(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: July 2016

Paesi e gente di quassù

Questo è un libro del 1979, a cura del Centro Culturale "Nuova Presenza" di Varzi in collaborazione con la Comunità Montana dell'Oltrepo Pavese.
parla essenzialmente del territorio della Comunità, gli allora 19 comuni. La storia, la geografia, la demografia, l'agricoltura, ecc. Tutto quanto riguarda questo territorio. 

A pagina 130 troviamo, nella sezione dedicata ai castelli, la descrizione di quello di Pregola:

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Il vecchio castello, di cui non esistono nemmeno più le tracce, è stato costruito certamente dai monaci di Bobbio, cui era stato donato il Paese di Pregola dal Re Agilulfo (re dei Longobardi, nota di Fabio) Per qualche secolo essi ne furono i feudatari fino a quando il 28 settembre 1164 Federico Barbarossa passò l'investitura di Pregola ai Malaspina. Il castello non è quello attuale, anzi non sorgeva nemmeno lì, ma sul cono roccioso che domina il paese. Queste vestigia che vengono chiamate castello sono invece i resti di una casa-forte costruita con i materiali ricavati dalle macerie del vecchio fortilizio dopo che andò completamente distrutto, insieme al paese, nel 1571 forse a causa di un incendio.

Dal vol.: Castelli, Rocche, Case-forti, Torri della Provincia di Pavia di Mario Merlo, riprendiamo la descrizione del castello passato da qualche anno in proprietà di Tordi Siro che è intenzionato a restaurarlo:

«Vi si accede da nord per portoncino con arco a tutto sesto e serramento borchiato a teste di chiodi, oppure da sud, all'altezza della chiesa parrocchiale. La facciata principale è a capanna e presenta cinque finestrelle intermediate longitudinalmente da una incrinatura della parete.

Esternamente si nota nell'angolo di nord-est un corpo aggettante rinforzato da un barbacane appena accennato. Sul fianco sinistro si notano, in corrispondenza ad un locale rustico, una finestra strombata a guisa di profonda feritoia e, più innanzi, un'apertura difesa da una robusta inferriata cinquecentesca. Il locale interno era adibito a prigione. Le pareti sono in pietra a vista, su orditura comune.

Entrando dal portoncino si è subito in un vasto atrio contrassegnato da tre archivolti, uno dei quali gravemente lesionato. Due diverse scale conducono al piano superiore, suddiviso in locali di diversa capienza, tutti in precario stato di manutenzione. Nella sala maggiore, con soffitto su travature lignee, si vede un ricco camino sormontato da un grande stemma dei Marchesi Malaspina di Pregola, inquartato di rosso e d'azzurro. Nel I e nel IV campo si vedono aquile bicipiti in rosso; nel II e III uno spino secco afferrato da un leone bianco rampante, coronato d'argento, entrambi in azzurro. Lo stemma gentilizio è sovrastato dalla corona marchionale a tre punte ed è avvolto da una ricca decorazione a stucco comprendente figure allegoriche ed ampie volute e caulicoli. L'opera è ascrivibile al sec. XVII. Il sottostante camino è in pietra color lavagna e presenta una leggera modanatura nell'architrave con radi dentelli, nonché due fascette laterali ed una specie di serraglia centrale.

In un'ampia cucina a pianterreno, sita nel corpo ad ovest come il salone precedente, esiste un secondo camino rustico a cappa, che ha la particolarità di possedere due fornelli laterali, oltre al focolare propriamente detto ». 

 

 

Eskimo

bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà: tu giri adesso con le tette al vento, io ci giravo già vent’ anni fa!

Ho imparato a sognare

Da qualche tempo molti stanno parlando di un libro, un "romanzetto" come lo chiama lui, scritto dal mio amico, il maestro Michele Miky Orione, dal titolo "Ho imparato a sognare". Anche io mi unisco al coro e ne ho scritto addirittura due recensioni. Eccole.

Prima recensione:
Michele sono anni che è innamorato. Da quando lo conosco io (primi anni duemila) lo è sempre stato. Innamorato della libertà, innamorato delle cose pazze, innamorato dei sogni. Innamorato delle avventure, innamorato delle cose belle, innamorato della pallavolo. E di queste cose ne ha fatto un libro, anzi pardon, un romanzetto. Ma non fatevi ingannare da questo vezzeggiativo, che sta solo ad indicare il numero di battute, non certo la qualità. Quali cose, direte voi? Beh in primis la pallavolo e i sogni. E poi, leggendo bene, di tutto il resto: le cose belle, la libertà, le avventure, le cose pazze. C’è dentro molto di lui in questo. Non tutto, perché lui è anche istintivo, impulsivo, a volte anche cagacazzo, ma tutto dovuto a quest’indole da eterno sognatore che mai si arrende, e quindi quando c’è qualcosa che non va glielo si legge subito in faccia. Torniamo però al libro: scritto in maniera molto fruibile, diretta, di facile lettura. Avvincente, già dalle prime pagine vuoi sapere come andrà a finire. Romantico, nostalgico, ottimista. Devo dire che da un lato me lo sarei aspettato, conoscendo l’autore. Da un altro lato, come sempre, mi ha stupito. Quindi mio malgrado, visto che sono ormai alcuni lustri che ci prendiamo in giro vicendevolmente, devo fargli i miei complimenti. Ricordo quando, lui e l’amico Matteo, avevano creato il sito "Il Cassetto dei Sogni". Questo racconto è la naturale continuazione  di quell’avventura. Come dite? Non vi ho ancora accennato di cosa tratta il libro? Beh quello lo hanno già fatto in tanti, non vi resta che leggerlo.

Seconda recensione:
E’ una cagata pazzesca.

Fuori c’era un grande sole

E guardando la televisione mi è venuta come l’impressione che mi stessero rubando il tempo e che tu che tu mi rubi l’amore, ma poi ho camminato tanto e fuori c’era un grande sole che non ho più pensato a tutte queste cose…

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Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita

Quarantanovesima puntata (le altre le trovate guardando qui)

L’aspetto del negozio Piazza Affari è formato da vari elementi: il nome, il layout, le vetrine.

Il Nome
Il nome di un negozio in alcuni contesti può avere la stessa importanza di quello delle persone. Un punto vendita con un nome e un logo accattivanti attrae il pubblico, è facile da ricordare e agevola il passaparola. Il nome dell’esercizio commerciale dunque è il marchio con cui il cliente impara a riconoscere il punto vendita. Il consumatore trova più stimolante un nome che gli ricordi una caratteristica del negozio.

Piuttosto che i banali "Da Fabio" o "Fabio Sport" abbiamo voluto esprimere tramite il nome una peculiarità del negozio, ma che non riguardava la tipologia dei prodotti trattati (che in effetti lungo gli anni si è leggermente modificata), bensì il rapporto qualità / prezzo. Abbiamo scelto come insegna "Piazza Affari", per sottolineare la convenienza degli acquisti ed avere allo stesso tempo un nome facile da memorizzare e ricordare. 

Layout
Per sopperire alla ridotta presenza del personale di vendita sono state utilizzate tecniche di visual merchandising. La vista è uno dei sensi più coinvolti nel processo di vendita. Nella scelta dell’arredamento e nella dislocazione delle merci bisogna puntare alla creazione di un mondo nel quale il cliente possa muoversi, osservare e scegliere. Inoltre l’interno di un punto vendita dovrebbe riflettere i gusti, gli interessi e le passioni del suo target di riferimento. Volevamo ridurre al massimo le richieste banali dei clienti, quelle riguardanti il prezzo dei prodotti o la loro dislocazione. Un’adeguata collocazione delle merci all’interno di un punto vendita avrebbe permesso alla clientela di capire fin dal momento dell’ingresso nel negozio se può o meno soddisfare il suo bisogno d’acquisto. Il cliente sarebbe stato libero di destreggiarsi nello spesso caotico mondo dei prodotti, trovando da solo ciò che cerca. Rendere autosufficiente il cliente tramite la facilità di lettura dello spazio visivo significa poter ridurre il personale di vendita, oltre a fare cosa gradita al cliente stesso, il quale spesso ama scegliere in autonomia. Una disposizione ottimale delle merci sul punto vendita è inoltre sinonimo di una gestione scrupolosa e ordinata ed evita il peregrinare inutile e stressante di chi non trova ciò che cerca. Per prima cosa è stata progettata una divisione in zone, in base agli articoli da esporre. Questa divisione è in continuo movimento, in quanto l’importanza di alcuni articoli (e quindi la vendita) varia moltissimo a seconda della stagione, pertanto gli spazi sono continuamente rivalutati e nuovamente impostati per meglio rispondere alle esigenze del cliente. Nel periodo invernale si individuano cinque aree:

  • Abbigliamento uomo. Comprende essenzialmente capi spalla maschili: giacconi, cappotti, giubboni, ecc.
  • Abbigliamento donna. È come il reparto uomo, ma ovviamente contiene capi di abbigliamento femminile.
  • Abbigliamento sportivo. Presenta prodotti prettamente sportivi, che molto spesso sono unisex, possono quindi essere indossati indifferentemente da uomini e donne. Comprende maglie, felpe, pantaloni sportivi, tute sportive.
  • Calzature. L’unico tipo di calzature in vendita è quello delle scarpe sportive, un tempo chiamate "scarpe da ginnastica", ma che oggigiorno vengono calzate anche e soprattutto per essere utilizzate tutti i giorni. Il termine più corretto è l’americano "sneaker" .
  • Zona neve. Il negozio è attrezzato per le gite in montagna sulla neve e quindi il reparto comprende giacche, pantaloni da neve, doposci, completi, tute, scarponcini da trekking, e l’attrezzatura per lo sci alpino: scarponi e sci.

Nel periodo estivo scompare la zona neve e si amplia la zona dell’abbigliamento sportivo, includendo t-shirts, shorts, costumi, polo, camicie, ecc.

Una zona particolare è quella vicina alla cassa, dove sono collocati i prodotti meno costosi, generalmente con dimensioni più ridotte: occhiali da sole, guanti, prodotti in offerta speciale. Questo ha un duplice scopo: tenere sotto controllo i capi più facilmente soggetti a taccheggio e favorire gli acquisti d’impulso. Questo genere di acquisti si effettuano sia per necessità (il cliente si accorge di aver bisogno di questi prodotti, a cui non aveva pensato al momento di entrare nel negozio), sia per motivi psicologici che associano gli acquisti ad una sensazione di appagamento (il cliente acquista un capo importante e vi associa un elemento accessorio complementare). 

Vive le roi!

Nibali è primo e tutti tifosi di Nibali
Pannella muore e tutti amici di Pannella
Il Real vince la Champions e tutti ultras del Real
Piove e tutti scrivono che piove
Il Leicester è una favola,
Gli Stadio il miglior gruppo italiano di sempre,
Albertazzi un grandissimo attore,
La Pellegrini un’atleta da mito.
Le roi est mort, vive le roi!

Come i Massimo Volume

 

Tordy

Impiccheranno Tordy con una corda d’oro, è un privilegio raro: rubò sei cervi nel parco del re vendendoli per denaro 

Voglio diventare come Bud Spencer

Bob Loser presenta: "Voglio diventare come Bud Spencer", video dedicato al grande Bud!

Ricordo la pagina Facebook di Bob Loser: www.facebook.com/therealbobloser
e il canale YouTube: bit.do/BobLoser

 

Ho visto Nina volare

Ho visto Nina volare tra le corde dell’altalena. Un giorno la prenderò come il vento alla schiena.

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