(raccolta molto sparsa di pensieri)

fabiotordi

Tag: discoteca

Il mitico Rolling Stone

Che onore!

Andate sul sito www.rollingstonemilano.com

e scendete in basso fino a dove inizia con "…UN ALTRO MITO CHE SE NE VA’.

è riportato un articolo che avevo scritto nel febbraio del 2009, questo:

www.fabiotordi.it/blog/?p=674

 

 

Datura

Per chi, come me, negli anni ’90 era appassionato di musica elettronica, il nome Datura vuol sicuramente dire qualcosa. Era un "gruppo" dance di quell’epoca. In pratica dei produttori e musicisti che si sono riuniti, come succedeva per gli altri gruppi dell’epoca. E come per gli altri gruppi prendevano dei personaggi che li raffiguravano nelle esibizioni pubbliche. Io ricordo che, per esempio, al Festivalbar i Datura erano un ragazzo e una ragazza, molto cinghiali. In realtà erano quattro uomini. Il nome Datura deriva dal nome scientifico dello Stramonio, una pianta allucinogena.

Come dimenticarsi di Yerba del Diablo (per i pischelli segnalo che c’è stato un recente featuring coi Club Dogo "Erba del Diavolo") con la mitica "sciura dei Datura"

Poi quelle con la cantante Billie Ray Matin come "Devotion" o "Mystic Motion" o "Passion". Ma io preferisco quelle con la sciura (che poi si chiama Amparo Fidalgo), come "The 7th allucination

Gli amanti degli 883 si ricordano il disco "Remix 94" con "Datura altera los ocho ocho tres…"

Che mal di testa

Lunedì sera, la discoteca
Martedì sera, la discoteca
Mercoledì che mal di testa, ma sono andata alla discoteca
Giovedì sera, la discoteca
Venerdì sera non volevo andarci ma Fabio è venuto a cercarmi e allora sono
andata, alla discoteca
Sabato sera, la discoteca
Domenica alla discoteca

Qualcosa di simile

Dopo aver letto l’ultimo post del mio amico Michele, mi è venuto in mente questo aneddoto, non so il perchè: anni fa ero abituale frequentatore dei giovedì estivi all’Acquatica di Milano, che smetteva di essere, per quela sera, parco acquatico e diventava discoteca rock (erano "quelli del Rolling"). Una di quelle sere stavo girando da solo quando vedo una tipa, distesa per terra, a guardare il cielo. Una persona normale avrebbe pensato che fosse matta o ubriaca o qualcosa di simile. Invece, per istinto, mi sono coricato anche io, a un paio di metri di distanza da lei, abbastanza distante da non disturbarla, abbastanza vicino per poterle parlare. "Cosa vedi?", le chiesi. E parlammo per circa dieci minuti di quello che vedevamo in cielo. Poi ad un certo punto lei disse "Devo andare", e andò. Ma furono dieci minuti di poesia. E’ una di quelle cose che sono contento di aver fatto nella vita: seguire l’istinto, restare bambino a guardare il cielo. Anche in mezzo ad una discoteca. Perchè no? Probabilmente penserete che io sia matto o ubriaco o qualcosa di simile

Kursaal

E poi ci troveremo come le star a bere un cocktail al Kursaal, al Giardy, al Mille, al Vertigo, al Rolling… Praticamente sono tutti posti fantasma, non esistono più.

Oggi vi parlerò del Kursaal, di cosa è stato per me. Quando ero ragazzino si andava al Kursaal a giocare ai videogiochi. Era aperto (solo d’estate ovviamente) tutti i giorni, al pomeriggio e alla sera. Noi bambinetti frequentavamo il “parco” (la pineta con parco giochi dietro casa mia) e altri posti di Brallo. Ogni tanto ci spingevamo fino al Kursaal. Da ragazzino invece andavo sempre tutti i giorni. Per chi non c’è mai stato: il K è un locale mitico e storico di Brallo. E’ costruito sotto strada e quindi c’è una stradina che lo costeggia che arriva ai vari piani. In fondo c’era la salagiochi. A metà il bar e la discoteca e in alto il ristorante. Io il ristorante non l’ho mai visto aperto. Noi andavamo solo per la salagiochi. Ricordo una volta che c’era un giochino che, appena acceso, è andato in tilt e ha regalato crediti infiniti. Abbiamo giocato tutto il pomeriggio a Super Mario Bros, che resta il mio videogame preferito di tutti i tempi. Poi ricordo Dragon’s Lair, sembrava di poter toccare il futuro. Mio padre mi dava mille lire al giorno che bastavano per 5 partite, visto che il gettone ne costava 200. Però riuscivo a passare tutto il pomeriggio e tutta la sera. Verso i 16/17 anni ho iniziato a frequentare anche la discoteca. Ma per me il K è diventato mitico nel 1992 (dico sempre che prima o poi vi parlerò di quell’estate, ma non so se lo farò mai, è troppo intensa per poterla raccontare a parole, ma è una di quelle cose che ha segnato la mia vita). E le estati successive sono sempre state all’insegna del Kursaal. In quegli anni non apriva più di pomeriggio, ma solo di sera. E negli anni successivi solo le sere di discoteca, che erano martedi, giovedi e domenica. Si andava lì presto, verso le nove e mezza. Si faceva un giro in salagiochi, due parole, due partite, magari un calcetto, una carambola, per i più sportivi un pingpong. Niente bere, al limite qualche partita perché soldini ne giravano pochi. Poi tornavamo giù in paese, dove magari le consumazioni a bar costavano meno. Verso le 11, 11 e mezza si tornava su per la discoteca. La musica bella era a quell’ora. In quel periodo la dance del momento era la neonata Techno. Che figata. Ne mettevano una mezz’oretta, poi si passava al rock, al revival e altre quisquilie del genere. Ballavamo, giravamo, chiacchieravamo, conoscevamo tutti, andavamo a bere, a fare la coda in bagno, a prendere un panino, magari un giro ancora di sotto in salagiochi, ci si provava con le tipe, sempre rigorosamente senza successo, perché noi siamo e saremo come Jack Fruciante, quelli “fuori”. E poi c’era un posto eccezionale: la porta dii sicurezza che dava sui gradini dietro. Ci si ritrovava lì, era un “posto” di aggregazione, dove rifugiarsi per chiacchierare senza dover urlare, e dove vedevi il 90% di quello che c’era da vedere: risse, amori… quasi tutto avveniva lì. Al k c’era gente di tutta l’Alta Valle Staffora. Da Varzi in su erano tutti lì, e poi qualcuno anche più giù, fino a Voghera e talvolta molto oltre.

 

E poi la colla per comprare un panino in due. E gli sbirri col mitra. E poi accompagnare un amico a casa per poi poter ritornare. Ehi, erano altri tempi, il locale chiudeva alle 2 e mezza, ed era tardissimo. Io fino ai 18 anni dovevo tornare a mezzanotte!!! Le due le facevo solo “l’ultima sera del Kursaal”, avvenimento che non mi sarei perso per niente al mondo, un anno ci sono andato con la febbre. Poi per un anno, niente Kursaal, ma lo avresti aspettato. Quando finiva la scuola sapevi che dopo poco tempo avrebbe riaperto. Quando le giornate si allungavano e potevi uscire ancora dopocena col chiaro sapevi che da li a poco il K si sarebbe animato di tanta gente. Quante avventure, quante storie, quanti amici, quante piombe in quel posto. Quella discesa me la rivedo ancora davanti agli occhi. E la pista, i divanetti, le luci, la staccionata. Perfino le turche mi ricordo. Una parte di me è sicuramente ancora al K, che vaga tra le stanze ormai vuote. Le estati più belle della mia vita, dai 18 ai 24 anni le ho passate li. Grazie Kursaal, sei sicuramente un ricordo molto importante della mia vita.

Rolling Stone Milano

Un altro mito che se ne va. Ormai è ufficiale, la discoteca Rolling Stone di Milano chiude. Al suo posto nasceranno degli appartamenti. Dopo 28 anni chiude uno dei templi del rock in Italia,su quel palco le grandi stelle del rock: Joe Cocker, Bob Geldof, Ben Harper…

Ho conosciuto il "Ròòòllin" alla fine degli anni ’90, per via dei miei amici milanesi che lo frequantavano. Mi è subito piaciuto. Per prima cosa era diverso: non era una discoteca simile a quelle a cui ero abituato nella mia zona, posti da fighetti dove per entrare dovevi vestirti come se avessi dovuto fare la prima comunione. Entravi come volevi, una grande libertà. E poi facevano una musica diversa, il rock, genere che mi piace. A me piace praticamente tutta la musica, anche se prediligo l’elettronica, e comunque mi piace variare. Quindi non sono un fan del rock, ma mi piace. Per qualche periodo ci andavo addirittura due volte alla settimana. E molto spesso da solo. Cioè partivo da Voghera da solo, anche perchè era uno dei pochi posti dove ero sicuro di trovare gente che conoscevo. Neanche al bar a fianco a casa mi succede.

La prima volta in realtà ci sono stato proprio per la musica elettro: nel 1997 al concerto dei Daft Punk, mitico davvero. Il locale è chiaramente un vecchio cinema riadattato, c’è ancora la scalinata. Cavoli quante serate li dentro, veramente ma veramente tante. E’ stato il primo posto di Milano che sapevo raggiungere ad occhi chiusi. Mi ricordo quando il giorno dopo lavoravo ed ero in coma…

Ecco io il Rolling l’ho vissuto così, tra amici, a chiacchierare, bere dei pessimi cocktail (facevano veramente schifo), buttarsi in pista a pogare sulle note di "vorrei vedere le piramidi di Cheope, ma sono miope, ma sono miope…" e sognare fantasticare… Mi ricordo anche una bellissima serata con gli Elii qualche giorno prima di capodanno.

Ultimamente la suonata è un po’ cambiata, il tempio del rock ha cambiato un po’ volto e si sono istaurate le serate "fighetto"… che sinceramente non c’entrano nulla. Quando andavano io facevano rock di tutti i tipi: ska, rock’n’roll, anni ’70… di tutto. Ho sperimanetato altre discoteche alternative di Milano, dall’Alcatraz al Rainbow, ma non sono neanche pragonabili alle atmosfere del Rolling. Il Rainbow è troppo un buco, non mi piace e l’Alcatraz invece un capannone troppo grande, ti ci perdi… io al Rolling di sopra conoscevo tutti.

E invece a maggio chiude i battenti. Saranno contenti i residenti, così non ci sarà più casino. Quante volte a fermarsi alla latteria con Fabio che prendeva la vodka alla menta. O un coktail al Divina, li vicino. Oppure una birra al cinese. E girare mezz’ora per trovar un posto auto e poi metterla in divieto sperando che i ghisa non passassero… Addio Rolling Stone, sei stato una parte della mia vita.

Gli altri locali che hanno "fatto" la mia storia sono: Kursaal, Giardinetto, Vertigo, ma di questi vi parlerò un’altra volta.

Espuma

La mia esperienza ad Ibiza si può dividere in due parti, completamente diverse tra loro. Prima parte. Ibiza è veramente una delle patrie del divertimento, ma ormai quello che trovi li lo trovi dappertutto. Pieno di locali e pieno di discoteche aperte fino al mattino, con tanta gente strana. Ma non c’è bisogno di scomodare né Riccioneioré (Lloret de Mar) per fare paragoni: basta farsi un giro a Milano e puoi trovare tutto questo. L’isola in sé fa abbastanza schifo, immagino che prima dell’invenzione del turismo gli abitanti del posto facessero proprio la fame, non c’è nulla di nulla. Il mare è abbastanza bruttino, proprio niente di chè. I locali pre-disco sono i soliti di ogni parte del mondo. E non sono in tutta Ibiza, ma sono concentrati nella parte del porto. Insomma è abbastanza un pacco, che bisogno c’è di prendere l’aereo x andare fino a là? Io non ero certo in cerca di una vacanza rilassante, me ne sarei andato a Celle Ligure altrimenti (che non so neppure dove sia). Io ero in cerca delle leggende di Ibiza: gente fuori di brutto, discoteche aperte giorno e notte, locali ovunque, bar in spiaggia aperti alla sera per fare l’aperitivo a mezzanotte, cene alle due di notte. Leggende, appunto. C’è un mare di italiani. Ma proprio tantissimi, sono il secondo popolo di Ibiza (infatti praticamente chiunque capisce e/o parla italiano) sia come clientela che come baristi/camerieri/pr/ecc. Sabato sera un tizio ci convince ad andare alla discoteca Privilege, anzichè il Pacha. Giudizio: il posto si vanta di essere la discoteca più grande del mondo. Buuu, tanto per citarne una, l’Alcatraz di Milano è più grande. E poi non è neanche bella, è un capannone con una piscina fatta malissimo. La nota molto positiva era la musica, proprio quella che piace a me, vale a dire E-LET-TTTTTTT-TTTT-TTTTRO-NI-KA un po’ minimal e un po’ house (come ho spiegato qui è difficile definire bene la musica). Musica che purtroppo nella zona sfigata e musicalmente repressa, l’Oltrepo Pavese, non suonano e non hanno praticamente mai suonato. Da noi c’è la cultura discoteca=fighetto, non discoteca=musica, della musica non gliene fotte un piffero a nessuno. Da noi si va in disco se c’è "bella gente", non per ballare o ascoltare musica. Voi direte: ma perchè tu la ascolti quella musica li? SI. Siamo tornati alle 6 e alle 10 eravamo già in giro col motorino affittato. Siamo andati a cercare un’altra presunta trasgeressione di Ibiza: la spiaggia dei nudisti. Prevedevo fosse una cazzata e infatti avevo pienamente ragione. Quattro bischeri isolati dal mondo col pisello o le tette al sole. Non ho questo tipo di perversioni, né quello di abbronzarmi le parti basse, né la voglia di star li a spiare quelle degli altri. Al pomeriggio un sonno ristoratore e alla sera un giretto per i locali. Poi in albergo.

Seconda parte. Ibiza è veramente una figata, non fosse altro che per un motivo: l’Amnèsia e lo schiuma party. Partiamo in costume e t-shirt a bordo del nostro mezzo, guido io. Arriviamo all’Amnesia alle 2 e venti circa. L’ambiente è molto bello. Ci sono due sale. La musica è sul genere techno, quindi molto più cattiva di quella del Privilege, ma più adatta alla situazione. La sala principale è piena imballata. Ci buttiamo a ballare per due ore ininterrotte. Di schiuma neanche l’ombra. La barista ci dà la brutta notizia: sarà sparata dopo le 5 e mezza. Cazzarola noi siamo già stanchissimi. Ce la dobbiamo far passare. Facciamo un giro nell’altra sala, ci sediamo un attimo e torniamo in pista. Siamo pronti.
Io mi aspettavo una pioggia di schiuma, che magari ti arriva fino alla vita, esagerando. Invece no, ci sono 3 cannoni che sparano un getto impressionante di schiuma. Dopo pochi secondi (secondi!!) la schiuma ti supera e ti circonda. Schiuma ovunque. Nel naso in bocca negli occhi. Cerchi di togliertele dagli occhi con le mani, ma sono piene di schiuma e peggiori la situazione. Se ti sbagli e respiri con la bocca sei finito, inizi ad inghiottire schiuma. In pista è il delirio assoluto. Musica a palla, luci strobo e gente piena di schiuma. Ma letteralmente piena, non so come descrivere la situazione. Quasi pupazzi irriconoscibili. Dopo un po’ il livello cala, e allora spingono i cannoni a manetta e giù un’altra schiumata. Pazzesco. Schiuma ovunque, ovunque. Nella pista varia dai 150 ai 180 cm di altezza. Nella zona limitrofa arriva all’inguine. Gente che balla, che scivola, che perde gli occhiali o le infradito, forse per sempre. Gente che si lancia la schiuma, che si abbraccia. La parola giusta è proprio delirio. Una situazione stranissima e quasi indescrivibile. In una parola fantastica. Dopo una manciata di minuti la maglietta è ovviamente diventata una spugna e quindi me la tolgo. Boys a petto nudo, girls in bikini. E ancora musica, luci e soprattutto schiuma, schiuma schiuma. E schiuma. Senza trregua. Penso di averne mangiato a chili. Le mie lenti a contatto ovviamente mi ringrazieranno per sempre, avevo gli occhi color brace viva. Dopo una mezzoretta hanno iniziato a sparare acqua con un idrante e hanno acceso delle bocchette stile anti incendio. Questo per togliere progressivamente un po’ di schiuma. Noi, già bagnati fradici, ulteriormente inzuppati dall’acqua, ci chiedevamo come saremmo tornati a casa, in scooter. Quando erano quasi le 7 la disco ha chiuso. C’era schiuma ovunque, perfino fuori dal locale. Ma non "un po’ di schiuma", ce n’era almeno una quindicina di centimetri. Nel piazzale! Mi sa che l’Altro Mondo Studios di Rimini ha perso il posto di miglior discoteca che abbia mai frequentato. Abbiamo strizzato le nostre magliette e abbiamo raggiunto il parcheggio. C’era già chiaro. Il nostro era l’unico scooter rimasto. Gli altri avevano quasi tutti un ricambio in auto. Noi no. Noi ci siamo sparati i circa 10 km che ci separavano dall’Hotel completamente bagnati in motorino, con la schiuma che ci ricopriva i piedi e le gambe fino al ginocchio. Ottimo. Ormai era giorno. Alle 8 e trenta ho riconsegnato il mezzo, ho fatto colazione e mi sono concesso due ore e dieci minuti di sonno. Che nottata fantastica però.

Amnèsia

In questo momento, mentre voi siete li, io dovrei essere qui. Ma poi torno eh? Forse. Sono partito ieri, sono stato al Pacha e stasera dovrei andare all’Amnèsia. Poi domani, semidistrutto, will go back home. Perchè uso il condizionale? Perchè questo post l’ho scritto ovviamente in anticipo, in questo momento non sono in grado di poter scrivere… a presto.

 

 

Sono fuori dal tunnel la la la

Mi devo ripetere, come ho scritto qui il Tunnel di Milano è veramente un bel posto. Uno dei pochi posto dove mettono della musica elettronica come si deve. Proprio ma proprio bella. E poi se devo dirla tutta in quei posti ti aspetti delle coatte invece c’erano solo belle ragazze. Ottimo.

Rolling Stone

…ho visto tipe pogare i Nirvana con i tacchi
…ho visto tanti con la maglietta attillata per mostrare i muscoli
…ho visto gente finta alternativa con le Merrel’s o le Bikkembergs
…ho visto una tipa col vestitino e le ballerine
…ho visto uno vestito stile arabo ma col marsupio della Nike
…ho visto le tipe coi jeans stretti e la camicietta ballare tirandosela

non ho visto tanti tatuaggi…
non ho visto troppa gente scazzata…
gente che era li per i gusto di stare li, non per farsi vedere…
non ho visto gente amante del rock

Ho visto gente uguale alle altre discoteche, nè migliore nè peggiore, solo uguale… e forse il Rolling era bello proprio perchè la gente non era quella piatta che trovi dappertutto, altrimenti perchè andare fino a Milano? Per la musica? Ormai il rock lo puoi trovare dappertutto! E poi pogare con le tipelle figheggianti in mezzo alla pista… che gusto c’è??

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