(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Museo del 900

Siete mai stati al Museo del 900 a Milano? No? Caspita, fateci un giro.

Per prima cosa è comodissimo, è in piazza Duomo. Infatti è nel Palazzo dell’Arengario, proprio a fianco a Palazzo Reale.

Poi il costo del biglietto, ridicolo: cinque euro!

Poi se non volete spendere neanche questi vi dico solo che c’è un’opera che potete ammirare aggggratis, e non una robetta da niente, ma nientepopodimeno che: Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo!
E’ davvero grande, come ci si potrebbe aspettare. Un quadrone, un quadrissimo.

Poi entri e ti trovi a tu per tu con Picasso, Matisse, Modigliani, Kandisnkij, Mondrian ! Insomma capisci subito il livello del museo.

Prosegui e… Boccioni! Io per esempio sono stato rapito da "Quelli che restano" (1911), ma soprattutto… "Forme uniche della continuità nello spazio". Ne avevo già vista una (ce ne sono una mezza dozzina in giro per il mondo) alla Tate Modern a London, ma stavolta ragazzi… che emozione. Non lo so, forse lo stato d’animo, forse perché ero praticamente solo nella stanza, ma il fatto di trovarmela lì… mi sono quasi commosso. Era lì, era lei ! Tant’è che quando è apparsa una custode e mi ha visto un po’ straniato le ho chiesto ingenuamente: "ma è vera?" e lei mi ha risposto anche un po’ seccata "ma certo", come se si trattasse di una crosta qualunque, di una cosa di cui non stupirsi affatto. Infatti le ho detto che ne avevo giù vista una "sorella" e lei non sapeva neanche della sua esistenza. Io mi chiedo: ma perché la crisi del mondo del lavoro mi porta a fare da custode in un museo una che non conosce neanche le opere esposte? Va beh.

E poi Giacomo Balla, Sironi, Carrà. Sapete perchè Raffella Carrà si chiama così? Perchè il suo cognome vero (Pelloni) fu ritenuto poco adatto, le ci voleva un nome d’arte e le fu consigliato di abbinare al nome di un grande artista,Raffaello Sanzio, il cognome di un altro artista, Carlo Carrà.

E ancora Morandi (no, non Gianni) e… caspita, De Chirico! Quanto costerà un De Chirico? Lo voglio sopra al divano! Mi sa che costi troppo… Qui esposto c’è "Il figliol prodigo". De Chirico è chiaramente un genio.

Vorrei una casa con così tante pareti da contenerli tutti. 

C’è anche Piero Manzoni: la "Linea", la "Merda", l’impronta sull’uovo sodo. In una zona ci sono dei percorsi tutti un po’ allucinogeni, sembra di essere nel film "Tron".
Ehi ! C’è anche un Mimmo Rotella!

Insomma, siete ancora qui? Correte subito al Museo del ‘900!

The Floating Piers

La scorsa estate sono stato a vedere questa opera d’arte. Come tutta l’arte moderna e come tutta l’arte in generale, il "bello" è sempre soggettivo, e vivaddio che è così. Ci sono state tantissime recensioni positive e tante critiche. Io sono dell’idea che, al di là del ritenerlo o meno "bello", questo signore ha fatto A SPESE SUE (ovviamente finanziato da sponsor) un evento che ha attirato migliaia di visitatori (figuratevi che ancora adesso ad Iseo fanno la fila per vedere la mostra fotografica) i quali hanno sicuramente lasciato in qualche modo qualche soldino in zona e hanno potuto scoprire luoghi da poi ritornare a visitare con calma. Ce ne fossero di Christo disposti ad investire così in Oltrepo. Invece noi siamo qui a dire che la nostra è una terra bellissima, che non ha niente da invidiare alla Toscana e tutte quelle cose lì, che io sono il primo a dire e a sostenere, ma che da sole ahimè non bastano

Ma torniamo all’opera "THE FLOATING PIERS" di CHRISTO. Beh, a me essere parte di un’opera d’arte mi ha molto emozionato. Come dicono Fedez e J Ax oggi "Ogni ricordo è più importante condividerlo che viverlo". Invece io mi emoziono a vivere i momenti. Sono capace di fare chilometri, di fare mille sbattimenti, di mettere in secondo piano cose "importanti" per essere, per esserci. Per il matrimonio di un amico, per trovare qualcuno al mare, per andare a un concerto, per svegliarsi nel mio letto invece di essere altrove, per andare nel centro del (mio) mondo (Piccadilly Circus) e così via. E così ho fatto quel giorno. La domenica era l’ultimo giorno, immaginavo ci fosse un disastro di gente e allora decido di andare in settimana. Magari mercoledi, magari giovedì, infine venerdì. Si decidce per sabato. Sveglia sveglio alle 3 e si parto. Per evitare ogni tipo di cosa passo da Bergamo, poi Trescore, Lovere e poi scendo. A Sale Marasino parcheggio in collina, per poi raggiungere a piedi la destinazione. Poco dopo da un fornaio esce il profumo del pane ha appena sfornato. Ma che bello è uscire con in mano un croissant ancora bollente. Che figata che sono queste cose. Sono da poco passate le 6. Alle 6 e 50 inizia la fila e alle 7 e 20: voilà sulla passerella. Mezz’ora di coda. E poi…. emozione.

Emozione di essere parte di qualcosa di magico. Voi criticatela, disprezzatela oppure guardatela con banalità. Non mi importa. Quello che mi importa è che in quel momento ero emozionato e quell’emozione mi è rimasta nel cuore.

Quando siamo usciti verso le 10 e mezza. C’erano circa 5 ore di coda. Pazzesco. Però io ce l’avevo fatta. Soddisfatto, felice e, ripeto, emozionato.

Senza Titolo

 

Corrado D’Ottavi – Senza titolo

Chi sono io?

Io sono il semaforo verde per l’autista, sono quel semaforo rosso per un tassista, il miglior dentista per il tuo molare cariato, sono quell’idea geniale che ti ha rallegrato. Sono dieci carte trovate per strada, l’ultimo pezzo di carta igienica dopo una cagata, sono la tipa che te la da facile, la tua parte agile, sono una bella immagine, sono il tuo peggior nemico morto, l’ultima birra nel tuo frigo quando fa caldo. Sono casa libera per fare festini, sono due revolver carichi in mano a due bambini, sono il tuo vicino scassacazzo in vacanza, sono il tuo capo malato in convalescenza. Quel trasferimento che tanto aspettavi, quel motivetto bello che canterai e cantavi. Sono proprio io, la parte più profonda del tuo io, quel complimento ricevuto da Dio, sono proprio io a tutti i livelli, ti sto prendendo per i fondelli. Io sono per un fanatico zero modestia, soldi spicci per un punk-a-bestia, mille impicci per lo spacciatore, per un frikkettone pace&amore, la prima sigaretta mattutina per un fumatore. Sono un accendino per un piromane, dieci maschi in astinenza per una ninfomane, per un megalomane io non sono niente, io sono per un mercante il suo miglior cliente. Io sono tua nonna che esce dall’ospedale, l’ultima cambiale, il congedo militare, io sono il postino che ti porta a casa il vaglia. Io sono la tua coscienza, che ti dice sveglia, la maglia super figa comprata con i saldi, sono il 777 per i sordi, sono lo sbirro che ti ritrova l’auto rubata, il ladro che ti vende l’autoradio ultima moda. Io sono ferie prolungate e contributi pagati, quel fighetto di tuo figlio che si laurea a pieni voti. Io sono mille film senza intervalli, per un Polacco sono tutte le auto senza tergicristalli, sono la tua squadra che perde, ma rimonta, sono il tuo partito in maggioranza nella giunta. Sono tua figlia che a sedici anni resta incinta, tranquillo Giangi, era una finta. Io sono tuo zio ricco che ti sceglie come erede, il mondo che qualsiasi cosa dici lui ti crede, abbi fede, se sai chi sono sai che è finzione, sono per te la migliore sensazione. Io sono tuo marito che perde il posto di lavoro, tua moglie che ha l’amante ma ti chiama tesoro, sono tua figlia che resta incinta a sedici anni mezzo, Giangi mi dispiace, ma stavolta non scherzo. Sono un portafoglio vuoto trovato per strada, la carta igienica finita dopo una cagata, sono quella gran figa che non te la darà mai, quel beota di tuo figlio che combina solo guai. Io sono il pacchetto vuoto per un tabagista, vai dal distributore e il denaro s’incastra, una svista, casca il bancomat nel tombino, sono quello che nota la scena e ride: un marocchino. Sono quel tredici in schedina, peccato che non l’hai giocata è rimasta lì in cucina. Sono quei grandi debiti che erediti, una grossa genialata ma a te non danno i meriti, sono il primo giorno di militare, tua nonna in ospedale, la multa da pagare, sono la tua squadra retrocessa in serie B. Ma basta sono Turi di mestiere Mc.

(era "La migliore sensazione" di Turi)
 

Corrado D’Ottavi – Autoritratto, 1981, pennarello, biro e collage su carta,  Museo di Villa Croce, Genova

Chagall a Milano

Sono stato a vedere questa mostra a Milano, Palazzo Reale.

Mi piace Chagall, anche se non lo inserisco nei piani alti della lista dei miei preferiti. La fila era spropositata, per i miei gusti (un’ora abbondante, ma ormai ero lì, cosa facevo? In effetti un mio amico era stato lì il giorno prima e aveva desistito, andando a vedere Segantini)

La mostra mi ha impressionato, e vi spiego il motivo. Non sono un appassionato di mostre, ne vedrò in media una all’anno (visto lo sbattimento che mi si richiede in termini di code deve essere una cosa a cui tengo), però molte volte trovo tanto fumo e poco arrosto. Le pubblicità sbandierano "Mostra di Tal dei Tali" e poi quando sei dentro vedi che ci sono un paio di opere importanti e tutto il resto sono bozzetti, schizzi preparatori e riproduzioni. Ricordo ancora con rabbia la mostra su Dalì a Londra (che mi è pure costata cara) che è stata una delusione terribile. Qui no. La mostra è strapiena di dipinti del pittore russo-ebreo-francese. Sono talmente tanti che alla fine ti stufi persino di osservarli tutti. Complimenti alla curatrice e a chi ha permesso di realizzare una mostra così completa.

Su Chagall che dire…non amo cercare le solite dietrologie tanto care ai critici dell’arte, come quando dicono "In questo dipinto l’artista voleva dirci ecc. ecc.".  Le opere d’arte non parlano con le parole (a parte le poesie e i libri, naturalmente), quindi un quadro non va "spiegato": ti colpisce al cuore oppure no. Su certi dipinti ci ho passato 10 minuti, su altri dieci secondi. A mio personalissimo gusto, ovviamente. In base alle corde del cuore che mi venivano o meno toccate. E poi raga, c’è sempre la grande emozione di vedere le cose "dal vivo". Cioè non so se mi spiego… come quando vai a un concerto e vedi il cantante proprio lì. Quando vai in un museo o una mostra l’emozione è quella: il quadro che hai davanti non è una stampa, una foto, una riproduzione…le pennellate che vedi sono quelle date dall’artista, che alcune volte paiono uscire dal dipinto e comunicarti qualcosa. Emozione allo stato puro

Quelle che mi sono più piaciute? Alcune, molto oniriche. E altre, molto sognatori. Perché Chagall era un grande e dolce sognatore.

 
Marc Chagall – La Passeggiata – 1917

Andy Warhol e l’Amiga

Non tutti sanno che… Andy Warhol fu un grande utilizzatore dell’Amiga. Se mi chiedete chi fu Warhol non andate neanche avanti a legerre che è meglio. Se invece mi chiedete cosa sia l’Amiga… vuol dire che siete giovani (oppure molto vecchi). Brevissimo ritratto del contesto: siamo negli anni’80 dello scorso secolo, si diffondono i cosiddetti Personal Computer, Bill vendeva il suo sistema operativo per gli IBM e compatibili, mentre Steve era in procinto di lanciare il Macintosh. In quegli anni la Commodore, dopo il planetario successo di computer come il Vic 20 e soprattutto il mitologico Commodore 64, lanciava un computer che era avantissimo, l’Amiga appunto.

Warhol era stato coinvolto anche nello studio del design e ne fu subito un accanito utilizzatore.
"Non aveva paura delle nuove tecnologie, anzi le ha subito abbracciate, voleva padroneggiarle, usarle come nuovo mezzo espressivo" dice il direttore del museo a lui dedicato a Pittsburgh. Tra le varie cose esposte c’erano il suo Amiga 1000 e vari floppy disk. Peccato che nessuno si è preso la briga di andare a vedere cosa contenessero quei dischetti. Qualche anno fa ci hanno ripensato e, con le dovute cautele (si rischiava di perdere il contenuto dei floppy), hanno scoperto delle opere dell’artista realizzate col computer di casa Commodore.

Soqquatto

Il primo dubbio è questo: perchè le forze dell’ordine non hanno recintato subito la zona dove è stata trovato il corpo di Yara e soprattutto non l’hanno lasciato recintato? Come è possibile che sabato e domenica frotte di curiosi hanno calpestato l’area, lasciando fiori e bigliettini, e solo lunedì abbiano deciso di chiuderlo? Come dice il proverbio, inutile chiudere il recinto quando i buoi sono scappati. Fossi io il magistrato farei prendere tutte le tracce di DNA che trovo e denuncio tutti per ostacolo alle indagini. La prossima volta tutti questi curiosi ci pensano due volte, mi sembra abbastanza di cattivo gusto andare a in quei luoghi…seppura nimati dell’intenzione di lasciare fiori.

Il secondo dubbio è questo: perchè i politici e intellettuali di sinistra sono di colpo così favorevoli all’Unità d’Italia? Son diventati forse patrioti tutto d’un colpo? Ma scusa, quando si tratta di difendere l’identità e la cultura italiana sono sempre contro, in forza di una presunta libertà d’opinione verso culture straniere, e adesso si ritrovano fieri d’esser italiani? Che ipocrisia! Sarebbero capaci di nascondere le bandiere perchè altrimenti, secondo questa loro distorta opinione, offenderebbero gli stranieri, e poi mi parlano di Nazione, di Unità… ma per piacere!!! Io quando sono all’estero non provo nessun fastidio per i simboli culurali e religiosi degli altri popoli, e li rispetto.

Terzo dubbio: ma la parola "soqquatto" esiste? E’ utilizzata nell’espressione "di soqquatto" (di nascosto, senza farsi scorgere), ma facendo una ricerca in rete non trovo una risposta soddisfacente. Così, per tagliare la testa al toro, ho posto il quesito all’Accademia della Crusca. Vi farò sapere se e cosa mi risponderanno…


Alle Scuderie del Quirinale in questo periodo c’è la mostra di Lorenzo Lotto.
 

La scogliera di Gerry

Ecco cosa dicono a Tele Radio Sciacca di Gerardo Napoli, il mitico Gerry. In Sicilia la sua opera è molto apprezzata, come dimostra anche questa pagina del sito Sicilia nel Mondo: clicca qui. In fondo potete vedere una foto della "Scogliera di Gerry".

Io e la bici

Girare in bici è proprio una bella cosa. Sono lì, da solo coi miei pensieri, la musica dell’ipod nelle orecchie. Pedali e pensi, pensi e pedali. E’ una cosa che mi rilassa e mi dà la possibilità di mettere in ordine i pensieri. Perchè non hai distrazioni. Ti metti li, scegli la tua stradina poco trafficata… e pedali. Parli con te stesso e passi un’oretta o due pedalando pedalando… solo con te stesso…


Jackson Pollock, Number 8, Neuberger Museum, State University of New York

E lasciatemi divertire!

Tri, tri tri
Fru fru fru,
uhi uhi uhi,
ihu ihu, ihu.

Il poeta si diverte,
pazzamente,
smisuratamente.

Non lo state a insolentire,
lasciatelo divertire
poveretto,
queste piccole corbellerie
sono il suo diletto.

Cucù rurù,
rurù cucù,
cuccuccurucù!

Cosa sono queste indecenze?
Queste strofe bisbetiche?
Licenze, licenze,
licenze poetiche,
Sono la mia passione.

Farafarafarafa,
Tarataratarata,
Paraparaparapa,
Laralaralarala!

Sapete cosa sono?
Sono robe avanzate,
non sono grullerie,
sono la… spazzatura
delle altre poesie,

Bubububu,
fufufufu,
Friù!
Friù!

Se d’un qualunque nesso
son prive,
perché le scrive
quel fesso?

Bilobilobiobilobilo
blum!
Filofilofilofilofilo
flum!
Bilolù. Filolù,
U.

Non è vero che non voglion dire,
vogliono dire qualcosa.
Voglion dire…
come quando uno si mette a cantare
senza saper le parole.
Una cosa molto volgare.
Ebbene, così mi piace di fare.

Aaaaa!
Eeeee!
liii!
Qoooo!
Uuuuu!
A! E! I! O! U!
Ma giovinotto,
diteci un poco una cosa,
non è la vostra una posa,
di voler con cosi poco
tenere alimentato
un sì gran foco?

Huisc… Huiusc…
Huisciu… sciu sciu,
Sciukoku… Koku koku,
Sciu
ko
ku.

Come si deve fare a capire?
Avete delle belle pretese,
sembra ormai che scriviate
in giapponese,

Abi, alì, alarì.
Riririri!
Ri.

Lasciate pure che si sbizzarrisca,
anzi, è bene che non lo finisca,
il divertimento gli costerà caro:
gli daranno del somaro.

Labala
falala
falala
eppoi lala…
e lala, lalalalala lalala.

Certo è un azzardo un po’ forte
scrivere delle cose così,
che ci son professori, oggidì,
a tutte le porte.

Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!

Infine,
io ho pienamente ragione,
i tempi sono cambiati,
gli uomini non domandano più nulla
dai poeti:
e lasciatemi divertire!

(Aldo Palazzeschi 1910. Grazie a Elisa per la segnalazione)


Henri Rousseau – La guerra – 1894 – Parigi, Musée d’Orsay

Popcore

A Voghera dal 2 al 10 maggio c’è stata la mostra "Popcore – Il lato estremo del pop". Carina, molto fumettosa e interessante. Anche perchè alcuni di questi ragazzi sono proprio di Voghera. Per saperne di più visitate il sito

http://www.popcore.org


"Chainsaw massacre right" di Pietro "Morak" Principato

 

Eresia Futurista

Fortunato Depero, "Squisito al seltz", 1926, visto alla mostra "1909-2009 L’ERESIA FUTURISTA DA VOGHERA ALL’UNIVERSO" di Voghera, presso la sala Pagano di Piazza Cesare Battisti. Con opere di Balla, Boccioni, Prampolini e altri grandi artisti futuristi.

Mostramagritte

Domenica scorsa, il 15, siamo stati a Milano a vedere la mostra di Magritte. Come sa già chi mi conosce e come immagina chi mi segue da tempo (provate a cercare "magritte" sul mio blog) il pittore belga René Magritte è sicuramente il mio preferito. Perchè? Difficile dirlo. Diciamo che mi piace sia la sua pittura che il suo personaggio: una persona normalissima che riesce ad essere così straordinario e a stupire così. E la sua pittura è come lui: ci sono oggetti comuni, che però sono poisizionati e mescolati in modo da creare stupore. Ma Magritte stesso una volta ha furbescamente dichiarato che non si spiegava lo stupore per le sue opere, in fondo lui disegnava oggetti comuni. E li disegnava in maniera semplice, quasi naif.

Quella di Milano è una bella mostra, c’è una discreta selezione di opere (non dico ottima, io sono sempre "criticone", quindi non mi accontento mai). La cosa che mi emozionava di più, a parte la compagnia, era avere a pochi centimetri da me dei Magritte veri, proprio loro, proprio li!!! Se vi piace il genere e avete occasione, andateci, ne vale la pena. Per ulteriori info il sito è www.mostramagritte.it e se volete un buono sconto guardate qui.

Una frase che era scritta sulle pareti della mostra e che m è piaciuta tantissimissimo: "I titoli dei quadri non sono spiegazioni e i quadri non sono illustrazioni dei titoli"

Abbiamo completato la giornata in giro per le vie dello shopping, alla ricerca del mitico ceppo portacoltelli Voodoo, criticando bonariamente i passanti vistosi e i negozi che non ci piacevano e fermandoci per una (maxi)pizza sui navigli. Un’altra giornata da 10 e lode. 

 

Il fiore nero

All’inizio del mese, dal 7 al 13 agosto, c’è stata a Brallo, nelle scuole, una mostra di pittura di Nando Zavattoni. E’ un artista autodidatta della Val Trebbia, che ha esposto per la prima volta nel mio paese. Dipinge emozioni e paesaggi della sua valle e dei suoi viaggi per l’Europa. Viaggi reali e viaggi interiori, alla ricerca di sensazioni da riportare sulla tela.
Al di là del fatto che la pittura è sempre fonte di emozioni, non posso dire che il suo stile mi piaccia particolarmente. Visitando la mostra ho notato tuttavia un paio di opere che mi hanno favorevolmente impressionato. Soprattutto una, quella che rappresentava un mazzo di fiori ed era…. completamente nero! Mi spiego meglio: era dipinto con colore nero su sfondo nero. Grandiosa idea (ecco devo dire che spesso a me piacciono più le idee che le realizzazioni). Un mazzo di fiori, che dovrebbe essere raffigurato usando tutti i colori della tavolozza, era invece completamente privo di ogni colore. Veramente bello, magari un po’ inquietante o perlomeno malinconico, ma bello.

Nel depliant della mostra è riportata una frase di Picasso: "Tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi."

Gerry Napoli

Nell’ultimo periodo quel "disgraziato" di Gerardo, per gli amici Gerry, ne ha combinata un’altra delle sue. Vicino a casa mia, a Brallo, ha realizzato (o meglio sta realizzando) un’altra scultura intagliando il tronco di un albero che è stato tagliato tempo fa.

Ma chi è Gerry? Per farvi un’idea potete visitare il suo sito: www.gerardonapoli.it

La scorsa estate aveva realizzato un viso di Cristo sulle rocce di Pregola, suscitando anche qualche malumore tra gli abitanti, che si dividevano tra quanti la ritenevano un’opera d’arte e quanti invece erano indignati dalla deturpazione della roccia.

Ma Gerry imperterrito continua la sua opera. Se sia un grande artista non lo so, non sono un competente, ma noto che col passare del tempo la sua tecnica si affina e diventano sempre più belle. E poi tutto sommato è piacevole e interesante vedere chi realizza una cosa fatta a mano, con passione. E lui la passione ce la mette sicuramente.

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