(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Kursaal

E poi ci troveremo come le star a bere un cocktail al Kursaal, al Giardy, al Mille, al Vertigo, al Rolling… Praticamente sono tutti posti fantasma, non esistono più.

Oggi vi parlerò del Kursaal, di cosa è stato per me. Quando ero ragazzino si andava al Kursaal a giocare ai videogiochi. Era aperto (solo d’estate ovviamente) tutti i giorni, al pomeriggio e alla sera. Noi bambinetti frequentavamo il “parco” (la pineta con parco giochi dietro casa mia) e altri posti di Brallo. Ogni tanto ci spingevamo fino al Kursaal. Da ragazzino invece andavo sempre tutti i giorni. Per chi non c’è mai stato: il K è un locale mitico e storico di Brallo. E’ costruito sotto strada e quindi c’è una stradina che lo costeggia che arriva ai vari piani. In fondo c’era la salagiochi. A metà il bar e la discoteca e in alto il ristorante. Io il ristorante non l’ho mai visto aperto. Noi andavamo solo per la salagiochi. Ricordo una volta che c’era un giochino che, appena acceso, è andato in tilt e ha regalato crediti infiniti. Abbiamo giocato tutto il pomeriggio a Super Mario Bros, che resta il mio videogame preferito di tutti i tempi. Poi ricordo Dragon’s Lair, sembrava di poter toccare il futuro. Mio padre mi dava mille lire al giorno che bastavano per 5 partite, visto che il gettone ne costava 200. Però riuscivo a passare tutto il pomeriggio e tutta la sera. Verso i 16/17 anni ho iniziato a frequentare anche la discoteca. Ma per me il K è diventato mitico nel 1992 (dico sempre che prima o poi vi parlerò di quell’estate, ma non so se lo farò mai, è troppo intensa per poterla raccontare a parole, ma è una di quelle cose che ha segnato la mia vita). E le estati successive sono sempre state all’insegna del Kursaal. In quegli anni non apriva più di pomeriggio, ma solo di sera. E negli anni successivi solo le sere di discoteca, che erano martedi, giovedi e domenica. Si andava lì presto, verso le nove e mezza. Si faceva un giro in salagiochi, due parole, due partite, magari un calcetto, una carambola, per i più sportivi un pingpong. Niente bere, al limite qualche partita perché soldini ne giravano pochi. Poi tornavamo giù in paese, dove magari le consumazioni a bar costavano meno. Verso le 11, 11 e mezza si tornava su per la discoteca. La musica bella era a quell’ora. In quel periodo la dance del momento era la neonata Techno. Che figata. Ne mettevano una mezz’oretta, poi si passava al rock, al revival e altre quisquilie del genere. Ballavamo, giravamo, chiacchieravamo, conoscevamo tutti, andavamo a bere, a fare la coda in bagno, a prendere un panino, magari un giro ancora di sotto in salagiochi, ci si provava con le tipe, sempre rigorosamente senza successo, perché noi siamo e saremo come Jack Fruciante, quelli “fuori”. E poi c’era un posto eccezionale: la porta dii sicurezza che dava sui gradini dietro. Ci si ritrovava lì, era un “posto” di aggregazione, dove rifugiarsi per chiacchierare senza dover urlare, e dove vedevi il 90% di quello che c’era da vedere: risse, amori… quasi tutto avveniva lì. Al k c’era gente di tutta l’Alta Valle Staffora. Da Varzi in su erano tutti lì, e poi qualcuno anche più giù, fino a Voghera e talvolta molto oltre.

 

E poi la colla per comprare un panino in due. E gli sbirri col mitra. E poi accompagnare un amico a casa per poi poter ritornare. Ehi, erano altri tempi, il locale chiudeva alle 2 e mezza, ed era tardissimo. Io fino ai 18 anni dovevo tornare a mezzanotte!!! Le due le facevo solo “l’ultima sera del Kursaal”, avvenimento che non mi sarei perso per niente al mondo, un anno ci sono andato con la febbre. Poi per un anno, niente Kursaal, ma lo avresti aspettato. Quando finiva la scuola sapevi che dopo poco tempo avrebbe riaperto. Quando le giornate si allungavano e potevi uscire ancora dopocena col chiaro sapevi che da li a poco il K si sarebbe animato di tanta gente. Quante avventure, quante storie, quanti amici, quante piombe in quel posto. Quella discesa me la rivedo ancora davanti agli occhi. E la pista, i divanetti, le luci, la staccionata. Perfino le turche mi ricordo. Una parte di me è sicuramente ancora al K, che vaga tra le stanze ormai vuote. Le estati più belle della mia vita, dai 18 ai 24 anni le ho passate li. Grazie Kursaal, sei sicuramente un ricordo molto importante della mia vita.

(Visto 150 volte, di cui 1 oggi)

Commenti

comments

Previous

Viaggiatore della notte

Next

Verbo Pronominale

4 Comments

  1. sabrina

    quanti ricordi….posto mitico

  2. KSR

    Riaprite il KURSAAL !!!
    Quanti ricordi, che serate indimenticabili, che piombe!!(bionde poche).
    Grazie Fabio che mi hai fatto rivivere quelle magnifiche estati

  3. Benedetta

    Sono d’accordo sulla riapertura del Kursaal, troppo bello!!!!

  4. simone

    Mi hai fatto scendere una lacrima :) e vi ricordate per caso la discoteca “giardinetto”? Io passavo le mie estati al bralello…..compagnia di almeno 20 persone e chissà che fine hanno fatto. …..

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén