(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: August 2025

The House of the Rising Sun

There is a house in New Orleans
They call the Rising Sun
And it’s been the ruin of many a poor boy
Dear God, I know I was one

My mother was a tailor
She sewed my new blue jeans
And my father was a gamblin’ man
Way down in New Orleans

And the only thing a gambler needs
Is a suitcase and a trunk
And the only time he’s satisfied
Is when he’s a drunk

Oh, mother, tell your children
Not to do what I have done
To spend your lives in sin and misery
In the house of the rising sun

I got one foot on the platform
And another on the train
And I’m going back to New Orleans
To wear that ball and chain

There is a house in New Orleans
They call the Rising Sun
And it’s been the ruin of many a poor boy
Dear God, I know I was one
Dear God, I know I was the one

La mela

Ricordo una storia che mi raccontava sempre mia mamma Rita. Lei da piccola viveva in un paese povero, in una famiglia povera. Aveva cinque fratelli e in otto a tavola non ci si stava, ma solo i suoi genitori e i due fratelli più grandi. Lei e i tre più piccoli sedevano sulle scale con la zuppa di minestra in mano.

Non si vergognava a dire che erano così poveri che anche il cibo era un problema e magari il pezzetto di pollo usato per il brodo lo mangiava il papà, che faceva il muratore, mentre gli altri toccava solo il gusto e il profumo.

Mi raccontava che alla domenica lei usciva di casa prestissimo, a volte prima dell’alba, come tutti i giorni per andare a pascolare le bestie insieme alla sua fida capretta, è incrociava una signora, sua lontana parente, che ogni settimana le regalava una mela.

A lei quella mela sembrava (ed era!) un regalo bellissimo. La custodiva gelosamente e se la mangiava con avidità nei pascoli sotto al Lesima, non lasciando quasi neanche il torsolo. Mi diceva che per tutta la settimana attendeva la domenica per incontrare quella donna che le avrebbe dato la mela.

Quando ero più adulto e il nostro gatto di casa chiedeva cibo anche se aveva già mangiato lei gliene dava lo stesso ancora dicendo: “io ho patito la fame, e so cosa vuol dire, è una cosa brutta, e se il gatto ha fame io Io gliene do, visto che ora posso.”

Garbagna

A Garbagna, terra montana,
L’aria è fresca e la vita è strana.
Alberi e fiori mi fan baldoria
Perché sono qui a cercare gloria.
Non cerco funghi, ma solo sentieri
Da affrontare a passi leggeri
Non è pianura, non è montagna
Il mio viaggio comincia a Garbagna

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