Domenica sera siamo stati a Torino al Palaolimpico a vedere il concerto degli 883… pardon di Max Pezzali, ma io sono ahimè ancora abituato a dire così.

Le canzoni di Max fanno parte della mia giovinezza. Nel 1992 l’Uomo Ragno ha fatto parte della mia estate fantastica e le altre canzoni del primo album mi hanno fatto conoscere questo ragazzo diverso dagli altri cantanti: non era una persona "lontana", ma col suo linguaggio, coi suoi testi e col suo modo di essere era "uno di noi". L’anno dopo "Nord Sud Ovest Est" ha accompagnato l’estate della "maturità", e così a seguire negli anni le canzoni di "Remix 94", "Il grande incubo", "La dura legge del gol" e così via…

Max ha sempre avuto questa capacità: parlare come "noi", anzi essere come noi. Non è il cantante che senti distante, ma uno che ti sembra un tuo amico, che dice le cose che pensi anche tu, nel modo in cui le diresti tu (se ne fossi capace). 

Ho "rischiato" di andare a vederlo live, ma alla fine non ci sono mai andato. Finalmente l’altro giorno, dopo vent’anni, io e il mio "amico" Max…e siamo qui ai piedi in una strada che sale su ripida e dissestata. La chiamano età della ragione, ci passano miliardi di persone…Io spero di poterla fare tutta, guardare giù quando arriverò in vetta.. anche arrancando come quel vecchissimo Peugeot !!! (che nel mio caso era una Talbot)

 

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