(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Tutto quello che non rientra nelle altre categorie

Code is poetry

Un uomo con la bombetta è arte? Forse no. Una mela? probabilmente no. Un uomo con la bombetta con il viso nascosto da una mela diventa arte.
Un quadrato, delle linee? Se sono disposte da un’anima diventano arte.
Due manichini sono artistici? Dipende.


Giorgio Morandi – Natura morta metafisica
 

Questi sono solo esempi, per cercare di spiegarvi perchè il codice è poesia. Per codice intendo il codice di un programma, si insomma quella serie quasi interminabile di astrusi comandi che i presunti cervelloni danno in pasto agli ammassi di rame e silicio. Come fa una cosa che è figlia della matematica ad essere assimilata alla poesia? Orrore. Se è questo quello che pensate non avete capito nulla. Per prima cosa vi assicuro che la matematica e l’informatica sono parenti tanto come la ginnastica e la latteratura. Certo, se fai ginnastica sarai un letterato più attivo, ma puoi benissimo essere un appassionato di letteratura senza dover fare ginnastica!!! E poi…

E poi… quando con delle pennellate di enigmatici geroglifici riesci a dare vita a figure, disegni, animazioni, movimenti, quando con delle note sottoforma di simboli grafici riesci a far suonare, a far vibrare l’anima di un inanimato computer, o creare movimento, far nascere sensazioni, dubbi, conclusioni…. Voi non conoscete che emozione. Come il bambino che costruisce con anonimi pezzi di Lego un bel robot semovente. Che bello.
Ti metti li e, pezzo dopo pezzo, con fatica, con tanti errori e ripensamenti, riesci a far fare cose strabilianti. Dai un pizzico di vita, un pizzico di fantasia, di sapere, di incantesimo. Forse allora è vero, code is poetry, o forse no, it’s a kind of magic:

il codice è magia !

Henry Charles Bukowski (1920 – 1994), poeta e scrittore statunitense

L’unico atto poetico necessario è la scrittura della poesia, e tutto quello che viene dopo è propaganda.

Le due più grandi invenzioni dell’uomo sono il letto e la bomba atomica: il primo ti tiene lontano dalle noie, la seconda le elimina.

Mi guardai intorno. Non c’era nessuna donna, lì in quel caffè. Ripiegai sulla cosa che sta al secondo posto in graduatoria: sollevai il mio bicchiere e lo scolai.

Fagolosi

Ma cosa diavolo ci mettono dentro per farlo così buoni? La droga?
Sto parlando dei Fagolosi, che per chi non lo sapesse sono i mitici grissini prodotti dalla GrissinBon. Io li ho scoperti qualche anno fa nei ristoranti. Solitamente non sono un vorace divoratore di grissini, ma quando ho assaggiato i Fagolosi… mamma mia che scorpacciata. Sono proprio buoni. E così ho iniziato a comprarli anche per casa. Se mi avessero predetto che un giorno avrei comprato i grissini da mangiare a casa avrei sicuramente negato: a che servono?? Al risotrante li sgranocchi nell’attesa delle pietanze, in casa non ha senso: se sto preparando io da mangiare non ho tempo di sgranocchiare alcunchè, se non sto preparando io preferisco fare dell’altro piuttosto che stare seduto a perdere l’appetito coi grissini.
Invece ora in casa li uso come stuzzichini, quando non ha proprio fame ma… voglia qualcosa di buono, come diceva la contessa in giallo. E siccome io in casa non ho la scorta di Rocher come il mitico Ambrogio, mi butto sui Fagolosi. La scorsa settimana ho voluto provare quelli coi semi di sesamo: buonissimi anche quelli. Ma come fanno quelli della GrissinBon? Complimenti.

Ancora Commodore 64

Che emozione, guardate cosa hanno realizzato Darron Schall e Claus Wahlers:
un emulatore Commodre 64 in flash !!! Che figata!!!

Il progetto è sicuramente da milgiorare, ma è veramente una figata.
Lo potete provare cliccando qui.

I giorni di pellizza

Ieri sera sono stato al teatro Arlecchino di Voghera ad assistere al musical sulla vita del pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo. Molto bello. Ecco cosa dice il volantino:

Lo spettacolo mette in rilievo attraverso la musica e l’azione teatraIe i principali anni della vita e della produzione artistica del pittore, compresi fra il 1891 e il 1907, anni intensi e amari in cui la piena maturità e consapevolezza del pittore si scontrano con la fragilita, le difficoltà e i dolori dell’uomo.

Una particolare forma di teatro musicale (vicina al musical) che indaga l’universo "pubblico" e quello "privato" del pittore: i suoi quadri, le sue passioni artistiche, il suo impegno sociale, le sue amicizie, i suoi affetti.

Viene affrontato il tema dell’amore di Pellizza per il paesaggio, per la luce e i colon, e in modo piu approfondito l’amore di Pellizza per la mogiie (quella Teresa che egli sposo giovanissima) insieme all ‘attenzione del pittore per l’ universo femminile, per quelle presenze austere, silenziose, proprietarie di misteri che, nei suoi quadri, Pellizza osserva attento e partecipato (un’attenzione e un rispetto inediti nella cultura pittorica di fine ottocento).

Viene tratteggiato il Pellizza autore di Ricordo di un dolore, di Pensieri o La sposa (i suoi primi capolavori) ma anche il pittore dei famosi Panni a/ sole, Le ciliegie, Mammine, Sul fenile, con i primi esiti divisionisti fino al periodo simbolista de "Lo Specchio della vita".

E, naturalmente, emerge con forza il mondo contadino di Volpedo, quel mondo da cui Pellizza non riuscira mai a staccarsi, con i suoi amici di sempre che immortalerà nel suo quadro piu famoso: quel Quarto Stato che lo ha fatto conoscere nel mondo.

Si evidenziano inoltre le relazioni che Giuseppe Pellizza ebbe con il mondo culturale fra Tortona e Voghera. Si assisterà a dialoghi sulla pittura tra Pellizza e Angelo Morbelli (altro importante pittore alessandrino) e a discussoni sulla politica e sulla società con Emesto MaJocchi, giornalista vogherese, anarchico socialista e suo fraterno amico. Non mancano in scena anche il fotografo vogherese Cicala e il piu giovane pittore Barabino. Riferimenti d’obbligo sono infine l’intenso diario e le lettere, i materiali piu privati del Pellizza cui la drammaturgia dello spettacolo intende rendere discreto omaggio.

per altre info www.teatrodegliacerbi.it oppure www.pellizza.it

No sex

Nefertiti

C’era un re egizio, insomma un faraone, che era figlio di Amenofi terzo, e così lui sarebbe stato Amenofi 4. Alcuni, forse più propriamente, lo chiamano Amenhotep quarto. Come è successo molte volte nella storia (per esempio con l’imperatore romano Costantino) ad un certo punto ha pensato bene di cercare di manipolare la religione per fini personali, vale a dire per aumentare il proprio potere (a scapito dei santoni del tempo). E così iniziò a propagandare il culto del dio Aton, al posto di quello del dio Amon. A questo punto si rese conto che il suo nome, Amenofi, derivava da Amon e quindi non stava facendo una bella figura. E così cambiò nome in Akhenaton (d’altronde lui era il re e poteva fare ciò che voleva, no?). Un po’ come poi fece il suo successore, altrettanto famoso, Tutankhamon (quello che porta una sfiga pazzesca), che prima si chiamava Tutankhaton. Che casino eh?

Ma perchè arlare di Amenofi/Akhenaton? Perchè egli aveva una moglie, la mitica regina Nefertiti, bella gnocca, famosa in tutto il mondo per le statuette che la raffigurano in tutta la sua bellezza. Pensate che sono passati più di tremila lunghi anni. Infatti si sa poco di lei, notizie frammentarie. I più la vogliono come giovane sposa del re, morta giovane, altri azzardano addirittura che invece se la filava con Tutankhamon. Potrebbe anche darsi, visto che ho ricevuto in dono una statuetta di gesso raffigurante la regina e porta una iella incredibile ;)

Ma tanto è andata in premio al vincitore del "Maestro 2007"

Lettera aperta a Topolino

Sono abbonato a "Topolino" dal giurassico 1981, ma lo leggevo anche da prima. (Prima quando, che nel 81 avevi 7 anni direte voi? Ma fatevi una padellata di fatti vostri!!!)
Vorrei quindi scrivere apertamente alla Walt Disney Italia per dirgli: quando Topolino era pubblicato dalla Mondadori (prima del 1987) c’era più varietà nelle storie. Vi rendete conto quanti personaggi sono da anni e anni relegati in soffitta e che non appaiono più sulle pagine del mio settimanale preferito?
Ve ne cito solo alcuni.
Maga Magò: non mi stava simpatica ma non è un valido motivo per non farla più partecipare  alle storie.
Cip & Ciop: una volta almeno un "Topolino" su due aveva una storia del bosco.
Infatti c’erano anche Bambi (il cerbiatto), Tippete (la lepre), Fiorellino (la puzzola), Compare Castoro, Compare Orso, Compare Volpone, Ezechiele, Lupetto, Gimmi, Timmi, Tommi… and so on.
E poi le storie di Superpippo, dove l’ingenuo Pippo, talvolta spalleggiato dal nipote Gilberto (altro desaparecido) diventava un supereroe mangiando noccioline.
E poi i nipoti: Topolino aveva Tip Tap, Paperina aveva Ely Emy Evy. Tutti spariti, chiamerò il telefono azzurro.
E le storie a tema? E Topolino Kid e Pippo-sei-colpi? E le storie a bivi (questa in realtà è un invenzione della Disney, però sono tanti anni che non le ripropone)
E Gancio il Dritto? E suo figlio Bruto detto Gancetto?
E Plottigat? E Paperetta Ye-ye (beh in realtà in una recente storia è ricomparsa). E Spennacchiotto?
Per non parlare di personaggi semi spariti, come Clarabella e Orazio.
Ormai ci sono solo i personaggi standard di Paperopoli (Parerino, Qui, Quo, Qua, Paperina, Gastone, Paperoga, Paperone, Battista, Rockerduck, Lusky, Brigitta, Filo Sganga, Nonna Papera, Ciccio, Archimede, Bassotti, Amelia)
Quest’ultima non abita a Paperopoli, ma sopra al Vesuvio ed è una papera dalle fattezze mediterranee di Sophia Loren.
E poi quelli di Topolinia (Topolino, Pippo, Basettoni, Manetta, Minni, Clarabella, Orazio, Gambadilegno, Trudy, Macchia Nera, Zapotek e Marlin)

L’unica piacevole novità di questi anni è, a mio avviso, Paperino Paperotto. Mi piace veramente tantissimo.

Vie di Voghera

Nei giorni scorsi ho fatto queste foto a due cartelli delle vie di Voghera, ma… dove sono queste vie? Cercando sui siti di mappe non le trovo…. mmmm…

Lo diceva Neruda che di giorno si suda

Tempo fa una carissima amica mi ha regalato un libro di poesie di Pablo Neruda dicendomi che lo aveva preso perchè aveva letto una pesia che assolutamente voleva farmi leggere. Purtroppo però tale poesia mancava nel libro, e così me l’ha inserita lei fotocopiandola. Poesia che infatti era molto molto bella è che mi è piaciuta (e mi piace) tanto tanto tanto.
Fino a pochi giorni fa ero ancora convinto che l’autore fosse proprio il poeta cileno. Fino a quando Mastella l’ha declamata in aula a Palazzo Madama, i giornali hanno riportato la notizia e qualcuno ha fatto notare che in realà l’autrice è Martha Medeiros, scrittrice e giornalista brasiliana. Quindi diamo a Cesare ciò che è di Cesare, e leggiamoci questa (a mio parere) stupenda opera:

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l’ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.

Minervino

Nel 2005 vi parlavo di alcuni espedienti per copiare a scuola in questo articolo. In realtà è roba vecchia, guardate cosa ho trovato su un "Topolino" del 1969:

Sky mi avete rotto!

Adesso ve lo spiego bene a voi di Sky: non me ne frega niente.
Non me ne frega niente della televisione, la guardo pochissimo.
Se fosse x me non pagherei neanche il canone RAI.
I canali terrestri mi soddisfano già ampiamente, siccome
non me ne frega niente dei film (me li guardo al cinema o in dvd)
non me ne frega niente delle partite (preferisco vedermele al bar in compagnia)
Oltretutto ho anche il decoder per il Digitale Terrestre, pertanto
non me ne frega niente della vostra offerta
non me ne frega niente dei vostri abbonamenti e infine
non me ne frega niente dei vostri due mesi in regalo.
Vi ringrazio per l’interessamento, vi ringrazio per l’insistenza, vi ringrazio per le continue offerte,
probabilmente qualcuno vi avrà detto che sono un teledipendente.
Lo ero quando andavo alle superiori, ora, come mi piacerebbe che aveste capito,
non me ne frega niente.

Pertanto, se mi telefonate ancora una volta, vi spezzerò le falangi manderò il malocchio via telefono. Chiaro?

Il tizio più fortunato del mondo

…pare che comunque io sia davvero il tizio piu’ fortunato del mondo: anni di dipendenza dalla droga in piena epidemia, circondato da morti viventi.
Ma io no, io sono negativo: è ufficiale. E quando il dolore se ne va comincia la vera battaglia: depressione, noia, ti senti così schifosamente giù che vuoi farti fuori da solo…

…Tommyyy!
…Tommyyy!
…Tommy sono Mark, apri!

… tutto bene??

…esci spesso Tommy??

…non segui le partite?
no.
ah, neanch’io veramente.

hai fatto il test?
si
pulito?
si
che bello
mi dispiace Tommy.
ne hai un po’?
no, l’ho fatta finita.
beh fammi un prestito, sto aspettando un assegno

grazie mark
non ci pensare

…non ci pensare, non è un problema, non per me comunque. Certo è facile fare filosofia quando lo stronzo con la merda nel sangue è un altro…

LEGGIMI ! TI PREGO!

Il titolo del post è solo per attrarre l’attenzione. Vorrei fare un esperimento. Vorrei "contare" quanti sono i miei lettori/lettrici del blog. Molti li conosco, anche perchè quando li incontro me lo dicono.

Quindi: chi legge questo blog più o meno abitualmente sarebbe così gentile (dai, almeno per una volta) lasciare un commento, solo per scrivere il proprio nome (e magari un messaggino sarebbe gradito, ma non indispensabile).

Grazie mille, amici.

Fab

ps buon 2008 in ritardo a tutti

Senatur

Ecco chi ho incontrato l’altro giorno all’autogrill Brianza Sud: il senatur !!!

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