Sabato 15 marzo 2014 – Ore 9:23 (ora di Londra)

Sono sulla underground. Il viaggio è andato bene, ho bevuto un succo. Abbiamo dovuto cazzeggiare dieci minuti sui cieli di Londra perchè c’era traffico in aereoporto. Un tizio ha approfittato dei posti in fondo tutti vuoti per stravaccarsi, la hostess gli ha detto di levarsi almeno le scarpe e lui, purtroppo, l’ha fatto.
Ho sfogliato i giornaletti dell’aereo, il solito dei "regali" e quello con tutte le destinazioni. Ho tirato giù un paio di indirizzi di Londra, e poi di New York. Che figata che deve essere…pazzesco! Ricordo che almeno in un paio di occasioni in vita mia ho "rischiato" di andarci, ma alla fine non ci sono mai stato. Ci andrò mai? Forse. C’è sempre qualche motivo: adesso no, dopo no, motivi di qui, motivi di la. Quanti "motivi" che ci sono nella vita. Ma prima o poi tutto si risolverà, sono ottimista. E sono uno abbastanza determinato, so che alla fine se in una cosa ci credi può accadere. E con questi pensieri mi viene il sorriso e mi sento meno solo.
L’aereo non ha giargianesi evidenti (a parte il senza-scarpe) e quindi per fortuna niente applauso all’atterraggio. Ottimo. Dopo brevissime formalità scendo nella Tube. Prendo la Oyster, pare sia la soluzione migliore. Spero.


Piccadilly Circus è casa mia…