(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Tag: sciare

Sciare in Alta Valle Staffora

Stanno rifacendo gli impianti sciistici del Monte Chiappo, vale a dire la seggiovia che parte da Pian del Poggio. E’ una cosa sicuramente bella, perché dalle nostre parti è la pista più lunga. Però io credo che il solo fatto di rimodernare gli impianti non sia, da solo, sufficiente. Negli anni 70 e 80 dello scorso secolo erano GLI impianti. Chiunque volesse cimentarsi con l’attività sciistica e abitava in Valle Staffora o zone limitrofe, poteva contare sugli impianti al Penice, Casamatti, Brallo, Cima Colletta, Caldirola e, appunto, Pian del Poggio. Erano altri tempi. Si partiva, che so, da Voghera e in circa un’ora si era sulle piste da sci: papà, mamme, figli, nipoti e nonni al seguito per un’allegra scampagnata. La neve cadeva abbondante, gli atleti erano poco esigenti e tutti si divertivano. Oggi ci sono le autostrade che con qualche minuto in più ti portano sulle piste della Val d’Aosta che, con tutto il rispetto, sono un altro pianeta rispetto a quelle dell’appennino pavese. Nel 2015 invece chi se la sentirà di partire da Voghera, affrontare un strada che, se fino a Varzi è inadeguata, dopo diventa addirittura terribile? Io spero tanti, me lo auguro. Spero altresì che scenda tanta neve e che le piste siano tenute bene e battute come si deve. Sono in ogni caso convinto, che per i nostri paesi ci siano almeno un paio di grossi handicap che se rimangono incolmati non permetteranno non solo ai turisti di venirci a trovare, ma renderanno sempre più difficile agli abitanti di rimanere e di lavorare. Il primo l’ho già citato: la strada. Se la ex Statale del Penice era talmente importante da essere considerata, appunto, una statale e andava bene per le auto e i mezzi di trasporto di trenta o più anni fa, ormai è inadatta ai mezzi odierni. E questo va a scapito del turismo, dell’industria, del commercio e del traffico stesso. La strada è sempre più intasata e gli abitanti e sindaci dei paesi che attraversa sono ormai stufi, mentre gli automobilisti sono esasperati. A mio avviso, quando c’erano i soldi (e c’erano ancora tanti abitanti, e qualche industria, e molto turismo, cioè i già citati anni 70 e 80) avrebbero dovuto ipotizzare una strada più bella, più larga e che magari evitasse qualche paese. Perlomeno fino alla "capitale" dell’Alta Valle Staffora: Varzi. Da lì in avanti è "normale" che le strade abbiano più curve, siano un po’ più strette. Beh, magari non messe male come quella che va al Pian del Poggio, ecco.

La seconda cosa è un altro tipo di strada: quella informatica. Se una volta era essenziale che il territorio fosse coperto dalle linee elettriche, dall’acquedotto e dalla fognatura, poi è diventato "normale" avere a disposizione le linee telefoniche. Nel duemilaquattordici è ASSOLUTAMENTE ESSENZIALE avere la copertura internet, quella che qualche anno fa era chiamata "banda larga", che ormai è il minimo indispensabile. Senza, siamo tagliati fuori dal mondo. Perché internet non serve per i giochini, ma per il turismo, e quindi per il commercio, per il lavoro, ecc. Così come una volta gli analfabeti erano quelli che non sapevano scrivere e adesso sono quelli che non sanno usare un computer, così adesso internet è un servizio indispensabile come la corrente elettrica. 

La vedo dura. Speriamo bene….

Discesa con gli sci dal Castello di Voghera

Bardonecchia

Ieri sono stato a sciare a Bardonecchia, in Val Susa, provincia di Torino. C’ero già stato nel 2006, prima delle Olimpiadi Invernali di Torino. Devo dire che… è rimasto tutto uguale, anche se sono passati altri 4 anni. La cosa che colpisce di più è che ci sono ancora tanti skilift, e le seggiovie sono quasi tutte a due posti (ne abbiamo trovata solo una a 4 posti). Risultato: la giornata era bella e c’era gente, quindi code e file e poi, onestamente, gli ski-lift non li concepisco più, arrivi in alto che sei già stanco. No no no, non ci siamo, se volete valorizzare le vostre montagne dovreste mettere un po’ mano al portafoglio.

Assicurazione sci obbligatoria

Torno sull’argomento per pubblicare il comunicato stampa che mi ha mandato Giulia Pascazio di 24hassistance. Non ho ben capito perchè sono così contro l’assicurazione obbligatoria…

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Questo week end ha imperversato su quotidiani e telegiornali la notizia dell’entrata in vigore in Piemonte della nuova legge regionale che rende obbligatorio possedere una polizza di RC per poter accedere alle piste da sci.

24hAssistance è la società leader in Europa nelle assicurazioni per lo sci e lo snowboard con i prodotti “Snowcare” e “Multisport” che solo in Italia assicurano oltre un milione di sciatori ogni anno attraverso oltre 90 comprensori sciistici.

Interviene sul tema Matteo Fossati, fondatore di 24hAssistance: “Sono contrario all’assicurazione RC obbligatoria in Piemonte. Con questa legge non si dà un’immagine positiva dello sci e non si aumenta la sicurezza sulle piste. Rendere l’assicurazione obbligatoria non aiuta a creare la cultura della sicurezza e della responsabilizzazione dello sciatore, ma anzi si incentiva l’azzardo morale e la possibilità di frodi. Ci sono molte ragioni per opporsi duramente a questa legge”

  1. Il rischio di scontro tra sciatori sulle piste da sci è molto basso, solamente lo 0,3% degli infortuni sono incidenti tra sciatori con conseguenze medio gravi. In tutta Italia muoiono 5 persone all’anno per scontro tra sciatori. Spesso per scarsa conoscenza si hanno delle paure, dei preconcetti, delle opinioni che sono distanti dalla realtà,  fondate solo su sensazioni o passaparola. La realtà è che lo sci è uno sport meno rischioso di tanti altri. Il costo sociale degli infortuni sulle piste da sci è largamente inferiore al beneficio sanitario che se ne ricava a livello nazionale, pertanto lo sci è uno sport “raccomandato” (Fonte Rapporto S.I.Mon., Istituto Superiore di Sanità, 2007);
  2. L’80% degli sciatori in Italia è assicurato per la RC (tra polizze personali, tessere associative, polizze incluse nel pacchetto viaggio, assicurazioni acquistate insieme allo skipass etc.);
  3. Centrare il problema della sicurezza in pista sul casco e sull’assicurazione deresponsabilizza lo sciatore. E’ come dire “mettiti il casco, assicurati e poi non preoccuparti, se investirai qualcuno non ti farai male e qualcuno pagherà i tuoi danni”. L’assicurazione non è una medicina per la sicurezza, l’assicurazione non contribuisce alla sicurezza sulle piste da sci ma interviene quando la sicurezza ha fallito. Piuttosto che imporre casco e assicurazione bisognerebbe invece cercare di educare alla cultura della montagna, del rispetto degli altri sciatori, del controllo dei propri mezzi senza dover sempre e per forza tentare di superare i propri limiti;
  4. In un mercato sempre più competitivo, ancor di più in momenti di crisi, l’aumento del costo dello skipass per comprendere l’assicurazione potrebbe portare alla diminuzione della competitività dell’offerta;
  5. Nel medio-lungo periodo il costo della polizza esploderebbe perché in mancanza del sistema di controllo del bonus-malus (come avviene nell’auto) l’esperienza ci insegna che le truffe esploderebbero e le cadute accidentali si trasformerebbero “magicamente” in scontri tra sciatori;
  6. In nessun paese dell’arco alpino esistono norme sulla materia assicurazione-sci e questo tema dovrebbe essere affrontato a livello comunitario nell’interesse di tutto il sistema. Cosa accadrà allo sciatore che dalla Francia arriverà in Vialattea? Ma ancora peggio cosa accadrà allo sciatore di Gressoney che si ritroverà in Piemonte e dovrà sapere che cambiano le leggi e gli obblighi quando passa da una regione all’altra? E a quello che fa il Sella Ronda? Lo sci non dovrebbe avere confini normativi nazionali e tantomeno regionali o provinciali;
  7. Esistono altre attività ed altri sport che hanno un rischio maggiore (ad esempio il calcio è 4 volte più rischioso dello sci – Fonte Università di Venezia, 2003) eppure non hanno nessun obbligo assicurativo; dimostrazione ne è il fatto che in nessun Paese al mondo esiste un provvedimento di questo genere.
  8. Infine bisogna considerare che in Italia, come in tutte le altre Nazioni Europee, tutti gli sciatori già oggi hanno la possibilità di assicurarsi in maniera estremamente semplice: skipass, internet, SMS, tessere associative, agenzie tradizionali. Non si tratta di un mercato in cui il consumatore ha problemi trovare la copertura più adeguata.


Lo sciatore austriaco Rainer Schönfelder a Canazei… almeno Tomba sciava in smoking, che diamine!

Sciare assicurati

In questi giorni è stata data la notizia che in Piemonte c’è l’obbligo dell’assicurazione per chi decide di sciare sulle piste locali. Io la trovo una bella idea. Scio da tanti anni e ne ho visti di incidenti, sia spettacolari che banali (molto spesso sono proprio quelli che appaiono più innocui a provocare i danni peggiori). In questi ultimi anni ho notato un aumento del numero di incidenti e all’imbarbarimento delle piste: come succede sulle strade d’asfalto anche sulla neve molto spesso chi provoca incidenti scappa senza prestare soccorso. E purtroppo, senza targa, è più difficile risalire al colpevole: come fai a  individuare un tizio che indossa tuta, cuffia, maschera e guanti??

C’è, a mio avviso, un altro fattore: con l’avvento dei nuovi modelli di sci, più sciancrati e maneggevoli, è diventato più facile imparare a sciare. Pertanto, molta gente alle prime armi si sente già padrone della pista e non valuta attentamente i rischi che corre e soprattutto che fa correre agli altri. Non dimentichiamoci che uno sciatore è come un proiettile pesante che procede a velocità elevata: se non si ha il pieno controllo della situazione gli incidenti provocati possono essere anche gravi, soprattutto nelle piste sempre più affollate.

Per questo ritengo che l’assicurazione obbligatoria sia ormai necessaria. Se anche io reputassi di essere un bravo sciatore e di non farmi mai male… c’è sempre il rischio che faccia male a qualcun altro. Quindi…
Ci sono le assicurazioni che ti coprono per tutta la stagione e quelle che invece solo la giornata di sci (costano solo 2 euro, perchè rischiare??)


Vi ricordate quando c’erano questi?? Io ci compravo "Topolino", oppure la focaccia dalla Lina

Briançon

Sono appena tornato da un week-end a Briançon, nella regione delle Alte Alpi in Francia, organizzato dallo Sci Club Voghera.
Ci siamo divertiti, abbiamo trovato due giornate buone. Sabato c’era un bellissimo sole, anche se al pomeriggio la neve era un po’ marcia. Abbiamo sciato di brutto tutto il giorno, per tutto il comprensorio. Alla sera eravamo stanchini, ma abbiamo fatto un giro x il paese. Domenica invece c’era coperto, ma almeno la neve teneva un po’ di più.

Giudizio: il comprensorio non è male, è abbastanza vasto, anche se non credo che lo sopporterei per un’intera settimana. Diciamo che è il posto giusto per fare due o tre giorni. Il prezzo "normale" (noi avevamo il ridotto) costa 38 euro e iniziano ad essere tantini. Il paese "vecchio" non è male, peccato non averlo potuto visitare di giorno, sembra proprio carino. Non è possibile che alla domenica non ci siano autobus di linea che portano agli impianti !!! Il nostro albergo era parecchio distante e abbiamo dovuto attendere un’ora alla fermata !!! Scandaloso.
Il mangiare, beh… se sono sopravvissuto a Londra posso resistere everywhere, però diciamo che a casa mia mangio meglio. Non perchè non siano cose di qualità, semplicemtne perchè non sono cose che amo mangiare. Io nel cibo sono "difficile" nel senso che a me piacciono cose semplici semplici: pasta al ragù, bisteccazze, patatine, frutta, dolce, caffè. Non tutte quelle cazzate astruse…. Sai quei personaggi che passano le mattine a cucinare specialità? Ecco, purtroppo io alle specialità preferisco le normalità. Avete presente le locande dei camionisti dove si mangiano cose semplici? Ecco per me sono le migliori in assoluto… forse avrei dovuto fare il camionista…
Tornando a Briançon, ci siamo proprio divertiti, abbiamo fatto un po’ i cretini, come fossimo in gita delle superiori, abbiamo sciato, ci siamo trovati bene e… niente, arrivederci alla prossima !

Molveno

Sono appena tornato da un week end sciistico alla Paganella con lo Sci Club Voghera.

Siamo partiti Venerdì mattina e siamo arrivati a Molveno, dove avevamo l’albergo, nel primo pomeriggio.

Diciamo che il comprensorio AndaloFai della Paganella non è male, anche se forse farci una settimana bianca sarebbe esagerato, visto che le piste non sono tantissime (l’anno scorso sono stato a Marilleva, dove potevamo sciare anche a Folgarida e Campiglio)

Tutto sommato è stato un bel fine settimana, abbiamo trovato anche tempo abbastanza bello (oggi un pò ventoso e freddo, che comunque contribuiva a mantere bella la neve). E poi avendo a disposizione il pullman dello Sci Club non avevamo problemi di parcheggio, strade e stanchezza alla guida.

Ieri sera a Molveno c’è stata la festa del CSI, con prodotti tipici delle varie località italiane: non abbiamo disdegnato gli assaggi, anche se purtroppo avevamo già abbondantemente mangiato a cena e quindi non li abbiamo gustati appieno.

In definitiva: buona compagnia, tempo discreto, piste carine. Giudizio più che positivo. Sarebbe bello tornarci d’estate.

Sci Club Bonarda

Ragazzi: è da qualche giorno on line il sito dello Sci Club Bonarda

Lo SC Bonarda è formato da appartenenti allo Sci Club Voghera, dello Sci Club Devis Sport di Garlasco, ma anche da tanti altri amici.

Ecco il link: http://www.scbonarda.it

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