Ma come è possibile? «Scema, scema, scema!», mi ripeto, ho preso la borsa dell’università invece di quella per la palestra, e per questo mi sono giocata un’ora di corso. Oggi c’è Giulio come istruttore: alto. bello, sempre abbronzato.

E pensare che stamattina, nel dormiveglia post sbornia, pensavo proporio a lui: «Che figo…», rimuginavo, e quasi non mi accorgevo che la sveglia proiettava sul muro l’implacabile orario “9:00”

Mi sono vestita buttandomi addosso quelli che avevo smesso ieri sera. «Sbrigati, Silvia, sbrigati». Faccio le scale saltando i gradini, rimpiangendo il caffè che non riesco a bere affrontando una gimkana con una bicicletta, col rischio di cadere più volte.

Invece: niente caffè, vestiti stropicciati, fiatone, capelli scombinati, figura da scema negli spogliatoi e soprattutto: niente Giulio!

(Fabio Tordi, 2022)

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