(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: January 2023 Page 1 of 2

Brallo Brillo

Ho letto questo libro, “Brallo brillo“, di Alba Tagliani.

Un libro che quest’estate è stato discusso al Passo del Brallo e dintorni: elogiato e criticato.

Io non entro nel merito: non conosco la grande maggioranza delle persone citate e men che meno gli aneddoti raccontati, quindi mi sono ritrovato in un Brallo che non esiste più, fatto di persone modeste, ma concrete. Un Brallo ancora agli albori di quel successo turistico, imprenditoriale ed edilizio che poi ci fu, dove i giovani per trovare quel poco di divertimento dovevano spostarsi, dove si andava ancora quasi sempre a piedi, o tutt’al più in bicicletta, si parlava in dialetto, ci si conosceva tutti (niente turisti o, come si soleva dire, “villeggianti” o ancora “forestieri“), si sognava un futuro migliore.

Al di là di questo libretto, chissà com’è stato vedere nascere, crescere Brallo: nuove strade, nuove case, nuove attività. Credo che su questo fronte il mio paese abbia avuto il culmine a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90: 5 alberghi con ristorante e bar, discoteca, sala giochi, cartoleria, elettrodomestici, lavanderia, 7 negozi di abbigliamento e 4 negozi di alimentari, meccanico (e pompe funebri), posta, farmacia, due banche.

Ricordo che i miei compagni delle superiori, a Voghera, mi chiedevano a settembre dove fossi andato in vacanza. “Sono rimasto a Brallo“. “Ah, mi dispiace”. “A me no, tu hai fatto due settimane di divertimento al mare, io ho fatto due mesi!!”.

Poi un po’ di declino, ma sono sicuro che c’è stata un’inversione di rotta negli ultimi anni e i nostri posti sono sempre più apprezzati, basta un po’ di buona volontà e a Brallo di può stare bene. Sono nate nuove attività, altre si sono modernizzate, tanta gente ha scoperti i nostri paesi e qualcuno ci è venuto o tornato a vivere. Vedo tanti progetti e tanta voglia di fare.

Lo spero, mi piacerebbe lasciare a Leo un Brallo bello come ho vissuto io.

Anello della Montagnola

Fabio, Valentina, Leo e Thor hanno fatto questo bel giretto: da Brallo sono scesi in direzione Sotto Il Groppo.

Con una bella discesa tutta all’ombra del bosco sono arrivati ai ruderi del Groppo di Sopra e poi sono scesi ai ruderi del Groppo di Sotto, nei pressi della Montagnola.

Hanno quindi proseguito fino a raggiungere le grotte dei briganti e da lì, attraversando il torrente, a Fego.

Dopo essersi rifocillati con panini, frutta e acqua, aver fatto una pennichella e giocato un po’ nei prati, hanno ripreso il cammino affrontando la salita impegnativa che porta a Valformosa.

Da lì, seguendo la strada asfaltata, sono arrivati a Bralello e poi ritornati a Brallo.

Anello Bocco-Corbesassi

Un bel giretto con Leo: Brallo Bocco Corbesassi Cortevezzo Someglio Brallo.


Anello Faggeta-Feligara

Un bel giretto che abbiamo fatto io e Leo: Brallo, Pinetina, Faggeta, Rifugio, Pian del Lago, Feligara, Selva, Brallo.

Confettura di more

Una sferzata di energia: confettura di more “by Fabio”(Nessuna mora è stata troppo maltrattata per questa confettura. More rubate a Bocco. Aut Min Rich)

Traschio

Io dico: chiamami come ti pare, ma io sono felice (cit.)

The king of Pineta

Piove?

Piove. È uno stillicidio
senza tonfi
di motorette o strilli
di bambini.
Piove
da un cielo che non ha
nuvole.
Piov
esul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.
Piove
sulla tua tomba
a San Felice
a Ema
e la terra non trema
perché non c’è terremoto
né guerra.
Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia
e sulla greppia nazionale.
Piove
sulla Gazzetta Ufficiale
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,
piove senza che il vento
smuova le carte.
Piove
in assenza di Ermione
se Dio vuole,
piove perché l’assenza
è universale
e se la terra non trema
è perché Arcetri a lei
non l’ha ordinato.
Piove sui nuovi epistèmi
del primate a due piedi,
sull’uomo indiato, sul cielo
ominizzato, sul ceffo
dei teologi in tuta
o paludati,
piove sul progresso
della contestazione,
piove sui works in regress,
piove
sui cipressi malati
del cimitero, sgòcciola
sulla pubblica opinione.
Piove ma dove appari
non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.

L’enigma dell’ultimo templare

Ho letto questo libro di Daniele Salerno: “L’enigma dell’ultimo templare”.

Devo dire che è stata una lettura piacevole e interessante. Un thriller storico, pieno di colpi di scena, curato nella ricerca.

Lo ammetto, mi aspettavo qualcosa di più ampolloso e prevedibile, invece Daniele ha creato qualcosa di veramente ben fatto, per la trama, per i personaggi, per la suspance. Sono riuscito a “sgamare” in anticipo solo uno dei colpi di scena presenti nel libro.

Mio fratello

Con te ho perso l’ultimo del miei punti di riferimento. Vuol dire che sono diventato definitamente “grande“? Ma oggi voglio solo ricordare la tua allegria, pensando alla tua “Zuppa di Voghera” con scritto “Buon Natale” il giorno di Ferragosto, con alcuni momenti divertenti del matrimonio. Brallo, oggi in particolare, mi sembrerà diversa dal solito.
15 agosto 2022

La chiesa degli artisti

Ho letto questo libro, che riguarda la chiesa di San Vittore a Voghera, dove vengono raccolte testimonianze, articoli ed editoriali riguardanti la cosiddetta “Chiesa degli artisti“.

Questa chiesa, sorta in un quartiere ancora oggi chiamato familiarmente il “Villaggio” (e nel libro è spiegato il perché), grazie a Don Piero Romersi è diventato un museo d’arte (sacra) moderna.

Milù elettricista

Recensione su Il Popolo

Tu sei il futuro

Leo, è stato un anno particolare, quest’ultimo. Ci sono state tante cose belle, come i tuoi sorrisi, come la nostra famiglia che si è consolidata con il matrimonio, altre cose meno belle, come qualche malanno, il fatto di aver vissuto una situazione che procurava ansia, stress, angoscia (e nulla mi toglie dalla testa che il “malanno” sia sempre dovuto a questa situazione”) e altre decisamente brutte, come l’aver dovuto salutare per sempre tuo zio Ivo.

Tempo fa ti avevo scritto una lettera, ma poi l’ho riletta e l’ho cestinata. Ti raccontavo degli ultimi avvenimenti, del mio sconforto, dopo 25 anni di lavoro, per il senso di impotenza verso le piccole e grandi brutture del mondo. Rileggendola ho capito che non avrei dovuto farlo, non avrei dovuto cedere al pessimismo, alla tristezza, alla paura, alla rabbia. Pensando a te, alla tua risata, alla tua spensieratezza, alla tua gioia di vivere fanciullesca, capivo che TU SEI IL FUTURO e che non meriti di avere neppure un briciolo di queste brutture sulle spalle. Le tengo io, il tuo papà, per te. Ho le spalle larghe ed una ormai quasi cinquantennale esperienza di maldicenze, falsità, cattiverie, insulti, invidie, burocrazie, sfighe varie.

Ma come, dirai tu? Ma se il mio papà è quasi sempre allegro, pare uno senza problemi, uno sempre senza pensieri, sempre felice. Certo, amore mio, la miglior vittoria sulle sfighe, sulle cattiverie, sulle invidie, sulle brutture, è proprio quella di essere felici, abbandonando tristezza, pessimismo, paura, rabbia. È il miglior modo di vivere la vita, o perlomeno il migliore ch’io conosca.

TU SEI IL FUTURO e, anche se del mio discorso astratto ci hai capito poco o niente, sappi che io farò di tutto affinché tu sia sempre, nei limiti umani, felice.

Il tuo papà.

Cielo stellato

Un cielo così si vede solo al Passo del Brallo.

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