(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

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Vasco Modena Park… dopo!

Dal diario di bordo: fabio e i suoi amici sono andati a Modena per il megaconcertone da record di Vasco. Ma poi…

Sono le 5:20 e finalmente la protezione civile ha distribuito qualcuna di queste coperte termiche, per il resto io e altre almeno centomila persone abbiamo passato la notte per terra, sui marciapiedi, nei giardini, nei cortili, in mezzo alla strada. La situazione è SCANDALOSA. Dopo il concerto di Vasco Rossi dovevano tornare in treno, così come consigliato assolutamente su tutti i siti, in primis quello del Comune di Modena e quello di Trenitalia. Invece la stazione era bloccata dalle forze dell’ordine, perché non erano pronti ad accogliere questo enorme numero di viaggiatori, ed è tuttora bloccata. Disorganizzazione totale. Nessuno che dava indicazioni, ripetevano solo come dischi rotti "non si può andare in stazione". Non una coperta, non un caffè, niente. Gli alberghi ovviamente tutti pieni e i Taxi non accettano corse fuori città, anche perché i caselli dell’autostrada sono chiusi. La mia bronchite ringrazia, ho un freddo nelle ossa… Le notizie che abbiamo dicono che ci vorranno 10 ore per ripristinare la normalità. Ma perché dicevano di prendere il treno? Perché ho dovuto prenotare i biglietti che sono addirittura nominativi? Per fortuna non ci sono stati scontri violenti. Prima o poi torno a casa…

Aneddoti 22

Per la serie: "NON INSISTERE"

Non sapete quante volte si è riprodotto questo dialogo in negozio:

"Può tenermi questa maglia (scarpe / felpa / giacca / ecc) ?"
"Certo, mi deve dare un acconto"
"Non ho soldi, altrimenti l’avrei comprato subito"
"Basta un piccolo acconto, altrimenti non posso"
"Mi arriva lo stipendio il giorno X, non ho niente"
"Allora mi spiace, non posso"
"Ma io vengo a prenderla il giorno X"
"Ho capito, ma senza acconto non posso tenerla da parte"
"La prego"
"Mi spiace, ma se dovessi mettere da parte la merce a tutti quelli che me lo chiedono dovrei avere un magazzino apposta, e poi il 90% della gente non torna. Si figuri che a volte non tornano neanche quelli che lasciano l’acconto"
"Ma io torno"
"Si e secondo lei gli altri cosa dicevano? Che non tornavano? Non insista, le regole valgono per tutti. Se avesse un piccolo acconto, anche 5 euro"
"No, non ho niente, va beh pazienza"

Io penso: ma davvero non hai neanche 5 euro nel portafoglio? E vi giuro che mi capita tutti i giorni!! Poi ci sono quelli che lasciano l’acconto e tornano dopo mesi!! E magari si arrabbiano se gli hai venduto la merce. Se invece non l’hai venduta la vogliono cambiare con qualcosa di stagione… non faccio ulteriori commenti.

Per la serie "MAMMA MODELLO"

Anche stamattina una mamma è venuta dentro a curiosare. E fin qui tutto bene, se non fosse che per dieci minuti ha lasciato il bambino sul passeggino fuori da solo e sotto il sole! Complimenti! Ma è già -purtroppo- capitato altre volte. E poi quelli che lasciano fuori il cane.. beh in questo caso li capisco, se il cane è grosso e/o irrequeto è segno di rispetto verso le altre persone e verso il negozio, però non lasciatelo al sole! Vuoi il cane? Per prima cosa rispettalo! Poi c’è stato chi ha lasciato di fuori il nonno sulla sedia a rotelle (giuro!). Per contro ci sono quelli che portano dentro cane, passeggini e simili e li piazzano esattamente davanti alla porta di uscita, come se nel negozio ci fossero solo loro… Poi ci sono quelli che i bambini se li dimenticano e se non sto attento io al fatto che escono e vanno in mezzo alla strada finirebbero arrotati… Eh si, stare in negozio a volte è come stare all’asilo Mariuccia!

Su Facebook gira quest’immagine. Non so se è vera, ma è verosimile… :-(

Aneddoti 21

Sottotitolo: quando uno è convinto delle proprie idee non c’è niente che gli potrebbe fargli cambiare idea!

Scena uno: entra una signora e chiede:

"Ma quella pelliccia in vetrina è vera?"
"Si signora, è pelo vero"
"Cavoli, io sono animalista"
"…"
"Beh, comunque…insomma…cioè…"
"Mi dica"
"E’ proprio vera pelliccia"
"Eh si"
"E però a questo prezzo…e poi mi sta anche bene, è la mia taglia…Ma si: la prendo! Io sono animalista, ma d’altronde a questo prezzo la devo prendere!"

Devo dire: un animalista convinta! Magari di quelle con la borsetta in pelle, le scarpe di cucciolo di foca, la cintura di pitone e i guanti di zerba nana del Madagascar.

Scena due: una signora mi chiede di vedere delle scarpe da ginnastica.

"Mi dia dei 35 da adulto"
"Ecco, i 35 sono da questa parte"
"Mi raccomando, me li dia da adulto"
"Signora, adulto o ragazzo che differenza fa? Sempre 35 rimane"
"Eh no, perchè in certi negozi tentano di rifilarmi dei 35 da bambino, che hanno la pianta più stretta, ma io non li voglio"

E proprio in quel momento mi viene da fare caso a che calzature indossa: aveva le Lelly Kelly, con tanto di disegnini multicolor e di scrittona "LELLY KELLY" in bella evidenza!!!

Eh già, lei le scarpe junior non le vuole…..

Aneddoti 20

C’è caldo, abbiamo la porta spalancata.
Arriva una signora in bicicletta. Sembra quasi che dallo slancio voglia entrare in negozio con il velocipede!

"Signora, non entri in negozio con la bici", la apostrofiamo come facciamo di solito con quelli che parcheggiano sul marciapiede davanti all’entrata ("Se vuole le apro la porta e la faccio parcheggiare dentro").

Solo che in questo caso, appunto, la porta è già aperta e la signora (appunto!) entra veramente dentro in sella al cavallo di ferro!

"Guardi che non può entrare con la bici !"
"Ma solo per 5 minuti". E prima  che ce ne rendiamo contro scende dalla sella e appoggia la bici sul cavalletto, esattamente tra la porta e la cassa… insomma in mezzo, in un punto dove non sarebbe più potuto passare nessuno. Io mi chiedo: ma che cosa le frulla nel cervello?
"Signora, non può lasciarla lì, almeno la sposti"
"Ma solo per 5 minuti" ripete quella come fosse una litania.
"Ma neanche 5 secondi, la deve spostare"

Allora la prende, la porta fuori, la lega col lucchetto, rientra, chiede se di un paio di scarpe in vetrina c’è il suo numero, alla nostra risposta purtroppo negativa esce, riapre il lucchetto, salta sulla bici e se ne va. Ma non poteva risparmiare questi benedetti "5 minuti" e metterci solo 5 secondi per chiedere?

Aneddoti 19

Una signora si lamenta di una giacca che ha comprato da noi.

Io e mio marito abbiamo preso un giubbino per lui, ma non può metterla perchè perde.
Cosa perde signora, il colore?
No, no, la toglie ed è tutto bagnato.
Come bagnato?
Quando la mette, dopo un po’ si ritrova tutto bagnato, soprattutto sulle spalle.
Ah, intende dire che fa sudare?
No, no, non è sudore, è la giacca che perde…e bagna.
Ma perde cosa?
Eh non lo so, fatto sta che mio marito dopo un po’ è tutto bagnato.
Ho capito signora, ma lei mi dice che a distanza di tempo, ogni volta che suo marito la indossa, dopo un po’ la giacca rilascia del liquido?
Io non so cosa succede, so solo che mio marito non può mettere la giacca.
Ma quando l’avete presa?
L’anno scorso.
Ma scusi, non le sembra strano che dopo un anno c’è una giacca che continua a perdere liquidi sulle spalle?
Non è passato un anno, io ho detto l’anno scorso, ma intedevo la scorsa stagione, era il periodo dei saldi e l’ho pagata 25 euro.
Si va beh, anche se fossero passati 5 giorni… non le sembra strano? Non ha mica dentro un serbatoio che continua a perdere liquidi. Sarà sudore.
No, no, cosa sta dicendo: non è sudore! Quando mio marito non mette quella giacca non suda!
Si vede che è un materiale che lo fa sudare. In ogni caso di quelle giacche ne ho vendute un sacco e nessuno ha mai lamentato questo problema di perdita di liquidi.
Si si va beh, io volevo solo far presente che quella che mi avete venduto fa così.
Certo che anche lei poteva venire un po’ prima e non aspettare mesi. Comunque venga, porti la giacca che la analizziamo e vediamo cosa si può fare.
Va bene.

SAAAAAAAAANTA PAZIENZAAAAAAAAAAA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Si, come no, la porto ai RIS di Parma. Per la cronaca la signora non si è mai più ripresentata.

Viene una signora, molto distinta, a provare una pelliccia.

– Ma che pelo è?
– Volpe
– Ma è volpe?
– Si, signora
– Ma è proprio volpe?
– Si, è volpe
– Hai detto che è volpe?

E così via. Ogni cosa me la chiedeva dalle 5 alle 10 volte. Estenuante. Alla fine mi fa mettere da parte la pelliccia, fino al giorno dopo. L’indomani torna e subito dice:

– Quella pelliccia non la prendo più
– Va bene signora, come mai?
– Non sono convinta del fatto che sia volpe
– Come crede, signora.
E poi si mette a guardare le altre pellicce. Vorrebbe acquistarne una, lunga, ma allo stesso prezzo di quelle corte. Io dico che non è possibile, cerco di spiegarle, con calma, che quello è un modello più lungo, di pelli più pregiate, ecc. ecc.

Lei esce dicendo: torno domani, se me la dai allo stesso prezzo la prendo, altrimenti te la tieni e io qui non compro proprio niente. Che educazione!

Torna il giorno dopo ancora e le dico che nel frattempo qualcun altro, più avveduto, ha comprato le pellicce. Lei si prende male, all’inizio fa l’arrabbiata perchè secondo lei avrei dovuto tenerle da parte per lei, poi, probabilmente presa dal fatto che comunque le pellicce le vendo anche senza le sue minacce, prova un’ulteriore giacca. Mi chiede più volte lo sconto, che puntualmente le nego. Ci mancherebbe altro: fare anche solo un euro di sconto ad una persona così arrogante. Decide di comprarla, ma continua a insistere per avere una garanzia.

– Signora, la garanzia è data dal fatto che l’ha comprata qui in negozio, guardi che non ho intenzione di chiudere, sono qui da 14 anni. Lei avrà il suo bello scontrino che vale da garanzia, come qualsiasi altro prodotto venduto nell’Unione Europea.
– Si ma chi mi garantisce che è una pelliccia di castoro?
– Vada in una qualunque pellicceria e la faccia controllare.
– Certo che vado, voglio proprio vedere se qui mi state truffando!!!
– Signora, noi non stiamo truffando proprio nessuno: abbiamo dei prodotti in vendita e non obblighiamo nessuno a comprarli. Se lei compra un articolo già con l’idea di essere truffata faccia una bella cosa: non compri nulla.

E’ finita che la signora ha comprato la pelliccia di castoro. Altre volte ho raccontato aneddoti che fanno sorridere, qui, se solo fossi stato nervoso al 5% l’avrei mandata a quel paese. Si vede che mi ha preso in giorni di buona… Per la cronaca la signora è tornata, ha comprato un’altra pelliccia, poi l’ha riportata dicendo che provandola a casa non le stava bene e l’ha cambiata con un’altra. Altre volte è passata ancora a fare altri acquisti, con un po’ meno arroganza e un pizzico in più di educazione, ma sempre con l’abitudine di fare la stessa domanda per almeno una decina di volte (e, credetemi, di domande ne fa parecchie)….

La locomotiva

Questa immagine non apparirà più agli occhi dei vogheresi:

Ieri mattina, per la gioia di tutti i pensionati di Voghera e zone limitrofe (e dei giornalisti) (e di quelli che la ritenevano un impiccio, o peggio una mezza porcheria), è stata rimossa la locomotiva da Viale Carlo Marx. Adesso verrà restaurata, probabilmente a spese del contribuente, che non vede l’ora di sapere che i suoi soldi sono usati in questo modo, e poi piazzata da qualche parte, forse (e giustamente) nelle vicinanze della stazione.

I politici e i nostalgici possono dire quello che vogliono, ma la locomotiva era ben vista solo dai cagnolini, dai perdaballe e da quanti altri la usavano come orinatoio. In tanti anni non ho mai e dico mai sentito un residente della zona che fosse dispiaciuto di una sua possibile rimozione, anzi!!! Quindi arrivederci oppure addio, cara locomotiva.

Post Scriptum: leggo che l’amministrazione comunale di Voghera ha deciso di restituire il malloppo alle Ferrovie, decidendo si non sperperare soldi per riaggiustarla. Bravi, non è il momento.

Aneddoti 18

Primo giorno di apertura a settembre, entra un tizio.

"Posso provare quella giacca da un euro?"
"Certo, eccola"

Il tizio si specchia un attimo, poi con una nonchalance incredibile, prende la porta e se ne va lungo Via Cavour. Rimango basito un attimo… penso che magari sta guardano la giacca alla luce del sole. Poi vedo che se ne sta proprio andando. Non ci credo: mi sta portando via una giacca da… UN euro ??? Esco per vedere se realmente se ne sta andando e in quel mentre il tizio fa retromarcia (dopo aver fatto circa una decina di metri) e torna dentro.

"No, ho cambiato idea, non mi sta bene, è piccola, non la prendo"

e se la toglie

"Ok, va bene"

e il tizio stava li ad aspettare…

"Ha bisogno qualcosa?"
"Si, non la prendo più la giacca"
"Ho capito… e quindi ?"
"Mi devi restituire un euro"
"Guardi che non l’aveva pagata"
"Ah, non l’avevo pagata?"
"No"
"Va bene"

Prende la porta e se ne va.

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Un venerdì a mezzogiorno entra una ragazza.

"Ciao, ho un buono di 30 euro, avevo riportato delle cose"
"Va bene"
"Ok, allora ti ricordi, no?"
"Sinceramente no, ma sai com’è, capita spesso che qualcuno abbia dei resi e noi gli facciamo il buono, guarda pure se c’è qualcosa che ti interessa"

Quando stiamo per chiudere per pranzo le chiedo se ha trovato qualcosa. Mi dice che vuol prendere qualcosa per il moroso. Una felpa, una paio di jeans. Benissimo, vieni pure alla cassa. Eh no, adesso vuol guardare qualcosa per lei. Noooo, ho già capito, questa qui mi fa stare qui fino all’una solo per fare un cambio. Eh va beh il cliente ha (quasi) sempre ragione. Allora prende tre magliettine per lei. Ok, si va? No, deve vedere le scarpe, sempre per lei. Finalmente andiamo alla cassa. Abbiamo abbondantemente superato il valore del buono, quindi c’è da pagare la differenza.
Tragedia: è senza soldi, devo aspettarla mentre va a ritirare al bancomat in Piazza Duomo. Ok, la aspetto, abbiamo fatto 30 e facciamo pure 31. Allora si mette a rovistare nella borsetta. Non disponendo di portafogli ha tutto buttato li a caso: documenti, fogliettini, fazzoletti, ecc. Ma del bancomat non c’è traccia. Cerca cerca e cerca, ma non c’è. Nooo, e per fortuna che se n’è accorta qui, altrimenti l’avrei dovuta aspettare per niente.

"Facciamo così, passo oggi pomeriggio"
"D’accordo"
"Inizio a prendere la merce in cambio del buono da 30 euro, il resto passo oggi a pagarlo"
"Si ma me lo devi dare il buono"
"Ah si? Non ce l’ho, ce l’avrò a casa"
"Senza buono non ti posso dare la merce. Facciamo una bella cosa, intanto che cerchi il bancomat cerchi anche il buono e ci vediamo oggi pomeriggio"
"Certo, alle tre e mezza sono subito qui"

Ovviamente arriva alle sei e mezza, coi soldi in contanti, ma… senza il buono!

"Eccomi, ti pago la merce in più e prendo tutto"
"Si, ma mi devi dare il buono"
"Ah, non ti fidi?"
"Non è questione di fiducia, altrimenti a cosa serve il buono?"
"Mamma mia, non ti fidi, e va beh… vengo domani col buono"

Ma secondo voi quanta pazienza devo avere con questi personaggi ?? Per la cronaca è tornata il giorno dopo con ‘sto benedetto buono…

Made Expo

La scorsa settimana sono stato a Milano al Made Expo, la fiera dell’edilizia, design e architettura. Da profano, anzi da profanissimo, vi dirò le mie impressioni. La prima cosa che salta agli occhi è che la parola d’ordine è: isolamento. Ci sono i sistemi per isolare il tetto, le pareti, gli infissi, i pavimenti, i cassonetti, i cortili, ecc.

Gli infissi ormai hanno tutti almeno 3 vetri, di diverso spessore e con intercapedini d’aria. Sono inoltre costruiti in modo che non passa uno spiffero neanche accompagnato dalla guida alpina più esperta. I muri esterni sono straisolatissimi: 10, 15, 20 e più centimetri di materiale isolante, con sopra l’intonaco. Ho visto sistemi costruttivi che permettono facilità e rapidità di posa, accompagnati da perfetto isolamento. Questo è fatto coi materiali più disparati: la vecchia lana di vetro è scomparsa, ora ci sono dei polistiroli di vario tipo, oppure sughero oppure truciolato di legno compresso.

Una cosa particolare l’ho scoperta per la realizzazione dei cortili: grazie a degli speciali strumenti si fa molto prima, si risparmia materiale e il cortile rimane isolato dall’umidità e fa defluire l’acqua. Ottimo. Chissà se tutte queste cose poi nella realtà funzionano come promettono. Poi ho visto i coppi fotovoltaici: sono tegole con già inserito un piccolo pannello per la produzione di energia elettrica. In un altro settore ho visto dei laterizi molto strani, erano mattoni di forme particolari che permettevano un circolo dell’aria con funzione, indovinate un po’, di isolante. Un espositore mostrava addirittura un metodo molto strano per le pareti esterne: venivano ricoperte di vegetazione! C’era addirittura il basilico! Altrove ho scoperto che i coppi non vengono più adagiati direttamente sul tetto, ma rialzati in modo da far circolare l’aria. E poi ho visto tanti sistemi di riscaldamento: a parete, a pavimento… addirittura a soffitto!

E poi e poi e poi… e poi tante altre cose, tra cui le ditte che costruiscono le case prefabbricate in legno "chiavi in mano", con addirittura l’impianto elettrico già bell’e pronto. Comodo se uno vuol costruirsi un bungalow in poco tempo. Oppure la presa d’aria che non fa passare i rumori. Oppure… insomma ho visto tante cose, che magari per un esperto del settore sono normalissime, ma per me erano tutte cose nuove, quindi ho imparato qualcosa in più. 

 

Dei delitti e delle pene

Ieri hanno liberato Amanda e Raffaele. Assolti in appello per non aver commesso il reato. E tutti gli altri? In questi ultimi anni ci sono stati (ahimè) tanti delitti che hanno dato adito alle chiacchiere da bar: colpevoli o innocenti? Adesso farò anche io i miei ragionamenti ignoranti da bar.

Iniziamo proprio da Perugia: il 1 novembre 2007 la studentessa inglese Meredith Kercher viene uccisa. Chi è stato? Mentre i due ex fidanzatini sono stati assolti, il loro presunto complice (anzi secondo alcune ricostruzioni il principale autore del delitto) Rudy Hermann Guede è stato già condannato in via definitiva a 16 anni. Secondo me è andata così: erano tutti fatti come dei bianconigli, volevano combinare qualcosa di  un po’ più spinto, Meredith non ci stava e alla fine è successo il fattaccio. E’ anche possibile che Amanda fosse talmente stonata che magari non si ricorda neanche bene cosa è successo, e che quindi dentro di se pensi di essere innocente… fatto sta che qui siamo di fronte ad un’ingiustizia: se sono colpevoli non li dovevano liberare e se sono innocenti non dovevano tenerli 4 anni in carcere!

Poi c’è il caso di Avetrana: il 26 agosto 2010 Sarah Scazzi viene uccisa. Secondo me è stata la cugina Sabrina con la complicità della madre (e quindi zia di Sarah) Cosima. Lo zio Michele è stato poi costretto ad aiutare le due arpie a nascondere il cadavere. Per la carità, le sue belle colpe ce le ha anche lui, ma io dico che l’omicida è donna.

E Salvatore Parolisi? E’ stato lui ad uccidere la moglie Melania Rea il 20 aprile 2011? A mio parere è stato lui: aveva paura che qualcuno sgamasse le sue tresche con le reclute. O magari lei lo aveva già messo alle strette e lui ha dato fuori di matto.

Delitto di Cogne: la mia versione è la seguente. La Franzoni, a causa di una delle tante misteriose zone oscure del nostro cervello (chiamatela depressione, raptus, malattia mentale… boh?) ha ucciso suo figlio. Poi lo ha letteralmente cancellato dal suo cervello. Lei è pienamente convinta di non essere stata. E’ in totale buona fede, dentro di sè sa di non essere stata. E invece è stata lei. Che bizzarrie succedono nella materia grigia…

E poi c’è lui: Stasi, imputato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi il 13 agosto 2007. E’ lui? Non è lui? Io mi sono fatto mille idee, ma non ne ho ancora una definitiva. Qui manca il movente, che negli altri delitti si può trovare, per quanto strano possa essere. Qui no, non è mai stato trovato. Voci, pettegolezzi, ma mai una cosa concreta.

"Meglio l’erba del vicino che… il vicino di Erba". In questo caso nessun dubbio, credo: Olindo Romano e la moglie Rosa Bazzi sono i colpevoli della strage di Erba, l’undici dicembre 2006. E Azouz Marzouk, il vicino di casa così odiato dai coniugi assassini l’ha scampata bella.

Invece non ci sono ancora indagati ufficiali per l’orrendo delitto di Yara Gambirasio, scomparsa quasi un’anno fa e poi trovata morta, uccisa.

Cavoli quante brutte storie, a scriverle tutte mi è venuta la nausea…

Aneddoti 17

Prima considerazione: perché c’è un sacco di gente che entra, saluta a malapena (ma solo se li saluto io per primo) e si fionda nell’altro reparto, nel posto più lontano? Se capitasse una volta sola penserei che quel qualcuno ha intenzioni furtive, ma visto che succede spesso e volentieri…beh spero che non siano tutti ladruncoli!!!

Primo aneddotino: entra una signora e mi dice:
"Vedo che in tutti  cartelli hai scritto <<Piazza Affari>>. Cosa vuol dire Piazza Affari?"
"Signora, è il nome del negozio…"
"Ah ecco, anche perchè qui siamo in Via Cavour"

Seconda considerazione: perchè se io scrivo a caratteri cubitali "Giacca di Pelle 90 euro" e sotto ci metto una camicia con un cartellino microscopico che recita "Camicia 10 euro" la gente si convince che la giacca di pelle costi 10 euro? E’ una cosa che succede sempre, sempre, sempre!

Aneddotino: una signora entra dicendo: 
"Mi dia quella magliettina che ha fuori a 1 euro, sarà cinese, sintetica, si romperà subito, ma per un euro…"
"No signora, è 100% cotone e, come può leggere dall’etichetta, è addirittura Made in Italy. Inoltre prima le vendevo a 10 euro, ma sono le ultime quattro…"
"Ah si? La vendeva a 10 euro? Allora le compro tutte e quattro!"
Morale: che sia bella di qualità non gliene frega niente, le importa solo che prima fosse costata 10 euro…

Una signora lascia 50 euro in acconto di merce del valore di 160 euro, dicendo che sarebbe passata il giorno dopo. Passa dopo una settimana e dice che non vuole più la merce. E tu cosa fai? Se non le rendi l’acconto (come sarebbe giusto) perdi il cliente, finisci per litigare ecc. ecc. Se glielo rendi passi per fesso e dai bruttissime abitudini ai clienti. Allora cerchi di farle capire che ti sta arrecando un danno: la merce l’ho tenuta da parte per lei, se adesso non la compra più, io che faccio? Allora prende altre cose per 100 euro e mi da i 50 euro di differenza. Oggi torna e mi dice che vuol passare domani cambiare ancora i prodotti… per giunta con altri che costerebbero 140 euro, quindi 40 euro in più che lei non ha intenzione di tirare fuori. Ma tutti a me capitano? Quindi domani ci saranno da fare discussioni….

E poi è capitato di quelli che vogliono pagare con assegno, magari con assegni non propri, dicono che sono assegni del "datore di lavoro" da incassare o cose simili… Una volta arriva un tizio, compra per circa 100 euro e vorrebbe darmi un assegno intestato a non-so-chi, firmato da non-so-chi, del valore di 500 euro…e voleva il resto!!!

E quando ho messo una pelliccia di lapin in vetrina a 100 euro una signora entra, la misura, la rimisura, si guarda allo specchio, si gira e si rigira e poi dice "beh si non mi sta benissimissimo, ma a questo prezzo la prendo, qualche volta la metterò, poi la regalo". "Ha ragione signora, a questo prezzo le conviene. Bene, sono 100 euro". "Come 100? Non c’è scritto un euro???". Capito? Non solo pensava che una pelliccia potesse costare un euro, ma si faceva anche dei problemi a comprarla a quella cifra!!!

Regole quasi-matematiche sui clienti NON compranti:
– Se un cliente entra all’orario di chiusura quasi sicuramente non comprerà
– Se un cliente entra dopo l’orario di chiusura sicuramente non comprerà: alle tue domande risponderà con monosillabi, girerà per mezz’ora per poi accorgersi dell’ora tarda e congedarsi dicendo che tornerà con calma. E no, cazzo: mi hai fatto stare qui e adesso compri !!!
– Se un cliente ti dice di tenergli della merce perchè deve fare una commissione e torna subito ha il 50% di probabilità di tornare
– Se un cliente dice che torna il giorno dopo non tornerà per nessun motivo il giorno dopo. Questa è una regola ferrea, succede anche coi clienti in buonafede che magari tornano due giorni dopo, ma mai mai mai il giorno dopo.
– Se un cliente ti sta aspettando quando vai ad aprire e magari sbuffa perchè lui "è li dalle 9" (quando c’è scritto sulla porta che il negozio apre alle 9 e 30) quasi certamente non comprerà nulla. Nella maggior parte dei casi entra, ti chiede qualcosa di assurdo (del tipo "Maconi oggi è aperto?" (ndFabio, Maconi è il negozio vicino al mio) oppure "Avete i camici da infermiere in pile con interno in velluto?" o cose simili e poi esce in tutta fretta lamentandosi ancora del tempo perso
– Se un cliente ti ordina qualcosa non te la comprerà mai, ma dico mai e sottolineo mai. Tu gliela procuri e lui nella maggior parte dei casi non si farà mai più rivedere. Se per disgrazia si fa vivo l’articolo che gli hai procurato avrà qualche infinitesimale differenza da quello che aveva chiesto lui, oppure ha semplicemente cambiato idea, tutto qui.

Aneddoti sui cambi merce ne avrei a migliaia:
– quelli che sono abbonati al cambio e regolarmente vengono a cambiare quello che hanno comprato la volta prima
– quelli che riportano le maglie che profumano di detersivo e sostengono di non averle mai indossate (una volta uno si era pure dimenticato l’etichetta della lavanderia)
– quelli che sostengono di non aver mai messo le scarpe quando invece hanno le suole sporche di terra (almeno lavale, che diamine, mi prendo proprio per fesso?!)
– quelli che sostengono di aver misurato una taglia e di essersi ritrovati nella borsa un’altra taglia (di questi, l’uno per cento ha ragione, tutti gli altri fanno talmente confusione quando provano che non sanno più neanche loro qual è la taglia giusta)
– quelli che vorrebbero cambiare merce comprata mesi prima, anche molti mesi prima !!!
– quelli che vorrebbero cambiare la merce senza riportarla nella confezione originale (insomma vanno a casa e buttano la scatola delle scarpe, tagliano le etichette,  ecc ecc e riportano il tutto magari nella carta della focaccia… e poi si arrabbiano quando non gliela cambi !!!!)
– quelli che vengono a cambiare e (come nell’esempio sopra) vorrebbero prendere qualcosa di più caro senza tirar fuori un euro
– quelli che vengono a ricambiare quello già cambiato e alla fine riprendono quello che avevano portato indietro la prima volta
– quelli che vengono a cambiare le cose da un euro, e magari no trovano nulla che li convinca e vogliono il "buono spesa"

Alla prossima… e ricordatevi che tutte queste non sono barzellette, è tutta roba vera!!!


Il negozio PIAZZA AFFARI di Fagagna (UD)

Vogue Fashion Night Out

Giovedì scorso, alla sera, siamo stati alla serata milanese organizzata dal noto giornale modaiolo. La serata iniziava sul presto con aperitivi e rinfreschi, noi siamo arrivati verso le dieci. La cosa funziona così: nella zona sciccosa di Montenapo / Manzoni / Spiga / Venezia / San Babila / Vittorio Emanuele tutti o quasi i negozi erano aperti e quelli più importanti offrivano una qualche attrattiva: un rinfresco, dei gadgets, un ospite famoso, della musica, ecc. 
C’era una quantità di gente incredibile. Inutile che cerchiate delle foto perchè non sono rappresentative del fiume di persone. Fin troppo. Io credevo cmq di riuscire a vedere qualcosa, in realtà abbiamo seguito il flusso e si passava davanti ai negozi senza speranza di entrarvi (se non a spintoni). Ma lo spettacolo era dato anche dai tipi particolari che si incontravano: ragazze con strani accessori nei capelli, bausciotti vestiti come neanche Lapo Elkann oserebbe, personaggi che sembravano usciti da una qualche sfilata di moda marziana, ecc.

 

La serata è stata interessante e piacevole, anche se molto stancante. La confusione è autoreferenziale, quindi alla fine quello che si poteva vedere era la confusione stessa. Un peccato, in quanto avrei preferito anche vedere ciò che offrivano i vari showroom. Insomma: roba ce n’era, ma troppa! Anche se passeggiare per il centro di Milano, checchè ne dicano quello che denigrano sempre questa città, è sempre bello.

Aneddoti estivi

– Non hai le Nike Air Max?
– Si, ne ho un paio.
– Dove?
– Queste?
– Ma dove?
– Queste qui.
– No, ma io voglio le Nike Air Max, come quelle che indossa mia figlia.
– Sono queste, è un altro colore, un altro numero, ma il modello è lo stesso.
– No, sono diverse

E’ il colmo: dire che due scarpe identiche, di diverso colore e di taglia diversa, siano diverse…!!! Mah…

Altro cliente:
– Voglio un paio di scarpe numero 44
– Ho queste
– Le provo….mmm… sono piccole
– Eccone un altro paio
– Piccole anche queste
– Un altro paio
– Sono piccole, ma queste non sono il 44
– Si, sono il 44, c’è anche scritto, legga
– No, non sono il 44, mi sono piccole
– Va beh, eccone un altro paio
– Non sono 44 neanche queste
– Un altro paio
– Neanche queste sono 44

Ma scusa: non fai prima a dirmi che hai il 45 invece di intestardisti??

Epilogo

Capitolo 10: epilogo. Il giorno dopo alle 8 e 30 mi chiama il tecnico: è a Brallo nella centralina e non capisce dove sta il problema. Quando gli spiego, lui testualmente dice "Cavoli, quegli zuzzurelloni ti hanno disattivato la linea"… No, in realtà ha usato espressioni più colorite. fatto sta che entro 10 minuti la linea riprende a funzionare perfettamente. Ripeto: grazie twitter. Evidentemente l’unica speranza che ha un cittadino comune di avere udienza da queste maxiaziende è solo quella di sputtanarle in pubblico. Altrimenti non si spiega che quando intervengono trasmissioni come Striscia o L’indignato speciale le cose poi si risolvono, e prima mai. Per ora ho risolto questo problema. Siamo al punto che la linea è correttamente intestata a mio papà e non più alla vecchia ditta né tantomeno a Luigi Bartali. Ora manca che facciano la declassazione da affari a residenziale e poi ce l’abbiamo fatta. Beh a dire il vero ci sarebbe anche il rimborso dei miei 69 euro e 89 cents, ma la vedo grigia. Eventualmente mi lamenterò su twitter!!!!

Vi farò sapere!

Telecom e twitter

Capitolo 9: twitter. Appena finisce l’ultima telefonata, prendo il telefono e scrivo su Twitter: "Telecom Italia ti odio!". Tempo dopo mi arriva un email dove mi dice che "TelecomItaliaTw" è diventato un mio follower. Per chi non sapesse cos’è twitter e come funziona: è come avere un blog, ma i post sono lunghi solo 140 caratteri. Se un altro utente ti segue (il "follower") i tuoi post appariranno sulla sua pagina principale, un po’ come succede su Facebook. Fine parentesi, riprendo il discorso. L’utente TelecomItaliaTw mi scrive una cosa del tipo "caro utente, se hai dei problemi chiama il 187". Io volevo mandarlo a quel paese, ma con estremo sforzo scrivo "@TelecomItaliaTw Ciao. Ho la linea interrotta da 3 giorni,nn posso chiamare nè ricevere.191 e 187 non mi ‘vedono’. io che faccio?mi attacco?". Il giorno dopo mi rispondono assegnandomi all’operatore "Telecom187Fabio", ma quando me ne accorgo e gli scrivo sono già le 1730 di venerdì pomeriggio e il mio omonimo ha già twittato un "arrivederci a lunedì". Gli scrivo comunque in privato spiegandogli brevemente la mia situazione. Lunedì mattina mi squilla il cell: è la Telecom. Stavolta una voce femminile gentilissima e stavolta molto competente mi spiega che il mio numero è in un "limbo" (questo l’avevo capito), ma "naturalmente" c’è un metodo per aprire una segnalazione di guasto. In fondo sono sempre un cliente Telecom. Mi dice di non preoccuparmi, ci avrebbe pensato lei a mandarmi fisicamente un tecnico a casa. Ottimo. Stavolta quasi quasi ci credo. Grazie twitter. In ogni caso vedi che loro hanno sempre un metodo per risolvere, ma al call center ti dicono sempre che non possono fare nulla?

Dai, siamo quasi alla fine: avranno risolto i problemi? Domattina ultima puntata.

Nessun risultato

Capitolo 8: ancora nessun risultato. Dopo 3 giorni ritelefono, abbastanza sull’incazzatino pesante. Anche perchè ogni volta perdo almeno un’ora di tempo, e nella vita avrei altre cose da fare oltre a telefonare ai numeri Telecom. Il primo operatore (dopo che gli spiego tuuuuuuuuutta la storia) mi dice: "lei non risulta, chiami il 187". Chiamo e il secondo operatore mi dice "Chiami l’ufficio amministrativo". Ritelefono: "Chiami l’ufficio tecnico": Eh no cari signori, qui mi state prendendo per i fondelli, mi state rimbalzando da un ufficio all’altro. E quello risponde seccato "Cosa le devo dire? Il terminale mi scrive: dire al cliente di chiamare l’ufficio tecnico". Richiamo e l’ennesimo operatore mi consiglia di inserire un altro numero di telefono, non il mio, in modo che si apra una pratica e poi in un secondo momento, parlando con un operatore, dire che il numero sul quale richiedo assistenza è un altro. Allora lo faccio, usando il numero di un mio compaesano, ma anche in questo caso senza successo. Anzi l’operatore mi dice che è un problema dovuto alla procedura di declassazione, che dura dai 2 ai 4 mesi e quindi non ci si può fare niente. Cosaaaaaaa? Quattro mesi senza linea? Ma io vi spezzo le corna! Ritelefono e il nuovo operatore mi dice di non preoccuparmi, non ci vogliono 4 mesi, sono operazioni che fanno a fine mese, quindi se sono fortunato a fine mese di luglio riavrò la mia linea, altrimenti a fine agosto. Io mi lamento e per l’ennesima volta mi sento preso in giro: "Ma scusi, ma perchè lei non ha disdetto la vecchia linea e non ne ha richiesta una nuova? Più facile e veloce". Al che gli spiego che voglio mantenere il numero di telefono, altrimenti l’avrei fatto già da tempo di mandarli a fare dei giri. Nel frattempo gli chiedo anche se risulta che devo avere un rimborso. Lui mi dice che con la declassazione chiudono il mio contratto affari e ne riaprono uno nuovo. Quindi, chiedo io, i miei soldi non li rivedrò mai più? Nooo, risponde lui, si figuri, le manderemo un assegno fino all’ultimo centesimo. Si, america, crediamoci.

Quindi, cornuto e mazziato, non ci posso fare più niente. Mi tengo il mio telefono muto, dopo aver pagato addirittura delle bollette già pagate. Grazie Telecom, anzi… beh domani vi racconto cosa è successo…

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