(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Month: May 2021

Uomini sul K2

Mio padre conobbe Achille Compagnoni, credo a Cervinia, dove lo scalatore aveva un albergo (tuttora esistente).

Per chi non lo sapesse Compagnoni fu il primo uomo a raggiungere la vetta del K2. Sulla spedizione italiana capitanata da Ardito Desio si discusse tanto e ci furono risvolti e rivelazioni da parte di Walter Bonatti che offuscarono la luce del grande alpinista. Dopo tante polemiche il caso fu chiuso dal CAI confermando la versione di Bonatti: Compagnoni e Lacedelli, su decisione del primo, boicottarono Bonatti per non farlo arrivare per primo sulla vetta.

Ma torniamo alla nostra storia. Siro conosce Compagnoni e, come era sua abitudine con le persone, inizia a chiacchierare ed entrare in confidenza. L’alpinista gli regala addirittura un portachiavi con il rilievo del secondo monte più alto del mondo e la scritta “K2“, che lui ha gelosamente conservato attaccato alle chiavi di casa e del negozio per tutta il resto della vita.

Siamo nel 1980 e mia mamma era maestra al Passo del Brallo. Approfittando di tale conoscenza fa scrivere alcune domande ai suoi alunni da inviare fino a Cervinia. Qualche tempo dopo arriva una busta indirizzata “Per gli scolari di III, IV, V di Brallo“. Conteneva un libro: “Uomini sul K2” dove lo stesso Compagnoni racconta la sua versione dell’avventura sulla vetta, nel 1954. Oltre a questo, su carta intestata dell’Hotel Ristorante Bar da Compagnoni, la risposta a tutte le domande dei ragazzi.

Apelle

Apelle, figlio di Apollo
Fece una palla di pelle di pollo
Tutti i pesci vennero a galla
Per vedere la palla di pelle di pollo
Fatta da Apelle figlio di Apollo

Il gioco di Gerald

Ho letto questo libro del maestro Stephen King: Il gioco di Gerald.

Bello, indubbiamente. Una trovata molto originale e tre quarti del libro che si svolgono in una sola stanza nell’arco di un paio di giorni.

Il Re anche stavolta ti tiene incollato alle pagine e alla fine di ogni capitolo ti sale la voglia irrefrenabile di iniziare il successivo.

Peccato per il finale del libro, che mi ha detto davvero poco. Spero di non aver spoilerato troppo (anche se non ho scritto niente)

Diciamo che ne vale comunque la pena. Io, personalmente, avrei terminato il libro prima, e avrebbe avuto molto più senso.

Eh certo, Fabio Tordi dal Brallo che la sa più lunga di Spephen King del Maine, come no !

Il tuono

E nella notte nera come il nulla,
a un tratto, col fragor d’arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s’udì di madre, e il moto di una culla.

Giovanni Pascoli

Poggio Ferrato

Chissà cosa facevo 10 anni fa, o 20, o 30. Tutte situazione completamente diverse, che però mi hanno reso quello che sono e mi hanno portato fino a qui.

A Poggio Ferrato?

Il mio primo NFT

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La famosa foto che raffigura la chiesa di Pregola con il monte Lesima sullo sfondo utilizzata in tantissimi manifesti, libri, volantini, siti, scattata nel 2005 da sirwap https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3732607

QUELLO SPIRTO GUERRIER CH’ENTRO MI RUGGE

QUELLO SPIRTO GUERRIER CH’ENTRO MI RUGGE stasera dorme, come la sera di foscoliana memoria:

Forse perché della fatal quïete
Tu sei l’immago, a me sí cara vieni,
O Sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,

E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all’universo meni,
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.

Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
Questo reo tempo, e van con lui le torme

Delle cure onde meco egli si strugge;
E mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.

Una strada verso il nulla

Ho letto questo libro di Valerio Gasio : UNA STRADA VERSO IL NULLA.

C’è dentro tutta la sua passione per l’America. Stavolta, dopo l’estremo est del Maine (“Monhegan Island“) ci porta nell’ovest del deserto della California. Da un lato la storia presenta situazioni che sembrano già viste (o lette), ma che in realtà non sono plagi o scopiazzature, ma citazioni, di cui il libro è pieno, dall’altro lato la storia diventa avvincente, specialmente nel finale, e fa venir voglia al lettore di sapere come va a finire.

Lo stile di Valerio ormai ho imparato a conoscerlo: molto molto descrittivo, con flashback e racconti che spiegano alcune situazioni, fatti, personaggi e con dialoghi altrettanto elaborati, difficilmente riscontrabili in situazioni reali, ma tant’è, è un libro e, come detto, è il suo stile.

Chissà dove ci porterà la prossima volta.

Atlante Rock

Ho letto questo libro di Ezio Guaitamacchi: “Atlante Rock“. Ma quante ne sa quest’uomo? Un viaggio, nel vero senso della parola, nella musica e i suoi templi, le sue chiese, sinagoghe e cattedrali.

In pratica è come fosse una guida turistica, per 5/6 negli USA, ma che invece di parlare delle classiche attrazioni e località turistiche racconta dei grandi del rock che ci hanno vissuto, che ci hanno inciso dischi, o anche solo preso ispirazione, o che ci sono stati di passaggio.

E’ pazzesco scoprire quante cose, spesso completamente diverse le une dalle altre, capitate magari nella stessa zona. Artisti che hanno vissuto in edifici adiacenti, o suonato negli stessi locali.

Leggendo questo libro ti verrebbe voglia di partire per andare a Memphis in motocicletta, a Chicago a bordo di una vecchia Cadillac o a New York in taxi. Guaitamacchi è un pozzo di conoscenza: tizio ha abitato lì, proprio nella via dopo dove Caio suonava nel tal locale e Sempronio ha inciso il suo primo disco, ecc ecc.

Un bel viaggio. Purtroppo solo con la fantasia, ma va allenata anche quella.

When I was a child

Quando ero bambino, come tutti i bambini fantasticavo su quello che avrei fatto “da grande“, ma la vita per fortuna riesce sempre a stupirti. Talvolta in negativo, ma il più delle volte in positivo. Finché posso cercherò di godere delle situazioni belle e dimenticarmi di quelle brutte. Enjoy

Milù 5

Ugualeuguale a Milù

oibaF

Non so quanti anni avessi in questa foto, noto che ero ancora condizionato dal fatto di avere sempre maglie col colletto e se, come in questo caso, indossavo una felpa girocollo, mettevo sotto una polo. Erano gli anni del Fabio timido (ebbene si, ho avuto una fase della mia vita in cui lo ero, e molto) in cui ascoltavo con gli occhi, parlavo poco e scrivevo tanto.

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