devo dire. Prezzi nella media di Londra.

Si, sono proprio una bella coppia. Mi aspettavo una sulle sue, invece è socievole, e quando stanno insieme si vede che sono innamorati. E poi è forte la cosa: io e Maurizio non è che siamo mai stati amici, cioè ci siamo mai frequentati…però è un amico, uno che l’ultima volta l’ho visto 6 anni fa (per una birra) ed è come se non lo vedessi da un paio di mesi. Ecco la gente che mi piace, la gente tranquilla, che non se la tira, che non ha come scopo quello di tirarsela o di far vedere che sta bene. C’è sintonia. E’ una chimica strana, chissà perchè due persone si incontrano, si ritrovano dopo un mese, poi dopo 2 anni e poi dopo altri 6…ed è come se fossero stati sempre amici.
"Il mio amico di Londra". A cui auguro, a lui e alla sua morosa, un sacco di bene.

Dopo la pizza siamo tutti un po’ cotti e mi accompagnano in bus alla stazione. Vedo un treno, la scritta dice "Waterloo" e ci salgo. Faccio giusto in tempo a chiedere "Excuse me, is this train going  to Waterloo?" che si chiudono le porte. La risposta è "no". Noooooooo!!!
Passa il controllore. Gli spiego e mi dice di scendere alla prossima. Peccato che alla successiva non si ferma. E neanche a quella dopo…ecc. Fino a Woking! Ma dove cazzo sono? E’ lontanissimo, ma di brutto! E beh, un viaggio senza avventure non sarebbe emozionante. Fortuna che un quarto d’ora e arriva il treno in direzione opposta. Sono qui, nella speranza che un eventuale controllore sia clemente, a non so quanti km dal mio lettino….shit! In this time I’d be in Wimbledon. Inizio ad accusare un po’ di sonno.

Lunedi 17 marzo 2014 – Ore 00:42

In stanza. Buonanotte!


Horse Guards, dietro Downing Street. Ci sono ancora dei posti di Londra in cui non ero mai stato, forte!

Lungo il Tamigi

Domenica 16 marzo 2014 – Ore 13:49

Alla fine c’era la connessione. Ho risposto a qualche messaggio e ho fatto il check-in per il ritorno. Oggi sono abbastanza fortunato con le connessioni, ne ho trovate tante. Da Westminster ho fatto tuuuuuuuuuuuuto il southbank and now I’m near Tower Bridge. Ho provato a telefonare, sia via Viber che by phone, ma non sono fortunato, non rispondono. Chissà che succede in Italì… chissà che si dice, chissà che si fa. Adesso mi piacerebbe essere su una panchina al fresco, magari a Fortunago all’ombra vicino alla chiesa, in compagnia a chiacchierare e nient’altro.

Mau dice che da quando ha la tipa la sua vita è cambiata, tra le altre cose ha ovviamente fatto anche delle rinunce, ma che è giusto così, ed è contento, perchè la cosa più importante è lei. E per lei è lo stesso. E’ così, è bello trovare il punto di giunzione di due vite, nonostante ciò che dicono i disfattisti. Chi dice che è meglio stare da soli perchè c’è più libertà e divertimento mente, oppure semplicemente non ha trovato l’anima gemella. Max Pezzali cantava "Senza averti qui". Sono contento per Mau, si vede che per lui, lei è importante e viceversa. Sono diversi, è ovvio, ma anche giusto e normale. Ma se c’è l’amore…quella cosa che fa mettere da parte le piccole cose brutte e fa pensare solo alle belle, grandi e importanti. Come il futuro. Hey un messaggio…adesso sto ancora un po’ seduto su ‘sta panchina poi magari mi procuro del cibo, oggi ancora niente di solido!

Certo che gli zingari sono ovunque! Sul Westminster Bridge c’è strapieno di quelli che fanno il gioco dei 3 bicchieri.

Anche oggi giornata climaticamente stupenda.


La "Scheggia" di Renzo Piano. E’ davvero notoevole. L’ultima volta che sono venuto non c’era. Molto molto molto notevole!

Nessuna connessione

Domenica 16 marzo 2014 – Ore 10:35

La stanchezza mi ha fatto dormire, almeno fino alle 6, poi sonno agitato fino alle 9. Per dormire cercavo di immaginare situazioni di relax. Sono un po’ paranoico? E così pensavo a cose belle.

Mi spiegate come mai è così difficile radersi la barba sul collo? Specialmente sotto il mento. Mi sono portato il rasoio elettrico (l’altro non so se avrebbe passato i controlli) e non sono riuscito a radermi bene, che rabbia. Sono passato alla Tesco per un rasoio usa e getta, ma hanno solo il Mach 3 a 8 pounds, no. Ne ho approfittato per un giro da vero turista qui in Queensway a comprare ricordini e cartoline. Dopo? Tamigi di giorno.

X adesso ho preso un cappuccino al Mc. C’è la wi-fi ma non si connette…sto sclerando! Nessun messaggio dall’Italia, magari ci sono su Whatsapp, ma se non riesco a connettermi. Se va avanti così sfrutto la TIM in roaming, cazzomene.


Strani incontri in Regent Street :-)

Storie di un londinese marchigiano

Sabato 15 marzo 2014 – Ore 22:14

Devastato? Distrutto? E’ dire poco.

Mi sono avvicinato a dove lavora Mau. Viaggio coi piedi e con la mente. E’ il bello di viaggiare da solo: rifletti. E penso a tante cose, e ho tempo di vedere le cose in modo più tranquillo e distaccato. Ho tante cose belle! Le cose non vanno? Si risolvono. Alcune con applicazioni pratiche, lavorando. Altre…ci vuole passione, voglia, sentimento, determinazione, amore. Tutte cose che mi sento di avere.

Cmq è più bello Kensington Garden di Hyde Park. Hey quante cose ho ancora da vedere: Big Ben, Buckingham, Trafalgar, Covent Garden, il bank sul Thames, ecc.

Una cosa noto: ci sono nel parco stradine divise tra pista ciclabile e pedonale e i pedoni stanno nella parte pedonale, le bici nella ciclabile. Da noi sarebbe impossibile.

Con un po’ di fatica trovo il pub e Mau. Lo trovo dimagrito, ma sempre lui. Mi porta in un pub li vicino e davanti a una birra mi racconta: convive con la tipa, lei è spagnola. Ha mollato il lavoro nel reparto marketing di un sito di scommesse per dedicarsi alla sua passione: la cucina. Sta facendo un corso, ha lavorato due mesi gratis in un ristorante e adesso da 1 week in quel pub. Gli piace, è appassionato, lo fa volentieri. Prima o poi vorrebbe andare in un ristorante. Magari alle Canarie.

Non contento della strada che ho fatto (ho visto anche Buckingham Palace) mi porta fino a Westminster Abbey, House of Parliament (Big Ben) e poi sul Southbank del Thames, parlandomi della sua nuova passione, il cibo e la cucina. Passiamo sotto al London Eye. Non ci sono mai andato, ma ci vorrei andare con quacuno, non da solo.

Lui mi chiede di me, dico che sono in un periodo un po’ così. Mi dice di essere ottimista, che nella vita le cose si aggiustano, se ci tieni veramente. Ha ragione. E’ forte avere un amico a Londra. Anche se ci vediamo ogni 6 anni, ci basta raccontarci le ultime per tornare in sintonia. Dice che segue il mio blog e che mi "tiene sotto controllo". Il mio blog…da quanto tempo non lo aggiorno? Non ho mai voglia. E dice che ha letto il mio libro (si ricorda anche il titolo!) e lo ha pure prestato a un’amica italiana.

Col Millennium Bridge torniamo su fino a SOHO, passiamo davanti al G.A.Y., è ormai ora di cena e ci prendiamo due pseudopizze, non male.

Poi mi fa andare fino a Tottenham Court Road, vuole uccidermi di chilometri, fino a una cantina spagnola per due bicchieri di vino e ulteriori chiacchiere: mi chiede del lavoro, dell’Italia che offre poco (lui è di Osimo) (lo scrivo così mi ricordo, altrimenti non mi ricordo mai di dov’è) e del passato e futuro. Lui ha anche aperto una ditta per vendere prodotti alimentari ai mercati, ma non ci stava dentro e l’ha chiusa. Alla fine si lavorava solo al sabato, gli altri giorni poco,e non valeva la pena. La tipa vorrebbe, prima o poi, trasferirsi alle Canarie, e lui anche, ma prima vorrebbe finire la scuola da cuoco che sta facendo. Scelta difficile, nel senso che ti cambia la vita, ma una volta che ha scelto di vivere a Londra, e una volta che ha scelto di vivere con la sua fidanzata, era già una scelta di vita, e quindi va fino in fondo. Bello…

Alla fine cedo, son stracco e torno. Inoltre sono in piedi dalle 5, che è come fossero le 4! Buonanotte Londra!


Un taxi cab pied de poule

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