Lunedi 17 marzo 2014 – Ore 08:09

Terzo e ultimo giorno. Ho fatto una bella dormita rigenerante, mentre me la sciallo ancora nel letto butto giù qualche pensiero.

La giornata sembrerebbe più freddina. Dopo la doccia dovrò fare un piano d’attacco per la giornata. I punti sicuri sono: Anna, Camden Town e l’aereo. I possibili sono: Trafalgar Square, ancora un giro a SOHO, Covent Garden, Canary Wharf, ritrovare Maurizio per un saluto, British Museum e altro. Ovviamente ci sarebbero mille posti da vedere, turistici e non (come il Regent’s Park)

E’ forte, ripeto, che oltre al mio gironzolare solitario abbia potuto contare su Maurizio e Celia, che mi hanno parlato di Londra, della sua vita, mi hanno portato a vedere un angolo non turistico come Clapham (altra stranezza linguistica: chissà perchè si pronuncia Clapam e non Clafam…un po’ come il Tamigi, Thames, che si pronuncia Thems e non Theims). Si è stato proprio piacevole aver avuto due guide così, grazie.

Agli amici non interessa se sei brutto o bello, povero o ricco, che lavoro fai, dove abiti o quanto guadagni. E’ quasi commovente sapere che al mondo c’è un legame così bello come l’amicizia.

Ieri sera poi arrivo finalmente a Waterloo Station. Il treno per il ritorno "ovviamente" andava più piano di quello che ho preso per sbaglio. Gli ultimi minuti li ho fatti in compagnia di un giovane tifoso del Manchester United, che pensando fossi spagnolo mi ha citato Barcellona e Real Madrid. Lui tornava da una partita col Liverpool. Quando gli ho detto che sono italiano mi ha citato "Inter Milàn" e "EI SI Milàn", da noi prosaicamente dette Inter e Mìlan. Mi precipito subito in underground e trovo l’ultimo treno disponibile della Jubilee. Dovrei cambiare a Bond Street per la Central, ma non faccio in tempo, è passata mezzanotte ed è chiusa. Mi faccio Oxford Street fino a dopo Marble Arch. E pensare che la primissima volta a Londra sono arrivato proprio a Marble Arch. C’è un sacco di gente ancora in giro. Poi prendo la 390: mi passa davanti, la riconosco, corro fino alla fermata e salgo. Non ricordavo più le corse 24h, mi ha risparmiato altri 30 minuti buoni di cammino. In questo momento mi sta squillando il cell: è la prima chiamata che ricevo in questi giorni e naturalmente è un numero che non ho, quindi non rispondo. Le telefonate che ho fatto io sempre senza successo.

Qualcosa mi manca dell’Italia. Talvolta è un pensiero generico, un astratto. A volte come in un flash mi affiorano mille ricordi in un istante. Basta veder un qualcosa, pensare a una situazione, un oggetto. Penso al sole, alle vibrazioni, alle risate, alle scosse, alle sensazioni. C’è qualcosa nell’aria. Chissà… C’è chi dice che è meglio avere sprazzi di allegria e parvenza di felicità, ma io non mi accontento, e quindi meglio la malinconia vera che l’allegria forzata. La felicità non si misura in aperitivi.

Ora affrontiamo quest’ultima giornata londinese.


Bayswater / Queensway è casa mia :-)

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