fabiotordi

(raccolta molto sparsa di pensieri)

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Non ho tempo

Beato te, Fabio, che non fai un ***** e hai tempo per leggere.

O per fare dei giri.

O per scrivere. Per fare dei corsi. Per fare cose. Per vivere. Per fare nuove attività. Io invece, che lavoro, che ho una vita, una famiglia, degli impegni, NON HO TEMPO.

Mica come te Fabio, tu si che vai bene, bella vita!

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Le vergini del male

Ho letto questo libretto del 1973, “Le vergini del male”, di Jack Hunt, libro sconosciuto di autore sconosciuto di una collana sconosciuta, di un editore semisconosciuto. Perchè lo hai fatto, direte voi? Perchè ho talmente tanto arretrato di libri che a volte non riesco a scegliere e scelgo a caso. Così possono venirmi in mano queste “perle”.

Arriviamo al commento: librettino scritto credo in una settimana, molto banale, scontato, pieno di luoghi comuni. Va bene, l’ho finito in una settimana, ma solo perché avevo poco tempo, altrimenti lo potevo tranquillamente finire in un viaggio in treno.

Avanti il prossimo.

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AN AMERICAN TRIP 9

Oggi è lunedì e la sveglia suona presto. Facciamo colazione nel nostro “appartamento” temporaneo e saliamo a bordo di “America“, la nostra fidata auto a noleggio (il nome è stato scelto da Leo con uno slancio di fantasia), per dirigerci verso la Valley of Fire. Dopo circa un’ora di viaggio sulla Interstate 15, eccoci immersi nel paesaggio desertico del Nevada.

Il caldo è opprimente, ma la bellezza delle rocce rosse ci ripaga. Ci fermiamo ad ammirare formazioni rocciose dalle forme bizzarre, come l’Elephant Rock, per raggiungere la quale affrontiamo un breve sentiero sotto il sole cocente. Il parco è magnifico, ma il caldo è davvero insopportabile, credevamo di morire. Il Visitor Center, con la sua aria condizionata polare, è un’oasi di refrigerio. Qui c’è pure qualcosa di gommoso da mangiare, meglio di niente.

Di ritorno a Las Vegas, facciamo tappa al famoso Pawn Shop di Rick Harrison. Siamo da Rick, siamo da Rick! La realtà, però, è un po’ diversa dalla TV: il negozio è più piccolo di quanto immaginassimo e Rick non c’è, ormai compare solo per qualche minuto al giorno per firmare autografi e fare selfie.

Tornati in hotel, ci accorgiamo di aver dimenticato gli anelli! Ci lanciamo in una frenetica ricerca nei centri commerciali, finché non troviamo due anelli in offerta speciale per meno di 30 dollari.

Dopo un breve riposo, ci prepariamo per la nostra “cerimonia” a Las Vegas. Non vi dico la faccia della signora delle pulizia che stava bussando mentre uscivamo quando ci ha visti agghindati da Darth Fener (AKA Vader), Principessa Leila (AKA Leia) e Baby Yoda (AKA Grogu). Una limousine ci porta alla Graceland Chapel, dove un Elvis in grande spolvero celebra il nostro matrimonio in stile lasvegiano, tra risate e battute (noi non capiamo quasi nulla, ma ci divertiamo un sacco). Scopriamo anche che sua moglie è abruzzese!

L’idea di tornare a piedi in hotel svanisce presto: la distanza è notevole, i nostri costumi sono pesanti e Leo è già esausto. Ci faciamo riportare dalla Limo e ci cambiamo.

Dopo optiamo per un “rinfresco” da McDonald’s, dopo una tappa al Venetian, con la sua riproduzione di Piazza San Marco. Brindiamo con una mezza bottiglia di Martini, approfittando della possibilità di bere alcolici per strada a Las Vegas (qui tutto è permesso: “Quello che succede a Las Vegas, rimane a Las Vegas”)

Purtroppo, la nostra esplorazione di Las Vegas è limitata. Di giorno siamo impegnati con le escursioni e la sera Leo crolla presto. Abbiamo trascinato il nostro piccolo zombie fino all’albergo perché non si reggeva più in piedi e ci ripromettiamo di tornare prima o poi nella vita, per scoprire meglio questa città dalle mille luci.

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Stai esagerando

Raccontino che avevo scritto circa due anni fa:

Un uomo e una donna a cena. La serata era iniziata bene, ma ora l’atmosfera si era fatta tesa.

Forse stai esagerando,” disse LEI, con un tono di voce controllato.

Può darsi, ma cerca di pensarci,” rispose LUI, evitando il suo sguardo.

Quando fai così…” iniziò lei, ma si interruppe.

Così come?” chiese lui, alzando un sopracciglio.

Quando fai così, so già dove vuoi arrivare,” continuò lei, con un velo di frustrazione nella voce.

Ah sì? Sentiamo!” sbottò lui, incrociando le braccia.

Cosa?” chiese lei, sorpresa dalla sua reazione.

Dove voglio arrivare,” ripeté lui, con un tono di sfida.

Lo sai,” si lagnò lei, abbassando lo sguardo.

Ecco,” disse lui, con un sorriso sarcastico. Lei lo guardò, interrogativa.

Lui, serafico, spiegò: “Quando le donne dicono ‘lo sai’, lo fanno apposta per mandarti in confusione. No che non lo so, dimmelo tu!

Non alzare la voce!” lo ammonì lei, con un sussurro carico di rabbia.

Dimmelo tu,” ripeté lui, sottovoce, ma con fermezza.

Tu mi dici ‘cerca di pensarci’ come fosse un consiglio, un suggerimento, invece è un ordine,” disse lei, con un tono di accusa.

Addirittura? Un ordine?” chiese lui, con finta sorpresa.

Sì, certo. Tu mi dici ‘pensaci’, ma pensi ‘fallo!’” affermò lei, con convinzione.

E tu dici ‘lo sai’ e invece sai che non lo so,” replicò lui, con un sorriso beffardo.

Ci fu un attimo, brevissimo, di silenzio. Si guardarono negli occhi, dimenticandosi per quella frazione di secondo chi erano, dove si trovavano, cosa stavano facendo. Durò pochissimo.

Va bene,” disse lui, rompendo il silenzio, “lo so“. “Lo so,” ripeté, continuando a guardarla negli occhi.

Va bene, ci penserò,” disse lei, non distogliendo lo sguardo. “Ci penserò… papà“.

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E’ tutto una meraviglia

Oggi si vive fino a ottant’anni, ma si và a scuola solo per i primi venti. C’è quel “buco” educativo di sessant’anni che potrà essere colmato solo da un’informazione e da una formazione continua e corretta, in modo da creare persone sintonizzate con il proprio tempo. Piero Angela (dal libro La Meraviglia del Tutto)

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Borse di plastica

Una riflessione sulle borse di plastica (e sugli imballaggi in generale): tassarle serve davvero a ridurre l’uso? Temo di no. Serve più a lavarsi la coscienza e a fare cassa, un po’ come i messaggi allarmanti sui pacchetti di sigarette che, diciamocelo, non hanno mai fermato un fumatore.

Nel mio negozio, ogni giorno, mi trovo sommerso da un’ondata di plastica inutile: prodotti imballati singolarmente, poi raggruppati in confezioni ancora più grandi. Ogni arrivo di merce si traduce in due bidoni stracolmi di questa plasticaccia.

Vogliamo davvero fare la differenza? Allora smettiamola di prenderci in giro con i 10 centesimi per il sacchetto della verdura al supermercato. Un palliativo che non risolve il problema alla radice. Perché, diciamocelo, quel sacchetto siamo obbligati a prenderlo, il costo aggiuntivo non cambia la sostanza.

La vera soluzione è una sola: vietare la plastica superflua. Punto.

Scommettiamo che, di fronte a un divieto, i “geni” dell’industria troverebbero alternative valide in un batter d’occhio? Ma finché la plastica è consentita, chi si prenderebbe la briga di cambiare?

Ricordo quando da bambino andavo al negozietto del paese: la spesa era un rito semplice e sostenibile. Mele nel sacchetto di carta, pane avvolto allo stesso modo, pasta nel cartone, latte e aranciata in bottiglie di vetro, focaccia nella carta oleata, detersivo nel cartone. E tutto questo trasportato in una sportina di cotone.

Oggi, torniamo a casa con montagne di plastica: banane, carne, pasta, merendine, verdura, formaggio, pesce… l’elenco è infinito. Però i 10 cents del sacchetto dei pomodori ci rendono “green“? Un’ipocrisia che grida vendetta.

È ora di smetterla di prenderci in giro e di affrontare il problema con serietà. Vietare la plastica inutile è l’unica strada percorribile.

Cosa ne pensate?

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Anello sud di Menconico

Questo anello di circa 9 km parte (e arriva) da Menconico, scende verso Montemartino, risale fino alla strada per Roncassi e scende di nuovo a Carrobiolo e quindi Menconico. Il tutto quasi completamente su sterrato.

Oggi Fabio ha un partner d’eccezione: Angelo!

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Come una notte a Bali

“Come una notte a Bali” di Gianluca Gotto è un libro che mi è piaciuto per la sua sincerità e il suo romanticismo. L’autore ci conduce in un viaggio che molti di noi hanno sognato: lasciare tutto e partire alla scoperta del mondo, liberi da vincoli e convenzioni.

Il protagonista, un giovane milanese (anche se non c’è scritto, l’ambientazione è quella), si trova a un bivio: una relazione in declino, un lavoro insoddisfacente, la pressione delle aspettative sociali. La sua reazione è un atto di coraggio: un biglietto di sola andata per Bali, alla ricerca di se stesso e di una nuova prospettiva.

Gotto descrive con vividezza le emozioni e le scoperte del protagonista, trasportando il lettore in un’avventura che è al tempo stesso interiore ed esteriore. Il libro è una riflessione sulla libertà, sull’importanza di seguire i propri sogni e sul coraggio di cambiare rotta quando la vita ci sembra stretta.

Gotto è uno scrittore e viaggiatore, conosciuto per il suo blog “Mangia Vivi Viaggia” dove condivide le sue esperienze di viaggio e riflessioni sulla vita.

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Anello di Fornace – Montesegale

Anello di Fornace-Montesegale.

Approfittando di una bellissima giornata di nebbia il nostro Fabio ci conduce in un percorso, metà asfalto e metà sterrato, nel comune di Montesegale PV

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AN AMERICAN TRIP 8

RED ROCK CANYON & LAS VEGAS

Dopo una tranquilla colazione in camera, siamo partiti alla scoperta di Beatty. Devo ammettere che la mia richiesta di lasciare l’auto nel parcheggio del motel per un’oretta ha suscitato un’espressione perplessa nella receptionist.

Presto ne abbiamo capito il motivo: eravamo troppo abituati ai pittoreschi borghi italiani ed europei. Beatty si è rivelata una cittadina piuttosto anonima, con un’atmosfera quasi spettrale. Molti dei paesi che abbiamo visto in questa zona sono così: qualche casa o attività commerciale lungo la strada principale e poi distese di costruzioni in legno con “giardini” di sabbia, un modo eufemistico per descrivere delle vere e proprie baracche nel deserto.

Seguendo i consigli di una guida online, abbiamo deciso di visitare una ghost town nelle vicinanze, Rhyolite. Devo dire che, a nostro parere, non vale la deviazione, nemmeno se vi trovate a passare da quelle parti. L’unica nota positiva è stata la possibilità di scattare qualche foto con degli asinelli pacifici e curiosi che si aggiravano nei dintorni.

La nostra prossima tappa era il Red Rock Canyon, a circa un’ora e mezza di auto, vicino a Las Vegas. Durante la strada ci siamo però imbattuti nel “Area 51 Alien Center“, un minimarket nel deserto del Nevada vicino alla famosa zona segreta. Molder sarebbe stato fiero di noi!

Arrivati al visitor center del Red Rock Canyon, abbiamo appreso che il parco si esplora percorrendo una strada panoramica a senso unico di circa 13 miglia, con diverse piazzole di sosta per ammirare i punti panoramici e le attrazioni principali. Da ogni piazzola partono anche dei sentieri escursionistici, ma abbiamo preferito non avventurarci, sia per il caldo torrido, sia per la presenza di un bimbo piccolo, sia per la minaccia di pioggia imminente. Alcuni punti panoramici erano facilmente accessibili dal parcheggio, mentre altri richiedevano una breve passeggiata. Ad un certo punto, i nostri telefoni hanno iniziato a suonare all’unisono, emettendo un suono simile all’IT ALERT italiano, segnalando un rischio di “flash flood“, ovvero un’inondazione improvvisa, nelle ore successive. La cosa curiosa è che il segnale è partito anche dal telefono di Leo, che non ha una scheda SIM.

Dopo aver ammirato le bellezze del Red Rock Canyon, che ci ha davvero entusiasmato, siamo scesi a Las Vegas, dove ci siamo diretti verso il celebre cartello “Welcome to Fabulous Las Vegas“. Ovviamente, c’era una lunga fila di turisti in attesa di scattare la classica foto di rito. Non mancavano i “professionisti” che offrivano di scattare foto a pagamento o di “saltare la fila” (in realtà ti accompagnavano di lato e ti scattavano la foto in un breve intervallo tra un gruppo e l’altro).

A questo punto, abbiamo cercato il nostro hotel, che, sulla carta, avrebbe dovuto trovarsi vicino al famoso Bellagio. Trovarlo, però, si è rivelata un’impresa più ardua del previsto, data la confusione e il traffico di Las Vegas. La nostra camera era in realtà un appartamento spazioso, probabilmente una vecchia suite non ristrutturata di recente (l’arredamento era un po’ datato, ma in buone condizioni). Avevamo a disposizione un salotto, un frigorifero, una lavastoviglie, due televisori e altri comfort.

Dopo una rinfrescante doccia, siamo usciti per immergerci nella vibrante atmosfera notturna di Las Vegas! Le strade erano gremite di gente, tanto che per percorrere pochi metri ci voleva un’eternità. Abbiamo accontentato Leo, che aveva una gran voglia di McDonald’s, e ci siamo diretti verso il fast food più vicino. Leo era così stanco che si è addormentato mentre mangiava. La nostra “trasgressiva” notte di Las Vegas è finita così!

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Archeologia a Voghera

Sono entrato in possesso del volume “Archeologia a Voghera” di Elena Calandra.

Quest’opera, pubblicata nel 1992, cataloga in modo dettagliato i reperti conservati presso la Civica Biblioteca Ricottiana e i magazzini comunali, offrendo una panoramica completa delle testimonianze del passato, dalle epoche più antiche fino a quelle più recenti.

Ogni reperto è accompagnato da una scheda descrittiva che ne illustra le caratteristiche, la provenienza e il periodo storico di riferimento.

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Cliff Young

Nel 1983 hanno “inventato” un’ultramaratona di 893km da Sidney a Melbourne.

Si è presentato, tra i vari atleti professionisti, un contadino, Cliff Young, che aveva già corso delle maratone perché lui era abituato a correre dietro alle pecore per giorni.

A volte anche per 3/4, anche 5 giorni di fila. Lì si sarebbe trattato di circa una settimana quindi sarebbero stati “solo” due giorni in più.

Gli altri erano superattrezzati e sponsorizzati, lui correva con stivali di gomma.

Dopo un giorno era il più indietro.

Dopo qualche giorni era invece in testa, perché gli altri si fermavano a dormire, mentre lui non si è mai fermato.

Ha vinto con 10 ore di distacco sul secondo. Ha dichiarato che non aveva capito che fosse consentito fermarsi a dormire. Non aveva neanche capito che il vincitore avrebbe ricevuto un premio in denaro, che ha devoluto ai primi 5 arrivati dopo di lui.

Questo per dire che tutto ciò che sembra impossibile, o anche solo difficile, magari passettino dopo passettino, anche se gli altri ridono, può essere raggiunto.

Anche senza vincere, senza dare 10 ore di distacco agli altri, anzi magai arrivando ultimi. Ma arrivando, cosa che quelli che partono in tutta fretta e con tanto sfarzo magari non riescono a fare.

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Perché fai così?

Dopo aver apprezzato “Invece di dire… prova a dire…” di Alli Beltrame (https://shorturl.at/8ceDH), non potevo non leggere il suo libro più famoso, “Perché fai così?“. E anche questa volta l’autrice non mi ha deluso!
Un libro che apre gli occhi
Alli ci invita a riflettere profondamente sul nostro ruolo di genitori e su come spesso, senza volerlo, cadiamo in pattern comunicativi dannosi. Quante volte ci siamo ritrovati a “sgridare” i nostri figli in pubblico solo per sentirci “genitori integerrimi“? Quante volte abbiamo preteso che si comportassero come adulti, dimenticando che il loro cervello è ancora in fase di sviluppo?
Consigli pratici e preziosi
Il libro ci aiuta a capire che dietro i comportamenti dei bambini, spesso etichettati come “fastidiosi“, si nascondono bisogni specifici e situazioni che richiedono un approccio diverso. “Perché fai così?” non è solo un libro teorico, ma una vera e propria guida pratica, ricca di consigli preziosi che possiamo mettere subito in pratica con i nostri figli.
Un libro che fa la differenza
I consigli di Alli Beltrame sono illuminanti e mi hanno permesso di vedere ciò che fa Leo sotto una luce nuova. Cercherò di farne tesoro e di utilizzarli il più possibile nel mio percorso di genitore.
Consiglio vivamente questo libro a tutti i genitori che desiderano crescere i propri figli in modo consapevole e rispettoso, abbandonando i vecchi schemi educativi e aprendosi a nuove modalità di comunicazione.
Voto 5/5 stelline

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Capodanno Cinese

Fabio, Valentina e Leo sono stati a Milano per assistere ai festeggiamenti del capodanno cinese all’arco della pace al parco Sempione.
Cosa avranno visto di bello? Spoiler: nulla.

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La casa di paglia

Un luogo dove il tempo sembra fermarsi, dove la passione per la natura e la buona cucina si fondono in un’esperienza unica. Vi consiglio di visitare l’agriturismo La Casa di Paglia a Costa Galeazzi, nel cuore dell’Oltrepò Pavese.
Qualche tempo fa, su consiglio di cari amici, io e la mia famiglia abbiamo varcato la soglia di questo posto incantato, e siamo stati subito rapiti dalla sua atmosfera magica. Ad accoglierci c’era Alain, un padrone di casa che con la sua passione e il suo entusiasmo ci ha fatto sentire subito a nostro agio.
Alain ci ha raccontato la storia di come lui e sua moglie Viviana, stanchi della frenesia della vita milanese, abbiano deciso di cambiare vita e di inseguire il loro sogno: costruire una casa di paglia, un luogo dove “slow life” e sostenibilità fossero i valori fondanti. Ebbene sì, avete capito bene: la casa è davvero costruita con la paglia, un materiale naturale, ecologico e dalle incredibili proprietà isolanti.
Mentre gustavamo le prelibatezze della cena, Alain ci ha svelato i segreti della costruzione in paglia, una tecnica antica quanto innovativa, che garantisce edifici resistenti ai terremoti, ignifughi e con un’efficienza energetica di classe A+.
Ma veniamo alla cena, un vero e proprio tripudio di sapori autentici, preparati con amore e con ingredienti a km 0. Piatti semplici ma ricercati, che esaltano i prodotti del territorio e che ci hanno fatto riscoprire il gusto della vera cucina casalinga.
La Casa di Paglia non è solo un ristorante, è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi, un viaggio nel cuore della tradizione e dell’innovazione, un luogo dove l’amore per la terra e per il buon cibo si incontrano in un connubio perfetto.
Non ho scattato foto, lo ammetto. Volevo vivere appieno ogni istante di questa serata speciale, custodendo nel cuore i sapori, i profumi e le emozioni che La Casa di Paglia mi ha regalato.

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