(raccolta molto sparsa di pensieri)

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Il mio primo meme

Ecco quello che realmente succede…. !!!

La Multipla

Ecco mia mamma, nel 1960, alla guida di una Fiat Multipla, da poco acquistata. Certo che per la Fiat il nome Multipla ha sempre voluto dire "Macchina Orribile". Ho trovato questa foto qualche giorno fa in un cassetto, non avevo mai visto quest’auto, ma mio papà me ne ha sempre parlato con enfasi dicendo che ci si poteva caricare tantissima roba. Una sorta di monovolume ante litteram. E qullo che non ci stava dentro troava alloggiamento su portapacchi! Che mezzo…. !!

Pagella di prima elementare

Valutazione trimestrale adeguatamente informativa sul livello globale di maturaizone raggiunto:

Primo quadrimestre.

Il buon rendimento scolastico di Fabio è dovuto alle capacità intellettive che posside.
In lui si riscontrano:
1) intelligenza di tipo indipendente
2) memorizzazione ottima
3) ampia disponibilità alla vita di gruppo
L’apprendimento e lo studio della lingua è per lui motivo di interesse costante e di continue conquiste, quello dell’aritmetica gli consente di evidenziare rapidità di calcolo, precisione, ordine e logica.
I suoi disegni, ben definiti nelle forme e nei colori, rivelano una personalità esuberante e armonica.
La sua ampia disponibilità al dialogo gli ha consentito di partecipare a tutte le attività scolastiche e di allargare i suoi interessi, sviluppando con sicurezza le esperienze fatte.

Secondo quadrimestre.

Al termine dell’anno scolastico l’alunno viene ammesso alla classe successiva con pieno merito, per gli ottimi risultati raggiunti.

3 anni

Quando abbiamo attaccato la piastrella. Quando critichiamo quelli che criticano. Quando decidiamo su che pizza prendere, poi tu prendi la margherita e io il calzone. Quando ci offendiamo se uno dei due non chiama l’altro e allora non chiamiamo. Quando ci troviamo sulla solita panchina. Quando squilla il telefono e non puoi che essere tu. Quando trovo uno dei tuoi capelli nei posti più impensati (e sai quale è stato il posto più assurdo!). Quando partiamo per una nuova avventura e ti aspetto sotto casa, poi si caricano le valigie, rifornimento di gasolio e poi chiacchierare in autostrada, mentre mi guardi coi tuoi occhioni. Quando mi rispondi solo a monosillabi e più mi intestardisco a chiederti cosa c’è e più diradi le risposte. Quando con la mia innata grazia ti procuro qualche nuova ammaccatura. Quando ti mando un messaggio mentre faccio colazione. Quando ti vedo spuntare in bici da lontano, coi tuoi freni che fanno fiiiiiiiiiiiiiiii. Quando prima di addormentarmi penso a te, a noi, al passato al futuro e al presente. Un presente così bello perché ci sei tu, un passato così bello, un futuro che non può che essere ancor più bello. Quando faccio qualcosa e ho subito voglia di raccontartela.Quando ci prendiamo in giro da soli. Quando ordiniamo due caffè macchiati. Quando facciamo il bagno in mare, mi guardi, sorridi e mi abbracci. Quando mi parli di una cosa che ti preoccupa. Quando eravamo in piazza Trento Trieste a Ferrara. Quando ci siamo bevuti una bottiglia di Morello di Scansano. Quando ti chiamo e non rispondi e poi ti richiamo e non rispondi e poi mi mandi un messaggio e allora ti richiamo e non mi rispondi! Quando passo il tornello della piscina e ci diciamo "ci vediamo dentro". Quando ti ho accompagnato a Casteggio. Quando andavamo al Galassia. Beh detto così sembra che andare a Casteggio o a Casei Gerola sia una gran figata… Quando arriva l’ascensione. Quando ti accompagno in ascensore. Quando non riesco a capire quello che pensi. Quando ti disegno con la mia maestria. Quando vuoi le coccole. Quando facciamo zapping alla tele. Quando leggiamo tutti i titoli di coda dei film al cinema. Quando mi manchi.Quando ti porto a vedere i nuovi acquisti del negozio. Quando mi chiedi cosa fare. Quando mi coccoli. Quando stiamo bene. Ma anche quando troviamo un motivo per litigare. Potrei continuare così all’infinito…
Quando…
Sempre

TI AMO!

Rotelle di liquirizia

In primavera (ma anche nelle altre stagioni) il Tordus Fabiolensis è particolarmente ghiotto di rotelle di liquirizia, di cui si nutre avidamente. Avrei voluto scrivere un articolo a tal proposito, ma ho trovato un articolo che dice essattamente ciò che penso io. Lo trovate qui:

http://culoecamicia.wordpress.com/2008/06/06/il-dilemma-delle-rotelle-di-liquirizia/

Ma lo riporto per comodità:

Il dilemma delle rotelle di liquirizia

Le rotelle di liquirizia sono una delle schifezze alimentari più buone che io abbia mai mangiato. Cosa dite? Mi sto contraddicendo? Beh, a parte il fatto che non sarebbe la prima volta che succede, ora comunque cercherò di spiegare questo ossimoro.

Rotelle di liquiriziaSono delle schifezze perché contengono di tutto, dallo sciroppo di melassa alla cera d’api e la liquirizia è presente solamente sotto forma di estratto in una quantità pari a 1,4%. Credo ce ne sia di più nell’ultima confezione di bagnoschiuma che ho comprato! Però (anzi, proprio per questo) sono buone, morbide, gommose e hanno un gusto eccezionale.
Le adoro.

Tale passione – so di non essere l’unico ad averla – potrebbe derivare dal divieto imposto da tutte le mamme ai propri figli: “questa cosa non la puoi mangiare perché è una schifezza” significa “questa cosa ha un sacco di coloranti e conservanti e non te la compro” ed implica “voglio assolutamente mangiare questa cosa vietata” che porta a scoprire che “questa cosa è buonissima”.
Ed è la fine.

Questa mania delle rotelle di liquirizia comunque porta con se un dilemma, una domanda fondamentale per l’esistenza: come si mangiano?

Io solitamente le srotolo e poi le mangio a pezzettini gustandomele lentamente, come sto facendo durante la stesura di questo post. Ma ci sono altre scuole di pensiero: c’è chi oltre a srotolarla divide anche i due “fili” che la compongono e chi la morsica ancora arrotolata. E voi, di fronte ad una rotella di liquirizia ed al quesito fondamentale che essa vi propone, come vi ponete?

zar

My London

Dopo quasi 5 anni, finalmente è online la versione PDF del mio libro "My London" che raccoglie quello che ho scritto su questo blog durante la mia avventura a Londra nell’estate del 2006.

Quasi per gioco mi sono messo a scrivere quello che vedevo, quello che facevo, quello che pensavo. E poi alla sera lo scrivevo sul blog. Era un po’ come comunicare con quelli che erano in Italia. E infatti ho scoperto che molta gente mi seguiva. Ma la sorpresa l’ho avuta quando sono tornato: un mucchio di gente che conoscevo di vista o che non vedevo da tempo mi faceva sapere di avermi seguito via internet. Qualcuno mi ha suggerito di raccogliere il tutto in un libretto.

Detto fatto, ho fatto stampare un libretto che ho distribuito a qualche amico. Ora pubblico il PDF, così chi volesse può scaricarlo e leggerselo con calma (ci vuole poco). Ecco il link.

My London su fabiotordi.it

Oppure, per chi volesse, è disponibile una versione su carta, ordinabile su questo sito

Lulu.com

al costo di 5 euro e 2 centesimi. Non è una cifra scelta da me e io non ne ricavo un centesimo, per la cronaca. Però è molto meno di quello che ho speso io 5 anni fa per farli stampare !!!

Fatti miei

Ora vi annoierò con una manciata di fatti miei, raccontandovi cosa ho fatto nell’ultimo periodo: è stata l’estate più "vogherese" della mia vita, se penso a quando sparivo dai primi di giugno fino a fine settembre… Il negozio l’ho chiuso a fine luglio e l’ho riaperto ai primi di settembre. Molto spesso ad agosto ero a Voghera, sia x lavoro che per altro. Che estate è stata?

L’estate di Rapallo, dove sono stato parecchie volte quest’anno, sia per weekend che per una quasi-settimana di mare. Bello, da star proprio bene. L’estate della sfilata dei Malaspina: eh si, quest’anno mi hanno convinto a fare il figurante. L’estate dei Piani del Lesima e de L’Angolo di Varzi, dove sono stato parecchie volte. L’estate della chiavetta Vodafone, che funzionava male, ma sempre meglio della chiavetta Tim, che a sua volta era comunque meglio di quella Tre. Purtroppo il problema non sta nelle chiavette, né nelle compagnie telefoniche, è che a Brallo viaggiano lentissime…L’estate in cui ho modificato il mio lavoro estivo (scusate il gioco di parole) all’insegna di "…vanno pagati a Fabio". E’ stata una bella estate, mi è piaciuta. Ma non sono ancora pronto alla stagione autunnal-lavorativa, stanno meglio quelli che non fanno nulla…

E mentre sono qui che scrivo, ancora una volta mi chiedo cosa farò da grande e non ho una risposta precisa, ma in fondo poco mi importa, so che il futuro sarà bello, perchè io sarò anche introspettivo e malinconico, ma sono un maledetto inguaribile ottimista. E poi i fatti mi hanno sempre dato ragione. In questo momento è venerdi sera, sto ascoltando Benny Benassi su YT e sto sognando di essere a Londra per un giorno, per andare a piedi dal campo del Chelsea fino a quello dell’Arsenal, per attraversarla tutta. Oppure a Parigi, dalla Bastiglia alla Torre. Che bella la musica di Benny, mi da una carica pazzesca. E da domani sarò pronto x altre sfide, per scoprire cosa farò in questo autunno, in questo inverno, nel 2011, nel 2014, fino al 2194. Dopo esco, magari vado al Baito che pare stasera, oppure al Moma domani, una delle due. Domani c’è anche l’operetta al castello di Voghera, deve essere interessante, magari ne farò una recensione.

Beh credo di avervi annoiato abbastanza, ora vado, nuova vita a tutti.

Vivere…come ridere

Eccomi qua, alla sera davanti al mio pc. Ancora una volta adulto in un mondo bambino e ancora una volta bambino in un mondo troppo adulto. Mi è stato detto che faccio fatica ad invecchiare, perchè sono sempre in movimento, ho il cervello sempre acceso e sempre pronto a inventare nuove idee. E’ un bel complimento, e io sono fortunato perchè è un periodo in cui ne ricevo tanti: che siano completamente sinceri oppure no, fanno comunque piacere e danno quella spinta in più che nella vita non guasta mai. E’ bello sapere che c’è gente che crede in me, no? E così anche domani mi sveglierò con nuovi pensieri, nati nella notta, trasportati fino a me dal vento. E la vita continua, sempre in movimento, sempre affrontando nuove piccole e grandi sfide. Cercando comunque di ritagliarmi i miei spazi per riflettere, godersi la vita. Anche solo per stare in silenzio, da solo, senza pensare a niente. Quelle volte in cui, come dice Vasco "..oggi non ho tempo, oggi voglio stare spento…" per poi tornare a "…vivere….e sorridere dei guai così come non hai fatto mai e poi pensare che domani sarà sempre meglio…"

 

Grafico

Ecco il grafico del mio stato psicologico del nuovo millennio. Ponendo = 100 il mio stato al gennaio 2000 ecco l’andamento in questi ultimi 8 anni. Si può notare un andamento sostanzialmente stabile, nel senso che ruota semprein torno al punto di partenza, con picchi di alti e bassi dovuti a contingenze. I primi tre picchi di alto nel grafico sono stati seguiti da altrettanti picchi in negativo, anche se poi si è puntualmente ripreso l’andamento verso l’alto. Il picco del 2006, dovuto all’esperienza londinese, è seguito da un inspiegabile picco negativo, che forse sommava un insieme di situazioni e di pensieri negativi che mi ha portato, nel periodo natalizio (che come potete notare porta sempre un po’ di negatività dovuta a malinconia ancestrale e stress da superlavoro) ad avere addosso una para della madonna. Per fortuna il 2007 mi ha risollevato e dall’estate in poi è stato un netto miglioramento che mi ha portato a livelli sostanzialmente alti nel 2008. Da luglio 2008 è un continuo crescendo.

Lettera a mia madre

Senti una cosa Ma’, cioè volevo dirti, si insomma volevo parlarti di quando ero un ragazzino. Praticamente tu mi facevi fare, cioè mi continuavi a dire certe cose e io le facevo. Insomma sto facendo un discorso incasinato, forse è meglio che ricomincio da prima. Da bambino-bambino ero scatenatissimo, ero un disgraziato della madonna, uno di qui bimbetti che vorresti mettergli le mani in faccia e dargliene tante. Capriccioso a manetta. Sai secondo me come mai, si cioè vorrei tentare una spiegazione di psicologia spicciola: siccome da piccolo ero stato sempre in giro da parenti e affini, gente che mi teneva xchè voi non avevate tempo, ma però io non è che non me ne ero accorto, voglio dire, io mica non lo sapevo, io sotto sotto volevo stare con la mia famiglia. Allora magari sono diventato così, cioè cagacazzo, magari x attirare l’attenzione. Boh non lo so ma è una mia idea, magari no, però.
Certo che è durissimo crescere un figlio, fai del tuo meglio, ma mica gli puoi aprire la testa e metterci dentro le cose giuste. Poi però sono cambiato. Io volevo parlarti di quando ero un ragazzotto, si insomma praticamente quando tipo andavo alle medie o giù di li. Tu mi dicevi un sacco di cose sul fare e non fare e diciamocelo, io + o meno ti davo retta. Cioè dai, non puoi dire di no, più o meno non puoi dire che non è così. Ma anche nelle piccole cose, per esempio mi viene in mente quando mi dicevi che io con le t-shirt stavo malissimo, che io non ero fatto x metterle (ma tu dimmi che idea del cavolo) e allora solo polo. Cavolo quando arrivavano in negozio le magliette ovviamente le + figose erano girocollo, con le stampe, mentre le polo erano più seriose. Ma io ero “convinto” di non stare bene, e non le avevo mai messe. Adesso ne avrò 3000. Vedi è una piccola cosa, ma x dire che mi convincevi proprio, del tipo se lo ha detto mia mamma allora è così. L’unica cosa dove non mi convincevi, beh si, era di studiare, di quello non me n’è mai fregato un cazzo, si capiva. E infatti alle elementari l’Andreina mi diceva: 6 1 bambino intelligente ma non studi una mazza. Alle medie la Grilli proprio si incazzava, o xlomeno si rammaricava. Si mi diceva cose del tipo: la tipa tua compagna non sa una minchia, ma quello è il suo massimo, tu magari fai anche di più, ma la tua potenzialità è evidentemente quella di fare di +, ma tu te ne fotti xchè 6 1 fancazzista e allora mi arrabbio. Cioè ma scusa, ma che discorso è, dai. E poi alle superiori solita menata: si meriti 6, ma potresti fare molto di più, che rabbia, mi dicevano. Ma voi fatevi i cazzi vostri se merito sei dammi sei e non rompere. Va beh poi è finita con la storia dell’università, ma questa è la dimostrazione che non c’è bisogno di studiare, cioè di mettersi li di brutto, x fare le scuole.
La gente è convinta di due cose sbagliate. La prima è che per fare le scuole devi NECESSARIAMENTE studiare come una bestia. Cioè mettersi li in casa, non uscire, legarsi alla sedia col libro davanti. Errore. Ogni materia, ogni esame è una sfida. Devi capire cosa vuole il professore e poi fare in modo che lui sia xsuaso che tu sappia ciò che vuole lui. Certo un metodo è quello di studiare tutto di tutto, ma secondo te io ho voglia? Ma va, se posso il libro non lo apro, se poi devo mi ci addormento sopra, navigando con la fantasia x altri mondi. Diciamo che ho sviluppato un mio sistema, magari inutile, magari poi non ho imparato una sega, però le cose mica le faccio per gli altri, le faccio x me stesso principalmente.
Un’altra cosa è che quelli che prendono titoli di studio, tipo le lauree, sono dei personaggioni, con dei testoni incredibili. Del tipo a me dicono: caspita sei laureato, chissà che intelligente. Ma dove? La laurea mica misura l’intelligenza, né la da a chi non ce l’ha. Quante bestie laureate ci sono in giro? Beh si dai. A limite uno esce con 110 e lode allora li si che puoi dire che quello è un figo, xchè comunque ha avuto una costanza e una capacità mica facili da trovare. Io fossi una ditta un tipo da centodieci lo assumo a scatola chiusa, ma non per quello che sa (magari non serve a molto, come sempre succede con le scuole) ma per la capacità che ha dimostrato, l’impegno, la voglia di fare. Allora si.
Va beh dai che cavolo sto dicendo volevo parlare di altre cose. Stavo dicendo che da ragazzino ti davo retta. Fin troppo. Ma x la carità, tutte cose giuste, a posteriori posso dire con orgoglio che molti dei valori che considero di avere me li hai insegnati tu, ma non sto parlando di queste grandi cose, sto parlando delle cazzate. Si insomma dai è normale che le madri dicano cosa fare ai figli ed è abbastanza normale e bello che i figli le seguano le direttive, ma quello che voglio dire è che adesso sono molto contento che col tempo ho capito che io magari la pensavo diversamente e me ne sono fregato. Così da una parte è andata bene anche a te perché mi sono svegliato un po’, mi sono svezzato. Beh svezzato lo sono stato da subito, da bambino avevo più libertà io di Pinocchio, ma non è quello che intendo. Beh penso che succeda a tutti, arrivi ad una certa età e pensi che tutto quello che dicono i genitori son cazzate. Ci sono periodi della vita così. Io non pensavo fossero tutte cazzate, come ripeto sulle cose importanti ti ho sempre dato ragione e ancora la pensiamo uguale lo sai. Sulle piccole cose della vita invece molto spesso la pensiamo in maniera diametralmente opposta e quindi ci scazziamo un po’. Ma è il nostro modo di fare, siamo due fiammiferi che ci accendiamo subito, ma nel giro di poco si spengono ancora.
Però appunto sono orgoglioso di me stesso x quando ho cominciato e pensare con la mia testa, a cercare di capire il mondo, i suoi meccanismi, le sue convenzioni. E il fatto che siano appunto convenzioni, alcune da seguire, altre da divertirsi a distruggere. Quando ho capito di non aver più paura di nulla, paura di quello che può pensare o dire la gente. Cioè così facendo non è che io sia uno strafigo della madonna, tuttaltro. Certo nei sogni a tutti piacerebbe esserlo, sai  tipo stile il playboy miliardario brillantissimo e precisissimo. Però, visto che tanto non riuscirei a reggere la parte, sono ultracontento di essere come sono. Di prendere la vita come viene, ma non passivamente, sempre con la curiosità di un bambino, che vuole esplorare sperimentare imparare scoprire.
E sempre con la voglia di cantare e ballare come un bambino. O come un deficiente. Non so se è un pregio o un difetto, ma anche di questo non mi frega. Mi inserisco tranquillamente nella categoria degli sfigati nella quale sono stato spesso inserito. Tanto sono in buona compagnia. Ma tanto mi piaccio abbastanza x così come sono, non ho complessi del cazzo, cerco di capire i miei limiti, di conviverci, di sfruttarli se si può e di arginarli se si deve. Beh si dai ovvio che si vorrebbe essere sempre un po’ meglio, ma tutto sommato è OK così.
Va beh insomma ma che cazzo sto scrivendo non lo so neanche io, sono qui al buio con dei fogli e una penna, non posso neanche rileggere perché non ci vedo mi bruciano gli occhi, ma mi sembra che invece che a te sto parlando a me stesso. E va beh dai vedo che comunque in ogni caso, cioè, si dai cioè mi sembra che ti vada bene, cioè che sei contenta x come sono e x quello che faccio, e la cosa ovviamente mi riempie di orgoglio, cioè le cose che io posso fare o non fare certo io le faccio x me e xchè ho voglia di farle, ma sapere che tu sei contenta è bello dai. Poi se litighiamo sulle cazzate è lo stesso, anzi va bene così se no che gusto c’è? E poi se sei contenta fai bene, tutto quello che faccio nella vita è anche perché ho sempre avuto il supporto della mia famiglia, quindi…
Cavolo basta sono quasi stufo di scrivere, al buio non sono abituato, e poi son molto più veloce con la tastiera che con la biro, ma non so che fare, mi bruciano gli occhi e non posso fare nulla, leggere, guardare la tele, usare il comp, nulla. Neanche andare all’aperto a fare un giro. Che cavolo di roba che c’ho addosso salcazzo. E allora ti scrivo nella penombra una cosa che probabilmente non si è capito una mazza di niente. Alla fine volevo solo dirti che sei OK, anche se come tutte le madri hai tentato di fare un po’ troppo la chioccia, anche se non sei proprio il tipo ma è così, ma lo stesso ti sono un po’ sfuggito, anche se poi vengo sempre a chiederti consigli. Insomma dai alla fine ci troviamo bene no? Va beh occhei finisco insolitamente in modo smielato dicendoti che ti voglio bene, non te lo dico mai e non farci l’abitudine perché non te lo dico più, non ci siamo abituati, ma però ma si ogni tanto va bene anche dirselo no? Ok ciao.

Ho millenovecentosettantaquattro anni

Ho fatto nuoto per almeno 3 anni. Ho lavorato come tecnico informatico per 3 anni. Ho fatto l’arbitro di calcio per 2 anni e mezzo. Scio da almeno 20 anni. Ho fatto 5 anni di ingegneria. Un anno son stato a Londra. Ho il negozio a Voghera da 11 anni. Sono abbonato a Topolino da.. cavolo da 27 anni! Ho fatto lo sviluppatore software per 4 anni. Sono andato in vacanza a Rimini per 5 anni. Ho gestito un bar per 6 anni. Sono stato a Parigi, Praga, Bruxelles, Barcellona, Budapest, Oslo, Amsterdam, Vienna, Bratislava, Berlino. Ho avuto un negozietto a Brallo per almeno 4 anni. Ho fatto 5 anni di università ad Economia. Ho un nipote che ha 9 anni meno di me, ho una sorella con 9 anni più di me, ho un fratello con 19 anni più di me. Faccio spinning da 3 anni, Ho fatto il corso di balli caraibici per due anni e mezzo. Ho giocato a tennis per 4 anni. Sopporto me stesso da 34 anni. Sono interista da circa 30 anni (e questo spiega tante cose, ma spiega anche perché sono uno di quelli che non mollano mai). Ho fatto kick boxing per quasi 3 anni. Porto gli occhiali da circa 16 anni (che palle!!). Mi sono rotto un braccio e una costola a distanza di 4 anni, sempre durante i mondiali di calcio. Vado in bicicletta da tanti anni. Gestisco il sito forteweb.it da quasi 10 anni. Ho una nipotina che ha 3 anni. Ho fatto 5 splendidi anni di Ragioneria (splendidi per la classe e alcuni prof, non certo per ragioneria). Un anno ho fatto il giro della Sicilia. Sono stato in mille locali e discoteche: Gasoline, Giardinetto, Vertigo, Palace, La Scala, Milleluci, Mayerling, Maskara, Zoe, Toqueville, Rolling Stone, Kursaal, Sporting, Club House, Ombelico, Luminal, The Club, Golf, Pepe Club, Mulino della frega, Luna Rossa, Rotonde, Siglo, Killer Plastic, Cafè Atlantic, Mania, Nautilus, Ynadamas, Teatrò, Slalom, e mille altre di cui non ricordo il nome. Ho fatto il corso di arbitro di pallavolo. Ho fatto 4 capodanni a Genova. Ho un blog da 3 anni. Da neanche un anno ho imparato a giocare a biliardo all’italiana (insomma so le regole, non ho detto che sono bravo… ma ho comprato la stecca!)

E vedrete quello che devo ancora fare…

Me stesso

Sono nato a Voghera (PV) il 2 aprile 1974 (sono quasi uno scherzo). Ho vissuto per i primi anni della mia vita tra Milano, dallo Zio Renzo e Brallo (PV) dove ho passato gli anni successivi. Ho una sorella (Cinzia, +9anni) e un fratello (Ivo, +19anni), mamma Rita e papà Siro. Il primo giorno di scuola (nel 1980) ero felicissimo perché, da buon montanaro un po’ ignorante, pensavo che fosse un posto dove si giocasse con gli altri bambini. Mi sono ricreduto subito e ho passato 5 anni a litigare con le maestre (per 4 anni ho avuto mia mamma Rita come insegnate: da una parte era bello perché studiavo poco, ma poi quando c’era da legnare qualcuno toccava sempre al sottoscritto). Alle medie, sempre a Brallo, ho iniziato a sentirmi ripetere la solita frase dei professori che mi accompagnerà per tutta la vita: " è intelligente ma non si applica". E io mi son sempre chiesto: "ma a voi cosa ve ne frega, guardate il risultato, se vale la sufficienza allora me la merito, cosa vuol dire che avrei potuto fare di più??". Ho sempre avuto poca stima di certi professori, di quelli che non sono li per insegnarti qualcosa ma solo per giudicarti. Troppo facile. Così come ho invece molta stima dei professori che ti insegano molto di più della loro materia. Nel 1988 ho iniziato ragioneria al mitico istituto Mario Baratta di Voghera, dove ho trascorso 5 anni indimenticabili, forse i più belli della mia vita. Mi hanno cambiato molto, mi hanno insegnato molto quei 5 anni, forse di più di qualsiasi altra esperienza. Sono stato molto fortunato ad avere una classe eccezionale. Vale la pena ricordare che dopo tanti anni riusciamo ancora a trovarci ogni tanto per mangiare una pizza e chiacchierare. La mia vita si divideva tra Brallo e Voghera (dove vivevo con mia sorella nei mesi in cui lei seguiva le lezioni universitarie). Nel frattempo ho iniziato a portare gli occhiali (sono miope), ho fatto l’arbitro di calcio per quasi tre stagioni, ho fatto l’università: Diploma Universitario in Ingegneria Informatica e Automatica (il nome è molto figo!). Altri anni interessanti: a vent’anni è proprio una figata, non fai (relativamente) niente dal mattino alla sera e pensi di sapere tutto del mondo. Mia sorella Cinzia si è prima ritrasferita a Brallo dai miei e dopo (nel 2003) si è sposata con Daniele. Io ho iniziato a stare "da solo" (lo scrivo tra virgolette perché in realtà i miei genitori sono spessissimo a Voghera)La mia prima auto è stata una sfortunatissima (e bruttissima) e usatissima Talbot Samba. Penso che in Italia ne abbiano vendute 3 o 4. Nel 1994 ho comprato una macchina che mi rimarrà sempre nel cuore, compagna di mille avventure: la Fiat Tipo grigia. Si andava a ballare con Teo, Aiser (Christian) e Geppe (Davide) al Giardinetto o al Milleluci o al Maskara, al Vertigo (mitico), al King, al Mayerling e poi alla Foresta e al Club House. Qualche volta allo Sporting, allo Slalom e altri mille impensabili posti. D’estate ci si divertiva un sacco e poi ho iniziato ad andare a Rimini con gli amici. Per quattro anni di seguito mi sono tuffato nel divertimento puro (si andava a L’Altro Mondo Studios, al Cellophan, quella mitica volta al Cocoricó, ecc).Nel 1997 ho aperto a Voghera il negozio "Piazza Affari", che gestisco tuttora. Nel marzo 1998 mi sono diplomato in Ingegneria con il voto di 94/110 con tesi "Modifica di un Web Server per la caratterizzazione utente" (in realtà non vuol dire nulla). Nell’estate 1999 ho finalmente aperto il bar "Castello Malaspina" a Pregola. Nel 1994 mi sono avvicinato alla politica aderendo al movimento di Forza Italia e Forza Italia Giovani. Quante serate, quante nottate ad inseguire sogni, speranze. In ogni caso ho conosciuto moltissima gente e mi sono rimasti dei buoni amici. Dopo una parentesi nel 2000, nelle estati successive ho gestito nuovamente il bar, una delle cose che mi hanno dato più soddisfazioni nella vita. Dal 1998 al 2002 ho collaborato saltuariamente per un’agenzia web (ABeA) come consulente informatico. Dal 2000 al 2004 ho collaborato con una ditta del settore IT (Sys-Net) in qualità di sviluppatore software. Nel 2002 mi sono iscritto nuovamente all’università (si si, risparmiatevi i commenti del tipo: "sei fuori", tanto lo so che sono fuori, grazie). Stavolta ho scelto la facoltà di Economia, corso di laurea in Marketing e E-business (se non hanno un nome che fa scena non mi piacciono) e ho cambiato auto (Ford Focus sw TDCI) Mi sono innamorato un’infinità di volte (mi basta un attimo di poesia), o forse no, sono un po’ una frana in questo settore, le donne non riesco a tenerle. Mi lasciano sempre dicendo che comunqe sono una persona "dolce". Non ho ancora capito se sono troppo furbo o troppo pirla. Solitamente dico ciò che penso e questo è visto spesso come un limite, o comunque una debolezza. Infatti mi è stato rinfacciato di essere "troppo ingenuo" o "troppo stronzo" o "troppo rompiballe" e persino "troppo bravo" (e poi dicono che con le donne ci vorrebbe il bastone… sante parole). Non ci posso fare molto, se volete quello che finge cercate altrove, posso cambiare tutto di me, ma non la sincerità di essere me stesso. Quindi alla fine ho pochi rimpianti. In realtà le persone che ho veramente amato sono poche (forse due? o tre?). Ormai resto un po’ diffidente rispetto alle parole che mi dicono, spesso troppo alla leggera. Sarà per il fatto che a me piace scherzare su tutto, ma non sulle cose serie! O forse perchè ne ho sentite veramente tante di promesse… E ora? Non lo so, non ho ancora deciso cosa farò "da grande". Non mi ci vedo tra 10 anni. Diciamo che a lungo termine vorrei: fare un lavoro che mi piaccia, vivere in un bel posto insieme a una donna che amo e ai miei figli. Visto? cerco sempre di essere "speciale" ma forse è solo per mascherare che vorrei essere la persona più "normale" di questo mondo.

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