(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: June 2017

Montreux

Oggi piove. Peccato. Decidiamo comunque di visitare Losanna di giorno. Vediamo la cattedrale, gotica. Certo che, nel mondo, se ci pensi, ma quante chiese sono state costruite, importanti o povere, spoglie o barocche, affrescate, decorate, ….
Parlando di sedi: qui c’è la sede del Comitato Olimpico Internazionale.

Poi un giretto per i negozi del centro. Anche Losanna è decisamente cara, rispetto ai nostri canoni. Adesso piove di brutto e anche passeggiare diventa problematico. Va beh dai, un’idea ce la siamo fatta, ritorniamo all’auto e ci dirigiamo a Montreaux, sempre nel canton Vaud, sempre sul lago Lemano.

Spioviggina, un po’ meno e allora ci permettiamo due passi sul lungolago. Qui ha abitato Freddie Mercury, qui è morto Lucio Dalla, qui i Deep Purple hanno visto bruciare il casinò sul lago durante un concerto di Frank Zappa (da qui hanno scritto "Smoke on the water"). 

Troviamo un barino gestito da un italiano di seconda generazione, che ci spiega come il cambio sfavorisce il turismo. La sua stanza costa sempre 140 franchi, ma se una volta erano 100 euro, adesso con la quasi parità sono 140 euro e quindi cara per il turista medio italiano.

La gita volge al termine, raggiungiamo il traforo del Gran San Bernardo e ritorniamo il Italì. Bei posti, buona compagnia, ottima vacanza !

Ginevra

Partiamo per Annecy. Questa città era a me sconosciuta, nonostante sia il capoluogo dell’Alta Savoia. E’ decisamente molto più turistica di Chambery
Il centro storico è su alcuni canali che hanno spinto alcuni esagitati a definirla "la Venezia della Savoia" (eeeeeehhhh, vi piacerebbe!) Comunque è molto carina e caratteristica. Oltre ai tantissimi italiani ci sono tanti gitanti. Si vede che è a vocazione turistica dall’alto numero dei negozi di ricordini, di creperie e soprattutto di ristorantini caratteristici. Si, se siete in zona fateci un giro e non ve ne pentirete affatto.

Con l’autostrada si arriva a Ginevra. C’è la dogana, dove ci chiedono da dove arriviamo, dove andiamo e che lavoro facciamo.
Ginevra, sul lago omonimo chiamato anche Lemano, è una città molto grande. C’è la sede dell’ONU (la sede principale è ovviamente il Palazzo di Vetro di New York, ma qui ci sono le sedi anche di tantissimi uffici, tipo l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, o l’Alto Commissariato per i Rifugiati, ecc). C’è anche la sede della Croce Rossa e da qualche parte dovrebbe esserci il mitologico CERN.

Parcheggiamo vicino al getto d’acqua, un’attrazione turistica che c’è da più di 100 anni, e che mi ricorda Lugano. Altre cose che mi ricordano questa città che ho citato sono il fatto di essere in Svizzera, il lago, la disposizione del lungolago, le boutiques, il costo della vita. Anche se Ginevra è molto più cara e ha molte più boutiques. Tutte le grandi marche di orologi svizzeri sono qui. Per il resto… non è che ci sia molto da vedere.

Arriviamo a Losanna, anche grazie all’ottima pronuncia della signorina del navigatore di Google (davvero ridicola, ma nel senso letterale del termine, faceva molto ridere).
Andiamo a cena al Café Romand, dove ho preso un’entrecôte, molto morbida, con alcune verdure, tipo patate. La singolarità è che abbiamo finito per le 2230 circa, ed eravamo praticamente gli ultimi! Infatti su internet c’era scritto che è un posto "aperto fino a tardi", ammazza! Di sicuro è molto caro, ma probabilmente è la media prezzi di qui.  Abbiamo fatto un giro a piedi e in effetti non abbiamo trovato quasi nessuno (solo un sacco di africani), per poi capire, passandoci in auto, che la movida era da un’altra parte della città.

 

 

Chambery

Il Frejus non l’avevo mai fatto: quando usciamo dal tunnel siamo in quota e il panorama è più bello che in Italia. Si scende si scende si scende e si arriva a Chambery. E’ il capoluogo della Savoia e i componenti l’omonima famiglia stavano qui. 

L’albergo è vicino alla stazione e lì vicino, in un’ambia piazza dove c’è il palazzo di giustizia, ci fermiamo a mangiare qualcosa. Dopo pranzo raggiungiamo la famosa fontana degli elefanti. Niente di favoloso. beh io non l’avevo mai sentita nominare, ma pare fosse molto pubblicizzata, ma niente di che.

Girando per la città ci si rende conto che alla domenica non c’è in giro nessuno, anche i ristoranti sono quasi tutti chiusi. Raggiungiamo il castello, antica sede dei duchi di Savoia, quando Chambery era capitale. Adesso è sede della prefettura. Per fortuna c’è una piccola sala adibita a museo, il resto invece non è visitabile, neppure la Sacra Cappella, dove fino al 1500 e rotti era conservata la Sacra Sindone, e stranamente neppure il giardino: se non è aperto di domenica!
Allora ci dirigiamo alla cattedrale, la cui particolarità è quella di avere la più grande superficie dipinta con la tecnica del trompe l’oeil in Europa: 6000 mq.

Acchiappiamo l’auto e ci dirigiamo all’Abbazia di Altacomba, mausoleo dei Savoia, dove sono sepolti molti appartenenti al casato, dalla notte dei tempi, c’è pure Umberto II, morto in esilio.
L’abbazia è sulla riva del lago del Bourget, che ho scoperto essere il più grande lago francese. Forse perché noi siamo abituati ai nostri laghi alpini, ma questo mi pare piccolissimo per essere il più grande.

La giornata è bella, c’è il sole, si vorrebbe prendere un aperitivo da qualche parte, ma tutti i posti stanno chiudendo, che tristezza. torniamo a Chambery e ci dobbiamo accontentare di un pub irlandese, l’unico aperto. Ci sono le elezioni in corso del presidente della repubblica
Per cena invece scegliamo una cosa decisamente locale: per antipasto un’insalatona con gamberetti, poi tartiflette (una roba ustionante con dentro patate, formaggio, lardo e cipolla).

Il primo giorno di primavera

"Ho ancora dentro il cuore il ritmo delicato dei tuoi passi, e le parole che mi hai detto prima che ti addormentassi. Ormai le critiche non mi feriscono, ma devo a te questa fortuna, a te che abiti la Luna"

 

Musica e Stile

Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita

Cinquantaduesima puntata (le altre le trovate guardando qui)

La musica in negozio svolge un ruolo benefico. Un sottofondo musicale, infatti, rende piacevole la permanenza dei clienti all’interno dei locali. Anche qui si è cercato di seguire opportune regole. Il genere musicale deve essere consono al tipo di locale, quindi abbracciare tutti gli stili musicali oppure concentrarsi su un genere pop che viene accettato dalla stragrande maggioranza delle persone. Alcuni studi (C. Santoro, "L’importanza della musica nell’esperienza di acquisto e nella selezione dei prodotti", http://www.businessonline.it, 10 gennaio 2006) hanno dimostrato che il ritmo della musica ha un impatto sul tempo medio di permanenza all’interno del punto vendita: tendenzialmente, una selezione di brani molto ritmati provoca un flusso più veloce dei clienti; musica più lenta o rilassante ha invece l’effetto di accrescere il tempo di permanenza nel negozio. La psicologia ha infatti riconosciuto alla musica la capacità di distrarci dal nostro orologio interno. Sarebbe meglio quindi procurarsi musica adeguata, ma questa soluzione presenta il difetto che, quando la musica si interrompe, occorre sospendere le altre attività per sostituire il supporto, oppure far perdurare il silenzio finché non si avrà tempo di farlo. Meglio quindi sintonizzare l’apparecchio su una radiostazione che trasmetta buona musica interrotta il meno possibile da spot e intermezzi degli speakers. Una musica non gradita al cliente potrebbe creargli fastidio, così come un volume troppo alto, quindi anche questo strumento deve essere calibrato con sapienza. 

Le caratteristiche esplicate nei paragrafi precedenti concorrono alla creazione di qualcosa di unico che le amalgama tutte insieme: lo stile del negozio. Lo stile è un aspetto quasi indefinibile, è l’anima stessa del negozio, è il suo modo di presentarsi, è l’ambiente percepito dalla clientela, è un inscindibile insieme di infinite caratteristiche. Nasce da un progetto ma ha subito una propria evoluzione, si è adattato ai tempi, agli usi e costumi, all’esperienza, alle esigenze, alle variazioni nella moda, nel modo di lavorare, di fare acquisti. Si è modellato anche sulla personalità del titolare, rendendo l’esperienza di acquisto presso il negozio Piazza Affari molto personale. In conseguenza di ciò lo stile del negozio è casual, informale, imprevedibile, spiritoso, e anticonvenzionale. Tutte queste caratteristiche sono presenti, mescolate le une alle altre, creando un mix che ha riscontrato un giudizio positivo da parte della clientela. Il cliente-tipo di una Stock House è consapevole del fatto che non troverà un ambiente stereotipato e accetterà benevolmente e volentieri un ambiente vivace e originale.

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