Nel 1992 avevo 18 anni.

Da tanto tempo prometto di parlarvi di quel mitico anno ed è venuto il momento di farlo. La mia vita ha avuto una svolta importante: prima del 92 e dopo il 92. Ma non per il passaggio alla maggior età, quello è frutto del caso, anche se non troppo: sono gli anni in cui cambia la consapevolezza di sé e del mondo, ci si sente grandi e si sogna.
Io ho fatto tutto questo, nel millenovecentonovantadue.

In quell’anno mi sono reso conto di non esser più un bambino, un ragazzino. Certo: non ero un adulto fatto e finito, non lo sono ancora adesso, ma stavo maturando una nuova coscienza di me stesso e del mondo. E’ stato l’anno in cui ho capito che la vita va vissuta, che bisogna sempre provarci e che ogni sogno lasciato nel cassetto può essere perso, mentre ogni sogno tirato fuori dal cassetto potrebbe non realizzarsi, ma perché non provarci? Negli anni poi ho capito che avevo ragione: i sogni esistono, fluttuano nello spazio… a volte riesci a raccoglierli, altre volte no, ma loro rimangono sempre lì, pronti per essere raccolti.

"Tosti da Dio convinti che il futuro era nostro" cantava Max Pezzali e io la pensavo come lui. Ho scoperto l’amicizia, quella vera, quella con la A maiuscola. Sognavo l’amore, quello vero. Sognavo una storia importante, vera, sincera, profonda. Sognavo un futuro. Pieno di cose, chissà quali, ma tutte belle. Sognavo una vita bella. Magari emozionante, magari tranquilla, ma bella.
Quanti amici quell’anno. Tutto ha inizio in primavera, a scuola la consapevolezza di me aumentava. Poi la gita in Costiera Amalfitana, eravamo pochi ma ci siamo divertiti. Poi le vacanze di Pasqua. E poi l’estate. La magina unica indimentaicabile estate 92. Il Martini Rosso, roba da personaggi VIP per noi semiadolescenti sgraziati. Il Kursaal, il Trebbia, mille avventure, mille ricordi, mille giornate, mille serate. Disegni, canzoni, balli, grigliate, brindisi, gite…

Come è strana la vita, è da tanto tempo che immagino di scrivere questo post e adesso che lo faccio non so quasi più cosa scrivere… perché so che qualsiasi cosa suona banale, ma la realtà è che il 1992 per me rappresenta la Magia.
Magia, sogni, amici, musica. Si, penso che queste quattro parole racchiudono quell’anno. Sono cresciuto moltissimo quell’anno, il Fabio del 91 è completamente diverso da quello del 93. Sempre "pirla" uguale, ma profondamente diverso dentro.

Nel 1992 avevo 18 anni. Ce ne ho messi altri 18, ma ce l’ho fatta ad essere quello che sognavo di essere.
E questo non è un punto di arrivo, ma un inizio. Ora che sono, finalmente, quel Fabio del 1992, ho mille altri sogni da condividere, mille magie da realizzare, mille amici con cui stare, mille canzoni da ascoltare. E un amore da vivere. Una vita da sviluppare, creare, inventare. La mia vita ha avuto un’altra svolta, nel 2008. Ma questa è un’altra storia, anzi una favola. Ed è una favola che non avrà mai fine…

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