Che bei ricordi… Era il 1993 quando la politica italiana veniva stravolta: erano spariti o ridimensionati i vecchi partiti, spazzati via dal terremoto delle inchieste di Tangentopoli. Si repirava un profumo nuovo nell’aria. Avevo vent’anni, nel 1992, diciottenne, avevo scelto la Democrazia Cristiana perchè mi pareva la meno peggio. Nell’autunno 1993 ero confuso: non sapevo chi avrei votato nelle successive determinanti elezioni politiche della primavera del’anno successivo, dovute al fallimento della XI legislatura della Repubblica Italiana dove, dopo Amato, avevano dovuto ricorrere come traghettatore al "tecnico" Ciampi, governatore della Banca d’Italia.
Uno dei personaggi del momento era Mariotto Segni, promotore di referendum per abolire il sistema proporzionale. Chi votare? I vecchi partiti avevano deluso. A sinistra c’era il vecchio PCI che si era cambiato nome in PDS. Ma si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Facevo il primo anno di università e, tra giovani si che volevano teneri informati, era una scelta sentita, visto che tutti i media parlavano di passaggio verso una "seconda repubblica".

Ero quasi convinto di votare Lega. Con tutti i suoi difetti e le sue contraddizioni alla fine rimaneva il partito che più si avvicinava alle mie idee. Era un movimento salito alla ribalta nei primi anni ’90, che stava prendendo una propria maturità politica. Poi, la svolta. Verso fine anno Sivio Berlusconi sgancia la bomba: fonda un partito. Incredibile. Non ho perso un minuto: appena a Voghera ha aperto un "Club di Forza Italia" in via Emilia mi sono immediatamente iscritto.

Non mi perdevo una diretta, un articolo di giornale. Alcuni li conservavo. Avrei voluto andare al forum di Assago per una mega convention a febbraio, ma proprio in quel periodo mia mamma si ruppe una gamba in malo modo e quella domenica dovetti stare con lei, visto che si muoveva su sedia a rotelle. Arrivammo alle fatidiche elezioni del 27 marzo 1994. A dire la verità si votava sia il 27 che il 28.

Ero rappresentaante di lista, in tutte e 5 le sezioni del comune di Brallo. Ovviamente non avrei potuto assistere a tutti e 5 gli spogli. Alla fine ho scelto di andare a Corbesassi, in quanto mi avevano chiaramente fatto capire che sarebbero stati celeri, e poi Brallo. Non avevo auto, in quanto la mia scalcagnata Talbot Samba era in panne definitivamente e non avevo ancora preso la mia mitica Fiat Tipo. Quindi utilizzavo la 500 di mia mamma, scomodissima, tenuta insieme col ramino, senza un sedile, coi fari bassi, con pochi freni e ogni gomma diversa dall’altra. Alla sera, poco prima della chiusura dei seggi, ero a Corbesassi. Presidente di seggio era Gimpi. Ricordo che c’erano Ciccio e Ciano come scrutatori. Non posso scrivere qui le cose che succedevano… diciamo che sono cose che succedono nei seggi (anche se l’opinione pubblica non lo sa e le forze dell’ordine fanno finta di niente), ma in quel seggio succedevano "di più". Che ridere. Cavoli peccato che non le posso scrivere. Poi sono corso a Brallo. Per due giorni avevo avuto da ridire col presidente di seggio che sosteneva che io non potessi entrare nel seggio col mio pataccone di Forza Italia appuntato orgogliosamente sul petto. Io ovviamente non me lo sono tolto neanche per un minuto e alla fine avevo ragione io (hehehehe).

Forza Italia e Lega (ovvero il Polo delle Libertà) avevano vinto le elezioni (ricordo che al nord FI era alleta con la Lega, mentre al centro sud con Alleanza Nazionale nella coalizione di Polo del Buongoverno. Ah mi stavo dimenticando che c’era anche il partito di Costa, non ricordo il nome, e quello di Casini e Mastella, il CCD).

Dopo che ho ottenuto i dati definitivi di tutte e 5 le sezioni sono corso in piazza, e dalla cabina (non c’erano i cellulari !!!) ho chiamato Tony per comunicargli i risultati. Che notte quella notte. E il giorno dopo son tornato a Voghera per brindare in sede.

E poi ci sono state le europee, ma lì ero scrutatore, e il successo è stato ancora migliore. Poi c’è stato il tradimento della Lega e la caduta del governo. Per colpa di Bossi&C. ci siamo dovuti pappare il governicchio di Dini e soprattutto poila vittoria del professor Prodi nel 1996.

Ma la storia poi ha dato torto a Prodi e quelli come lui, e per fortuna la Lega si è ravveduta.

Cosa c’entra l’immagine? Il 27 marzo 1994 è uscito il numero 2000 di "Topolino"

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