Scusate se anche oggi "prendo a prestito" un editoriale di Alberoni, si vede che quello che scrive è in sontonia col mio pensiero:

Studiare le date a scuola fa capire l’identità del Paese

Negli ultimi quarant’anni i pedagogi­sti hanno quasi distrutto le basi del pensiero razionale e i fondamenti del­la nostra civiltà. L’hanno fatto con una sola decisione: eliminando le date, to­gliendo dalle scuole l’obbligo di mettere i fatti in ordine cronologico. Ormai è nor­male sentirsi dire che Manzoni è vissuto nel 1500. Ma non c’e da meravigliarsi, perché nella scuola non si insegna più a porre gli accadimenti nel loro ordine tem­porale dicendo, per esempio, che Ales­sandro Magno è vissuto prima Cesare, questo prima di Carlo Magno e solo do­po viene Dante e, in seguito, Cristoforo Colombo.

Questa pedagogia è stata copiata da­gli Stati Uniti, un Paese senza storia che cerca di annullare le radici storiche deisuoi abitanti per farne dei cittadini. Ma applicarla all’Italia, che è il prodotto di una stratificazione storica di 3000 anni e all’Europa che ha radici culturali gre­che, romane e giudaico-cristiane, vuol di­re distruggerne l’identità. Al contrario di noi la civiltà Islamica e quella Cinese studiano accanitamente la propria sto­ria per conoscersi e rafforzarsi.

Ma perdere la capacità di porre gli ac­cadimenti in ordine cronologico vuol di­re perdere anche la propria identità per­sonale. Quando domandiamo a qualcu­no «Chi sei?», ci racconta cosa ha fatto e sta facendo. Quando cerchiamo lavoro presentiamo il nostro curriculum. Quan­to ci innamoriamo raccontiamo al no­stro amato la nostra vita. Oggi c’e molta gente che non sa più mettere in ordine ciò che ha vissuto, e vede il proprio pas­sato come un insieme caotico di accadi­menti.

Il disordine del modo di pensare si ri­flette nella lingua. Nelle scuole non si in­segnano più la grammatica, l’analisi lo­gica e la «consecutio temporum». Diver­si ragazzi non distinguono il passato prossimo da quello remoto, non capisco­no la logica del congiuntivo e del condi­zionale e alcuni confondono addirittura il presente con il futuro. E’ il disfacimen­to mentale, la demenza.

Caro ministro Gelmini, la prego, mi ascolti, mandi via tutti i pedagogisti di questa nefasta corrente; poi faccia fare un corso di storia con le date e uno di grammatica italiana a tutti gli insegnan­ti. Infine imponga ai presidi di mettere in ogni aula un grande poster orizzonta­le in cui sono segnati in ordine cronologi­co tutti gli episodi significativi della sto­ria, in modo che i nostri ragazzi possano abituarsi alla loro successione tempora­le. Una stampella per il loro cervello.

Francesco Alberoni
Corriere della Sera, 2 novembre 2009