Beppe Severgnini sa che ogni italiano ha una propria opinione di Berlusconi, affinata e cementata in tanti anni. Con questo libro cerca di spiegare agli stranieri e ai posteri il fenomeno Berlusconi, la sua longevità politica, il suo magnetico appeal sugli italiani negli ultimi 17 anni. Secondo lui un motivo c’è. Anzi ce ne sono dieci:

  • Fattore umano. Gli italiani pensano: “ci somiglia, è uno di noi”. Vuol bene ai figli, parla della mamma, capisce di calcio, adora le donne, ecc.
  • Fattore divino. Berlusconi ha capito che gli italiani, per sentirsi meno peccatori, applaudono la Chiesa e chi dice di sposare le tesi della Chiesa. Se poi non lo fa, è lo stesso, il discorso si è spostato dai comportamenti alle intenzioni.
  • Fattore Robinson. Ogni italiano si sente solo contro il mondo. Come Silvio. E quindi siamo solidali con lui.
  • Fattore Truman. Quanti sono gli italiani che si informano, che seguono le trasmissioni critiche, che navigano su siti di controinformazione? Pochi. E tutti gli altri? Si adeguano alle idee berlusconiane, come fossero comparse nel Truman Show.
  • Fattore Hoover. Come i leggendari venditori degli aspirapolvere Hoover, anche Berlusconi ha una capacità di seduzione commerciale incredibile. Messaggi semplici, ripetuti più volte, aspetto curato, ecc.
  • Fattore Zelig. Come il protagonista del film di Woody Allen, Berlusconi è capace di immedesimarsi negli interlocutori: saggio con gli anziani, giovane tra i giovani, donnaiolo con le donne, tifoso tra i tifosi, lombardo coi lombardi, italiano coi meridionali, napoletano tra i napoletani (e canta anche!).
  • Fattore Harem. La sua ossessione femminile è da alcuni ignorata, da altri scusata, da altri ancora invidiata. I presunti scandali non l’hanno danneggiato, tutt’altro.
  • Fattore Medici. La Signoria è l’unica creazione politica originale degli italiani. L’atteggiamento di tanti italiani di oggi verso Berlusconi ricorda quello degli italiani di ieri verso il Signore: sappiamo che pensa ai suoi interessi, speriamo che pensi un po’ anche ai nostri.
  • Fattore T.I.N.A. L’acronimo sta per There Is No Alternative. Non ci sono alternative, e allora meglio un Berlusconi che qualsiasi altro. È la legge del “meno peggio”.
  • Fattore Palio. Per i contradaioli di Siena è quasi più importante che perda la contrada avversaria piuttosto che vinca la propria. Molti italiani, pur di non far vincere la sinistra, sono disposti a tutto. Anche a votare Berlusconi.

Il libro è gustosissimo, scritto bene, si legge in un viaggio aereo. E tira a galla molte verità. Dopo averlo letto, dopo aver capito quali sono i fattori che determinano il successo di Berlusconi cosa cambia? Niente. Siamo solo un po’ più consapevoli.