Martedì undici/undici sono stato, come preannunciato, a vedere Guccini. Sempre bello. C’era il pienone, ed infatti ha esordito dicendo che gli fa sempre una certa emozione cantare di fronte a tanta gente. Come al solito Guccini fa un po’ di teatro, i soldi del biglietto sono spesi bene sia per ascoltare le canzoni dal vivo, con l’altmosfera creata dall’autore e dal pubblico che canta a squarciagola, sia per il corollario di dissertazioni (quasi sempre in chiave politica) del Nostro.

Anche stavolta non si è tirato indietro dal fare battute sull’attuale maggioranza e soprattutto sul premier. Mi viene in mente qualche aneddoto del tipo che sia lui che Fini, abitando a Bologna, hanno visto lo stesso film nello stesso cinema da ragazzi. E quindi si chiedeva se, in una sorta di sliding doors, lui avesse potuto diventare presidente di Alleanza Nazionale e Fini avesso scritto "La locomotiva"… scrivendo "gli eroi son tutti giovani e belli…. e abbronzati". E poi sotto cone le allusioni, le battutine, ecc. E giù applausi del pubblico.

Oltre a questo introduceva ogni canzone, sempre piene di "malinconia positiva" come solo lui sa fare. Calzoni un po’ retrò, un po nostalgiche, ma con una forza che spacca.

Ha iniziato con la classica "Canzone per un’amica", ma poi ha percorso una strada insolita introducendo non le classiche canzoni superfamose, ma un sequenza di successi minori che e stato piacevole riascoltare dal vivo, come "Canzone quasi d’amore". La mia preferita è stata sicuramente "Canzone delle osterie di fuori porta": Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta, ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta: qualcuno è andato per età, qualcuno perchè già dottore e insegue una maturità, si è sposato, fa carriera ed è una morte un po’ peggiore

Poi, dopo la metà del concerto parlava sempre meno e cantava sempre più, con Noi non ci saremo, Eskimo, Cirano, Don Chisciotte… cavoli ci mancava l’Avvelenata maledizione, ma ovviamente neanche stavolta l’ha fatta. Inutile dirvi che ha chiuso con "La locomotiva".

nel frattempo la bottiglia di Bonarda che avevo abusivamente introdotto era misteriosamente finita….

Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta,
ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta:
qualcuno è andato per formarsi, chi per seguire la ragione,
chi perchè stanco di giocare, bere il vino, sputtanarsi ed è una morte un po’ peggiore

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