Raccontino che avevo scritto circa due anni fa:
Un uomo e una donna a cena. La serata era iniziata bene, ma ora l’atmosfera si era fatta tesa.
“Forse stai esagerando,” disse LEI, con un tono di voce controllato.
“Può darsi, ma cerca di pensarci,” rispose LUI, evitando il suo sguardo.
“Quando fai così…” iniziò lei, ma si interruppe.
“Così come?” chiese lui, alzando un sopracciglio.
“Quando fai così, so già dove vuoi arrivare,” continuò lei, con un velo di frustrazione nella voce.
“Ah sì? Sentiamo!” sbottò lui, incrociando le braccia.
“Cosa?” chiese lei, sorpresa dalla sua reazione.
“Dove voglio arrivare,” ripeté lui, con un tono di sfida.
“Lo sai,” si lagnò lei, abbassando lo sguardo.
“Ecco,” disse lui, con un sorriso sarcastico. Lei lo guardò, interrogativa.
Lui, serafico, spiegò: “Quando le donne dicono ‘lo sai’, lo fanno apposta per mandarti in confusione. No che non lo so, dimmelo tu!“
“Non alzare la voce!” lo ammonì lei, con un sussurro carico di rabbia.
“Dimmelo tu,” ripeté lui, sottovoce, ma con fermezza.
“Tu mi dici ‘cerca di pensarci’ come fosse un consiglio, un suggerimento, invece è un ordine,” disse lei, con un tono di accusa.
“Addirittura? Un ordine?” chiese lui, con finta sorpresa.
“Sì, certo. Tu mi dici ‘pensaci’, ma pensi ‘fallo!’” affermò lei, con convinzione.
“E tu dici ‘lo sai’ e invece sai che non lo so,” replicò lui, con un sorriso beffardo.
Ci fu un attimo, brevissimo, di silenzio. Si guardarono negli occhi, dimenticandosi per quella frazione di secondo chi erano, dove si trovavano, cosa stavano facendo. Durò pochissimo.
“Va bene,” disse lui, rompendo il silenzio, “lo so“. “Lo so,” ripeté, continuando a guardarla negli occhi.
“Va bene, ci penserò,” disse lei, non distogliendo lo sguardo. “Ci penserò… papà“.

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