(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Nella notte

Non c’è storia in questa città: nessuno si diverte e mai si divertirà. Lascia perdere tutta questa gente, e non credere di te non importa niente. Sono sempre pronti a giudicare tutto quello che fai: come ti vesti e con chi ti incontrerai, ma non te la prendere loro sono fatti così, devi solo credere che un giorno te ne andrai di qui. Lo strano percorso di ognuno di noi, che neanche un grande libro un grande film potrebbero descrivere mai per quanto è complicato e imprevedibile; per quanto in un secondo tutto può cambiare niente resta com’è. E ti vorrei chiamare.. si però a quest’ora ti arrabbierai.. e poi per cosa dire.. a metà io so che mi bloccherei. Perché non è facile, forse nemmeno utile, certe cose chiare dentro poi non escono, restano, restano. Vorrei dirti, vorrei: ti sento vivere. In tutto quello che faccio e non faccio ci sei,  mi sembra che tu sia qui sempre. Un mattino in un autogrill, io e la mia tazza di caffè, scende un uomo da un bilico e si siede accanto a me. Rubrica, numero, preme invio: "amore, scusami sono io… soltanto volevo dirti che mi sei mancata, baby, I’m comin’ home..". Ho ripreso la macchina e sono ritornato qui. C’è una luna bellissima e vengo a prenderti, perchè ogni giorno è diverso e anche se sembrano uguali c’è anche un dettaglio invisibile, sempre qualcosa, qualcosa che… forse che si fa quello che si può forse che si fa quello che si capita con più o meno dignità… Siamo qui  tante vittorie, giorni bellissimi, sconfitte stupide, giorni difficili, tristezze ed euforia, gioie e dolori, ma sento sempre che tu ci sei, che anche quand’è dura non te ne vai, che anche coi denti combatterai: sempre accanto a me non mi abbandonerai. E siamo qui ai piedi in una strada che sale su ripida e dissestata. La chiamano età della ragione, ci passano miliardi di persone. Io spero di poterla fare tutta. Guardare giù quando arriverò in vetta… anche arrancando come quel vecchissimo Peugeot. E tutto va come deve andare… o per lo meno così dicono. E tutto va come deve andare… o per lo meno me lo auguro. Dimmi come mai, ma chi sarai per fare questo a me: notti intere ad aspettarti, ad aspettare te. Dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui.. qui seduto in una stanza pregando per un sì. Quanti in questi anni ci han deluso, quanti col sorriso dopo l’uso ci hanno buttato. Si alza dalla sedia del bar chiuso lentamente Cisco e all’improvviso dice: "Voi non capite un cazzo è un po’ come nel calcio: è la dura legge del gol. Fai un gran bel gioco però se non hai difesa gli altri segnano e poi vincono. Loro stanno chiusi, ma alla prima opportunità salgon subito e la buttan dentro a noi". Eccoti, anche ora che non sei in casa. Tu sei qui mi parla di te ogni cosa: gli oggetti sembrano trasmettermi l’amore nello sceglierli. Eccoti, finalmente sei arrivata e sei qui. Non sai quanto mi sei mancata. Speravo tu esistessi però non immaginavo tanto: sei il primo mio pensiero che al mattino mi sveglia, l’ultimo desiderio che la notte mi culla. Sei la ragione più profonda di ogni mio gesto, la storia più incredibile che conosco. Io che avevo i fatti miei ti ricordi quella con quegli occhi grandi che anche tu mi dicevi è troppo bella. Forse è stato il tempo, forse quella solitudine che ci portiamo dentro però credimi: se tornerai magari poi noi riconquisteremo tutto come tanti anni fa quando per noi forse la vita era più facile… Forse un giorno sarà bello, sarà bello prima o poi. Io non mi arrenderò, tanto so che il tempo mi aiuterà …solo di notte quel brivido alla gola…Però sai che i cowboy non mollano: se gli spari poi si rialzano. Il destino può rallentarli però i cowboy non mollano !!!! Quell’amore che i cantanti cantano: tanto forte, potente, immenso che sembra esagerato e impossibile. Con il petto che sembra esplodere, che non serve altro in più per vivere, che potrebbe scomparire l’universo tranne noi, tranne noi. Non c’è niente al mondo che valga un secondo vissuto accanto a te, che valga un gesto tuo,  o un tuo movimento, perché niente al mondo mi ha mai dato tanto da emozionarmi come quando siamo noi, nient’altro che noi.

 

 

 

 

Gli anni d’oro

Lo so che fa schifo, che è ridicolo, inascoltabile, fa ridere, anzi fa piangere tant’è brutto… ma è un esperimento, tutto qui. Specialmente per me stesso. E ormai non ho più vergogna di niente.

cinquemila di benza
altrimenti siamo senza
lanciati sulla strada
e dove andiamo pazienza
ricordo per chiamare 
non avevo il cellulare 
la musica fra non era tutta uguale
dovrei fare le somme 
sembra che non so contare 
perfino alla mia famiglia 
non so più che raccontare 
da quando sono grande
ora vivo alla grande
mi credono diverso 
e si fan tante domande
pero io mi ricordo le giornate
in strada coi miei fratelli 
su un'auto scassata che 
a noi sembrava un'audi
ricordo le serate
su al parchetto o al giardinetto
oppure su al kursaal
stanchi su quel divanetto
le uova a carnevale
cioccolata a natale
io ti guardo e tu mi guardi 
dov'è che vogliamo andare?
se finisce 'sta benzina
metti su la cassettina
il trono era una panchina 
vorrei tutto come prima 

passano gli anni e io non metto
questa testa a posto 
sempre più deciso a fare festa
ed il cappello in testa
ho un po' più di esperienza 
qualche segno in più sul corpo 
qualche amico l' ho lasciato 
per la strada 
qualcun altro é come morto 
ora l'auto é un'auto grande 
per il resto frate 
sono diventato zio 
e lo zio é diventato padre 
in quanto a voglia sono un colosso 
perché ho ancora la fame addosso 
e fra mi scasso ancora 
ogni volta che posso 
peró ricordo ieri 
avevo piu amore e più amici veri 
oggi ho soltanto più menate soldi e pensieri 
ho quei giorni nella testa 
una bottiglia ed era festa 
la scuola mi bastava saltarla 
che mi sentivo gangsta 

ma lei ha gli occhi più grandi 
che abbia mai visto 
é dentro ogni rima d'amore 
che partorisco
siamo un re ed una regina 
un bambino ed una bambina 
ricordo d'estate su quella panchina
t'ho detto cose mai dette prima

noi riconquisteremo tutto

Domenica sera siamo stati a Torino al Palaolimpico a vedere il concerto degli 883… pardon di Max Pezzali, ma io sono ahimè ancora abituato a dire così.

Le canzoni di Max fanno parte della mia giovinezza. Nel 1992 l’Uomo Ragno ha fatto parte della mia estate fantastica e le altre canzoni del primo album mi hanno fatto conoscere questo ragazzo diverso dagli altri cantanti: non era una persona "lontana", ma col suo linguaggio, coi suoi testi e col suo modo di essere era "uno di noi". L’anno dopo "Nord Sud Ovest Est" ha accompagnato l’estate della "maturità", e così a seguire negli anni le canzoni di "Remix 94", "Il grande incubo", "La dura legge del gol" e così via…

Max ha sempre avuto questa capacità: parlare come "noi", anzi essere come noi. Non è il cantante che senti distante, ma uno che ti sembra un tuo amico, che dice le cose che pensi anche tu, nel modo in cui le diresti tu (se ne fossi capace). 

Ho "rischiato" di andare a vederlo live, ma alla fine non ci sono mai andato. Finalmente l’altro giorno, dopo vent’anni, io e il mio "amico" Max…e siamo qui ai piedi in una strada che sale su ripida e dissestata. La chiamano età della ragione, ci passano miliardi di persone…Io spero di poterla fare tutta, guardare giù quando arriverò in vetta.. anche arrancando come quel vecchissimo Peugeot !!! (che nel mio caso era una Talbot)

 

Mauro Repetto

Forse non tutti sanno che… anche il biondino degli 883, dopo aver lasciato il duo, si era cimentato come "cantante" (beh, cantante per modo di dire). Mi sembrava di ricordare questa schifezza e allora l’ho cercata su youtube, eccola:

http://youtu.be/mWPLDWrJuM0

Se invece vi siete persi sui social questa bella pubblicità della Evian:

http://youtu.be/mWPLDWrJuM0

A proposito degli 883, l’altro giorno è andata in onda una puntata dedicata a Max Pezzali e la sua storia. Io non l’ho vista, me l’ha detto Elisa, ma la puntata la trovate cliccando qui (quando ho tempo la guardo)

L'età della ragione

Erano le vacanze di natale dell’anno di quel freddo micidiale, il mio peugeot col gelo arrancava, tossiva un po’, partiva e si fermava. Mi superò uno col fifty nero: lo vidi che rideva, son sicuro, dall’alto del suo fifty, sia di me che del peugeot. Così tornai a casa un po’ umiliato, col ghiaccio che dal chiodo era entrato in profondità nel mio orgoglio ferito: è allora che al volo ho realizzato il rischio di passare la mia vita sopra a un peugeot che arrancava in salita, mentre uno con il fifty ti sorpassa, ride, e va. E tutto va come deve andare, o per lo meno così dicono. E tutto va come deve andare, o per lo meno me lo auguro. Se ne andò il tempo delle mele e arrivò l’inferno delle pere: amici che non avrei + rivisto, sbattuti là ,scaraventati in pasto a una realtà che qualche anno dopo avrebbe già riscosso il suo tributo. Da sola o con le "quattro letterine magiche". E c’erano quelli già sistemati in società, temuti e rispettati. Guardavano con schifo malcelato persone con cui avevano vissuto: non era + il tempo di parlare con gente che era così inferiore, ridendo di un peugeot in salita che non ce la fa. E tutto va come deve andare, o per lo meno così dicono. E tutto va come deve andare, o per lo meno me lo auguro. E siamo qui ai piedi in una strada che sale su ripida e dissestata: la chiamano età della ragione, ci passano miliardi di persone. Io spero di poterla fare tutta, guardare giù quando arriverò in vetta (anche arrancando come quel vecchissimo peugeot). E tutto va come deve andare, o per lo meno così dicono. E tutto va come deve andare, o per lo meno me lo auguro…


La Morte di Marat – Jacques-Louis David – 1793 – Musées Royaux des Beaux-Arts – Bruxelles.

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