(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

La cabina telefonica

Vi ricordate le cabine telefoniche? Voi le usavate? Io ho iniziato da ragazzino, a Brallo. Ce n’era una in piazza, davanti al Municipio e una di lato, davanti al negozio di Enzo. Era la più ambita da quelli che volevano telefonare immersi nella privacy. Per esempio mia sorella usava sempre quella quando doveva chiamare il moroso. Oppure andava la bar Normanno, dove avevano una cabina ancora più isolata e insonorizzata. Funzionavano solo a gettoni. Quando ero proprio piccolo costavano 100 lire, poi sono saliti a 200 lire. Più avanti, invece di aumentarne il costo, diminuivano il tempo dello scatto. Non avevano corso legale, ma erano abitualmente usati come moneta, al posto delle 200 lire dorate. Poi sono arrivate le cabine coi telefoni "moderni" che andavano anche a monetine. Hanno messo un telefono pubblico di fianco alla posta, due cabine in piazza e una sempre a lato. Erano usate molto spesso, i cellulari ovviamente non esistevano e soprattutto d’estate, alla sera, c’era la fila per poterle usare.

Da ragazzino lo usavamo per passare il tempo in modo stupido: chiamavamo i numeri gratuiti, quelli delle informazioni, per chiedere le cose più assurde. Avevamo però una regola morale: non chiamavamo mai i numeri di emergenza, come il 113, per non intasare le linee che avrebbero potuto essere utilizzate altreimenti. Un giorno avevamo scoperto una cosa singolare: staccando  e riattaccando la cornetta più volte il telefono andava in tilt e permetteva di fare le chiamate urbane gratis. Non era un gran vantaggio, visto che all’epoca le urbane costavano un solo scatto, ma a 12 anni anche 200 lire facevano comodo, e in più c’era il gusto del proibito.

Poi c’erano le storie strane, come quella dei cinque gettoni saldati assieme per non farli mai scendere del tutto, o il gettone legato col filo, o quelli che inserivano due fili metallici nella cornetta e chiamavano gratis… Al limite della leggenda metropolitana.

Da adolescenti, quando c’era il boom estivo delle telefonate, facevamo sempre il giro delle cabine per cercare qualche moneta, dimenticata nel telefono o caduta a terra, e ne trovavamo regolamente qualcuna. Ho molti ricordi di telefonate fatte dalle cabine. Per chiamare i compagni di scuola, per prenotare l’albergo di Rimini, ecc.

Anche a Voghera utilizzavo le cabine, soprattutto quella in fondo alla via, visto che non avevo il telefono in casa. Quante chiamate a Christian, e poi a Fabio o a Lorenzo… ricordo ancora a memoria i loro numeri di casa. Ora a memoria so solo il mio di numero di casa e quello del mio cellulare.

All’inizio, appunto, per chiamare dalle cabine dovevi procurarti i gettoni. Nei bar ti cambiavano i soldi, e non era raro che il barista ti dicesse di aver finito i gettoni, quindi la telefonata doveva durare meno. Con l’avvento delle monete la situazione è migliorata. Ricordo a Rapallo, o a Pavia, i centri della SIP dove c’erano tanti telefoni e la macchinetta che ti cambiava i soldi. Mettevi una milletta, premevi il puslante e… zak, giù 5 gettoni.

Poi sono arrivate le schede telefoniche. Le mettevi dall’alto e avevano la banda magnetica  nel lato stretto. Costavano 3000 o 6000 lire. Più avanti sono arrivate quelle attuali, con la banda nell’altro verso, e i tagli da 2000, 5000, 10000 e addirittura 15000 lire. Siccome facevo la collezione, le compravo anche quando avevo messo il telefono a casa e quindi chiamavo dalla cabina per poterle utilizzare. Poi mi sono stufato, sinceramente.

Da supertimido quale sono ho sempre odiato le chiamate ai numeri fissi, perchè non sai mai chi ti risponde, ho sempre paura di fare delle figure. Infatti, da quando esistono i cellulari, chiamo praticamente tutti solo ed esclusivamente sui celulari. Se non risponde, o se è spento, pazienza…

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2 Comments

  1. stick

    hacking cabine telefoniche :) ricordo a naja (anni ’80) le telefonate gratis anche in brasile una volta scoperto il giochetto con telecom e soprattutto le telefonate gratis a londra (anni ’90) con le cabine della mercury con la sola composizione di una sequenza di tastini :)

  2. Benedetta

    Già, ricordo a Brallo che, noi di Valformosa, in estate, facevamo gli scherzi telefonici agli abbonati Sip di tutto il comune!

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