Molti mi chiedono: raccontaci un po’ cosa hai fatto a Londra? Beh sono andato con Alina, siamo partiti il giorno dell’ascensione, mentre a Voghera terminavano i festeggiamenti. Siamo arrivati all’ora di pranzo a Marble Arch. Solito casino, un panino veloce e poi in albergo. Tra i tanti disponibili ne ho scelto uno in zona Queensway, cioè dove abitavo io. Zona che quindi conoscevo a memoria e che è rimasta la stessa. E’ stata un gita della nostaglia: ho rivisto la mia casa, i posti dove ho lavorato, siamo stati da Anna all’agenzia. Solo che lunedì era Bank Holiday (non lo sapevo mannaggia) ed era chiuso, mentre martedì lei non c’era. Che sfiga. Siamo stati in Oxford Street dove ho sopportato abbiamo visitato mille negozi. Siamo stati ovviamente in Piccadilly Circus, dove è seppellito il mio cuore londinese, e dove c’e’ il mitico Lillywhites e i suoi prezzi incredibili. Siamo stati in Trafalgar dove Nelson ci lanciava occhiate dalla colonna e dove c’erano i festeggiamente per un qualche capodanno indiano. Siamo passati da Arancina, ma Carmelo non lavora più there. Siamo stati in Kensington Gardens, sulle rive del laghetto. Abbiamo visto la City, il Tower Bridge, il lungotamigi (un pezzo). Abbiamo girato tanto a piedi, tanto col Tube. Abbiamo trovato tre giorni di bel tempo. Molta malinconia a rivedere Soho e Chinatown, dove nel 2003 gironzolavo senza sapere dove mi trovavo, e dove nel 2006 le tv urlavano i risultati delle partite di giorno e dove scorrazzavo con Ale e Filo di sera. The next station is Oxford Circus. Change here for Bakerloo and Victoria lines. This is a central line train for Ealing Broadway. Please mind the gap. Abbiamo incontrato Maurizio e abbiamo fatto un giretto con lui, e mangiato una pizza. Mi ha raccontato le novità, dove sta, che lavoro fa. Maurizio è una di quelle persone che anche se ho conosciuto poco e vive lontanissimo considero un amico. Appena trovati è come se ci fossimo salutati la sera prima… è quasi incredibile, è bello avere degli amici così. Siamo stati in Hyde Park, il polmone di London, a respirare il profumo dell’erba
E siccome io non sono normale mentre camminavo a piedi scaldi in mezzo al parco mi sentivo solo, in un città di milioni di abitanti, di cui conoscevo ogni angolo, ogni spazio, ogni modo di fare, anche in mezzo alla folla, anche in compagnia di una bella ragazza, sentivo qualcosa che mi scivolava via dalle mani e che non riuscivo a trattenere, mi veniva da urlare e non potevo e allora urlavo dentro di me. E avrei voluto essere a Parigi, sugli Champs-Élysées. Oppure nel cyberspazio.

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