Furio Colombo scriveva nel 1996 su "La Repubblica":

Se si spengono le luci dei negozi qualcosa scompare per sempre, finisce la vita urbana così come l’abbiamo conosciuta per secoli. la bottega è il luogo in cui un mondo minimo di adulti e di bambini, di anziani e di giovani, di più e meno agiati si incontrano, si conoscono, si scambiano non solo beni ma anche notizie e cultura e sono il luogo piccolo e solido in cui si forma la vita sociale delle città.

Perchè la gente va nei negozi nel 2008? Da più di cento anni è stata inventata la formula del libero servizio, vale a dire luoghi dove puoi servirti da solo, senza che nessun commesso o venditore ti assilli per proporti l’acquisto. Eppure i negozi resistono ancora, anche se tra mille difficoltà. Perchè?

Il negoziante conosce ciò che vende. Se devi acquistare un prodotto, sei conscio del fatto che un negoziante ha aperto il proprio punto vendita per passione, perchè interessato, e quindi è sicurmanete più competente di te o di un qualunque commesso provvisorio della Grande Distribuzione.

Esiste ancora un rapporto di fiducia tra cliente e l’esercente. Vai spesso in quel negozio, conosci il venditore, ti fidi di lui, dei suoi consigli, della sua merce.

Il negozio è ancora un posto dove poter fare quattro chiacchiere in questo mondo dove viviamo isolati in mezzo a milioni di persone. Ha una fortissima rilevanza sociale.

Il negoziante se può farti un favore te lo fa, magari interessatamente (per farti tornare), ma te lo fa. Può farti credito, può cambiarti la merce, può darti un consiglio utile, ecc.

Che triste sarebbe un luogo privo di negozi. Senza vitalità. Con poca sicurezza (non avreste un po’ più paura a passare in una via non illuminata dalle vetrine e non rallegrata dal vociare e dalla presenza dei negozi??)

Ecco cosa ha scritto la mia amica Mary Cavallone sul periodico Buone Nuove (già un titolo così è da premio, finalmente qualcuno che cerca di fare informazione positiva, senza riempire le pagine di disgrazie) dell’Officina Dei Sogni (vedi il blog):

"Mi succede spesso di andare in giro a portare il nostro giornale e fermarmi a parlare con qualche commerciante di niguarda. Chiacchiera e richiacchiera salta sempre fuori la fatica di avere un’attività: questi centri commerciali ci stanno soffocando, i clienti non sanno nulla di come vanno le cose, non so se arrivo a fine mese, e tante questioni comuni a moltissima gente. Qualche mese fa ho iniziato a promuove una campagna a favore dei piccoli commercianti, pubblicando una locandina con 10 buone ragioni per fare la spesa nei negozi del quartiere. L’iniziativa è piaciuta ma quando ho chiesto a qualcuno se mi pubblicavano degli articoli le risposte sono state tutte abbastanza evasive; non ho tempo, non sono capace di scrivere un’articolo, domani vediamo, etc… Bene. Ora io vi dico: il gruppo umanista di Niguarda vuole promuovere un progetto tutto per voi. Ma per fare questo bisogna avere il coraggio di dire "ci sono anch’io" e insieme creare qualcosa di mai fatto. Io non so ancora fin dove possiamo arrivare, ma sono sicura che tanti di voi hanno molto da dire. Prendiamo coraggio e insieme iniziamo a farlo"

Ecco le 10 buone ragioni per comprare nei negozi del quartiere:
1 – Perchè sono nostri vicini
2 – Perchè sono vicini a casa
3 – Perchè i politici rispondono agli interessi delle catene multinazionali (grandi supermercati, centri commerciali ecc.) e promuovono leggi che asfissiano il piccolo commerciante
4 – Perchè al momento di sistenere le attività di quartiere, sono loro i primi ad appoggiare (ad esempio tornei sportivi, giornali di quartiere, raccolta di fondi per associazioni, ecc…)
5 – Perchè sono sempre più pressati dalle tasse
6 – Perchè senza di loro i nostri quartieri sarebbero bruttissimi
7 – Perchè è nei negozi di quartiere che si mantiene la relazione tra i vicini
8 – Perchè vi troviamo un trattamento personalizzato e un servizio migliore
9 – Perchè senza di noi come clienti molti negozi dovrebbero chiudere ed aumenterebbero la disoccupazione e la crisi
10 – Perchè tutti vogliamo un quartiere più degno e più umano

Brava Mary. Approvo tutto in pieno.
(ora che ti ho lodato, un appunto: ma non eri tu quella che dicevi che il mio libretto, tratto dal blog, conteneva errori di ortografia? Da che pulpito viene la predica? Io sono cosciente del fatto che scrivo come parlo, mi va di farlo, spesso non rileggo e mi piace molto così. Spero che "niguarda" con la minuscola e "un’articolo" con l’apostrofo siano errori di battitura, ma coi tempi dei verbi e la punteggiatura non è che sei molto messa bene anche tu, eh? E poi, intanto che mi ricordo, mi devi ancora una pizza, ti ricordi la scommessa del chinotto ? Saluti e baci ci vediamo a Pasqua…. in pizzeria !!)

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