(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Category: testi Page 1 of 5

Toiamormoi

Ti cerco.
Nei puntini delle i.
Negli occhi felici dei bambini.
Nelle ali delle farfalle.
Nei fiocchi di neve.
Ti cerco nelle lancette dell'orologio,
in ogni singolo ago di pino,
ti cerco nel mio cammino.
Ti cerco e ti trovo nelle tue mani,
in ogni cellula del mio corpo.
Ti cerco.
In ogni ansa del fiume.
In ogni foglia.
In ogni fiamma di ogni candela.
In ogni nuvola che vedo quando sono a pancia in su.
Ti cerco nell'acqua,
nei miei diecimila passi,
nei miei piedi che contano i sassi.
Ti cerco e ti trovo nel tuo sorriso,
in ogni parola che scrivo,
nel cuore che ogni giorno mi fa sentire vivo.

Città vista dal basso

La città più fresca
è la città al mattino
quando si sveglia.

La città più viva
è la città di giorno
tanti colori, tanti rumori.

La città più strana
è la città di sera
le prime luci di buio
le prime ombre.

La città più bella
è la città di notte
spensierata e pensierosa.

TATANKA YOTANKA

Voglio parlare di un uomo che è stato in guerra dal giorno in cui è nato. Dai vetri della finestra vedo la gente passare veloce, il buio che scende e la pallida luna che sembra un rapace. Ripenso al compenso che diedero uomini ad altri uomini colpevoli del crimine di vivere liberi da secoli e secoli. Il cielo era stato il loro soffitto, la terra da sempre il materasso, il sole scandiva il passare dei giorni, eterni momenti trascorsi nei prati.

Li chiamarono indiani.

In una giornata d'estate del 1492
tre navi erano salpate
dal porto di Palos in Spagna,
mentre uomini a milioni e milioni
dall'altra parte dell'oceano
credevano di non avere padroni.
Non sapevano niente di Cristo,
non facevano pellegrinaggi,
ignoravano l'arte di Dante
e vennero chiamati selvaggi.
Quei tempi non sono lontani.

Li chiamarono indiani.

Quale patto il bianco ha rispettato
e l'uomo rosso infranto?
Ci ho provato ed ho aspettato,
ho rispettato l'uomo bianco.
Quando io ero ragazzo
i Sioux erano padroni del mondo,
ora sono chiamato pazzo
e mi ingannano ogni secondo.
Di uomini ne avevo a migliaia,
dove sono oggi i guerrieri ?
Ne sono rimaste poche paia
che camminano sui sentieri.
Vecchie e sporche sono le mie mani.

Li chiamarono indiani.

Dove sono le nostre terre,
chi è che le ha saccheggiate ?
Chi vi ha scatenato le guerre ?
Chi le ha devastate ?
Ma ladro mi chiama la gente.
Quale donna ho mai insultato ?
E dicono che sono un delinquente.
Quale uomo mi ha mai visto ubriaco ?
Quale affamato o derelitto
ho mai lasciato a stomaco vuoto ?
La pelle rossa è forse un delitto ?
Per la mia gente non c'è domani.

Li chiamarono indiani.

Tanto tempo è ormai passato
da quelle lontane giornate.
Tutto quanto è dimenticato,
le acque si sono calmate.
L'uomo bianco con la prepotenza,
l'odio, il razzismo e la menzogna
ha sterminato popolazioni
come fossero topi di fogna;
ha annientato una civiltà
di tanti esseri umani
alla faccia della pietà
per poi definirsi cristiani

Li chiamarono indiani.

Tatanka Yotanka, Toro Seduto
questo il nome che mi hanno dato.
Tante ingiustizie i miei occhi han veduto
prima di essere assassinato.

Tordamici

Come l’insetto nell’ambra
che vorrebbe ancora volare
come sul capo al naufrago
l’onda s’avvolve e pesa
come le stalattiti e le stalagmiti
stufe del buio della grotta
come il ghiaccio nel profondo dell’antartico
che non ha mai visto il sole
come il ferro nel cemento armato
che regge, regge, ma non regge più
come gli anelli dei tronchi
che segnano il passare degli anni
come l’ergastolano che canta
sognando di farlo sulla spiaggia
così il tuo cuore è.

Come la farfalla colorata
che era bruco
come l’astronauta
che vede la terra dall’alto
come la melodia
che era pensiero, carta ed ora suono
come il bucaneve
che fiorisce alla fine dell’inverno
come il rompicapo
una volta che è stato risolto
come l’aquila reale
che vola, fiera e felice
così il tuo cuore sarà.

Solitudine

C’è una grande solitudine. Dentro alla case, quando la porta è chiusa, dietro alle finestre. Dentro i cuori, quando il sorriso di spegne, dietro alle foto, ai selfie, quando si spegne il flash.

LEZIONI DI STILE VOL 2: TENTATIVO DI UNDERBEAT

Lezioni di stile Vol 1: RIMA BACIATA

Fatti un selfie!

mangi al selfie service
fast food: svelti, selfie
perdi i sensi
con il selfie
ci ritenti
vedi gli elfi
ti senti sexy
ma sei solo selfie
e allora senti:
fatti un selfie!

Loser

non ci sono scuse
quelli come noi si chiaman loser
anche se alzo il volume del mio woofer
anche se su Linux divento Super User
io quando scrivo ascolto le mie muse
come il Vate con Eleonora Duse
niente scappatoie e niente scuse
quelli come noi si chiaman loser

 

Dammi 3 parole

CARTA DI CREDITO
TI VOGLIO BENE
SEI UN PIRLA
INVERSIONE DI MARCIA
PASTA AL SUGO
HO CAMBIATO IDEA
ASPETTO UN FIGLIO
RISO IN BIANCO
DAMMI TRE PAROLE
POLITICHE DI PREZZO
VIA CAVOUR 69
I LIKE IT
QUANTO MI RESTA
BEST FRIEND FOREVER
L’AMARA VERITA’
8 MAGGIO 1821


 

 

 

Sassiassassini

Esiste l’omicidio perfetto, perché non il suicidio perfetto?
C’è chi è rimasto a buttar giù la cicuta, e perché invece non buttarsi giù dal sesto piano?
No, perché il monossido fa male e il cappio rovina la pelle.
Non ho il porto d’armi e poi non so sparare, a chimica sono stato rimandato due volte e quindi non ci so fare.
Della corrente elettrica ho un po’ paura, buttarsi giù da un ponte non è cosa sicura, il sacchetto di plastica ha un odore strano, e poi mica mi posso strangolare con la mia mano!
La Chiesa mi manderebbe all’inferno, e se uscissi nudo nella neve d’inverno?
La ghigliottina, che strana invenzione, dicono che la testa nel cesto sia viva ancora per qualche istante.

Potrei gettarmi dalla scogliera di Camogli, saltando sopra a quei sassi assassini, potrei attraversare il deserto armato solo di una bottiglia di Tabasco.

E un lancio senza paracadute? Un giro nella gabbia dei coccodrilli?
Una passeggiata nella curva dell’Inter con tatuato lo stemma della Juve?
Chi si butta sotto al treno fa perdere tempo ad un sacco di gente.
Chi si lascia andare d’inedia.
Potrei pungermi con tante puntine fino a dissanguarmi, ma cavoli ci vorrebbero proprio tante puntine.
Oppure ascoltare Il Volo in loop. Aaaaaah, troppo complicato, meglio lasciar stare.

E poi, il mio cuore non batte più da tempo.
Sarà per quello che ho smesso di avere paura, non ho più paura di nulla.

La quinta direzione

a Sud ci sono già stato

il Nord l’ho già visitato

a Est i primi raggi

a Ovest solo miraggi

cerco una direzione per i miei bisogni

seguirò la quinta, quella dei sogni


Nighthawks (I nottambuli) (1942) Art Institute of Chicago

Mi piacciono

Mi piacciono le donne con gli occhi luccicanti
Mi piacciono le donne con gli occhiali grandi
Mi piacciono le donne con il nome strano
Mi piacciono le donne con le scarpe da ginnastica
Mi piacciono le donne con un bel sorriso
Mi piacciono le donne decise
Mi piacciono le donne coi riccioli
Mi piacciono le donne che ballano
Mi piacciono le rosse
Mi piacciono le donne con i capelli raccolti a coda
Mi piacciono le donne che si commuovono
Mi piacciono le donne che sognano
Mi piacciono le donne che hanno paura
Mi piacciono le donne coi fiori
Mi piacciono le donne con la cuffia di lana sotto la neve
Mi piacciono le donne che scherzano
Mi piacciono le donne in costume al mare
Mi piacciono le bionde
Mi piacciono le donne con gli occhi verdi
Mi piacciono le donne insicure
Mi piacciono le donne che ti guardano negli occhi
Mi piacciono le donne coi capelli lunghi
Mi piacciono le donne complicate
Mi piacciono le donne con la camicia
Mi piacciono le donne coi capelli lisci
Mi piacciono le donne che piangono
Mi piacciono le donne con stile
Mi piacciono le donne ambiziose
Mi piacciono le donne con l’accento toscano
Mi piacciono le donne 
Mi piacciono le donne col cappello col pon pon
Mi piacciono le donne con gli stivali
Mi piacciono le donne che sorridono
Mi piacciono le donne col maskara
Mi piacciono le donne che non prendono in  giro
Mi piacciono le donne innamorate
Mi piacciono le donne innamorate di me (beh, non esistono, posso dire allora che mi piace Babbo Natale e gli asini che volano)
Mi piacciono le donne che sanno guidare
Mi piacciono le donne con tanta femminilità
Mi piacciono le donne pallide e anche quelle abbronzate
Mi piacciono le donne con la voce da donna
Mi piacciono le donne che cantano
Mi piacciono le donne quando piegano la testa su un lato
Mi piacciono le donne che fanno la faccia da innocente
Mi piacciono le donne quando guardano in basso sorridendo
Mi piacciono le donne un po’ pazze
Mi piacciono le more
Mi piacciono le donne nostalgiche
Mi piacciono le donne contente
Mi piacciono le donne imprevedibili
Mi piacciono le donne che sanno il fatto loro
Mi piacciono le donne che dormono
Mi piacciono le donne concentrate
Mi piacciono le donne e fin qui ci siamo
Mi piacciono le donne timide
Mi piacciono le donne, punto.

Dannata nuvola

Ma che bello è essere una nuvola.
Sei lì, per i fatti tuoi,
che fluttui nel cielo...
Ma non una nuvola di quelle grandi,
rompiballe,
che vogliono scatenare la pioggia.
Ma una di quelle nuvoline carine piccoline
tutte bianche
che sembrano uscire da un quadro.
Ti metti lì,
nel tuo angolino di cielo,
che fai la siesta.
Ah, che pace.
Poi se ti annoi,
puoi sempre metterti a pancia in giù
e osservare quello che succede nel mondo,
ma in modo molto distaccato:
tanto a te cosa te ne frega,
sei lì nel tuo mondo...


Berndnaut Smilde – "Nimbus II" – 2012 – Hotel MariaKapel, Hoorn

Mi sono sbagliato

Mi sono sbagliato a pensare che solo la Nokia avrebbe fatto telefoni belli, mi sono sbagliato a pensare che ad Ingegneria ci fossero tante ragazze (ma neanche "alcune", solo "poche"), mi sono sbagliato a non andare prima a Londra. Mi sono sbagliato quella volta a non passare a salutare. Mi sono sbagliato a prestare dei soldi, mi son sbagliato a dare fiducia, mi son sbagliato a pensare che potessi non sbagliarmi, mi son sbagliato a non provarci fino in fondo ad imparare uno strumento, mi son sbagliato nel lamento. Mi son sbagliato quando ho preso i soldi falsi, mi son sbagliato, ma mai ho avuto dei rimorsi, ma solo dei ricordi, solo dei piccoli morsi, in un discorso tra sordi. Mi son sbagliato a sbagliare, ma tant’è, è naturale, mi son sbagliato e sbagliando s’impara, o perlomeno si spera. Mi son sbagliato a non chiudere a chiave la bici, mi sono sbagliato a giudicare le persone cattive, solo perché sono schive. Mi son sbagliato a studiare poco, mi son sbagliato a dimenticare. Mi sono sbagliato quando mi sono arreso, mi sono sbagliato a farmi visitare da quel dottore quella volta, nella vita mi sono sbagliato più di una volta, si può dire che colpa ne ho molta, o forse nessuna, forse è colpa soltanto della luna. Mi sono sbagliato ad arrabbiarmi e urlare, mi sono sbagliato a perdonare, mi sono sbagliato a non mettere acqua nel radiatore, ma mi è andata bene, in autogrill alle due del mattino. Comunque può anche darsi che io mi sia sbagliato, che abbia fatto degli errori, e chi non ne ha fatti, ma rifarei tutto lo stesso. Gli sbagli danno consapevolezza, li rifarei solo molto più velocemente. E forse farei tutto come prima, solo che lo farei prima. Le poche tante troppe piccole cose che ho fatto, sia belle che brutte, le rifarei tutte. Chi dice che ho sbagliato nella scelta delle scuole, chi dice che ho sbagliato a non andare a lavorare "per quello che hai studiato", chi dice che ho sbagliato quando non ho continuato, quando ho fatto o non ho fatto una certa cosa, quando sono stato oppure non c’ero, quando ho scherzato e quando era tutto vero, chi dice che ho sbagliato a non fermarmi, ho sbagliato a non concentrarmi, ho sbagliato ad innamorarmi, ho sbagliato a svalutarmi, ho sbagliato a non fare il militare, ho sbagliato a non parlare, ho sbagliato anche quando sono andato al mare. Oppure quando non ci sono andato, quel che certo è che ho sbagliato. E a quelli che pensano ch’io abbia sbagliato, dico che non vedo l’ora domattina di sbagliare più di prima.

Page 1 of 5

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén