fabiotordi

(raccolta molto sparsa di pensieri)

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Serravalle

Fino a pochi anni fa quando dicevi "Serravalle" intendevi l’autostrada, l’A7, comnemente detta, appunto, la "Serravalle". Ora parli dell’Outlet. Infatti in quella zona del Piemonte, tra Serravalle e Novi Ligure, patria del cioccolato, ha aperto i battenti il primo Outlet Center della moda in Italia. Nei giorni scorsi sono andato a farci un giro, ecco il resoconto:

 

di Fabio Tordi (esperto di costume)   di Fabio Tordi (esperto di marketing)

Non sono un frequentatore dell’Outlet, come invece molti nella mia zona. Sono venuto un paio di volte appena aveva aperto e un paio di volte successivamente. Esco dal casello di Serravalle e imbocco la strada in salita. Ricordo benissimo, una decina di anni fa quando con amici siamo stati alla discoteca Palace, covo di truzzi e musica techno, che talvolta trascendeva in hard core. Qualche anno dopo ha chiuso e l’hanno trasformata in una sala Bingo. Che tristezza. Ora c’è l’Iper, e dietro hanno sbancato un’intera collina x costruire un altro centro commerciale dove piazzare i grandi nomi della GDO specializzata tipo Pittarello, Euronics, ecc. E non solo, stanno ancora costruendo un posto altrettanto grande. Bella o brutta che sia questa è la realtà. Negli anni ’70 un neologismo chiamava l’improvviso boom edilizio spregiudicato "rapallizzazione", ora potremmo coniare il verbo "serravallizzare".

Son passato davanti al nuovo centro, ma non mi andava di entrare: d’altronde perchè venire fino a qui x andare in negozi che si trovano ovunque? Allora ho parcheggiato dietro al Designer Outlet. Ogni passo che compivo non faceva che aumentare la mia amarezza: che posto squallido e triste. Una sequenza di negozi dove la gente è convinta di fare affari. Ti fanno gli sconti. Si come no? Nel negozio Reebok ho visto un paio di scarpe a 49 euro che io ho fatto fatica a vendere quest’estate a 15 euro. Ormai il mondo dell’abbigliamento sta dividendosi come una forbice: i prodotti non di marca costano spr meno e quelli di marca spr di più. Siamo onesti: il prezzo corretto e sincero per un paio di jeans sarebbe di circa 40 euro. Invece al mercato li trovi a 10 euro e quelli di marca costano oltre i 100 euro. Certo, i prodotti griffati dovrebbero essere di qualità migliore, e quasi sempre lo sono, ma la differenza qualitativa non giustifica in nessun modo l’enorme differenza di prezzo. Io personalmente non sopporterei di indossare un maglione come fosse una reliquia solo perchè l’ho pagato magari 150 cucuzze. Preferisco un bel maglione, di qualità, pagato 30 euro. Così magari durante l’inverno me ne compro anche 4, non sono costretto a girare sempre con lo stesso. Ma io sono strano. E poi un maglione a 150 cucuzze mi sembra uno schiaffo alla povertà.

Il mio stile è inside, non permetterei minimamente di essere  giudicato per ciò che indosso. Così come non mi permetterei di giudicare una persona per quello che porta.

Sono arrivato al "centro", dove c’è la fontana. Anche quella aveva un sapore di finto che mi seccava la gola, seppur fosse piena d’acqua. Ma come si fa, dico io, a passar giornate in quel paese dei balocchi? Pinocchio apri gli occhi per favore. Eppure è così. Questi furbi signori hanno creato città-stato, dove possono fare gli orari che vogliono, 7 giorni su 7. E la gente, invece di farsi le belle passeggiate di una volta, passa le domeniche pomeriggio a mangiarsi un fintogelato seduti su una fintapanchina in una fintavia del fintovillaggio. Sembra di stare a Legoland, è l’aberrazione del consumismo.

Proprio mentre venivo qui alla radio parlavano di outlet e un radioascoltatore diceva che al suo paese, da quando hanno aperto uno di questi centri, i giovani più trendy si tengono lontani dalle marche ivi proposte perchè altrimenti si dice che "sei vestito all’outlet". Non vorrei sembrare antico se dico "ma dove siamo arrivati?". Ormai la marca ha raggiunto una dimensione tale che non lascia più spazio alla qualità reale del prodotto. Che solitamente viene fatto in Cina. O dai cinesi di Prato…

Beh ragazzi, coi Lego mi piace giocarci, ma preferisco vivere nel mondo reale, i miei centocinquanta euro per un paio di braghe non li avranno mai (con la presunzione poi di farmi anche lo sconto!!!!). Preferisco spenderli per andare fino a Vernazza a mangiare il gelato.

 

Ho sempre avuto la passione dei centri commerciali, mi affascinano. In un solo posto puoi trovare tante cose. Inoltre per me che sono cresciuto in un paesino, il centro commerciale ha un appeal ancora maggiore. Quando ne vedo uno fatico a non entrarci, giusto solo per fare un giro. Tempo fa son passato a Serravalle e ho notato che dopo l’Outlet e l’Iper, ha aperto un altro centro e nuove costruzioni stanno nascendo. Certo che dovrebbero pagare una fee di ingresso x la geniale idea di Mc Arthur Glen di costruire li, a ridosso delle autostrade, in un luogo facilmente raggiungibile dalla Liguria, dal Piemonte, da Milano e dall’Emilia. In Italia non si era mai vista una tale concentrazione di quelli che una volta si chiamavano spacci aziendali. In questo modo il cliente ha la possibilità di trovare realmente ciò che vuole.

Il centro è organizzato molto bene. ha tanti bei parcheggi che lo circondano, in modo da essere facilmente raggiungibile da tutte le direzioni. Ogni passo che compivo non faceva che aumentare la mia soddisfazione: che posto strabiliante e unico. E’ stato realizzato come un villaggio, con vie lastricate, fontanelle, panchine, edifici simili ma non identici, per ricreare un ambiente familiare e dare al visitatore un’idea di benessere. Chi ci va si sente essenzialmente prima un ospite che un cliente. Non si ha la sensazione di essere in un santuario del consumismo, ma in un paese delle favole, dove ciò che desideri è lì a portata di mano… e di portafoglio. Ogni ditta presenta le proprie collezioni precedenti fortemente scontate.
I negozi vanno da quelli di moda chiccosa, a quelli di sportswear, fino alle marche più giovani, sportive, eleganti, ecc. Insomma c’è di che soddisfare i gusti di tutti, anche dei più esigenti. Perchè lo stile di ciascuno è importante e l’abbigliamento è un biglietto da visita.

Comunque ancora complimenti agli ideatori, finalmente non si è più costretti a perdere giornate alla ricerca del capo che si aveva in mente, gironzolando nei caotici centri delle città. Qui, a pochi minuti di autostrada, senza problemi di parcheggio, hai tanta di quella scelta che è quasi impossibile non accontentare i tuoi gusti. Prova ne è il grande successo che ha avuto.

Immagino che i prezzi degli affitti siano altini, ma il fatto di essere aperti 7 giorni su 7 e soprattutto quello di attirare una così vasta clientela, ripaghi ampiamente delle spese sostenute. Noto che c’è sempre il negozio della Slam, marca genovese di abbigliamento "da barca". Prima dell’apertura del Designer Outlet capitava spesso di fare degli stock per il mio negozio. Ora invece gesticono le rimanenze tramite il negozio di Serravalle. E guardando i prezzi capisco il perchè. Una polo "in offerta" a 40 / 50 euro?? Grandiosi. Potenza del marketing. Ecco la leva capace di sollevare il mondo degli anni 2000. L’idea, lo stile, il brand. Siamo tutti un po’ fashion victims come diceva il rimpianto Franco Moschino, che prima ancora di esser stato uno stilistia era a mio avviso un guru del marketing.  Ricordo ancora quando aveva lanciato una linea con scritto "MOSCHIFO" (leggetevi questo). Che stile. Adoro queste cose, è come il sogno amerciano, dimostrano che chiunque, grazie ad una brillante idea, possa raggiungere il successo.

Devo tornarci più spessi in questi posti, mi danno un sacco di vibrazioni positive e un’infornata di ispirazioni.

 

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Bella

Mercoledì scorso siamo andati a Stresa. C’ero già stato, ma è sempre un bel posticino. Il Lago Maggiore ha certo il suo fascino e il lungolago della città, coi suoi favolosi hotel e ville stupende, è proprio caratteristico. Il centro è molto turistico ma sempre carino, coi negozietti e i ristoranti. Il tempo era un po "acquoso", ma tutto sommato non ci ha fatto disperare più di tanto. Eh si, è stata proprio una bella gita.

Dopo pranzo  ci siamo diretti all’imbarcadero. E’ singolare come nelle vicinanze ci siano i barcaioli privati che cercano in tutti i modi di indirizzarti verso le proprie gite in barca. Peccato che abbiano costi esorbitanti rispetto ai traghetti di linea. Alla fine abbiamo optato per visitare la più vicina e la più carina delle isole, che dal nome dice già tutto: l’Isola Bella. Dopo un breve tour sotto la pioggia abbiamo deciso di visitare il Palazzo Borromeo. Beh, al contrario di John e Lavinia, se io e Ely fossimo i proprietari, sicuramente chiuderemmo l’isola al pubblico per andarci ad abitare, non prima di qualche piccola modifica, ovviamente. C’è da eliminare un po’ di ciarpame spostare qualche rara suppellettile, ma tutto sommato è quasi a posto (anche se non ho ancora capito dove metteremmo il ping pong). E poi anche il giardino non è niente male (a parte i pavoni, tutti bianchi… ma con una bella bomboletta spray si rimedia subito, sono un esperto io!!)

Insomma una piacevole giornata, anzi "una splendida giornata, straviziata, stravissuta, senza tregua…". In una  splendida location. Ma soprattutto con Elisa. Più della gita, più dell’isola, lei si che merita il titolo del post.


 

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Trebbia

A volte le immagini valgono molto di più di mille parole. Nei giorni scorsi sono andato al Trebbia a fare il bagno, un caldo simile a fine agosto non me lo ricordo… e poi non c’era nessuno…. che bello….

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Camogli

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Centro Tennis Brallo

Uno di questi giorni stavo riposando, alla sera, prima di uscire e andare al Malaspina. Sapete com’è, i pensieri si accavallano e si rincorrono. Pensavo che… come li definiscono adesso, ecco tra gli "istruttori" del centro tennis di Pregola non c’è più nessuno di quelli che venivano al bar quando lo gestivo io. L’ultima volta è stato nell’estate 2005. Chissà quei ragazzi che fanno ora, e se anche tra tanti anni si ricorderanno della loro avventura al centro "Il Brallo" e delle loro serate al

Castello Malaspina. E già, chi lo sa. E allora il pensiero è andato a mille anni fa, quando da ragazzino ci andavo io al centro tennis. Ricordo che i maestri li vedevo come uomini supermaturi, quasi vecchi, e invece probabilmente avevano circa trent’anni o poco meno. E gli "assistenti", come li chiamavano allora? Per noi erano dei veri miti. Erano degli adulti e quindi li rispettavamo, ma per noi erano come eroi: ci facevano giocare, divertire, ne inventavano sempre qualcuna. Mi ricordo di quattro persone in particolare: la prima è la miticissima Albina, la ragazza d’oro. Non era possibile non volerle bene, ogni bambino e ogni bambina del centro veniva rapito dai suoi modi gentili di fare, era un po’ la mammina di tutti noi. Pensate che si è sposata il super maestro Roberto Catalucci!!! Poi c’era Paola, di cui ricordo il nome e la sua dedizione. E poi c’era Tony. Capello riccio e appassionato di Hockey. E infine c’era il mito assoluto: Edo. Ricordo benissimo un episodio che la dice lunga su quanto per noi era un supereroe: un giorno pioveva e noi dei "secondo gruppo" ci siamo ritrovati in uno stanzone insieme a quelli del "primo gruppo". Spiego: i ragazzini erano divisi per età: i più piccoli erano il "terzo gruppo", i più grandicelli il secondo e poi il primo. Così mentre un gruppo giocava a tennis l’altro faceva un altro sport e l’altro ancora anadava a fare la passeggiata, la merenda, o quant’altro. Quel giorno, fra i vari giochi improvvisati, abbiamo scatenato una guerra di cori: vinceva chi faceva il coro più rumoroso. Quando noi abbiamo scatenato il coro "Edo Edo Edo…" non ce n’è stata per nessuno, abbiamo stravinto. Caspita ragazzi, se qualcuno di voi un giorno leggerà questo post mi scriva, chissà dove abitate, non lo so, non ricordo… Eravamo a metà degli anni ’80… penso 1985 / 86 / 87 o già di li. Miiiiii che botta di ricordi. Sarà che quando pensavo a tutto questo fuori pioveva….

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Malaspina di Pregola

Domenica 10 agosto c’è stata una rievocazione storica dei Marchesi Malaspina di Pregola. In tuttta la giornata ci sono stati giochi, danze, musiche, spettacoli, canti medievali. Tra Pregola e il Passo del Brallo, lungo i circa due chilometri di strada nel bosco, erano presenti numerosi banchetti di venditori ambulanti. Al mattino c’è stata una meravigliosa sfilata in costume, dove erano rappresentati i principali personaggi malaspiniani. Neanche a dirlo che mia mamma era tra questi…

Ecco un breve excursus storico riguardante i Marchesi Malaspina, scritto da Carlo Grugni:
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Il nome del casato riporta il motto “SUM MALA SPINA BONIS SUM BONA SPINA MALIS” (sono una spina mite per i buoni e una spina dannosa per i cattivi). Nacque nel 540 d.c. quando il giovane nobile Accino Marzio vendicò la morte del padre sorprendendo il Re dei Franchi Teodoberto nel sonno trafiggendogli la gola con una spina. Il grido del Re: “Ah mala spina!” dette origine al nome della famiglia che nel 1340 con Spinetta Malaspina prese possesso del castello di Fosdinovo nella Lunigiana, da sempre terra di confine e di passaggio dove si trovano più di cento castelli.

I Malaspina sono una famiglia di Marchesi italiana fiorita tra il XI ed il XII secolo e signora di una vasta zona appenninica compresa tra il Passo dei Giovi ed i valichi della Gafagnana e del Modenese.
Nel XIII secolo, sopo una lunga lotta con Genova e Piacenza, ai Malaspina rimase la sola Lunigiana divisa nel 1221 tra i due fratelli Corradino, da cui derivò la linea detta dello "Spino Secco" ed Obizzino capostipite della linea dello "Spino Fiorito".
I domini dell’Alta Val Trebbia rimasero aggregati al Marchesato di Pregola, centro principale dello stato Malaspinino dell’Alta Valle Staffora. Ma con il passare del tempo divenne impossibile mantenere uniti i possessi; infatti il 12 maggio 1453 nel Castello di Pregola i Malaspina decisero la spartizione dell’asse familiare.
Malgrado questo frazionamento però i Signori di Pregola conservarono una certa influenza sulla politica italiana, mantenedo l’alleanza con gli Sforza, succeduti ai Visconti, nel Ducato di Milano. Successive spartizioni, destino comune a tutte le linee dei Malaspina, finirono per polverizzare il vasto feudo in minutissime quote.
L’unico ramo dei Malaspina che si mantenne in sufficienti condizioni economiche fu quello discendente da Azzo e Corradino.
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Io la storia la so leggermente diversa, quando avrò tempo / voglia scriverò la mia versione, per ora leggetevi quella scritta su Wikipedia.

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Saldi di fine stagione

L’estate sta finendo, un anno se ne va… cantavano i Righeira. Ormai anche l’estate 2008 sta volgendo al termine. E’ stata un’estate diversa dalle altre, come del resto ogni anno è sempre diverso dagli altri. E’ stato il Luglio in cui sono stato più a Voghera in vita mia. Praticamente quasi almeno una volta al giorno. E un Agosto… diverso. Anche quest’anno, come nel 2007, ero a Brallo a vendere all’aperto (a “fare il banchetto” come dice mio papà). Luglio è stato disastroso come vendite, ero in crisi economico-finanziaria di bestia. Agosto invece è stato paragonabile a quello dello scorso anno. Visti i tempi: gran buono. Son stato poche volte al Trebbia, rarissimi giri in bici. Il classico giro al mare con gli amici è saltato, i lunedì di agosto li ho utilizzati per andare da Elisa ad Alassio. E poi, cmq, l’unico sempre presento ormai è Davide, il quale ha una dose di scazzo addosso che è quasi impossibile coinvolgerlo in iniziative.. che peraltro non ho, visto che siamo solo in due. Come previsto ho saltato quasi tutte le feste di paese. Volevo andare a quella di Cortevezzo ma non avevo la macchina, alla fine son stato a quella di Bocco.
Ricordo tante estati di tanti anni fa, nelle quali mi sembrava veramente inconcepibile trascorrere la stagione altrove. Oggi sto ripensando ad un periodo in particolare, circa una dozzina di anni fa. Qui fuori mio fratello aveva tantissima merce esposta, come sempre, e c’erano tanti ragazzi che gli davano una mano nelle vendite. Alla sera finivano di tirare dentro che erano anche le nove. E poi li ritrovavo magari al Kursaal. Ricordo il tizio col cappellone stile Jamoroquai, quello coi capelli lunghi che si truccava (!!!), la volta che siamo andati in 7 a mangiare da Rino (mamma mia che panciata) e poi siamo stati sul Colletta perché Ivo voleva provare il fuoristrada nuovo e Lorenzo, che era nel portabagagli, aveva buttato giù il vetro posteriore con una testata!! Giuro, l’intero vetro è finito sulla strada. Per fortuna (a parte il bernoccolo) non si è fatto male. Cavoli che bella che era l’estate a Brallo in quegli anni. Non avrei veramente mai desiderato essere da altre parti. Passeggiate nei boschi, partite con gli amici, grigliate, Trebbia, bicicletta, illusioni di amori, feste di paese, bottiglie di vino, giri in macchina. In discoteca 4 volte alla settimana. Due mesi che sembravano lunghi un anno, ma passavano in fretta come fossero stati due giorni.

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Il fiore nero

All’inizio del mese, dal 7 al 13 agosto, c’è stata a Brallo, nelle scuole, una mostra di pittura di Nando Zavattoni. E’ un artista autodidatta della Val Trebbia, che ha esposto per la prima volta nel mio paese. Dipinge emozioni e paesaggi della sua valle e dei suoi viaggi per l’Europa. Viaggi reali e viaggi interiori, alla ricerca di sensazioni da riportare sulla tela.
Al di là del fatto che la pittura è sempre fonte di emozioni, non posso dire che il suo stile mi piaccia particolarmente. Visitando la mostra ho notato tuttavia un paio di opere che mi hanno favorevolmente impressionato. Soprattutto una, quella che rappresentava un mazzo di fiori ed era…. completamente nero! Mi spiego meglio: era dipinto con colore nero su sfondo nero. Grandiosa idea (ecco devo dire che spesso a me piacciono più le idee che le realizzazioni). Un mazzo di fiori, che dovrebbe essere raffigurato usando tutti i colori della tavolozza, era invece completamente privo di ogni colore. Veramente bello, magari un po’ inquietante o perlomeno malinconico, ma bello.

Nel depliant della mostra è riportata una frase di Picasso: "Tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi."

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Heka&Rigel

Cosa sono Heka e Rigel? Sono due stelle della costellazione di Orione. E’ anche il nome del blog del mio amico Michele Orione. L’ha aperto da poco. Ricordo un giorno che mi chiama e mi chiede come si fa ad aprire un blog. E’ urgente, mi dice. Io gli consiglio Blogspot, mi sembra fatto bene, anche se personalmente non l’ho mai usato. E così, giorno dopo giorno, ha cominciato a scrivere. Per ora lo fa con una frequenza veramente formidabile, di solito i blogger partono in sordina, lui ha cominciato alla grande. L’argomento principale rimane la sua grande passione, la pallavolo (specialmente femminile), ma alla fine fa come me, parla di quello che ha in mente in quei giorni. Da una parte mi stupisce, e questo è bello perché quando una persona ti stupisce vuol dire che la stai conoscendo ancora meglio, dall’altra non mi stupisce, in quanto lo conosco abbastanza e quindi so che, essendo un “maestro” ha mille frecce al suo arco.
Grande Miky, buona fortuna col tuo blog.

http://mikyorione.blogspot.com

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Colazione con Batman

Sono stato al cine a vedere “Il cavaliere oscuro”. Vedibile, non è la solita americanata fatta male. È fatto discretamente ed è godibile. Un po’ lunghetto, ma ci sta dentro. Il personaggio milgiore in assoluto è il Joker, semplicemente fantastico. Giudizio positivo.

Poi per la serie “nostalgia” mi sono sparato in divx “Colazione da Tiffany” con la Audrey. Sempre carina eh? Solo che fa la parte di una persona dolce, ma un po’ troppo instabile psicologicamente. Senza legami, senza affetti persistenti. Nooooo, mi spiace, mi è già capitata una situazione simile. Mollami. Cmq il film è bellissimo. Giudizio ottimo

Infine mi sono rivisto "Indipendence Day". E’ come me lo ricordavo: molta azione, ma fatto benino. Ci sono scene veramente spassose, come quella mitica in cui Will Smith prende a pugni l’alieno. Molto "patriottico", dove ancora una volta gli americani salvano la Terra. Giudizio buono.
 

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Gerry Napoli

Nell’ultimo periodo quel "disgraziato" di Gerardo, per gli amici Gerry, ne ha combinata un’altra delle sue. Vicino a casa mia, a Brallo, ha realizzato (o meglio sta realizzando) un’altra scultura intagliando il tronco di un albero che è stato tagliato tempo fa.

Ma chi è Gerry? Per farvi un’idea potete visitare il suo sito: www.gerardonapoli.it

La scorsa estate aveva realizzato un viso di Cristo sulle rocce di Pregola, suscitando anche qualche malumore tra gli abitanti, che si dividevano tra quanti la ritenevano un’opera d’arte e quanti invece erano indignati dalla deturpazione della roccia.

Ma Gerry imperterrito continua la sua opera. Se sia un grande artista non lo so, non sono un competente, ma noto che col passare del tempo la sua tecnica si affina e diventano sempre più belle. E poi tutto sommato è piacevole e interesante vedere chi realizza una cosa fatta a mano, con passione. E lui la passione ce la mette sicuramente.

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Metilenediossimetamfetamina

La famosa Extasy, o MDMA. ma cosa è? Come funziona? Perchè funziona?

E’ un’anfetamina, cioè un preparato chimico, con effetti stupefacenti. Quindi non è come altre droghe derivate da prodotti della natura, come l’eroina o la cocaina. E’ per questo che si parla di "droghe sintetiche".

Insomma è una roba che ti sballa, ed è per questo che si è diffusa. In realtà i motivi della sua diffusione sono anche altri. Per prima cosa costa relativamente poco. Al telegiornale dicono 60 euro a pasticca. Cazzate, la si trova anche a prezzi notevolmente inferiori, tranquillamente alla portata di chiunque. Poi non da dipendenza fisica, e quindi psicologicamente non ci si definisce "dipendenti". Infine è una droga "sociale", una droga che ti rende parte della società, invece di escluderti come faceva l’E negli anni 80. Il consumatore di extasy non si defnirebbe mai un drogato, anche se lo è.

In questo mondo siamo abituati ad avere addittivi per qualsiasi componente della nostra vita. Per migliorare nel lavoro, nella vita, nello sport, nello studio. E anche nel divertimento. E quindi… che male c’è? Gia, che male c’è? C’è che queste porcherie già fanno male di per se, e poi vengono solitamente preparate e tagliate da chimici senza scrupoli che mischiano al principio attivo un sacco di merda, che magari fa ancora più danni. C’è che un fisico non preparato, quello del "bravo ragazzo" che magari è veramente la prima volta che la assume, non si sa come può reagire a queste cose. C’è gente che è allergica a tutto, oppure ragazze ch stanno attentissime a quello che mangiano per non rovinare la linea, e poi si fidano a mandare giù ‘ste robe che non si sa nenche cosa siano…

Io non voglio fare nè il bacchettone nè il moralista, non mi frega molto della vita degli altri, non sono certo Muccioli, ognuno è libero di scegliere la propria linea di autodistruzione. Vorrei solo che si capisse che queste cose sono dappertutto, che è un fatto quasi normale, e quindi è inutile che quando succede una disgrazia i parenti escano con frasi del tipo "era un bravo ragazzo, cerchiamo il criminale spacciatore che gliel’ha venduta". Ma certo che era un bravo ragazzo, ne sono convinto, solo un po’ ingenuo o magari con la voglia di fare lo spaccone. E quello che gliel’ha venduta era un cretinetto come lui. Solo che stavolta le cose sono finite male e ci ha lasciato la pelle. Cazzo ne ho visti tanti di impasticcati. Ma tanti. Ormai riconoscevo pefettamente i sintomi e qualche volta mi è capitato di prestare soccorso a qualcuno (generalmente le tipe) che non reggeva la cala e sveniva. E allora vai a tirarle su le gambe per far defluirere il sangue, pelle fredda come un cadavere, faccia sudata ma gelida, e dargli piccoli ceffoni per farla svegliare, stando attenti che non si soffochino con la lingua. E il fidanzato tutto preoccupato, quando magari probabilmente è lui il coglione che l’ha convinta a "mangiare". Fortunatamente non ho bisogno di addittivi chimici per ballare la musica elettronica, sono stupido già al naturale!!!

Poi, ripeto, ognuno è libero di farsi di quello che vuole, c’è gente che si fa di seghe mentali…

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Voglia una vita tranquilla

Voglio una vita maleducata
Di quelle vite fatte, fatte così
Siamo solo noi
che andiamo a letto la mattina presto
e ci svegliamo con il mal di testa

Voglio una vita che se ne frega
Che se ne frega di tutto, si
siamo solo noi
che non abbiamo vita regolare
che non ci sappiamo limitare

Voglio una vita che non è mai tardi
Di quelle che non dormo mai
Voglio una vita di quelle che non si sa mai
siamo solo noi
che non abbiamo più rispetto per niente
neanche per la mente

E poi ci troveremo come le star
A bere del whisky al Roxy bar
O forse non ci incontreremo mai
Ognuno a rincorrere i suoi guai
siamo solo noi…
quelli che poi muoiono presto
quelli che però è lo stesso

Ognuno col suo viaggio
Ognuno diverso
E ognuno in fondo perso
Dentro i fatti suoi
siamo solo noi
che non abbiamo più niente da dire
dobbiamo solo vomitare

Voglio una vita spericolata
Voglio una vita come quelle dei film
Voglio una vita esagerata
Voglio una vita come Steve McQueen
siamo solo noi
che non vi stiamo neanche più ad ascoltare
Voglio una vita che non è mai tardi
Di quelle che non dormi mai
Voglio una vita, la voglio piena di guai
siamo solo noi
quelli che non hanno più rispetto per niente
neanche per la gente

E poi ci troveremo come le star
A bere del whisky al Roxy bar
Oppure non ci incontreremo mai
Ognuno a rincorrere i suoi guai
siamo solo noi
quelli che ormai non credono più a niente
e vi fregano sempre …sì…
Ognuno col suo viaggio
Ognuno diverso
E ognuno in fondo perso
Dentro i fatti suoi
siamo solo noi
che tra demonio e santità è lo stesso
basta che ci sia posto

Voglio una vita maleducata
Di quelle vite fatte così
Voglio una vita che se ne frega
Che se ne frega di tutto, si
siamo solo noi
che facciamo colazione con un toast
del resto

Voglio una vita che non è mai tardi
Di quelle che non dormi mai
Voglio una vita
Vedrai che vita, vedrai
siamo solo noi
quelli che non han voglia di far niente
rubano sempre

E poi ci troveremo come le star
A bere del whisky al Roxy bar
O forse non ci incontreremo mai
Ognuno a rincorrere i suoi guai
siamo solo noi
generazione di sconvolti che non han più
santi né eroi

E poi ci troveremo come le star
A bere del whisky al Roxy bar
O forse non ci incontreremo mai
Ognuno a rincorrere i suoi guai

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Jumping Jenner

Da un po’ di anni a questa parte a Brallo si fanno sempre gli stessi discorsi: ma ti ricordi una volta quanta gente c’era? Adesso solo vecchi e bambini, non vengono neanche più quelli che hanno la casa. Ma per forza, cosa dovrebbero venire a fare? Può venire solo gente in cerca di relax. Di quello ce n’è a bizzeffe hehehehe. Gli amanti delle passeggiate sono accontentati. Ma quelli che vorrebbero fare anche qualcosa di diverso si chiedono perché spendere a Brallo quando con gli stessi soldi possono raggiungere località che offrono di più? E il problema non potrà che peggiorare visto che la maggioranza dei negozianti ha una certa età e quindi non potranno continuare in eterno… Triste.
D’altra parte, i costi per la manutenzione delle case sono alti, specialmente qui in montagna e purtroppo ci si deve accontentare degli affitti dei due mesi estivi, che quindi non possono essere diminuiti più di tanto.
Le associazioni locali, come la Pro Loco, i vari circoli e la neonata Associazione Commercianti cercano di movimentare il più possibile la permanenza nei paesi della zona, con iniziative spesso pregevoli, ma ci vorrebbe un qualcosa di più.
Secondo me ci vorrebbe un qualcosa che dalle altre parti non c’è. Per esempio: perché la gente va a Garlenda, paesino in provincia di Savona? Perché c’è la sede del Fiat 500 Club Italia e il Museo della 500. Insomma c’è qualcosa che non trovi da nessun’altra parte. E allora inventiamoci qualcosa di clamoroso.
Per esempio, ora dico una cazzata ma giusto per farvi capire: costruiamo una torre fissa per il bungee jumping e organizziamo una specie di festa. Così tutti i pazzi d’Italia vengono qui a buttarsi giù. Ci pensate? Brallo, la capitale del salto con l’elastico. I giornali ne parlerebbero, ecc ecc. Certo che se invece continuiamo a fare la “Sagra della castagna”… chi se ne frega, ormai il turista di oggi queste sagre le trova dove vuole, e probabilmente organizzate meglio. Invece, per esempio, in un paese qui vicino, a Casamatti, hanno riadattato la vecchia pista da sci come pista per lo Sci da Erba. Non male come idea, non penso che ci siano molte piste di sci da erba in Italia, no?
Ecco un’altra idea (balorda): visto che a Milano in zona Viale Jenner  non vogliono più che i musulmani stiano in mezzo alla via a pregare, facciamoli venire qui. Costruiamo una moschea e chiamiamoli a raccolta. Ma sai quanto posto ci sarebbe qui per pregare, possono mettersi dove vogliono!!! E poi verrebbero giornalisti a fare i servizi, opinionisti a criticare, integralisti a protestare, ecc. Insomma un bel casino.  Brallo, il primo comune islamico d’Italia. Secondo me ci viene fuori anche una puntata speciale di “Porta a Porta”. Ma ci pensate? I residenti che si lamentano, gli ambientalisti che da una parte vogliono farsi vedere permissivi, ma dall’altra non vogliono che si rovini la natura coi tappetini. I fascisti che organizzano fiaccolate (e randellate) di protesta. Ecc ecc. Si si, si potrebbe fare, ne parlerebbero anche sul Washington Post.

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Boom edilizio

A Brallo e dintorni in questi ultimi anni sembra che ci sia un nuovo boom edilizio. Negli ultimi 25 anni non si era assistito praticamente a quasi nessuna nuova costruzione. Da un po’ di tempo in qua invece le case nascono come funghi. Solo a Brallo capoluogo hanno costruito una serie di villette, una casetta e un paio di palazzine. Ma la domanda è questa: come mai continuano a costruire case e invece in giro c’è sempre meno gente? Strano eh? Dovrebbe essercene di più invece ogni anno peggiora. Siamo in agosto. Quando ero bambino non c’era neanche spazio per girare a piedi, adesso si vede solo qualcuno al mattino che fa la spesa, poi verso mezzogiorno sembra che ci sia il coprifuoco fino alla sera. Dopocena la morte. Nessuno. O quasi. Che amarezza. Eppure, continuano a costruire case.
Io qualche idea per ripopolare Brallo ce l’avrei… ne riparliamo nel post di domani


 

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