Quest’anno ce la siamo presa comoda. Dopo che l’anno scorso abbiamo rischiato di perdere l’aereo, stamattina partenza alle 8. Arriviamo a Cardano al Campo, parcheggiamo e ci facciamo portare a Malpensa dove facciamo una cara ma buona colazione. L’aereo parte in orario (1140) e arriva in anticipo, dopo un viaggio tranquillo. La nostra Bravo noleggiata da Maggiore ci porta sulla superstrada in direzione Otranto. Siccome la fame si faceva sentire, nel primo pomeriggio decidiamo di approfittare della prima uscita per trovare un posticino. Da veri maestri arriviamo a Cala Fetente. Il nome è tutto il programma ma rimediamo quattro rosette con cotto formaggio e pomodoro. Ripartiamo nel gran caldo (grande invenzione l’aria condizionata) e arriviamo a destinazione. Al Bed & Breakfast “Le Dune” ci accoglie la signora che ci mostra la camera. Beh decisamente meno spaziosa di quella di Valencia, ma quella era da sciuri, qui ci dobbiamo accontentare di un letto matrimoniale e una specie di letto a castello. Dopo una sistemata decidiamo di finire il pomeriggio nella spiaggia vicina. In realtà qui di spiagge vere e proprie ce ne sono poche e quelle poche con sabbia riportata. Per il resto sono strani scogli di apparenza lunare o vulcanica, appuntiti e scomodi. Però l’acqua è veramente spettacolare, caldissima e piacevole. Ringrazio me stesso di aver portato le scarpe da mare, che mi permettono di mettere giù i piedi in acqua  e gli occhialini, così posso vedere dove vado… C’è da dire che qui, come avevo già notato in Sicilia, non sono molto attenti a tenere puliti i luoghi, se ne fregano abbastanza. Un peccato, perché i luoghi sono belli, basterebbe un po’ di attenzione e un po’ di senso civico in più. Al nord non sono certo educatissimi, siamo pur sempre italiani, ma qui è peggio.

Alla sera usciamo per una perlustra della città. Dopo poche centinaia di metri in auto scopriamo di essere già praticamente in centro e quindi parcheggiamo. La vista della baia di Otranto dall’alto è meravigliosa. È incastonata in una piccola insenatura. Non so il perché, ma questo posto mi ricorda due località siciliane. Per il golfo mi sovviene, appunto, Castellammare del Golfo, mentre per la conformità delle viuzze mi ricorda Cefalù. Lo so che magari non c’entra niente, ma le sensazioni di dejà vu sono fatte così. Resta il fatto che il panorama è incantevole. Scendiamo e passeggiamo alla ricerca di una pizzeria. C’è un sacco di gente in giro, ci sono tutti i negozi aperti. Prima si passa sul lungomare, poi si sale sulla terrazza, da dove si torna a vedere tutte le luci del golfo. All’interno invece le viuzze e le stradine pullulano di negozietti di ricordini e di gente. Di pizzerie purtroppo no, quindi ritorniamo alla prima che avevamo visto. I miei soci si buttano sull’impepata di cozze che io evito accuratamente (non perché non fosse buona, non lo metto in dubbio, ma perché non sono un tipo da pesciolame vario). La mia pizza “Estate” è veramente buona. Dopocena un giretto a comprar ricordini, ma siamo cotti per la giornata faticosa e ce ritorniamo at home. Buonanotte.

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