(raccolta molto sparsa di pensieri)

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Biscottini alle noci

A grande richiesta vi darò la mia preziosa e segretissima ricetta dei miei biscotti alle noci.

Io sono un avanguardista della cucina, e non seguo le ricette in modo sistematico, preferisco modificarle a mio piacimento in base al mio gusto personale e a come sta andando quello che sto preparando. Pertanto non stupitevi se non sarò preciso nelle quantità e nei tempi.

Occorrente:

  • Burro
  • Zucchero
  • Farina
  • Noci (ma andrebbero bene anche nocciole o mandorle)

Prendete una bella padella (io la uso bella larga) e schiaffateci dentro un sacco di burro, diciamo circa 400 grammi. Fatelo sciogliere. Non dovete farlo friggere, solo sciogliere. Usate un cucchiaio di legno per facilitare la cosa e per "sbatterlo" un po', come fosse un uovo. A questo punto versatelo in una bella scodellona grande (una "biella") e aggiungete lo zucchero, almeno la stessa quantità, a poco a poco in modo da farlo sciogliere, se possibile. A questo punto aggiungete la farina, sempre a poco a poco, in modo che non si formino dei grumi. Impastate e impastate e impastate, finchè non otterrete una specie di pasta abbastanza consistente. Io uso circa mezzo chilo di farina.

Nel frattempo prendete un saccheto di noci e sbriciolatele. Io che sono pigro le taglio sul tagliere col coltellaccio, come fosse prezzemolo, perchè farlo "a mano" mi tedia. Versate le noci nella pasta e mescolate il tutto. L'ideale sarebbe poi metterla su un piano e tirarla col mattarello. Io non dispongo di tale attrezzatura e la schiaccio con le mani. La pasta, a causa del burro, è una roba abbastanza unta e bisunta.

Prendete una bella teglia, imburratela ben bene. Tagliate dei "pezzi" della vostra pasta. Io nel mio piccolo uso un bicchierino per fare dei biscotti rotondi. Solo che poi mettendoli in forno, probabilmente perchè la mia pasta è sempre troppo poco consistente, si sciolgono un po' e diventano quadrati :-)

Mettete i vosti biscotti nella teglia e infornate. Ci vuole abbastanza tempo. Io farei così: li metto in basso a fuoco alto in modo da dargli una botta di fuoco, poi li sposto in alto e tengo il fuoco basso e li tengo un bel bel po'. Ma proprio un bel po', diciamo una quarantina di minuti.

Cmq basta aprire il forno ogni tanto e dargli un'annusata, un'occhiata e magari un assaggino. Quando li reputerete abbastanza pronti spegnete pure, raffreddandosi acquisteranno ulteriore consistenza.

Gli ingredienti che vi ho detto producono un paio di teglie di biscotti. Se ne volete fare una sola, dimezzate gli ingredienti (così potete anche sperimentare se vi vengono)

Sono biscotti dietetici, con poche calorie e pochi grassi. Un biscotto equivale a un pasto completo.


Visivamente fanno abbastanza schifo, è una parte che devo ancora migliorare. L'importante è che siano buoni :-)

Tordo Matto

da Wikipedia l’enciclopedia libera

Il Tordo matto di Zagarolo è un piatto tipico di Zagarolo.

Si tratta di un involto di carne equina con all’interno un battuto di grasso di prosciutto, aglio, prezzemolo, coriandolo, sale, ed altre spezie locali.

Cucinato alla brace di "Troppe" (viti tagliate dai vigneti "stincati") con i giusti tempi di cottura può essere infilzato allo spiedo o sulla graticola.

In alternativa può essere cucinato in padella a fuoco lento con il vino rosso locale oppure al forno con le patate.

In tutte le varianti è fondamentale cuocere a fuoco lento in modo che la carne risulti alla fine morbida e ben cotta fin nel suo interno, dove il battuto di grasso di prosciutto fondendosi condisce e da un sapore particolare alla carne equina.

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da Romaincampagna.it

Origine e descrizione

Sono degli involtini speziati di carne di cavallo ripieni di lardo, coriandolo, pepe, peperoncino, aglio e prezzemolo cotti alla brace. La ricetta nasce nel XVI secolo, quando il famigerato Ugo di Moncada, inviato da Carlo V, diede l’avvio ad una serie di intrighi in collaborazione con i Colonna.
A questi si unirono anche i Lanzichenecchi. Gli abitanti di Zagarolo si rifugiarono nelle campagne circostanti. Un giorno un lanzichenecco ferito, con al seguito un cavallo malconcio, si rifugiò in una capanna abitata da due anziani coniugi. L’uomo, rifiutando ogni cura, fece capir loro che aveva fame e ripeteva in continuazione la parola "drossel". Il cibo però a quei tempi scarseggiava, così che, alla morte del cavallo, la donna tagliò la sua carne in sottili fettine alle quali aggiunse lardo e varie spezie e le offrì all’uomo assieme a del buon vino. Questi, una volta finito il pasto, si ubriacò continuando a gridare la parola "drossel", facendo pensare a tutti che fosse matto. Il mattino seguente l’uomo era sparito. Terminati i combattimenti, la popolazione rientrò nelle case e si diffuse la ricetta che quietò il lanzichenecco, ormai ricordato come il soldato "matto" che ripeteva in continuazione la parola "drossel", che in tedesco significa tordo. Da qui il nome di questa ricetta.

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