(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Mario Baratta – Nona puntata

Sto quasi per terminare la lunga serie delle puntate sulle mie avventure al Baratta. Credo che bastino ancora un paio di puntate oltre a questa. Vi racconto un altro aneddoto. Quando ero in prima, un professore mi dice: “Vai a prendermi i gessi per la lavagna, che sono finiti”. Io esco, vado dal bidello e chiedo il gesso. Lui mi dice: “vai di là” e mi indica il bagno. Io entro, cerco nell’antibagno ma non trovo nulla, gli armadietti sembrano chiusi a chiave. Torno da lui e chiedo ancora, ma lui mi liquida “Ti ho detto che è di là“. Io torno nel gabinetto, cerco dappertutto, ma di gessi, cancellini e quant’altro nessuna traccia. Ritorno ancora dal bidello e gli dico “Guarda che di gessi non ce ne sono” e lui “Aaaaaaaaaaahhhhh… io avevo capito che cercavi il cesso!!“.

I primi tempi sono stato anche vittima di episodi di bullismo. Ovviamente non era neanche lontanamente paragonabile a quello che si sente oggi in TV. A me hanno semplicemente chiuso un paio di volte nello stanzino del WC, e altrettante volte mi hanno bloccato su una sedia, sedendomi sopra in tre o quattro. Tutto questo da parte di ragazzi che a me allora parevano “grandi”, ma in realtà avevano solamente un anno di più, in quanto erano della seconda (la sezione non la ricordo, ma erano geometri, grrrr maledetti…. hehehe).

Nella mia classe sono passati tanti ragazzi e ragazze che poi abbiamo perso per strada: Patrizia, Alessandra (è stata anche rappresentante di classe), Ilaria,…
Ma sentite questa: i primissimi giorni di scuola, in prima, al primo banco c’era un ragazzo, tal Giangiuseppe, che è stato con noi per circa due settimane, per poi abbandonare. Il suo compagno di banco, che ben presto sarebbe diventato il mio compango di banco, sostenne che il tizio se n’era andato all’Alfieri (scuola privata, all’epoca famigerata per essere un posto dove si studiava poco o niente). Ogni tanto io e il mio socio ritornavamo sull’argomento, chiedendoci dove fosse finito quel personaggio. Facciamo un salto di quasi 20 anni: lo scorso dicembre ho seguito il corso di Macroeconomia Applicata all’università di Pavia. Durante la prima lezione ho notato un tizio che aveva all’incirca la mia età, quindi notevolmente più vecchio del resto della platea formata da sbarbatelli ventenni. Alla fine della lezione il professore ha detto una frase del tipo “Le ore di esercitazione saranno tenute dal dottor Xxxxxxx, che è qui presente in aula”. Quando ho sentito quel cognome mi si è accesa la lampadina: era lui !! Carramba che sopresa! Era proprio quel Giangiuseppe di tanti anni fa. Non sa cosa si è perso al Baratta.

In classe noi maschi siamo sempre stati in minoranza, circa una decina, mentre le ragazze erano quasi il doppio. C’era Giancarlo, col quale facevamo interminabili gare di battaglia navale. Abitava in alta valle staffora, come me, e quindi spesso ci facevamo parte del viaggio assieme. Inarrivabili le sue dispute con Marco, sugli argomenti più stupidi, giusto per farlo arrabbiare. Marco infatti si scaldava facilmente, ma era tutta una burla, fondamentalmente è una persona posata e gentile, ma gli innumervoli battibecchi con chicchessia sono passati alla storia. Poi c’era Laura, che adesso lavora alla Rai e che incontro anche sulle piste da sci di “La Thuile“. C’era Marco (un altro) che era un oggetto imperscrutabile. Un monolite. Non si capiva molto della sua personalità. Parlava poco (e quel poco a sproposito hehe). Non ho mai capito se gli stavamo tutti antipatici o cosa… E poi Fabio (un altro ancora!!!), che ha sopportato per anni le punzecchiature dei miei fumetti: grazie per la sportività Fabio,  e grazie ancora per avermi votato alle ultime elezioni comunali. Poi c’erano le due gemelle, molto unite ma molto diverse, come spesso succede tra gemelli. Elisa era più concreta, pià attenta alle mode, sembrava più sicura di sè. Barbara sembrava più sportiva e più sognatrice. Poi c’era Federica, strano personaggio. E poi Barbara (un altra!! una classe piena di doppioni….) che una volta è venuta a trovarmi anche al mio pub al Brallo col moroso (ma vi sposate? ma quando??). E poi Cinzia che si incazzava perchè studiava tanto e non riusciva quasi mai a prendere bei voti. E poi le due Stefania, e poi… e poi…. e va beh sto oltemodo annoiando voi lettori del blog.

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2 Comments

  1. marco

    Non so se ti può far piacere oppure no, ma questa storia a puntate del Baratta è ormai sulla bocca di tutti nella nostra scuola! Le professoresse la commentano nei corridoi! Complimenti pe lo scalpore ;)

  2. Grazie… prima o poi devo tornarci a fare un giro al Baratta. Senza falsa retorica è una parte di me. Sono molto cambiato in quei 5 anni e ho fatto tante esperienze utili. Di alle prof di commentare sul sito invece che nei corridoi !!!

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