In questo articolo, un imprenditore veneto lamenta il fatto che ha riscontato, nei giovani in cerca di lavoro, una forma di predisposizione nulla per il sacrificio.
Gente che non si presenta neanche al colloquio, oppure che accampa scuse, che non si fa più sentire, ecc.
E lui assume in ristoranti, non in miniera. Leggetelo, leggetelo.

Io questa realtà la vede un pochino più da lontano con gli stagisti che mi manda la scuola. Non si possono paragonare a venti / trentenni alla ricerca di un lavoro, sono solo sedici / diciassettenni che la scuola manda a fare uno stage, o un tirocinio, o come volete chiamarlo. 
Però vi assicuro che già da qui si capiscono un po’ di cose. Che ci sono tanti ragazzi assolutamente impreparati ad affrontare il mondo del lavoro. Qualcuno di valido c’è, e aggiungo per fortuna, ma ahimè la bilancia, nella mia esperienza, pende dalla parte di quelli che non hanno voglia di fare un cazzo. Il problema è che "non ci arrivano", che non se ne preoccupano, che non riescono a comprendere come le loro manchevolezze possano essere considerate tali. Ritardi, svogliatezza, superficialità, zero senso di responsabilità, pressapochismo, ecc. E qui nasce la domanda: ma tu nella vita che intenzioni hai? Cosa vuoi fare?
Alcuni mi spiazzano: niente finchè posso. Altri mi spiazzano ancora di più: vorrei fare il commesso. Ma come, ti sto dicendo in tutti i modi che sei una capra e tu sei ancora convinto di poter fare il commesso? Specialmente comportandoti così? Boh.

Il problema (per loro) è che questa generazione sarà PIU’ POVERA della generazione precedente e questa è una cosa che non succedeva da tanti tanti tantissimi anni. Pensate a voi: siete più "ricchi" dei vostri genitori (cioè nella vita avete avuto più possibilità, avete fatto più cose, non sto parlando del semplice conto in banca). E i vostri genitori erano più "ricchi" dei vostri nonni. Bene, sappiate che i vostri figli saranno più poveri di voi. Solo che la generazione attuale dei genitori è convinta che, come sarebbe logico attendersi dall’esperienza passata, i propri figli vivranno in un mondo migliore. Allora li viziano e li tengono nella bambagia.
Pensateci ancora. i vostri nonni avrebbero accettato lavori che voi non vi sognereste mai di accettare, vero? Adesso li definireste sfruttati, sottopagati, con troppe ore, poche garanzie, zero diritti e stipendio basso. Ma i lavori che hanno fatto i vostri genitori sono migliori. E quelli che fate voi ancora migliori. E credete che sia un trend che continuerà. Sbagliato.

E quando i figli se ne accorgeranno sulla loro pelle, sarà troppo tardi. Stiamo crescendo una generazione di bambascioni che, alla prima esperienza lavorativa rimarranno scioccati. Ripeto, per fortuna esistono eccezioni, io ho trovato alcuni stagisti veramente in gamba e con la testa sulle spalle. Ma altri…mamma mia !


Enrico Prampolini – Ritratto di Marinetti – Olio su tela – 1924-25