(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: October 2012

Sicilia 2012

Cosa ci insegnano le elezioni in Sicilia di domenica scorsa? Che la gente è stufa. La sinistra canta vittoria, ma il loro candidato ha preso il 30%, e a votare c’è andata solo il 47% della gente. Quindi se la matematica mi conforta ha preso il 14% dei voti dei siciliani, non mi sembra che ci sia tanto di che rallegrarsi. Certo gli altri hanno fatto evidentemente peggio, ma non è certo una vittoria per la politica, tuttaltro.

La gente non è andata a votare e chi ha votato ha scelto il voto di protesta, tant’è che Grillo è il primo partico (oh, scusatemi, non vogliono essre chiamati grillini, ma "attivisti 5 stelle"). Questo è un segnale chiaro ai signori della politica: i cittadini non hanno più fiducia in voi. Quindi basta, aria, sciò, ci avete rotto i maroni. Altro che Formigoni che quasi quasi si candida alle primarie del PDL: ma che volto nuovo sarebbe?Ma basta, tutti questi personaggio possono aver anche governato bene, ma dopo vent’anni o più è ora che facciano posto ad un altro. Non è possibile che ci sia chi fa il politico di professione per tutta la vita, andate a lavorare accidenti!

Ormai la questione non è neanche più politica: non esistono più posizioni di destra e sinistra, quello che importa è la questione morale, vogliamo eleggere gente onesta. Poi se è capace tanto meglio. E se infine è della nostra idea politica tanto meglio ancora. Per intenderci: meglio Renzi che ancora Formigoni.

Google Street View a Voghera!

Circa un anno fa (come avevo scritto qui) mi ero imbattuto in una della auto di Google Street View, il servizio di Big G che permette di avere una visione fotografica delle vie della città. E’ facile, basta andare su Google Maps, inserire l’indirizzo desiderato e, una volta che avete davanti la mappa, cliccare sull’omino giallo che avete a sinistra sopra ai pulsanti "+" e "-" che servono per lo zoom. Cliccando sull’omino e tenendo premuto il tasto sinistro del mouse, potete posizionare l’omino sulla mappa e…voilà, ecco che sarete "catapultati" nella via desiderata. Potete quindi camminare, farvi un giro, andare avanti e indietro. Se non lo avete mai fatto, fatelo subito, troppo bello!

Finalmente anche Voghera è stata "mappata" da Google, alla faccia della privacy e cose simili. Per non incorrere in problemi che ha avuto in passato, Google oscura i volti, i numeri di targa, e altre cose. Mi sono fatto un giro per Voghera e guardate chi ho trovato:

La prima è una vista del mio negozio, la seconda ritrae… mio papà !! E’ stato googolato!!! Taaac, beccato!

Ladro di editoriali

Lo ammetto pubblicamente: ho compiuto un furto! Ho rubato l’editoriale di ieri del direttore di ViVoPavia Notizie. Ovviamente non gli ho chiesto il permesso, altrimenti che furto sarebbe? Anzi, ho rincarato la dose rubando anche la foto. Ho fatto proprio un copia e incolla, non c’è nulla di mio, tutto rubato. Anche perchè le volte che ho chiesto a qualche giornalista di poter riportare il suo pezzo sul mio blog (ovviamente citando la fonte) ho ricevuto solo dei rifiuti. Allora sono passato all’esproprio giornalistico! Mi condanneranno come Sallusti? Beh, pazienza, al giorno d’oggi se non finisci a San Vittore non sei nessuno.

 

L’EDITORIALE. Commercio, sensi unici e l’involtino primavera

io copia

di EMANUELE BOTTIROLI

Il commercio non è una strada a senso unico, ma questione di proposte. Tanti cittadini di Pavia, Voghera e Vigevano sfogliando le cronache assistono a battaglie di schiere di commercianti contro la viabilità che cambia. Nel frattempo i centri storici perdono progressivamente fascino per l’incapacità dei professionisti del settore di mettersi insieme, innovare, organizzare iniziative e stupire la clientela anche con idee semplici e low cost. Muoiono le botteghe e i mercati storici. Il commercio pavese sta lasciando progressivamente troppo spazio non più ai franchising – quella è un’epoca già passata – ma a una schiera di attività di stranieri, pronti a maggiori sacrifici e ad aperture prolungate. Le città e i paesi si stanno snaturando e il rischio, paradossalmente, è che a breve potrebbe risultare più bello e qualitativamente appagante fare shopping nelle gallerie commerciali o negli outlet, dove le grandi griffe calamitano sempre di più l’attenzione. Fa orrore la gara al ribasso nei centri storici, dove al contrario dovrebbero essere i marchi, la professionalità e la qualità a prevalere. Stiamo perdendo la cultura del bello, sprofondando tra villaggi del kebab o dell’involtino primavera e coiffeur con gli occhi a mandorla. La liberalizzazione delle licenze e il non introdurre criteri professionalizzanti per gli operatori ha ucciso il gusto del vivere e dell’animare il commercio nei nostri centri urbani. Cambiare questo triste trend dovrebbe essere una sfida per tutti. Perché il commercio vero è anzitutto tre cose: identità, propensione al sacrificio e capacità di leggere i mutamenti. Ora o mai più.

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Oggi ce l’ho con… ICA

Quando prendi una multa pensi sempre di aver subìto un torto, è normale. Pensi sempre di essere dalla parte della ragione, che la macchina l’avevi lasciata lì solo "per un minutino", ecc. Io ho preso una multa e anch’io quindi penso di essere della parte della ragione, ma non del tutto.

La multa in questione non l’ho presa dai vigili, ma è relativa a due manifesti che avevo sulla vetrina del negozio. Quando mi è arrivata a casa, tempo fa, da parte dell’I.C.A. (Imposte Comunali e Affini – società che si occupa di incassare i balzelli su affissioni e pubblicità) sono caduto dal pero: non ho nessun manifesto in negozio. Vado a chiedere spiegazioni e mi viene mostrata la foto, scattata ai primi di giugno. Certo che hanno tempi di incubazione lunghi per spedire le multe: più di 4 mesi! Io dico che in quel periodo avevo fatto regolarmente affiggere quei manifesti in giro per Voghera, e che me ne avevano timbrati un paio da mettere in vetrina. La signora cerca, ma non trova la fattura. Cerca ancora, e non la trova. Allora le dico di attendere, che gliel’avrei portata io, visto che ovviamente avevo la copia. A quel punto cerca meglio e la trova: disdetta, avevo pagato fino a fine maggio! Quindi la multa è formalmente corretta, lecita, indiscutibile: c’è da pagare e non si scappa, avevo lasciato i manifesti esposti per qualche giorno di troppo!

Però, siccome a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina, è strano che mi abbiano fatto un controllo proprio proprio proprio nei giorni successivi al termine del pagamento. Suvvia: ho tolto i cartelli con qualche giorno di ritardo, quando abbiano rifatto le vetrine. Onestamente non mi sembra un peccato così grave, visto che sono cliente dell’ICA e in magazzino ho ancora circa 300 manifesti da affiggere. Manifesti che per ora non farò esporre, visto che i soldi che avrei dovuto spendere li uso per la multa. Quello che voglio dire è che non trovo giusto accanirsi con quelli che già pagano, spiandoli per vedere se sgarrano. Altrimenti ti vieni da pensare all’italiana: "non pago più, poi se mi beccano pago la multa, oppure la faccio franca". Altrimenti si finisce, come nel mio caso, a pagare l’affissione E ANCHE la multa. Eh no signori, lo so che gli enti pubblici e presunti tali hanno bisogno di soldi, ma perchè bisogna sempre far cornuta e mazziata la gente? Va beh, dopo aver parlato con qualche collega mi sono sentito quasi fortunato, a loro sono capitate cose più assurde. Chi ha preso la multa perchè ha cambiato insegna al negozio (che è ESENTE per legge) perchè è stata considerata pubblicità, oppure multa per una locandina regolamente timbrata e pagata, ma esposta in una vetrinetta luminosa!! Io non dico che non ci debbano essere regole, ma a volte sono interpretabili troppo fiscalmente, oppure arbitrariamente, e questo non va bene, perchè non è più lotta ai "furbi" ma solo vessazione dei contribuenti.


Mimmo Rotella – "La preda bionda" – 2002

Cielo manca cielo manca

Le abitudini cambiano: così come l’anno scorso mi ero preso bene con Real Time, da un po’ di tempo a questa parte guardo principalmente Cielo, la tv in chiaro di SKY.

Ho iniziato per caso l’anno scorso, facendo zapping mi sono fermato sulla trasmissione Masterchef e mi ha talmente coinvolto che ho visto (quasi) tutte le puntate. Mitici i tre giudici Barbieri, Cracco e Bastianich! Grazie a questa trasmissione ho iniziato a guardare sempre più spesso questo canale. Ho seguito Il Principiante (con Emanuele Filiberto), dove il principe si cimentava in umili lavori.

Adesso vedo un po’ di tutto: in preserata Masterchef USA (c’è sempre Bastianich e il cuoco scozzese multistellato Michelin, Gordon Ramsey), al martedì sera di fisso il programma di Briatore "The Apprentice", alla domenica sera la replica di X-factor (che ridere il casting!). Inoltre apprezzo molto Gli Sgommati (la migliore satira politica) e "Affari di famiglia", dove gli americano vendono o impegnano gli oggetti più disparati al banco pegni. E nientepopodimenoche fanno anche le repliche di X-files. Dateci un’occhiata: canale 26 !

Via dei Tordi

Tex Willer Disney

Su "Topolino" 2964 del 18 settembre 2012 Corrado Mastantuono ha voluto rendere omaggio a Tex Willer, personaggio creato nel 1948 da Gian Luigi Bonelli. In una classica avventura del vecchio west, dove una fattoria è minacciata dai cattivoni, arrivano Bum Willer (alias Tex Willer, interpretato da Bum Bum Ghigno) coi suoi fidi pards Architaigher (alias Tiger Jack, interpretato da Archimede Pitagorico) e Pap Carson (Kit Carson, ovvero Paolino Paperino). Un omaggio anche a Sergio Bonelli ad un anno dalla scomparsa, che ha portato un grande vuoto nel fumetto italiano, ma che ci ha lasciato decine di amici di carta: da Tex a Zagor, da Dylan a Martin, da Nathan a Julia, e molti, moltissimi altri.

 

Siro del Brallo – 6

In questa intervista il Cavalier Siro ci racconta alcuni aneddoti della sua lunga carriera di venditore. Lo sapevate che ha venduto anche le "lastre in ardesia che ricoprivano i tetti" (più brevente dette "ciappe") ?

Il personale di vendita

Format Distributivi del settore moda abbigliamento in Italia: situazione e prospettive del piccolo punto vendita

Trentasettesima puntata

Per molti consumatori il negozio si identifica con il personale di vendita con il quale entrano in contatto diretto. Il ruolo del personale sotto il profilo del marketing consiste nell’insieme di attività svolte dai titolari o dagli addetti per aiutare i clienti ad effettuare gli acquisti. È un ruolo particolarmente significativo per i negozi, i cui clienti sono abituati al servizio di assistenza degli addetti alla vendita.

Questi devono far corrispondere i bisogni dei consumatori con l’offerta del negozio, attraverso un’attività molto complessa. Se il processo è ben eseguito, il consumatore è trasformato in acquirente soddisfatto e quindi con buona probabilità in un cliente fedele. Il buon addetto non si deve tuttavia limitare alla vendita distributiva, ossia porgere, illustrare o consegnare ciò che il cliente richiede, ma cercare di vendere anche e soprattutto ciò che non è richiesto, passando così alla vendita creativa, soddisfacendo anche i desideri latenti, o quelli non ancora espressi (M. Silvano, “Successo nella vendita”, Hoepli, 1994)

Per riuscire in questo difficile compito il personale di vendita deve avere un complesso insieme di caratteristiche che riguardano la personalità, l’aspetto e l’intelligenza. Queste qualità possono essere suddivise in elementi esterni ed interni.
I primi sono quegli aspetti che sono percepiti direttamente dal cliente, i secondi fanno parte del "motore" per la vendita che addetto deve possedere.

I principali elementi esterni sono:

  • Aspetto. Deve essere consono all’ambiente di vendita. Un negozio elegante dovrà avere commessi eleganti, che tuttavia stonerebbero in un negozio di articoli sportivi.
  • Simpatia, educazione e gentilezza. Il vecchio detto che "il cliente ha sempre ragione" è ancora validissimo. Può risultare di difficile attuazione e queste caratteristiche sono basilari per il rapporto coi clienti.
  • Sicurezza di sé. Per convincere un potenziale acquirente occorre innanzi tutto che il venditore sia ed appaia determinato.
  • Naturalezza e semplicità. L’artificiosità può essere dannosa. L’azione di vendita deve risultare spontanea.
  • Forma. Il commesso si deve rivolgere agli avventori con una forma adeguata, senza sopraffazione.
  • Stile. Così come l’aspetto, è opportuno che lo stile della vendita sia coerente con il contesto.
  • Fiducia. È necessario conquistare la massima fiducia del cliente.

I fondamentali elementi interni sono:

  • Psicologia. È una dote basilare per capire, assecondare e sviluppare i desideri espressi o latenti del cliente.
  • Pensiero. Per non limitarsi a rispondere banalmente soltanto alle richieste manifeste è richiesto una continua sollecitazione del pensiero.
  • Memoria. Il venditore deve ricordarsi i clienti abituali, i loro gusti e le loro idee; deve ricordarsi gli articoli in negozio e in magazzino; deve ricordarsi le caratteristiche dei prodotti.
  • Immaginazione. Ci si deve immaginare il capo indossato dal cliente, la vestibilità.
  • Fantasia creativa. Si deve suscitare prima l’attenzione e poi l’intenzione all’acquisto attraverso stimoli creati dal linguaggio e dai gesti.
  • Volontà, perseveranza. Non bisogna arrendersi davanti alle prime difficoltà, al rifiuto del cliente, ma insistere senza ostinazione.
  • Prontezza. Il buon venditore deve essere risoluto nelle sue azioni.
  • Organizzazione. Prima dell’atto di vendita occorre una minuziosa conoscenza e preparazione.
  • Capacità di osservare / ascoltare. Mettersi nei panni di chi si ha di fronte aiuta molto a comprendere la situazione e affrontarla in modo adeguato e inoltre mette a proprio agio il cliente, che di frequente cerca nel piccolo negozio un rapporto umano più intenso.

Pazza velocità

Mannaggia al multanova. Qualche tempo fa, diciamo una trentina d’anni, stavo transitando a Pavia col mio bolide, una Fiat Nuova 500, quando sono stato pizzicato dalla stradale mentre sfrecciavo a 82 km/h dove il limite era di 50km/h. Accidenti, questo bello scherzetto mi è costato centocinquantaduemila lire!

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