(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Libanese a Pavia

Siamo stati a provare il ristorante Byblos, cucina libanese.Come ben sa chi mi conosce io non amo la cucina etnica, ma non la disdegno. Nel senso che so benissimo che nella trattoria italiana mangio mille volte meglio cose che mi piacciono mille volte di piu’, ma ogni tanto per provare…

Diciamo che mi è sembrata sempre particolare, un po’ meno speziata dell’indiano. ovviamente non so dirvi cosa ho mangiato…boh? Delle cose… Però ragazzi, parliamoci chiaro: se le ho mangiate io le può mangiare chiunque.

Ripeto: la cucina è accettabile, ci sono tante varietà di pietanze. Basta prendere un "misto" e troverete di certo qualcosa di vostro gradimento, io ho assaggiato un po’ di tutto.

E’ in centro a Pavia, quindi non fate neanche fatica a trovarlo. I prezzi sono giusti. Fateci un giro.

Sangria Pavia

Siamo stati in questo ristorante spagnolo di Pavia. Non ci ero mai stato, mi si dice che è difficile trovare posto, sempre meglio prenotare oppure…essere in pochi. Abbiamo preso una paella e sangria, un classicone insomma. Era un piatto misto, pesce e carne. Come sanno quelli che mi conoscono non vado matto per il pesce (lo mangio, ma di sicuro non è uno dei miei piatti preferiti: volete mettere un piatto di pansoti alla salsa di noci o una cotoletta alla milanese fatta bene? Ma non scherziamo), ma comunque lo mangio. Eppoi (vi piace questa parola o la trovate una cafonata?) non lo mangio certo tutti i giorni, ogni tanto si può fare. Detto questo, torniamo al discorso: paella buona, locale carino e simpatico, sangria accettabile. Quindi se vi capita, fateci una scappata e non ve ne pentirete.

Archivio Chiolini

Recita il sito:

"L’archivio fotografico di Guglielmo Chiolini (Pavia 1900 – 1991) è stato acquisito nel 2009 dal Comune di Pavia – grazie al contributo della Fondazione Cariplo e dell’Unione Industriali della Provincia di Pavia – ed è conservato presso i Musei Civici del Castello Visconteo.

Consta di oltre 880.000 immagini fotografiche tra positivi, negativi e diapositive, eseguite dal professionista a partire dalla metà degli anni ’20 e sino agli anni ’80: da principio soprattutto paesaggi naturali del Ticino e del territorio pavese, manifestazioni e personaggi della vita politica e sociale del ventennio, vedute della città in via di trasformazione tra edilizia fascista e ricostruzione post-bellica; poi, dagli anni ’60, anche riprese dei grandi cantieri delle infrastrutture italiane ed europee, quali autostrade, dighe, trafori, documentazione dello sviluppo economico cittadino e non, gruppi fotografici per l’Ateneo, l’Ospedale, le celebrazioni famigliari di matrimoni ecc."

C’è una sezione dedicata alle industrie dell’Oltrepo Pavese, con foto molto molto molto ma molto belle, eccole:

http://www.museicivici.pavia.it/archiviochiolini/industria/oltrepo.html

 

La Torre degli Aquila

Sono stato a cena in questo ristorantino di Pavia. E’ proprio in centro, in Strada Nuova

E’ piccolino, perlomeno se non ha altre stanze oltre a quella dove abbiamo cenato, ma non credo. Sulle pareti ha appeso vecchi attrezzi, mi ha ricordato un po’ l’altro ristorante qui vicino, il Cupolone.

Come antipasti, dalle nostre parti non puoi sbagliarti: salumi su salumi, niente da dire! Sembrava quasi però di stare all’estero, parlavano tutti inglese. Probabilmente c’era in giro un qualche simposio di professoroni. Infatti, nel tavolo a fianco (e il posto è talmente piccolo che TUTTI I TAVOLI sono "a fianco") ho riconosciuto due miei professori ai tempi di Ingegneria. Non mitici, miticissimi. Non dico i nome per la privacy, dico solo che sono marito e moglie e chi c’era a quei tempi capirà.

Come primo (e unico) piatto ho assaporato gli gnocchi di patate e pancetta con ragù di manzo e vitello tagliato al coltello. Very Good. Saltato il secondo, per dolce ho scelto la mousse di castagne con salsa al bracchetto e biscotto canestrello. Più facile a mangiarsi che a scriversi, delicata e deliziosa.

Vino? Sicuramente era un Bonarda fermo dell’Oltrepo. Purtroppo non ricordo la cantina, non vorrei dire una stronzata, ma mi pare Casarini

Il posto è carino, è facilissimamente raggiungibile. Vista la carenza dei posti bisogna prenotare. Uno di quei posti che bisogna almeno provare una volta, visto che ci si passa sempre davanti!

 

Il comune di Pregola nel 1859

Tratto da
"Monografia di Bobbio ovvero Cenni Storici statistici, topografici ed economici"
di Daniele Bertacchi. Pinerolo, 1859

Egli era un medico veterinario militare, nato a Bobbio, che scrisse questa monografia quando aveva all’incirca 40 anni (8 lustri, dice lui) dopo che si era allontanato dal paese natio da più di 15 anni e dopo esser diventato bibliotecario presso la Scuola Militare di Cavalleria.

Bobbio era allora la provincia all’estremo confine orientale dello Stato di Sardegna. Confinava con Piacenza (Ducato di Parma), con la provincia di Voghera (a Bagnaria, chiamata "Bagnara"), con la provincia di Chiavari, con quella di Genova, quella di Novi Ligure e quella di Tortona. 
E’ un lavoro molto interessante, quello del Bertacchi, che oltre a una sequenza di numeri e statistiche, inserisce anche annotazioni interessanti. Come la critica che fa alla strada che collega il capoluogo a Varzi, fatta passare a suo parere sulla parte sbagliata del monte Penice, spendendo inutilmente denaro e rendendola così piena di curve e con molte salite che affaticano i cavalli. In questo modo dice che Varzi ha molte più relazioni con Voghera che con Bobbio e "passeranno forse dei secoli prima di poterla soppiantare". In realtà l’alta Valle Staffora non ha mai avuto forti legami col bobbiese (per non dire scarsissimi), tant’è che successivamente ha seguito le sorti di Voghera finendo nella provincia dell‘ex-austriaca città di Pavia.
Altro particolare curioso, citato dall’autore, è che proprio nel 1859, mentre si doveva stampare quel libro, gli austriaci occuparono Bobbio, ma furono prontamente scacciati. Pochi mesi dopo la provincia di Bobbio venne sciolta e fatta confluire per l’appunto nella provincia di Pavia. In seguito, nel 1923, i cuoi comuni furono ripartiti tra le province di Pavia, Piacenza e Genova.

Ecco quali erano i comuni della provincia, con indicato tra parentesi la provincia attuale: Bobbio (PV), Pregola (attualmente il comune è denominato Brallo di Pregola, PV), Romagnese (PV), Corte Brugnatella (PC), Ottone (PC), Cerignale (PC), Zerba (PC), Gorreto (GE), Rovegno (GE), Fontanigorda (GE), Rondanina (GE), Fascia (GE), Varzi (PV), Bagnara (Bagnaria, PV), Sagliano (attualmente frazione di Varzi, PV), Pietra Gavina (Pietragavina, PV), Val di Nizza (PV), Cella di Bobbio (attualmente Cella frazione di Varzi, PV), Santa Margherita di Bobbio (Santa Margherita Staffora, PV), Menconico (PV), Zavattarello (PV), Valverde (PV), Trebecco (frazione di Nibbiano, PC), Ruino (PV), Caminata (PC), Fortunago (PV), Sant’Albano (frazione di Val di Nizza, PV),.

Eccone la descrizione del Comune di Pregola:

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PREGOLA (Pregula)

Giace in una vallata tra i monti Penice, Lesima ed Ebro, nelle valli della Staffora e della Trebbia, all’ovest sud-ovest di Bobbio, da cui dista chil 10,80.

Gli sono annessi l’intiera parrocchia dedicata a S. Innocenzo, una sua succursale dedicata a S. Lorenzo, la parrocchia di Cencerrato sotto l’invocazione di S. Gioanni Battista, una cappellania consacrata a M. V. Assunta, ed un’altra del villaggio di Pratolungo, frazione della parrocchia della Pieve; e finalmente quella di Montarzolo dedita a S. Giacomo apostolo.

In tutte queste chiese nulla havvi di particolare ad osservarsi, e tutta la popolazione del Comune è distribuita nelle tre seguenti parrocchie: S. Agata in Pregola, S. Gioanni Battista in Cencerrato, e S. Innocenzo in Colleri. La chiesa di Pregola è di moderna costruzione e di bel disegno – Diocesi di Bobbio.

Il suolo, quantunque in generale poco fecondo, tuttavia produce frumento, segala, grano turco e legumi. Il monte Lesima è di qualche fertilità pei suoi pascoli.

Le vie comunali sono quelle che mettono a Bobbio, Ottone e Varzi, e si trovano tutte in mediocre stato. Quella che guida alla Cima della Colletta presso il Barostro è chiamata strada di Annibale.

Oltre il fiume Trebbia, che bagna il confine sud-est di questo Comune, scorrono quivi i torrenti Avignone, Montagnola e Staffora. L’Avignone ha origine da una sorgente detta la Fontana dei Tovi sul monte Lago, e, ingrossato da molti rivi di destra e di sinistra, sbocca nella Trebbia vicino a Ponte Organasco, in direzione di maestro a scirocco.

Il Montagnola nasce dalle falde occidentali dell’ora detto monte e della Colletta, e dirigendosi nella Staffora di rimpetto a Cegno.

I pesci di queste acque sono di qualità inferiore, tranne quelli della Trebbia, di cui si è già altrove parlato.

I pregolesi sono di robusta costituzione e di buona indole. Essi fanno commercio dello scarso prodotto del loro bestiame col borgo di Varzi.

Pregola appartenne un tempo come feudo ai Malaspina, e vi esiste tuttora un’antica casa fortilizia tenuta da una superstite famiglia diramata da quei feudatarii.

Pregola e Corte Brugnatella rimasero gli ultimi Comuni di tutta la Provincia a provvedersi di scuola pubblica elementare.

Dipendono da questo Comune le frazioni Barostro, Bocco, Bralello, Brallo, Casone, Cencerrato, Colleri, Corbesasso, Cortevezzo, Feligara, Lama, La Tomba, Lisera, Lomeglii, Pietra natale, Ponti, Pratolungo, Rosaiolo, Selve, Sotto il groppo, Valle di sotto, e Valformosa, le quali frazioni sono sparse tra le valli della Trebbia e della Staffora. 

La popolazione è di 1756 anime divise in 367 famiglie e 413 case. 

Cristoforo Colombo a Pavia

Ma voi lo sapevate che a Pavia sono custoditi i resti di Cristoforo Colombo? O perlomeno delle ceneri a lui attribuite. 

Andiamo per ordine. Il grande navigatore morì a Valladolid, in Spagna, nel 1506 e i suoi resti furono inumati prima a Siviglia e poi trasferiti a Santo Domingo. E qui la Storia si intreccia con la Leggenda. Nel 1795 le spoglie dell’ammiraglio furono nuovamente riportate a Siviglia (fu un viaggiatore così da vivo quanto da morto, pare). Nel 1877 però venne rinvenuta, nella cattedrale di Santo Domingo, una cassa di piombo contenenti polvere e frammenti di ossa con una targa che attribuisce tali resti a Colombo. A questo punto una parte di queste ceneri viene trasportata anche in altri tre luoghi: in Venezuela, a Genova (città dello scopritore della cassa di piombo, e di Colombo) e a Pavia, dove pare che Colombo abbia studiato. 

Ci sono tantissime ipotesi in ballo. Come sapete, ci sono le ipotesi di Colombo spagnolo, di Colombo figlio di un papa, ecc. E quindi potevamo risparmiarci ipotesi sulla vita (e sulla morte, e anche sulla post-morte)? Quindi non è assolutamente certo che il capitano Genovese fu uno studente pavese, né tantomeno che quelle siano veramente ciò che resta delle sue spoglie terrene (perlomeno finché non si faranno dell prove sul DNA).

Nel frattempo le ceneri sono custodite in una teca piramidale nella Biblioteca dell’Ateneo pavese.

Osteria il Cupolone

Abbiamo avuto il piacere di scoprire ultimamente questo ristorantino tipico in centro a Pavia. Il locale si chiama così in omaggio alla cupola del duomo di Pavia, visto che è posizionato dietro di essa.

L’ambiente è carino, con tanti oggetti alle pareti e  foto della vecchia Pavia, forse un po’ stretto (nel senso che i tavoli e le sedie sono forse troppi per lo spazio che hanno. Ne ho visti di peggio, ma anche di meglio!), ma comunque piacevole, confortevole e "caldo" (in tutti i sensi, anche come temperatura).

Abbiamo iniziato con un tagliere di pancetta con gnocco fritto. Non abbondante, ma buono. D’altronde abbiamo preso la quantità destinata a una sola persona, però un gnocchettino in più non sarebbe guastato, si sa che non bastano mai. In ogni caso la pancetta era squisita.

Siamo passati ai ravioli di brasato. Che dire: buoni. Non eccessivamente carichi e pesanti (col brasato il rischio è sempre quello) e decisamente invitanti.

Abbiamo saltato il secondo e siamo andati direttamente al tiramisu. Rispetto al tiramisu migliore dell’universo conosciuto (il mio), questo è molto più centrato sulla crema al mascarpone che sul biscotto. Buono, molto buono, ma il mio spacca e non c”è. Questo è una buona variante sul tema.

Il vino della casa si faceva bere. E infatti è stato bevuto. Con soddisfazione, aggiungo. Infatti l’acqua non è stata quasi neanche toccata.

Se volete una trattoria dove si mangia a sfinimento avete sbagliato locale. Se invece volete scoprire un angolo caratteristico di Pavia, un ambiente accogliente e tradizionale e una cucina buona senza strafare, fate un salto al Cupolone.

Paperino a Pavia

In questo periodo su "Topolino" c’è un’avventura a puntate che racconta la storia di un certo Paperin negli anni 1859/1860 e giù di lì. Guardate in questa puntata dov’era ! (clicca sulle immagini per ingrandire)



 

Flash Mob Pavia

Dice wikipedia: "Con il termine flash mob (dall’inglese flash: breve esperienza o in un lampo, e mob: folla) si indica un gruppo di persone che si riunisce all’improvviso in uno spazio pubblico, mette in pratica un’azione insolita generalmente per un breve periodo di tempo per poi successivamente disperdersi. Il raduno viene generalmente organizzato attraverso comunicazioni via internet o tramite telefoni cellulari. In molti casi, le regole dell’azione vengono illustrate ai partecipanti pochi minuti prima che l’azione abbia luogo."

Ecco cosa è successo a Pavia il 5 settembre scorso

Pavia in Web

E’ on line la versione internet di Pavia in Tasca, vale a dire "Pavia in Web". Ecco il link:

www.paviainweb.com

Trovererete aggiornamenti sulle notizie della provincia di Pavia, ovviamente in anteprima rispetto alla versione cartacea.

Se proprio non potete fare a meno di sfogliare il giornale e magari non lo avete trovato attraverso gli abituali canali di distribuzione, potete scaricarlo in PDF e sfogliarvelo sul vostro computer. Comodo no?

Bravo Matteo Brava redazione, ottimo lavoro, anche se non hai fatto l’articolo sui Malaspina di Pregola, cosa che non ti verrà mai perdonata…..

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