Garibaldi è li che osserva. Il suo busto è posto su una piccola colonna, rivolta verso la stazione. La primavera, in netto anticipo, ha riempito i giardini di margherite. Ci sono i piccioni svogliati, che saltellano qua e la alla ricerca di qualcosa che attiri la loro attenzione. Qualche pensionato che approfitta di questa splendida giornata di sole, un paio di clochard che si ritemprano scaldandosi le ossa, magari dopo un’altra notte passata in qualche riparo di fortuna. Una cricca di nordafricani sfaccendati, intenti a sfumacchiare e bere birra. Alcuni ragazzini già usciti anticipatamente da scuola che urlano e ridono, un signore col cane… e tutto intorno un viavai inarrestabile di automobili.
La sonnecchiosa provincialità di Voghera è tutta qui. Al mattino la stazione è diversa, gente che parte… alla sera gente che arriva e cammina con molta fretta, hanno tutti voglia di arrivare alla sweet home il + velocemente possibile.
E Garibaldi sempre lì che osserva, un po’ sciupato dal tempo.
Ora vado a casa a pranzare.

 
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