(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Tag: cartoni

Ginga Tetsudo 999

Quando ero proprio piccolino si vedeva solo la rai, il "primo" e il "secondo" e l’occasione di vedere qualche cartone animato era aspettare la domenica dopo pranzo oppure qualche inaspettato sciopero dei giornalisti o cose simili. Erano sempre e solo cartoons americani, della Warner o della Disney.

Verso la fine degli anni ’70 la rivoluzione giapponese con la trasmissione dei primi manga animati. Per dire come stavamo messi, il primo e uno dei più famosi, Goldrake, noto anche come Atlas Ufo Robot, veniva trasmesso sul secondo (l’odierna  RaiDue) alla sera preceduto da un intervento in studio. Insomma era un evento. Io Goldrake me lo ricordo poco, ero proprio piccolo. Il mio preferito è sicuramente Mazinga Z, trasmesso negli anni successivi, sebbene in realtà come storia venisse prima (Le serie sono, in successione, "Mazinga Z", "Il Grande Mazinga" e "Goldrake", ma la Rai li ha comprati e trasmessi in sequenza diversa. Anzi a dire la verità il Grande Mazinga era su Canale 5. Infatti io, qui lo dico pentendomene amaramente e rendendomi ridicolo di fronte ai miei coetanei, non l’ho mai visto !!!).

Successivamente la cività ha raggiunto anche il Passo del Brallo e quindi vedevo un sacco di altri canali, come EuroTV, Odeon, Italia7, Canale5, Rete4 (Italia1 solo molto più tardi, infatti io Holly e Benji l’ho potuto vedere solo anni dopo, maledizione). Su quei canali ho visto cartoni che sono stati delle pietre miliari degli anime giapponesi: Lupin III, L’Uomo Tigre, Capitan Harlock, Galaxy Express 999.

Quest’ultimo è un cartone animato che mi è piaciuto molto, forse per quel velo malinconico che lo pervade. Lo so, i comics dovrebbero essere d’evasione, ma che male c’è se un cartone ha un’anima e cerca di dirti qualcosa? Parla di un ragazzino, Masai, che in un lontano futuro vuole raggiungere un pianeta ai confini dell’universo dove può ricevere organi meccanici per il proprio corpo, in modo da poter allungare la propria esistenza. E’ il suo grande sogno, di una vita fatta finora di stenti e povertà. Per andare in quel pianeta c’è un’astronave molto particolare: viaggia nello spazio ma è in tutto e per tutto uguale a un vecchio treno con locomotiva a vapore. Masai ha come compagna di viaggio Maisha, una donna misteriosa. Durante il loro viaggio sono protagonisti di numerose avventure e disavventure, e tappa dopo tappa Masai si rende conto che la felicità non sta nell’avere o meno un corpo meccanico, ma in altri valori della vita.

Il tutto accompagnato dalla meravigliosa sigla degli Oliver Onions. Prima che arrivasse Cristina d’Avena che belle che erano le sigle dei cartoni !

Filmografia recente

The Others. Mi è abbastanza piaciuto. L’inizio è promettente, Nicole Kidman sempre bella e bravissima. Ad un certo punto la storia si affievolisce e perde, secondo me, un po’ di tensione. Ma poi il finale è molto bello. Bravi. Non è il solito film di poltergeist o di fantasmi o roba simile. Anche se, a posteriori, mi ricorda un altro film e non vi dico quale altrimenti se non l’avete visto vi rovino a sospresa.

Z la formica. Carino, ma non imperdibile. Pochi momenti comici e storia abbastanza scontata.

Al cine ho visto Angeli e Demoni. Ben fatto, è abbastanza fedele al libro anche se, per ovvie esigenze ha subito diverse sforbiciate rispetto al libro. D’altronde Dan Brown è una mitragliatrice di parole e un pozzo di fantasia, stargli dietro per Hollywood risulta impervio. Cmq godibile.

Kowalski

Il mio personaggio preferito di Madagascar? Lo so che vi semprerà strano ma è Kowalski. Chi è Kowalski? E’ un pennuto, uno dei formidabili pinguini. A dire la verità quello che parla sempre è Skipper, il "capo", è lui che dice le battute del tipo "Carini e coccolosi, ragazzi, carini e coccolosi!". Ma a me, chissà perchè, fa impazzire la sua "spalla", Kowalski.

E indovinate chi ho trovato l’altra sera inserendo un euro nella macchinetta che distribuisce i piccoli pupazzetti nelle palline x bambini? Proprio lui, Kowalski. Idolo!!!

 

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén