E pensare che Follini, fino a non molto tempo fa, era addirittura segretario di un partito di centro destra. Secondo logica, il segretario dovrebbe incarnare i valori e le posizioni del proprio partito, tuttalpiù indirizzandolo verso nuovi lidi, ma senza stravolgere quello che è. In passato abbiamo assistito a segretari che hanno modificato anche marcatamente il proprio movimento politico: il PCI che è diventato PDS, la fiamma del MSI che è diventata AN, ecc. Anche adesso sta succedendo col PD.
Altri segretari hanno traghettato i propri partiti da una parte all’altra della barricata, ma si tratta quasi sempre di piccole realtà, partiti quasi monodimesionali. Cosa che l‘UDC non è più. Quando Follini non è riuscito a spostare l’asse di navigazione verso sinistra (era evidente già allora, ora è oggettivamente lampante alla luce dei fatti) se n’è prima andato sbattendo la porta, ha fondato un proprio movimento, ha sostenuto il goveno Prodi. E fin qui tutto – si fa x dire – normale. Ormai siamo abituati (ahimè) a gente che viene eletta da un elettorato e poi, in base ad una loro interpretazione del mandarto elettorale, passano nelle file avversarie. Il problema è che qui stiamo parlando di un personaggio che era un protagonista di primo piano che, stando a capo dell’UDC, non rappresentava solo sè stesso, ma gli elettori di un intero partito. E non ha semplicemente fatto un saltino, è addirittura arrivato a piè pari nella costituente del PD.
Ma come faccio a fidarmi dei politici? Ha ragione Casini a dire che dovrebbe chiedere danni d’immagine. Io, elettore della CDL, come faccio a fidarmi dell’UDC se quando c’era Follini a capo giurava e spergiurava che mai avrebbe fatto il ribaltone e poi adesso me lo ritrovo nel Partito Democratico? Devo dire che per fortuna non è riuscito a portare con se tutto il partito (anzi proprio nessuno), ma la credibilità è minata.

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