(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Assicurazione sci obbligatoria

Torno sull’argomento per pubblicare il comunicato stampa che mi ha mandato Giulia Pascazio di 24hassistance. Non ho ben capito perchè sono così contro l’assicurazione obbligatoria…

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Questo week end ha imperversato su quotidiani e telegiornali la notizia dell’entrata in vigore in Piemonte della nuova legge regionale che rende obbligatorio possedere una polizza di RC per poter accedere alle piste da sci.

24hAssistance è la società leader in Europa nelle assicurazioni per lo sci e lo snowboard con i prodotti “Snowcare” e “Multisport” che solo in Italia assicurano oltre un milione di sciatori ogni anno attraverso oltre 90 comprensori sciistici.

Interviene sul tema Matteo Fossati, fondatore di 24hAssistance: “Sono contrario all’assicurazione RC obbligatoria in Piemonte. Con questa legge non si dà un’immagine positiva dello sci e non si aumenta la sicurezza sulle piste. Rendere l’assicurazione obbligatoria non aiuta a creare la cultura della sicurezza e della responsabilizzazione dello sciatore, ma anzi si incentiva l’azzardo morale e la possibilità di frodi. Ci sono molte ragioni per opporsi duramente a questa legge”

  1. Il rischio di scontro tra sciatori sulle piste da sci è molto basso, solamente lo 0,3% degli infortuni sono incidenti tra sciatori con conseguenze medio gravi. In tutta Italia muoiono 5 persone all’anno per scontro tra sciatori. Spesso per scarsa conoscenza si hanno delle paure, dei preconcetti, delle opinioni che sono distanti dalla realtà,  fondate solo su sensazioni o passaparola. La realtà è che lo sci è uno sport meno rischioso di tanti altri. Il costo sociale degli infortuni sulle piste da sci è largamente inferiore al beneficio sanitario che se ne ricava a livello nazionale, pertanto lo sci è uno sport “raccomandato” (Fonte Rapporto S.I.Mon., Istituto Superiore di Sanità, 2007);
  2. L’80% degli sciatori in Italia è assicurato per la RC (tra polizze personali, tessere associative, polizze incluse nel pacchetto viaggio, assicurazioni acquistate insieme allo skipass etc.);
  3. Centrare il problema della sicurezza in pista sul casco e sull’assicurazione deresponsabilizza lo sciatore. E’ come dire “mettiti il casco, assicurati e poi non preoccuparti, se investirai qualcuno non ti farai male e qualcuno pagherà i tuoi danni”. L’assicurazione non è una medicina per la sicurezza, l’assicurazione non contribuisce alla sicurezza sulle piste da sci ma interviene quando la sicurezza ha fallito. Piuttosto che imporre casco e assicurazione bisognerebbe invece cercare di educare alla cultura della montagna, del rispetto degli altri sciatori, del controllo dei propri mezzi senza dover sempre e per forza tentare di superare i propri limiti;
  4. In un mercato sempre più competitivo, ancor di più in momenti di crisi, l’aumento del costo dello skipass per comprendere l’assicurazione potrebbe portare alla diminuzione della competitività dell’offerta;
  5. Nel medio-lungo periodo il costo della polizza esploderebbe perché in mancanza del sistema di controllo del bonus-malus (come avviene nell’auto) l’esperienza ci insegna che le truffe esploderebbero e le cadute accidentali si trasformerebbero “magicamente” in scontri tra sciatori;
  6. In nessun paese dell’arco alpino esistono norme sulla materia assicurazione-sci e questo tema dovrebbe essere affrontato a livello comunitario nell’interesse di tutto il sistema. Cosa accadrà allo sciatore che dalla Francia arriverà in Vialattea? Ma ancora peggio cosa accadrà allo sciatore di Gressoney che si ritroverà in Piemonte e dovrà sapere che cambiano le leggi e gli obblighi quando passa da una regione all’altra? E a quello che fa il Sella Ronda? Lo sci non dovrebbe avere confini normativi nazionali e tantomeno regionali o provinciali;
  7. Esistono altre attività ed altri sport che hanno un rischio maggiore (ad esempio il calcio è 4 volte più rischioso dello sci – Fonte Università di Venezia, 2003) eppure non hanno nessun obbligo assicurativo; dimostrazione ne è il fatto che in nessun Paese al mondo esiste un provvedimento di questo genere.
  8. Infine bisogna considerare che in Italia, come in tutte le altre Nazioni Europee, tutti gli sciatori già oggi hanno la possibilità di assicurarsi in maniera estremamente semplice: skipass, internet, SMS, tessere associative, agenzie tradizionali. Non si tratta di un mercato in cui il consumatore ha problemi trovare la copertura più adeguata.


Lo sciatore austriaco Rainer Schönfelder a Canazei… almeno Tomba sciava in smoking, che diamine!

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iutub !

2 Comments

  1. Ciao,
    innanzitutto ti ringrazio per aver dato spazio al nostro pensiero.

    Siamo così contrari all’assicurazione obbligatoria perchè i dati dimostrano che è inutile, anzi…

    Al contrario delle altre compagnie “generaliste” noi siamo specializzati nello sci e quindi guardiamo il contesto generale dello sci; cerchiamo di non vedere solo il nostro “orticello” ma fare sistema con gli altri attori del mondo dello sci: impianti, scuole sci, enti pubblici etc..

    In questo senso questa legge a nostro avviso non fa bene allo sci, non aiuta a responsabilizzare gli sciatori e soprattutto non da una buona immagine dello sci.

    Cosa penserà una mamma che deve decidere quale sport far fare al proprio bimbo? Quanto sarà impaurita sapendo che è l’unico sport con assicurazione obbligatoria?

    Magari lo manderà a fare nuoto…

  2. Le Compagnie Assicurative prima di assicurare impianti e sciatori imparitebbero delle norme. E questa potrebbe essere solo un miglioramento poi non vedo perche esimersi dal momento che altri sportivi sono egualmente già assicurati da tempo.

    Investigatore Assicurativo

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