(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Tag: bonarda

Pranzare al sabato a Voghera

Tempo fa un amico si è fermato a pranzo, voleva fare una roba veloce, senza velleità. Ho pensato di provare un ristorante appena rinnovato. CHIUSO. Allora telefono a un altro. CHIUSO. Andiamo davanti ad un altro ancora. CHIUSO.

Voghera si auto dichiara "Capitale dell’Oltrepò", che è risaputa essere terra di eccellenze enogastronomiche, ma non esiste quasi una bottega in centro dove acquistare una bottiglia di bonarda, un salame di Varzi, una caciotta e magari due peperoni.

Faccio fatica a trovare AL SABATO (non al lunedì!) una trattoria dove pranzare con prodotto e pietanze tipiche. Lo avrei dovuto portare al McDonald’s? Ah già, non l’hanno ancora costruito.

Per la cronaca siamo andati al P.GARI dove abbiamo mangiato benissimo (ragazzi, non siete stati un "ultima scelta", solo che il mio amico da voi ce l’avevo già portato e volevo fargli vedere anche altro di Voghera)

Il problema rimane: abbiamo da valorizzare il nostro territorio, credendoci, investendo tempo e denaro (come il mio amico Miky e suo cugino Matteo), e sarebbe bello anche poter vedere Voghera, non dico come Montalcino (lì per esempio non hai nessuna difficoltà a trovare una trattoria tipica o una bottega coi prodotti locali), ma almeno avviata nella giusta direzione. Questo problema devono risolverlo i privati, certo, nessuno può imporre per legge di aprire un’enoteca, ma credo che possa arrivare un’aiuto dalla politica, dalle associazioni, dai consorzi.

Cosa possiamo fare?

Mercatini con prodotti delle nostre valli (anzichè i mercatini del Belgio o della Versilia)? Spazi pubblici assegnati a promozione (reale, non l‘inutile infopoint) del territorio?

Io sogno che una persona possa cercare su Google "Oltrepo Pavese" e possa trovare tutto ciò che lo convinca a venire qui.

You may say I`m a dreamer; but I`m not the only one.

Casteggio DOC

C’è in giro un nuovo vino: il Casteggio. In realtà non è nuovo, si faceva già in passato, ma adesso c’è la denominazione ufficiale.

A partire dalla vendemmia 2010 potrà fregiarsi della dicitura "Casteggio DOC" quel vino prodotto a Casteggio e nei comuni limitrofi, invecchiato in botti di rovere per almeno un anno e lasciato riposare in bottiglia. Ma quali sono le regole precise? Vediamole grazie al sito "Wine Break" dell’amico Emanuele Bottiroli.

Il Casteggio Doc, base Barbera (minimo 65%) si può produrre, secondo il disciplinare, solo sul territorio di 7 Comuni: Casteggio, Borgo Priolo, Corvino San Quirico, Montebello della Battaglia, Calvignano, Oliva Gessi e Torrazza Coste. Produzione massima 8.5 tonnellate per ettaro. Il Casteggio Doc dev’essere invecchiato almeno 2 anni e, superati i 3 anni di affinamento, potrà fregiarsi della dizione “riserva”. Il suo colore è rosso rubino intenso, talvolta con riflessi violacei e tendente al granato con l’invecchiamento; odore intenso, etereo, delicato; sapore: secco, corposo, armonico; titolo alcolometrico volumico totale minimo 12,50% vol; acidità totale minima  4,5 per mille; estratto non riduttore minimo: 25,0 grammi/litro.

Bello, mi piace come idea. Per prima cosa è bello veder rinascere un nome, tra i vini, che circolava tanti tanti anni fa, il "Casteggio". Poi è bello perchè è un nome forte, è un nome che caratterizza il territorio. Il "Bonarda", il "Barbera", lo fanno dappertutto. Il Casteggio, ovviamente, solo a Casteggio (un po’ come il Salame di Varzi che si fa solo a Varzi – e zone limitrofe). E poi mi piace che ci siano iniziative di questo tipo, che valorizzino i prodotti del nostro territorio: ogni idea è un passo avanti, e un’idea realizzata significa che di passi ne sono stati fatti tanti. E poi mi piace perchè.. è buono! Non ci credete? Beh, per ora, visto i tempi tecnici, non è ancora possibile trovare bottiglie in commercio con la denominazione corretta, quindi dovrete aspettare ancora un pochino, oppure gustare quello degli anni precedenti al 2010, sempre prodotto nello stesso modo. Alla salute!

 

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