(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: October 2018

Dio

 

 

Se Dio esiste: chi è?
Se non esiste: chi siamo?

Senza di

 

Sto bene anche senza di ME, ma non senza di TE

Caino e Abele

Abele l’era bònn, Caino mea taant, a l’era in sö la Bibbia, ma l’era mea un Saant. I eren düü fredèj, ma i eren l’uppòst, diversi del tütt, cumè i pastigli e i süppòst. Abele l’era bell, cumè un atuur francees, Caino l’era brött, che s’cepàva i cineprees. Abele l’era voolt e anca ben piazzàa, Caino l’era göbb e sempru incazzàa.

Sèmm al muund in düü e vöen me sta söi bàll, dumà a vardàll in fàcia me vee vöeja de cupàll. L’è grand e gròss, ma appèna l’è de spàll ghe foo vedé me cume l’è bèla la mia vàll!

Abele cantava le lodi al Signuur cun la vuus meludiusa che el parèva un tenuur, Caino, stunàa el ghe pruvàva per uur, el pàreva un purcèll scüsciàa de un tratùur. Perfino il buon Dio un dè l’ha ciamàa, l’ha stupàa i urècc e pö dopu el g’ha parlaa: Caro Caino, se te voret pregà, sun pròpi cuntèent ma desmètela de cantà, altrimenti i me angeli me perden i piöemm e tücc i pèss i me nèghen in del fiöemm.

Abele l’era in furma e vegetariàn, mangiàva un zìcch de üga e un tuchetènn de pàn e dopu una giurnàda passàda a lavurà el gh’era ammò la forza de cantà e de balà. Caino el cùpava tütt quèll che se muvèva, el majàva cumè un lùff e vacca se’l bevèva e dopu una girnàda passàda ciùcch desfàa, se tràva in söel praa e pö el tacàva a runfà. Per passà un zicch el teemp, i giügàven al balòn, Abele l’era bràvu e quell’oltru un scarpòn, Abele palleggiava che ‘l pareva el Ronaldo, Caino el parèva el fredèll del Braccobaldo. El praa dell’Abele l’era graand cumè el Meazza, nel praa del Caino ghe stava gnaa una tàzza. Nel praa dell’Abele gh’eren tücc i piaant in rìga, nel praa del Caino gh’era là dumà un’urtiga. Nel praa dell’Abele pasculàva el bestiàmm, nel praa del Caino pascullàven i pantegànn.

Una sira el Caino el veed che rüva l’Abele, incazzàa cume el soo mea cussè che ghe s’è ruta la tele. Caino che el g’ha mea la televisiòn el diis che al limite ghe ròla sö un canòn. Abele a bùca vèrta e scandalizzàa el ghe diis: Che vergogna, te seet anca un drugàa! Vergogna de chii, che sèmm che dumà in düü. Quell’oltru ridendo el g’ha respundüü: La Bibbia la diis, che g’ho de fàtt la pèll, però me g’ho un sistèma che l’è ammò püsse bèll: Tiri sö i me stràsc e voo via me, te làssi che a giügà a tennis de par te, te làssi che a giügà a tennis de par te !

Il meteo in tasca

Vi avevo già parlato di un libretto scritto da Gabriele Campagnoli e Marcello Poggi, "Il clima dell'Oltrepò Pavese", questo post

Ora vi parlerò di un altro libretto, sempre scritto dai due metereologi oltrepadani: "Il meteo in tasca".
Ogni giorno leggiamo, ascoltiamo, vediamo previsioni metereologiche, ma siamo sicuri di capire quello che ci dicono? Conosciamo la terminologia? Sappiamo cosa si intende per "bassa pressione" e cosa significhi? Come si forma il tempo, o la nebbia, o i temporali? Oppure pensiamo che invece che una scienza sia una sorta di magia? In questo libro scopriremo anche cosa sono i modelli matematici per prevedere il tempo, le carte, le mappe, ecc. 
E poi i casi pratici, gli esempi, i metodi per capire quando il tempo è in miglioramento o in peggioramento. Trovate anche i vari tipi di nuvola, i metodi per fare nowcasting e gli strumenti per le varie misurazioni.

Avrete quindi un'infarinatura sul mondo del meteo. Non sarete dei professionisti, ma è una buona base per iniziare a capirci un po' di più in questo mondo, poco "magico", molto scientifico ma nondimento molto romantico.

Serenità

 

Non accontentatevi della felicità, aspirate alla serenità.

F.u.t.u.r.o.

Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. 

Metà rapper metà uomo

La vita spezza il corso stesso degli eventi, piú ti eviti piú tutto ciò che sei è ciò che poi diventi. Perchè poi ti spaventi, quando hai sonno alle 20 e cerchi di mentire a te stesso: quanto siamo incoerenti

Incontrarsi e non perdersi

Perché se incontrarsi resta una magia, è non perdersi la vera favola.

Perdersi e ritrovarsi

A volte, per ritrovarsi, bisogna perdersi. 

Matteo

Io e Matteo

Una vita contromano

E' recentemente uscito questo libro di Flavio Oreglio: "L'avventura artistica (1985 – 2015) Una vita contromano, autobiografia non autorizzata".

Il 23 giugno di quest'anno ho avuto l'onore di dialogare con l'autore durante la presentazione al "Circolo dei Poeti Catartici", ospitato al Castello Malaspina di Pregola. Nel precedente libro "Le origini" Flavio ci raccontava di come ha avuto l'idea, l'ispirazione di fare questo lavoro (il cabarettista) e di come ha mosso i primi passi. In questa opera invece fissa come data di inizio della sua professione il 1985 raccontando i primi trent'anni di carriera. Una carriera brillante che lo ha visto ospite dei principali luoghi del cabaret di Milano, prima, e di tutta Italia, in seguito. Spesso viene ricordato per le sue apparzioni alla trasmissione televisiva Zelig, dove presentava il suo "momento catartico", sketch che ha dato origine ad una serie di libri vendutissimi. Ma Oreglio non è solo questo, è un professionista che è partito dalla gavetta, che ha lavorato con tanti grandi personaggi (spesso ancora prima che venissero definiti tali) e coi quali ha stabilito ed ha tuttora forti legami di amicizia. Perchè lavorando seriamente, non svendendosi mai e cercando sempre di reinventarsi mantenendo allo stesso tempo il suo lavoro nei binari del cabaret, ha dato i suoi frutti.

Quella sera, oltre a raccontare numerosi aneddoti, a parlarci del suo lavoro, dei suoi incontri e delle sue idee, ci ha spiegato cos'è il cabaret e la sua differenza da quella che viene definita la comicità. Io non sono un esperto del settore e quindi non me ne voglia se la descrizione che sto per dare è sbagliata o incompleta, ma per me il cabaret è teatro, è musica, è divertimento, è professionalità, è canzone, è tradizione, è goliardia, è amicizia, è studio, ed è (anche) comicità. Comicità che non è fine a sè stessa, ma fa parte del tutto. Si può far ridere facendo cabaret, e spesso è così, ma si può fare cabaret anche senza far necessariamente ridere. E' una forma di teatro a sè stante.

Quelli che pensano che basta "avere gli agganci", andare in TV ed è tutto subito e facile, leggano questo libro e ne traggano insegnamento.

Quello che segue è tratto da "La Provincia Pavese" del 23 giugno 2018:

Brallo, Oreglio presenta l’autobiografia
Sabato 23 giugno alle 22 al "Circolo dei poeti catartici" di Pregola, nell'ex Palazzo Malaspina, è in programma la presentazione del libro “Una vita contromano – L'avventura artistica (1985-2015)”, il secondo volume dell’autobiografia "non autorizzata" di Flavio Oreglio. Il volume, pubblicato da Primula Editore in occasione del “Trentennale on stage” dello stesso Oreglio, e racconta le varie fasi del suo lavoro di cabarettista: la sua carriera, cominciata negli anni Ottanta nei fumosi pub dei Navigli, è poi approdata nei teatri, in televisione e in libreria, rendendolo famoso anche al grande pubblico.

Tale percorso, né semplice né breve, viene descritto attraverso una narrazione ricca di aneddoti e riflessioni, in cui si raccontano gli esperimenti riusciti e quelli falliti, gli incontri e le esperienze che hanno inciso nelle vicende umane e professionali del comico milanese.

Il volume è corredato di un cd-antologia contenente alcune tracce originali tratte dai lavori discografici realizzati in trent’anni di carriera. Nell'occasione della presentazione di Pregola (luogo a cui Oreglio è molto legato per via dei ricordi d’infanzia) sarà Fabio Tordi a dialogare con lo stesso Oreglio.

La vita

La vita è davvero molto semplice, ma noi spesso cerchiamo di renderla complicata.

Voghera io la vedo così

Roberto Bensi, alias Rocco Balocco, ha il "vizio" di girare (quasi sempre a Voghera, ma anche a Tortona, o altrove) osservando ciò che lo circonda. Secondo me passeggia con calma, e invece di vedere, guarda. Anzi invece di guardare, osserva. E scopre sempre delle visuali insolite, spesso interessanti. E scatta una fotografia. Le sue fotografie possono non essere artistiche, professionali, perfette… ma spesso suscitano delle emozioni, e non è forse questo quello che conta per chi le osserva? Riesce a racchiudere un'emozione dentro ad ogni foto: uno scorcio, una prospettiva "diversa", uno sguardo d'insieme. Fosse anche solo perchè quel posto l'abbiamo visto migliaia di volte, ma non ci siamo mai soffermati. Ha iniziato, quasi per gioco, a condividere i suoi scatti su Facebook (e continua tuttora), ricevendo moltissimi commenti e consensi. E molti gli dicevano "perchè non raccogli le tue foto in un libretto?".
Detto fatto: la scorsa primavera è uscito "Voghera io la vedo così", di Rocco Balocco, commentato da Flavio Berghella e il gioco di chi l'ha acquistato è stato subito quello di riconoscere tutte le vie, gli spazi, le case rappresentate nelle foto. Un bel documento, di com'è Voghera nella seconda metà degli anni '10.


La copertina e la dedica che simpaticamente l'autore ha voluto lasciarmi

 

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