(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: September 2016

Cascate del Carlone

Vi state già chiedendo dove ho scattato questa foto. Il luogo, se non lo conoscete, è a meno di 2 ore di passeggiata dal passo del Brallo. E sto parlando di una cosa tranquilla.

Si parte dalla piazza in direzione Via della Faggeta. Non sapete qual è? Ma dai, a Brallo è facile: via del Castagneto è per andare al castagneto, via della Pineta è dove c’è la pineta, via della Fontana… dove trovate la fontana e così via. E quindi? Dov’è la faggeta? Esatto, sulla strada che conduce a Dezza. Andate su di li, lasciatevi il paese alle spalle e raggiungete il campo da calcio del Pian del Lago. Siete già stanchi? Suvvia. Dopo qualche centinaio di metri, sulla destra troverete una stradina sterrata (finora era tutto asfalto) che vi conduce alla cosiddetta "Panoramica", che passa sopra Feligara e scende a Colleri. Imboccate quella, ma dopo poche decine di metri troverete un bivio sulla sinistra che invece porta alla "Fontana dei Ramà".


Probabilmente fin qui ci siete già stati. Fate una bella sosta alla fontana, riempite le borracce, sedetevi sulla panchina e poi ripartite.

A questo punto state passeggiando nel bosco, belli al fresco. Sulla vostra sinistra, da qualche parte, prosegue la strada per Dezza. Proseguite per questo largo sentiero che vi porta presto alla valle dietro alla valle dell’Avagnone (dietro a Feligara, dietro a Colleri, per intenderci). Che valle è? Beh, prende ovviamente il nome dal torrente che ci scorre, il Carlone.

Il sentiero si apre un po’ sulla destra e potete ammirare il panorama. Il Carlone poi scende scende scende e infine si butterà nella Trebbia nei pressi di Bobbio, ma a voi questo non interessa, continuate il percorso. Dopo un po’, sotto di voi, scorgerete delle case: è l’abitato di Mogliazze, dove è presente una cooperativa.

Quando arriverete nei pressi dei prati vedrete che c’è un cancello legato con una catena che ostruisce il passaggio. Non abbiatene paura, il sentiero continua proprio lì ! Se non ne siete convinti osservate  i segni dei percorsi CAI sugli alberi appena dopo la catena. Quindi che fare? Semplice: staccate il moschettone, passate e lo riattaccate. Probabilmente il cancelletto serve a non far uscire le bestie (mi è sembrato di sentire delle pecore, o capre, da qualche parte). La stessa cosa dovete fare una volta terminato il paese (paese è una parola grossa, sono quattro case, e non me ne vogliano). Da qui si scende a San Cristoforo. la strada più breve, e praticamente l’unica è quella asfaltata, anche perchè si scende parecchio come altitudine. Arrivati a San Cristoforo si può visitare la chiesa. Io non l’ho fatto e mi sono pentito, perchè volevo visitarla al ritorno, ma come vi spiegherò ho fatto un’altra strada. Dal secondo tornante del paese, si vede un sentierino, molto più stretto della strada sterrata di prima, che in un quarto d’ora vi porterà giù sul greto del Carlone. Qui, anche grazie ad una corda a cui aggrapparsi, potete scendere lungo questa suggestiva cascata e ammirarla dal basso

Siccome la camminata è stata priva di imprevisti, di difficoltà quasi nulla, cosa vuoi che faccia, mi sono inventato una strada alternativa. Ma perchè accidenti mi vengono queste caspita di idee? Non lo so.

Fatto sta che ho pensato: ma se io devo andare verso sudovest, e invece in primo tratto della via del ritorno va a est, perchè non taglio verso questo simpatico sentierino che va nella mia direzione? E infatti per una buona mezz’ora ho seguito questo sentiero che costeggia il torrente verso monte. Vai e vai, cammina cammina e il sentiero si fa sempre meno pulito, sempre più impervio. Ma continuo imperterrito. Ad un certo punto praticamente finisce nel bosco. Che faccio, torno? Non sia mai, e allora ho proseguito "ad cazzum" nel bosco, cercando di capire la direzione giusta. I nostri boschi non sono più come una volta, quindi zero pulizia, pieni di rami, sterpaglie, rovi. E inoltre, stando nei dintorni del Carlone, ero sempre a una quota troppo bassa, visto che la strada dell’andata stava sulla costa ad una quota di circa 900m e io ero sempre a circa 600m. Alla fine mi sono deciso a fare una deviazione, praticamente in verticale, aprendo una nuova via, che d’ora in avanti gli alpinisti ricorderanno come "Via Tordi". Alla fine della fiera ci ho messo più o meno come se avessi fatto la via del ritorno, che naturalmente consiglio a tutti perchè perdersi nel bosco può essere divertente, a volte piacevole, ma sconsigliabile. Ritornato sulla strada maestra ho raggiunto ancora la faggeta, la fontana dei Ramà, il pian del Lago e poi giù fino a Brallo.

 

Dio c’è

..ho il sospetto che adesso dietro l’angolo mi attenda un periodo di sfiga pazzesca!

Sfigato

Bob Loser presenta: "Sfigato", il video HIT estate 2016.

 

Ricordo la pagina Facebook di Bob Loser: www.facebook.com/therealbobloser

e il canale YouTube: bit.do/BobLoser

Paola & Umberto

Ecco un video del matrimonio dei miei amici Paola e Umberto. Siete bellissimi !

(Siccome sia Facebook che Youtube non mi facevano pubblicare il filmato per via del copyright sulle musiche, l’ho messo sul mio sito, se mi dovessero arrestare sappiatelo)

 

 

 

Ho la luna inversa

Leggo su "La Provincia Pavese" di oggi:

Allucinante: "a Trapani ci hanno spiegato i nostri diritti". Vuol dire che sanno benissimo che basta qualche piagnisteo x avere di più.
"In 4 in camera": oh poverini, addirittura? Un po’ di servizio militare e qualche calcio in culo come gli farebbe bene a questi…
Oh poverini, il cibo non gli piace, che disgrazia. Vai a spiegarglielo ai dipendenti della Cameron che stanno perdendo il lavoro quali sono i problemi della vita, vai a spiegargli che i problemi per cui coricarsi in mezzo alla strada sono il cibo in albergo che non ti piace e che sei "addirittura" in 4 in camera.
E infine "Molti hanno la scabbia" la scabbia? LA SCABBIA? Ma porcapaletta, ma la scabbia non l’hanno certo presa in Italia, e noi dobbiamo tenerceli, dargli un albergo e mantenerli? Mandiamo un gruppo di gente che ha avuto la casa distrutta dal terremoto a prenderli un po’ a schiaffonazzi (loro e soprattutto quelli che ce li mettono e ancor più a quelli che ce li vogliono tenere a spada tratta), altro che "in 4 in camera". Sono queste le cose di cui mi vergogno, e mi vergogno ancora di più vedendo gente che, in malafede e in buonafede, difende, giustifica, supporta e manda avanti questo sistema inefficiente, dispendioso, razzista, malavitoso che lucra su questo giro di immigrati (ah no scusate, se non dico "migranti" magari non capite, perché c’è gente che sulle parole ci fa un gran distinguo). 
 

E sapete perchè mi vergogno? Perchè la gente che dà ragione a questo sistema che va a prendere questa gente a pochi chilometri dalle coste libiche, poi se ne sbatte i coglioni dei nostri vecchi, senza ricordarsi che sono i nostri vecchi quelli che hanno pagato, col loro lavoro e con le loro tasse, le scuole (che vengono adesso usate, giustamente, da tutti), gli ospedali (che adesso vengono usati, giustamente, da tutti, magari relegando però gli stessi vecchi che li hanno pagati a fare file enormi al pronto soccorso perchè la priorità è curare due che si sono menati ubriachi alla stazione), strade (usate, giustamente, da tutti), ecc.
Non capisco se quelli in buonafede (e ne conosco) lo facciano perchè così si sentono la coscienza a posto (io non me la sentirei), o per ottusità e cecità, o per chissà quale altro motivo. Magari è solo ingenuità, pensano davvero che questi scappano tutti da una qualche guerra, pensano davvero che non ci sia la mafia dietro il business degli immigrati, pensano davvero che sia giusto un trattamento privilegiato rispetto ad altri. Come ho già spiegato altre volte: è un business, li metti in albergo e ci guadagno i politici, gli albergatori e gli immigrati. Chi paga? Come sempre, Pantalone.

Anteprima Galà della Moda 2016

Ecco un filmato amatoriale del mio amico Angelo Rosso della sfil…no…ehm…insomma del casino che abbiamo fatto sul palco. Appena disponibile metterò il video ufficiale.

 

A come Amici

Dopo tante cazzate che scrivo vorrei dire una cosa seria (diciamo semiseria, via). Cosa mi rimane della serata di sabato scorso? Tante cose, ma 5 in particolare. Vedere tanta gente che partecipa, che applaude, che si diverte, per una cosa che (nel mio 0,1%) mi sento di aver dato una mano a realizzare, beh mi sembra una bella soddisfazione. Poi mi è rimasta la frase che mi ha detto un bambino, non ve la posso dire pubblicamente, ma mi ha quasi commosso. La terza cosa…beh parlando di bambini: dopo la mia… come chiamarla… "sfilata"?… beh l’esibizione dei "miei" ragazzi, ricevere tanti complimenti, soprattutto dai bambini che mi fermavano per dirmi qualcosa (per esempio, mentre riportavo gli articoli in negozio una bambina, mai vista prima, mi dice: "Ciao Fabio". Io penso: "come fa a sapere il mio nome?" e lei aggiunge "Fabio Rovazzi") Beh ma dovrei pagare per avere un pubblico così, penso che far divertire i piccoli sia la cosa più bella che ci sia.
Poi volevo ringraziare Cinzia, mia sorella, e Alina, per il loro aiuto, altrimenti io nel mio casino mi perdo.
E la quinta cosa, ma la prima nel mio cuore, è la conferma, la sorpresa, la fierezza, l’orgoglio di aver collaborato con un gruppo di Amici. E come vedete l’ho scritto con la maiuscola. Non sto li a dire che ci sono persone che si sono sbattute oltremodo per la realizzazione del Galà della Moda perchè poi mi cazziano dicendo che ognuno ha contribuito, volemose bene, ecc, ma in realtà c’è gente che si è fatta dei culi pazzeschi, "tralasciando" il lavoro e la famiglia, mettendoci quella che si definisce "passione". Perchè senza passione sarebbero rimasti in casa a guardare la tv, o avrebbero dedicato più tempo al loro negozio, ai loro amici, ai loro figli invece di organizzare, fare riunioni, telefonate, ancora riunioni, messaggi, girato per mille posti, incontrato mille persone…. (riunioni l’ho già detto?). E oltre la passione c’è un’altra cosa che traspare, chi ci conosce lo sa e chi ci vede insieme lo capisce al volo, e si chiama AMICIZIA. Quella cosa che non hai bisogno di spiegarla, basta guardare noi. Lo so che non ci si ringrazia per dei sentimenti, e allora vi ringrazio per la passione che ci avete messo.

La dura legge del gol

Quanti in questi anni ci han deluso quanti col sorriso dopo l’uso ci hanno buttato . Si alza dalla sedia del bar chiuso lentamente Orio e all’improvviso dice: "Voi non capite un cazzo è un po’come nel calcio" È la dura legge del gol, fai un gran bel gioco però se non hai difesa gli altri segnano e poi vincono

Siro del Brallo – Puntata 14 – Someglio

Siro ci parla di Someglio, un paesino del comune di Brallo

Selfie mossi

 Non so se son pazzo o sono un genio, faccio i selfie mossi come Gue Pequeno…ANDIAMO A COMANDARE !

 

Semantica lessicale di raccolta differenziata

Nei discorsi da bar, ma anche sui giornali, si fa molta confusione tra "differenziata" e "differenziata porta a porta".

Leggevo che prima o poi partirà la "differenziata" in tutta Voghera. Oppure mi sento dire che io sarei contrario alla "differenziata".

No, intendiamoci. Per "Raccolta differenziata", Wikipedia recita: "la raccolta differenziata indica un sistema di raccolta dei rifiuti che prevede una prima differenziazione in base al tipo da parte dei cittadini diversificandola dalla raccolta totalmente indifferenziata. Il fine ultimo è dunque la separazione dei rifiuti in modo tale da reindirizzare ciascuna tipologia di rifiuto differenziato verso il rispettivo più adatto trattamento di smaltimento o recupero che va dallo stoccaggio in discarica o all’incenerimento/termovalorizzazione per il residuo indifferenziato, al compostaggio per l’organico e al riciclo per il differenziato propriamente detto (carta, vetro, lattine, plastica)."

E su questo io sono d’accordissimo. Sono favorevolissimo, è giustissimo e così via di superlativi. A mio avviso bisognerebbe solo migliorare la situazione in questo modo:

  • Mettendo più cassonetti di raccolta differenziata in più punti.
  • Svuotandoli con la giusta regolarità.
  • Insegnare ai cittadini (con corsi, opuscoli, siti internet e tutto ciò che serve) su quale rifiuto vada in quale contenitore (per alcuni oggetti è facile, ho una bottiglia e la butto nel vetro, ma il tappo? il cartone del latte? la confezione delle merendine? il giocattolo rotto?, ecc.)

Poi ci vorrebbe anche un intervento del legislatore che obblighi un po’ le ditte produttrici ad usare meno imballaggi. Non so se ci fate caso, ma ogni volta che fate la spesa avete portato a casa una quantità di imballaggi quasi pari ai prodotti acquistati. Tutto provocato anche dalla mania iper-igienista che fa confezionare i prodotti alimentari quasi ad uno ad uno e dalle politiche di marketing che cercano la soluzione più accattivante.

E fino qui tutto bene. Poi è arrivato qualche genio (del male) che ha inventato la soluzione della raccolta differenziata porta-a-porta. Perchè non mi piace? Ecco i motivi:

  • Non è più comodo che quando ho la mia bella rumenta differenziata io esca e vada a buttarla nel cassonetto differenziato invece che tenermela in casa?
  • Non ricordo mai i giorni in cui devo mettere fuori il tal pattume o il tal altro.
  • A volte non sono a casa. Per esempio: spesso la domenica sera mi fermo a Brallo e quindi il lunedì mattina non posso mettere fuori casa la carta. E così me la devo tenere in casa un’altra settimana. Scomodissimo.
  • Costa meno svuotare un cassonetto, posizionato in un posto fisso, che serve 100 famiglie o 100 bidoni posti davanti a 100 case?
  • E’ bello girare per la città e vedere sempre un bidone di spazzatura davanti a casa?

Quindi non dite: adesso ci sarà la differenziata, perché la differenziata C’E’ GIA’ !
E’ la differenziata porta-a-porta che è una cagata pazzesca.

La chiesa di Collistano

Egoista…Certo…Perché no!! Perché non dovrei esserlo… Quando c’ho il mal di stomaco… Ce l’ho io, mica te!!…O no!!!

Da Rovaiolo Vecchio alla vetta del Monte Lesima

Livello di difficoltà (considerando turisti fai-da-te): 4,5 stelle
Panorama: 5 stelle
Tempo: oltre 5 ore
Dislivello: quasi mille metri (in ascesa, poi da Lesima a Brallo circa 700 in giù)
Livello di soddisfazione: parecchia

Si parte dal Passo del Brallo in auto e si imbocca la strada che porta verso sud in direzione fiume Trebbia. Dopo il paese di Rovaiolo si parcheggia sulla destra in prossimità del bivio verso Rovaiolo Vecchio (non ci sono indicazioni). Da questo punto si prosegue a piedi. La strada non è asfaltata, ma è larga e facilmente percorribile senza nessun tipo difficoltà. In un quarto d’ora di cammino, superato il ponticello sul torrente Avagnone si sale e si arriva al cosiddetto “paese fantasma”.

Da qui l’impresa si fa ardua: si imbocca il sentiero 125 che porta in su, sempre in su, inesorabilmente e ripidamente in su. Il tracciato è abbastanza stretto, ma praticamente tutto pulito e ben segnato, non ci si può sbagliare. Ci si muove quasi sempre nel bosco, a ridosso della cresta, dalla quale a volte si gode di stupendi panorami sulla val Trebbia.

C’è un singolare punto dove è stata istallata una corda per aiutare la salita. Saranno circa un paio di metri, ma non fatevi spaventare: io li ho superati senza corda e senza appoggiare le mani, quindi se ce l’ho fatta io che non sono certo uno stambecco

Dopo 4 ore, di cui una mezz’ora di pausa, si raggiunge la strada asfaltata che dai Piani del Lesima va a Zerba. Da qui, se vi spostate per qualche metro, potete ammirare lo spaventoso “Canalone dell’Inferno”, che è a fianco a quello appena percorso.

Occorre percorrere la strada in direzione Piani del Lesima per qualche centinaio di metri, dopodichè sulla sinistra si notano le indicazioni per la vetta del monte. Da questa parti c’è anche la fontana della Gambetta, ma non è per nulla segnalata bene e si fa fatica a trovarla. Io sapevo che c’era e c’ero già stato, quindi mi sono sbattuto e, girando, l’ho trovata.

La salita verso la vetta, fatta da me parecchie volte, in confronto a quella di sotto mi sembrava una barzelletta. In realtà, prima sale nel bosco e poi nei pascoli, abbastanza ripida e sassosa. Le ultime centinaia di metri prima della vetta sono parecchio rognose, in quanto le pietre fanno scivolare i piedi. Una volta arrivati in vetta… beh che ve lo dico a fare: una figata. Peccato per ‘sto cazzo di coso che hanno costruito a ridosso del cucuzzolo, ai tempi dei mondiali di Italia ’90.

A questo punto si scende lungo il crinale, in direzione opposta. Il sentiero ufficiale ad un certo punto costeggia la strada asfaltata da Cima Colletta al Passo del Giovà, e ne abbiamo approfittato per “tagliare”. Poi, invece di proseguire verso Cima Colletta, abbiamo preso il sentiero che taglia il versante per raggiungere direttamente Bocco. Il sentiero è stretto, poco pulito, e in pendenza (verso valle, quindi a destra). Onestamente mi è piaciuto molto di più quello che scende sempre a Bocco da Cima Colletta che ho fatto lo scorso anno. Attraversato Bocco, si percorre qualche decina di metri di asfalto e si scende verso il passo del Brallo (tagliando via quindi il paese di Bralello). Arrivati !

Un apostrofo rosa?

L’amore è un incidente mortale tra solitudini e illusioni e sogni che si sciolgono in lacrime…

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