(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Sopra al Duomo

Siete mai stati sul Duomo di Milano? Ne vale la pena.

Potete prendere la scala oppure l'ascensore, ma tanto ci saranno sempre dei gradini da salire.

Come tutti i posti in alto è un luogo magico. Innanzitutto perchè sei sopra al duomo. in mezzo alle sue guglie, a due passi dalla Madonnina. Non è top?
Poi perchè sei in alto. Da qui si domina la città meneghina e si vede tutto il suo skyline. Da una parte vedi la Torre Velasca, Palazzo Reale, la Piazza. Dall'altra parte la Centrale, il Pirellone, i grattacieli di Porta Nuova (come la Torre Unicredit e il Bosco Verticale) e quelli del Portello. E il Castello Sforzesco sembra così vicino…

E poi le guglie, tante, troppe, ti ci perdi. E le statue. Sei praticamente nel mezzo di un'opera d'arte. Non è meraviglioso? Un'esperienza da fare, ma non di fretta. Rimaneteci un po' sopra al Duomo, ascoltate il silenzio che c'è lassù.

Luini

Chi non è mai stato da Luini alzi la mano.

Dice il sito che la signora Giuseppina Luini si trasferì a Milano dalla Puglia nel 1949 e rileva un forno in via Santa Radegonda.
E’ a due passi (anzi un passo) da Piazza Duomo, quindi lasciate stare Spizzico, Mc Donald’s e quelle robe lì e fatevi un panzerotto.

I primi tempi la signora faceva pane per alberghi e ristoranti, ma ben presto le specialità della sua terra furono molto apprezzate dai passanti, in special modo, appunto, il panzerotto.
Era molto in linea con lo stile di vita milanese, un fast food ante litteram: prendevi il tuo panzerotto e lo mangiavi mentre tornavi al lavoro o mentre ti dirigevi verso chissà quale importantissima occupazione. Ben presto si decise di lasciar perdere il pane e produrre solo panzerotti.

Il bello di questo posto è che è unico. Esiste solo lì. Non è una catena. E’ speciale. E’ come Annabella a Pavia (che però tra un po’ si sposterà dalla mitica sede in Piazza della Vittoria). Beh…Luini è solo in Santa Radegonda.
Non aspettatevi meraviglie, è un buco, ha un’insegna ormai demodè, ma è sempre imballato di gente, anche se la coda si smaltisce davvero in fretta. Per i golosi c’è anche il panzerotto dolce.

E adesso che siete riuscito ad acchiapparne uno? Vi do un consiglione: quando uscite, andate in direzione opposta al Duomo, fate veramente pochi passi e vi troverete quasi come per magia in Piazza San Fedele: un angolo di (relativa) quiete a uno sputo da Piazza Duomo. Se le panchine sono occupate sedetevi vicino alla statua di Alessandro Manzoni (che in questa piazza morì, addirittura, o meglio inciampò, cadde e riportò un trauma che lo portò a morte alcuni mesi più tardi)

Un giorno vidi passare in questa piazza nientepopodimeno che IL CAPITANO Saverio Zanetti, solo che non feci in tempo neanche a scattare una foto perchè…avevo in mano un panzerotto di Luini !

Il Duomo di Milano

Il duomo: quante volte ci siamo passati davanti? E’ indubbiamente il centro di Milano.

Una volta era il capolinea di tutte le linee di tram. Da fuori è meraviglioso. Avete mai fatto un giro competo, tutto intorno, osservandone bene tutti i lati? Avete provato a contare tutte le statue, statuette e statuine? E tutte le guglie?

La cattedrale si chiama "Santa Maria Nascente", è scritto davanti, e anche bello grande, ma quanti lo hanno mai notato?
E ci pensate anche a quanto marmo è servito per costruire quest’opera? Non avevano camion, tir o treni, ma solo corsi d’acqua (i Navigli). E niente gru.

Per rispondere alla domanda sulle statue: sono oltre 3000, e se l’esterno è così favoloso, l’interno (più snobbato) non è da meno. Ha una capienza di 40000 mila persone. Si avete letto bene, non quattromila, bensì quarantamila. Come mezzomeazza.
52 enormi colonne sostengono la volta e 39 sono i finestroni decorati.
Ok, la Sagrada Familia è magica e fantascientifica, ma il Dom l’è ‘l Dom.
In ogni caso è inutile ch’io stia qui a spiegarvi i mille particolari, li trovate in qualunque guida.

Il bello è, per una volta, passare davanti senza gaurdarlo di sfuggita, ma ammirandolo bene. Ti senti davvero piccolo davanti alla maestosità di quest’opera. 

Chissà se è stato edificato per il senso del bello, per cercare di guadagnarsi la benevolenza del Signore in questa o nell’altra vita, o veramente in onore alla magnificenza del Signore. Probabilmente per tutte queste tre cose insieme.

Non dimenticatevi però di fare un paio di cose.
La prima: non avete voglia di andare fino in cima al duomo ad osservare la Madonnina? Oppure ritenete che anche lì sarà troppo lontana? Allora recatevi in fondo al Duomo: c’è una copia identica, identicissima a quella lassù in alto. Vi sembra di averla già vista? Ma certo, è quella che era all’Expo.
La seconda: scendete nell’area archeologica. Eh già, perchè in piazza Duomo, prima del Duomo, c’era altro. Le chiese di Santa Tecla, col battistero di San Giovanni alle Fonti, e Santa Maria Maggiore, col battistero di Santo Stefano alle Fonti (qui Sant’Ambrogio battezzo Sant’Agostino). Una scaletta vi porterà sottoterra ad osservarne i resti.

 

Museo del 900

Siete mai stati al Museo del 900 a Milano? No? Caspita, fateci un giro.

Per prima cosa è comodissimo, è in piazza Duomo. Infatti è nel Palazzo dell’Arengario, proprio a fianco a Palazzo Reale.

Poi il costo del biglietto, ridicolo: cinque euro!

Poi se non volete spendere neanche questi vi dico solo che c’è un’opera che potete ammirare aggggratis, e non una robetta da niente, ma nientepopodimeno che: Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo!
E’ davvero grande, come ci si potrebbe aspettare. Un quadrone, un quadrissimo.

Poi entri e ti trovi a tu per tu con Picasso, Matisse, Modigliani, Kandisnkij, Mondrian ! Insomma capisci subito il livello del museo.

Prosegui e… Boccioni! Io per esempio sono stato rapito da "Quelli che restano" (1911), ma soprattutto… "Forme uniche della continuità nello spazio". Ne avevo già vista una (ce ne sono una mezza dozzina in giro per il mondo) alla Tate Modern a London, ma stavolta ragazzi… che emozione. Non lo so, forse lo stato d’animo, forse perché ero praticamente solo nella stanza, ma il fatto di trovarmela lì… mi sono quasi commosso. Era lì, era lei ! Tant’è che quando è apparsa una custode e mi ha visto un po’ straniato le ho chiesto ingenuamente: "ma è vera?" e lei mi ha risposto anche un po’ seccata "ma certo", come se si trattasse di una crosta qualunque, di una cosa di cui non stupirsi affatto. Infatti le ho detto che ne avevo giù vista una "sorella" e lei non sapeva neanche della sua esistenza. Io mi chiedo: ma perché la crisi del mondo del lavoro mi porta a fare da custode in un museo una che non conosce neanche le opere esposte? Va beh.

E poi Giacomo Balla, Sironi, Carrà. Sapete perchè Raffella Carrà si chiama così? Perchè il suo cognome vero (Pelloni) fu ritenuto poco adatto, le ci voleva un nome d’arte e le fu consigliato di abbinare al nome di un grande artista,Raffaello Sanzio, il cognome di un altro artista, Carlo Carrà.

E ancora Morandi (no, non Gianni) e… caspita, De Chirico! Quanto costerà un De Chirico? Lo voglio sopra al divano! Mi sa che costi troppo… Qui esposto c’è "Il figliol prodigo". De Chirico è chiaramente un genio.

Vorrei una casa con così tante pareti da contenerli tutti. 

C’è anche Piero Manzoni: la "Linea", la "Merda", l’impronta sull’uovo sodo. In una zona ci sono dei percorsi tutti un po’ allucinogeni, sembra di essere nel film "Tron".
Ehi ! C’è anche un Mimmo Rotella!

Insomma, siete ancora qui? Correte subito al Museo del ‘900!

Parliamo di Milano

Ti accorgi che Milano non è provinciale già dalle scarpe. Io, per deformazione professionale, faccio sempre caso alle scarpe che indossa la gente. A Voghera uno su due calza scarpe di marca. A Milano, in metro, sui marciapiedi, uno su dieci. Qui non si conoscono tutti, e non hanno nulla da dimostrare agli altri passeggiando per via Emilia. 

La campagna è bella, il mare meraviglioso, la montagna è stupenda, ci sono nato. La città ha il suo indiscutibile fascino. Soprattutto nei giorni feriali. C’è di tutto: il turista, l’impiegato in ritardo, l’operaio in pausa, il ragazzino sfaccendato, il taxista che fuma, il cameriere che si destreggia tra i tavolini. Gente stilosa, antropologicamente interessante. E poi i rumori, così diversi, così particolari. A Milano, per esempio, l’inconfondibile e fastidioso stridio del tram che sferraglia sulle rotaie. 

A Milano puoi trovare il locale chic, alla moda, la superlibreria attrezzata e futurista, ma anche il mercatino o il barbiere di una volta, come quello in via Gonzaga (https://goo.gl/maps/BBrz57rKceD2), vicino a Piazza Diaz.

Ricordo quella volta che cenai in Piazza Diaz. Ci si arriva facilmente in auto e quando ci sei capisci di essere in centro, ma ad un occhio poco allenato o poco avvezzo alle gite milanesi puoi ancora nascondere il fatto che ti trovi praticamente ad un passo dalla Madonnina. Esci dal ristorante e la vedi là in alto, nel cielo, sopra a Palazzo Reale. Non male, no? Ovviamente il parcheggio mi è costato quasi più della cena, ma li vale tutti.

Il mitico Rolling Stone

Che onore!

Andate sul sito www.rollingstonemilano.com

e scendete in basso fino a dove inizia con "…UN ALTRO MITO CHE SE NE VA’.

è riportato un articolo che avevo scritto nel febbraio del 2009, questo:

www.fabiotordi.it/blog/?p=674

 

 

Foresta Futurista

Milano è una foresta futurista
vorace mille volti d'anni luce
bellezza esausta tacita taciuta
più che d'amore una bacio di sorella.
Orrida e bella, diva e selva oscura
ghiaie panchine di moltisolitudine
un gesto e non un posero di fiori
e a macchie di leopardo vie di fuga

Expo è morto

 

Siete contenti, cari italiani, di aver dato dei soldi per l’Expo? Ecco dove vanno a finire.

 

O mia bela Madunina

A diesen la canzon la nass a Napuli
e francament g’han minga tutti i tort
Surriento, Margellina tucc’i popoli
i avran cantà on milion de volt
mi speri che se offendera nissun
se parlom un cicin anca de num

O mia bela Madunina che te brillet de lontan
tuta d’ora e piscinina, ti te dominet Milan
sota a ti se viv la vita, se sta mai coi man in man
canten tucc "lontan de Napoli se moeur"
ma po’ i vegnen chi a Milan

Ades ghè la canzon de Roma magica
de Nina er Cupolone e Rugantin
se sbaten in del tever, roba tragica
esageren, me par on cicinin
Sperem che vegna minga la mania
de metes a cantà "Milano mia"

O mia bela Madunina che te brillet de lontan
tuta d’ora e piscinina, ti te dominet Milan
sota a ti se viv la vita, se sta mai coi man in man
canten tucc "lontan de Napoli se moeur"
ma po’ i vegnen chi a Milan

Si vegni senza paura, num ve songaremm la man
tucc el mond a l’è paes e semm d’accord
ma Milan, l’è on gran Milan!

Milanomilano?

Milano vicino all’Europa

Milano che banche che cambi

Milano gambe aperte

Milano che ride e si diverte

Milano a teatro

un ole’ da torero

Milano che quando piange

piange davvero

Milano Carabinieri Polizia

che ti guardano severi

chiudi gli occhi e voli via

Milano a portata di mano

ti fa una domanda in tedesco

e ti risponde in siciliano

poi Milan e Benfica

Milano che fatica

Milano sempre pronta al Natale

che quando passa piange

e ci rimane male

Milano sguardo maligno di Dio

zucchero e catrame

Milano ogni volta

che mi tocca di venire

mi prendi allo stomaco

mi fai morire

Milano senza fortuna

mi porti con te

sotto terra o sulla luna

Milano tre milioni

respiro di un polmone solo

che come un uccello

gli sparino

ma anche riprende il volo

Milano lontana dal cielo

tra la vita e la morte

continua il tuo mistero

Milano tre milioni

respiro di un polmone solo

che come un uccello

gli sparino

ma anche riprende il volo

Milano perduta dal cielo

tra la vita e la morte

continua il tuo mistero

Amala!

E’ vero ci sono cose più importanti

Di calciatori e di cantanti

Ma dimmi cosa c’è di meglio

Di una continua sofferenza

Per arrivare alla vittoria

E poi non rompermi i coglioni

per me c’è solo l’Inter

 

A me che sono innamorato

Non venite a raccontare

Quel che l’Inter deve fare

Per noi niente è mai normale

Né sconfitta né vittoria

Che tanto è sempre la stessa storia

Un’ora e mezza senza fiato

Perché c’è solo l’Inter

 

C’è solo l’Inter per me

Solo l’Inter

c’è solo l’Inter per me

 

No, non puoi cambiare la bandiera

E la maglia nerazzurra

Dei campioni del passato

Che poi è la stessa

Di quelli del presente

Io da loro voglio orgoglio

Per la squadra di Milano

Perché c’è solo l’Inter

 

E mi torna ancora in mente l’Avvocato Prisco

Lui diceva che la serie A è nel nostro DNA

Io non rubo il campionato

Ed in serie B non son mai stato


Football Club Internazionale Milano 1908

Chagall a Milano

Sono stato a vedere questa mostra a Milano, Palazzo Reale.

Mi piace Chagall, anche se non lo inserisco nei piani alti della lista dei miei preferiti. La fila era spropositata, per i miei gusti (un’ora abbondante, ma ormai ero lì, cosa facevo? In effetti un mio amico era stato lì il giorno prima e aveva desistito, andando a vedere Segantini)

La mostra mi ha impressionato, e vi spiego il motivo. Non sono un appassionato di mostre, ne vedrò in media una all’anno (visto lo sbattimento che mi si richiede in termini di code deve essere una cosa a cui tengo), però molte volte trovo tanto fumo e poco arrosto. Le pubblicità sbandierano "Mostra di Tal dei Tali" e poi quando sei dentro vedi che ci sono un paio di opere importanti e tutto il resto sono bozzetti, schizzi preparatori e riproduzioni. Ricordo ancora con rabbia la mostra su Dalì a Londra (che mi è pure costata cara) che è stata una delusione terribile. Qui no. La mostra è strapiena di dipinti del pittore russo-ebreo-francese. Sono talmente tanti che alla fine ti stufi persino di osservarli tutti. Complimenti alla curatrice e a chi ha permesso di realizzare una mostra così completa.

Su Chagall che dire…non amo cercare le solite dietrologie tanto care ai critici dell’arte, come quando dicono "In questo dipinto l’artista voleva dirci ecc. ecc.".  Le opere d’arte non parlano con le parole (a parte le poesie e i libri, naturalmente), quindi un quadro non va "spiegato": ti colpisce al cuore oppure no. Su certi dipinti ci ho passato 10 minuti, su altri dieci secondi. A mio personalissimo gusto, ovviamente. In base alle corde del cuore che mi venivano o meno toccate. E poi raga, c’è sempre la grande emozione di vedere le cose "dal vivo". Cioè non so se mi spiego… come quando vai a un concerto e vedi il cantante proprio lì. Quando vai in un museo o una mostra l’emozione è quella: il quadro che hai davanti non è una stampa, una foto, una riproduzione…le pennellate che vedi sono quelle date dall’artista, che alcune volte paiono uscire dal dipinto e comunicarti qualcosa. Emozione allo stato puro

Quelle che mi sono più piaciute? Alcune, molto oniriche. E altre, molto sognatori. Perché Chagall era un grande e dolce sognatore.

 
Marc Chagall – La Passeggiata – 1917

In volo sopra alle alpi

Sabato 15 marzo 2014 – Ore 7:54

Stiamo volando. Il momento più bello è sempre quello della partenza: dopo che l’aeromobile si è portato sulla pista di decollo accende i reattori e il pilota “schiaccia il pedale”. È come andare in Formula 1, con la differenza che qui siamo su un coso da svariate tonnellate. E quando arriva al top della velocità, quando pensi “Hey, se fossi su un’auto a questa velocità, avrei paurissima”, si stacca dal suolo. Figata. Non mi fa minimamente paura, anzi è molto bello. Ho prenotato l’ultimo posto in fondo, che evidentemente non piace a nessuno: ho due intere file di posti a mia disposizione. X assurdo sarebbe “bello” pilotare un aereo. L’unico problema è che poi mi si tappano le orecchie.
La prima vista è stata di Milano, ovviamente. E non mi è piaciuta, troppi brutti palazzi di periferia. L’unica cosa bella è la tangenziale. X i non amanti di Milano sto dicendo cose assurde. Poi passiamo sopra alla centrale: noto subito che dall’alto sembra un capannone, perde la maestosità della sua facciata. E poi il Pirellone, spicca! Più a nord noto un piccolo aeroporto, stile Rivanazzano (scoprirò dopo che è l’aeroporto di Bresso). Poi di colpo lo sguardo va più lontano e appaiono le Alpi innevate e illuminate. Che spettacolo! Si vedono proprio tutte! Sembra di essere nel film “L’era Glaciale”. Poi passiamo sopra ai laghi. Mia mamma era un’accanita “guardatricefuoridaifinestrini” in treno e quando abbiamo volato la lasciavo sedere vicino al finestrino. E infatti non si staccava un secondo per tutto il viaggio. Anche a me piace, ma ci sono cose più importanti (come lasciare il posto al finestrino a qualcun altro)
Ho scambiato quattro parole con uno della cabin crew, un romano, about il libro che mi sono portato: “Solar” di Ian McEwan. Mi rendo solo ora conto che non avevo mai volato con Alitalia, deve essere almeno la mia decima compagnia diversa, anche se il carrier non deve essere proprio Alitalia, ma è una questione burocratica: Alitalia ha altre “ragioni sociali” (come “Volare”) per mantenere i diritti di certi slot negli aeroporti. Questo è “CAI Second”.
Nuvole. Torno al mio libro.


Hyde Park

Video sui navigli

Vi ricordate queste tre canzoni? Non notate che si qualcosa di leggermente simile nei tre video?

Il Milanese Imbruttito

Su Facebook c’è una pagina che  mi piace: il Milanese Imbruttito.

Non so come, ma mi rispecchio nella grande maggioranza delle frasi, per esempio:
"CONTROLLA IL METEO TUTTI I GIORNI"
"SPETTACOLO!"
"DAICHEE’ VERDE!"
"DAI SU MUOVITI, TI HO FATTO PASSARE, MUOOOVITI!"
"OGGI NON MI PASSA PIU’"
"CAZZOCIFAI GIA’ SVEGLIO?"
"TI AGGIORNO ASAP"
"NON FA LA SPESA, FA UN SALTO ALL’ESSELUNGA"
"UE’ BELLA VITA"
"AL MASSIMO VI RAGGIUNGO"
"POI TI GIRO IL LINK"
"CAZZOTIURLI?"
"UE’ CAPO!"
"TROVA IL MODO DI PARCHEGGIARE ANCHE SUGLI ALBERI"
"EHLLAMADONNA"
"VEDO COME SONO MESSO POI TI DICO"
"MI STAI ASCIUGANDO!"
"MA ANCHE NO"

…e tante altre chicche simili.

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